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Autore: SirBlackMagician    08/06/2014    1 recensioni
"Chiedo scusa a chiunque stia leggendo che probabilmente troverà questo libro estremamente confuso o difficile da comprendere.
Non so neanche da dove iniziare, è una storia talmente lunga e complessa che metterla su carta è praticamente impossibile.
... Bene, direi di partire descrivendo la situazione in generale.
Sapete cos'è il tempo? Se vi dovessi chiedere una definizione di tempo, voi cosa rispondereste? Per voi cos'è il tempo?"
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza Nome Cap1 Dopo la scoperta del blocco dello Spaziotempo, non trovai altra scelta se non tornare indietro alla Camera del Senato di Ganiklis, per cercare di capire cosa stessero facendo.
- Isolare l'intero sistema dallo Spaziotempo, geniale, davvero geniale, i miei complimenti! -  dissi, battendo le mani davanti ai senatori. Il governo di Ganiklis è formato da 13 senatori, ognuno proveniente dai pianeti con il maggior numero di esseri viventi e no, non so come possa essere definita una soluzione politica giusta e inattaccabile. Le elezioni avvengono ogni anno, così, in caso di crescita demografica, altri pianeti possono proporre fino a tre diversi candidati. Non so come, ma fino ad ora questo sistema sembra che abbia tenuto a bada tutti gli abitanti.
Essi risiedono proprio su Ganiklis, pianeta che ospita, oltre alle città più ricche dell'intero sistema, anche la Camera Dorata. Un enorme edificio fatto interamente in oro, platino ed altri minerali preziosi di sconosciuta origine. L'interno è di una sfarzosità esagerata, i senatori sono seduti su delle enormi, ed alquanto scomode, probabilmente anch'esse in oro. Ma i vecchi troni in legno non li usa più nessuno?
L'unica cosa che è effettivamente fatta con il semplice legno, è dove ero io in quel momento e dove probabilmente i cittadini fanno le loro richieste. Ero lì con Susan, per cercare una volta per tutte di sistemare questa questione e andarmene.
- Sul serio, bravissimi! Ma se pensate che veramente che mi metterò a giustiziare gente solo perché avete un'organizzazione politica peggiore rispetto a quella di un formicaio, vi sbagliate. A costo di girare quei 53 pianeti per tutta la vita. - cosa che naturalmente non avrei mai fatto.
- A quanto pare non ha ancora ben capito, la nostra non è una richiesta. - disse uno dei senatori, facendo successivamente un segno ad una delle guardie, robot in lega di Kini simili a dei manichini con un cannone a ioni al posto della mano destra. Per evitare che diventino incontrollabili, si muovono su delle rotaie. Vengono chiamati Byorma e sono molto temuti. Il materiale con il quale vengono fatti, la lega di Kini, è praticamente indistruttibile ed impenetrabile.
Ma sappiamo entrambi qual è la mia specialità, no?
La guardia prese Susan per un braccio - Ouch! Ehi! - che tentò di dargli una gomitata in pancia. - Facciamo così, tu fai quello che vogliamo noi e il Byorma non toccherà la tua compagna. - un classico, no?
Cercai veramente di controllarmi, in tutti modi ma... se mi avessero attaccato, forse sarei rimasto più tranquillo, ma no, non se ritrovo la mia compagna in mano ad un robot con un cannone nella mano destra. Vi ho già accennato della mia magia, no? Bene, è arrivato il momento di mostrarvi come funziona. La lega con la quale han creato la guardia è indistruttibile, si, ma di certo non resiste alla magia di scomposizione. È molto semplice, consiste nella separazione di ogni singolo atomo e nella trasformazione in aria o in un qualsiasi gas e di certo lì non conoscono la nostra magia, poiché, come già detto, siamo abbastanza chiusi nel nostro pianeta.
Ecco ciò che feci, ricordando a memoria il cerchio e le lettere per la magia non c'è bisogno di disegnarlo, mi bastava toccare il robot e tadah! Tutti i suoi bei circuiti scoperti e il suo bel processore nella mia mano. - Molto bene - avevo veramente perso il lume della ragione - Adesso si fa a modo mio - mi misi al centro della stanza. Avrei voluto... e dovuto, dire di aprire quel maledetto Spaziotempo, o li avrei uccisi tutti. Sarei dovuto scappare e lasciarmi tutto alle spalle ma... non ce l'ho fatta. Non potevo lasciare un intero sistema nel caos, senza governo e con dei rivoluzionari che si nascondono tra la gente.
