L'odore del cloro sulla pelle.
Le grida di incoraggiamento.
La gioia di essere arrivato primo.
La superbia che gli gonfiava il petto.
La felicità di raggiungere un obiettivo.
Il rivale distrutto e disarmato.
Finalmente Rin era riuscito a raggiungere il suo obiettivo: battere Haruka.
Era felice, estremamente felice.
Ma quella felicità che esprimeva con parole aggressive sembrava essere falsa.
Si sentì stranamente vuoto, mentre camminava spavaldo verso lo spogliatoio dopo aver distrutto moralmente l'amico di infanzia. Una parte di lui era dispiaciuta per averlo trattato in quel modo, mentre l'altra parte era decisamente fiera del suo operato; mentre pensava ciò venne approcciato da Makoto, al quale si limitò a dire " L'unica cosa che contava per me era battere Haruka. "
Appena il capitano del team avversario lo lasciò, si sedette su una panca, fissando il pavimento interrogativo mentre sussurrava un " Non ricordavo che la vittoria avesse un sapore così amaro... ".
Amaro, si, visto che riuscire a superare i propri limiti e non riuscire a godersi la cosa era un boccone amaro da digerire, visto che per un lungo periodo aveva vissuto in funzione del suo obiettivo.
E ora cosa avrebbe fatto?
Sgomento, si portò le mani alla testa, quasi come se si stesse concentrando con tutta la sua forza per capire cosa fare, quando sentì una voce proveniente da un altoparlante nello spogliatoio annunciare l'inizio della staffetta e i team partecipanti. Appena sentì il nome della scuola dei suoi vecchi amici, ebbe un'illuminazione: li avrebbe umiliati anche in quella tipologia di gara se avessero superato le eliminatorie.
Del resto se si raggiunge un obiettivo, si può sempre crearne uno nuovo, no?