- Molto bene, visiterò i pianeti più a rischio, troverò i rivoluzionari, ma non li ucciderò. Se troverò giusti i loro ideali tornerò qui e voi vi dimetterete. - Una voce di protesta si sollevò - E perché dovremmo farlo? - - Beh, o ve ne andrete o vi manderò via io. Voi capite cosa intendo vero? - ma a quanto pare serviva una dimostrazione, un'altra voce di protesta si sollevò dal senato - E perché dovremmo avere paura di te? Girano delle voci, dicono che ti sei rammollito, girando per vari luoghi con la tua compagna, rinunciando ai poteri che hai accumulato nel corso della tua vita! Perché dovremmo aver paura di te? - quella fu l'ultima domanda che pose. Immagino che sappiate che anche i gas sono formati da atomi, no? Ecco, la nostra magia può anche caricarli positivamente o negativamente, facendo partire una violenta scarica di corrente, simile ad un fulmine.
La mia mossa sorprese parecchi di quegli imbecilli, ma anche Susan. Glie l'avevo promesso, non avrei più ucciso inutilmente. A quanto pare non sono bravo a mantenere le promesse. - Sono stato chiaro? - seguì un silenzio totale, com'è che si dice? Ah, già! "Chi tace acconsente".
Dopo qualche attimo però, dal gruppo uscì una voce femminile - Vengo con voi! - dal gruppo dei senatori si alzò un'adolescente dai lunghi capelli neri ed occhi scuri. Si chiamava Joana, ed era una ragazza di soli 16 anni, figlia di un membro del senato. - Non so per quale assurdo motivo tu voglia venire con noi, ma sappi che non ho bisogno di qualcuno che mi rallenti - come se non avesse sentito nulla, quella ragazzina di bassa statura si avvicinò alla macchina del tempo - Avanti, smettila di fare storie e aprila. - - No, forse non... - uno dei senatori disse - Non penso che possa essere definita un peso, è la nostra boia e mia figlia. -. Diciamo che quella frase mi lasciò... di stucco -...Scusa quanti anni hai? - - Sedici! - - Sedici anni. Sedici. Ed è la vostra boia. - rimasi un po' in silenzio, ormai stanco di litigare con quei tred... dodici imbecilli - Fa come vuoi, vedi solo di non farti uccidere. - dissi, aprendo le porte della macchina del tempo. Avevo problemi ben più gravi da affrontare. - Si, si, Susan, ho ucciso qualcuno senza un appartenete motivo - - Non ti preoccupare, farò finta che tu l'abbia fatto perché mi hanno minacciato con quel coso. - - Che in parte è anche vero! - - È andata così, lascia perdere, cerca di controllarti, la prossima volta -. Quanta pazienza che ha quella donna. Quanta.
Fin dal primo momento mi chiesi una cosa, però. Teoricamente, tutti i senatori, compresa l'adolescente, sarebbero dovuti essere alieni, eppure il loro linguaggio era umano o comunque a me comprensibile. Non ci pensai molto, dato ciò che disse successivamente la ragazza.
- Siete disgustosi - commentò acidamente la nuova arrivata - Neanche dieci minuti e già cominci a rompere? - Susan non era proprio contenta del fatto che ci fosse qualcun altro nella macchina del tempo - Beh, spero che non dovrò stare qui a vedere voi due che vi sbaciucchiate, slinguazzate e scop... - che adolescente educata. - Beh, e se fosse? - dovevo intervenire - Ok, Susan, calma. Come ti chiami? - - Joana - - Beh, Joana, benvenuta a bordo e dimmi, perché sei voluta venire con noi? - - Mi annoiavo. - - Tutto qui? - - Pensi che lo abbia fatto perché mi fai battere forte il cuore con il tuo fascino? - Avrei voluto rispondere di si, ma non potevo o qualcuno mi avrebbe mangiato. - No, è che noi potremmo far perdere il lavoro a... - - Magari, così non dovrei stare lì per GIORNI ad ascoltare gente che implora, gente che piange, gente che dovrò giustiziare... e poi ho sempre voluto visitare il pianeta dei Sosiqui -.
Sapete cosa sono i Sosiqui?
Sono i guardiani del Tempo. Hanno una conoscenza infinita che hanno lasciato nel loro Retaggio, che ho recuperato in uno dei miei viaggi precedenti, dato che è estremamente potente e che controlla vita, tempo e materia. Ho usato il verbo "recuperare" perché l'antica razza dei Sosiqui si dovrebbe essere estinta da parecchie migliaia di anni.
Restai in silenzio a fissare la ragazza, finché lei non chiese - Beh? Cosa ho detto di male? - cercando di non balbettare risposi - I... I Sosiqui sono morti. Tutti. Non è possibile che ci sia il loro pianeta qui. - - Eh? No! Sono in questo sistema! Anche se molto probabilmente non avranno individui pericolosi. Anche perché nessuno li ha mai visti. È anche molto difficile riuscir ad accedere nel loro pianeta. - impaziente chiesi - Come possiamo arrivarci? - - Ah non lo so. So solo dove si trova il pianeta, ma so anche che tutte le volte che qualcuno prova ad entrarci, viene bruscamente deviato su un altro pianeta. - - Beh, allora dammi le coordinate, son sicuro che ci lasceranno entrare. - così avviai la macchina del tempo verso le coordinate datemi da Joana, sicuro che mi avrebbero sicuro e che non mi avrebbero deviato da qualche altra parte.
Atterrammo ed aprii immediatamente la macchina del tempo. Ci ritrovammo su un pianeta con un rumore assordante di ingranaggi, con interi palazzi grigi, fatti anch'essi di ingranaggi in movimento. Vicino a noi c'era un abitante di quel pianeta. Era chiaro che effettivamente ci avevano deviato, e che ci avevano spedito su Clockwork.
Il meccanismo che alimenta nucleo, e di conseguenza tutto ciò che c'è su di esso, è geniale, sfrutta l'unica energia effettivamente infinita e rinnovabile esistente nell'universo, il tempo stesso. Sfruttando anche il minimo movimento dello Spaziotempo riescono a creare energia per poter alimentare tutto ciò che c'è in superficie e non solo. Tutti gli abitanti, tramite un particolare biochip che li collega direttamente al nucleo del pianeta, così gli fornisce energia vitale. Un meccanismo perfetto che ha reso Clockwork il pianeta più popolato del sistema, dato il tasso di mortalità quasi pari a zero. Stranamente, pare che la scintilla della rivoluzione sia iniziato proprio da qui, evidentemente, se hai un'elevata popolazione hai anche un elevato livello di infelicità.
Gli abitanti sono dei robot, alti circa due metri, con un complesso sistema di ingranaggi per tutto il corpo, che ruotano grazie all'energia donatagli dal pianeta, impossibili da bloccare, se non con la rimozione del biochip vitale. Per questo, nonostante il sistema di ingranaggi sia totalmente scoperto, la parte centrale di ogni robot è formata da una particolare lega di acciaio e diamante, per evitare che venga scalfita, non ho ancora ben capito come riescano a legare i due elementi in modo così perfetto.
- Non so voi, ma io non parlo clockworkese. - disse Susan, fissando il clockworkiano - Joana, tu sei di qui, ne saprai qualcosa! - disse guardando la ragazza - Naaa, non vedo perché dovrei imparare la loro lingua - dovetti intervenire io - Tranquille, ho il Biochip traduttore, ci penso io. - così attivai il Biochip, non sto qui a spiegarvi cosa sia, diciamo solo che è un particolare programma inserito nei miei occhiali, perché si, porto gli occhiali, che traduce ciò che dico e mi consente di capire ciò che mi dicono le varie razze aliene.
- Che ci fanno degli ambasciatori del governo qui? Per di più con... lei. - disse indicando la ragazza dai capelli corvini - Volete ucciderci solo perché stiamo esprimendo la nostra opinione? Non sarebbe la prima volta. - - Ok, restiamo tutti calmi, eh? - dissi, prima che Joana se ne uscisse con qualcosa di sconveniente - Non siamo ambasciatori di nessuno, non siamo qui per uccidervi... - e notai che Susan fermò di nuovo Joana prima che riuscisse a correggermi -... e siamo capitati qui per sbaglio. - - Per sbaglio? - - Dovevamo raggiungere il pianeta dei Sosiqui, ma ci hanno deviato qui. - non era un caso, ero sicuro che ci avessero deviato su Clockwork perché volevano che riportassi l'ordine su tutto il sistema. Doveva essere veramente una rivoluzione problematica se perfino le divinità del tempo erano spaventate da ciò, forse non è previsto che essi trionfino o forse avrei dovuto aiutarli in tutto ciò, insomma, sicuramente si rischiava un'altra grossa distorsione temporale che avrebbe coinvolto tutti e 53 i pianeti.
Sarebbe stato meglio se la mia prima intuizione fosse stata giusta, ma a quanto pare sbagliavo.
  
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