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Autore: Gosa    08/06/2014    1 recensioni
Quando Clint Barton entrò nella nuova base dello S.H.I.E.L.D., fu accolto da sguardi meravigliati. La barba lunga, l’aria stravolta di chi aveva passato l’inferno e i vestiti mezzi strappati [...] Dopo gli eventi di New York, nessuno aveva avuto più notizie di Occhio di Falco, c’era chi aveva detto si fosse dato alla macchia dopo essere stato retrocesso al livello sei dopo la possessione di Loki; altri avevano giurato e spergiurato che fosse fuggito in Canada per riunirsi al circo; altri ancora avevano detto che Fury l’avesse mandato in Siberia come punizione.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jemma Simmons, Phil Coulson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ghosts That We Knew
 
 
A Nemeryal
 

So much for the here and now 
It’s all the same now 
I wish everything would change 
You can’t believe a word he says 
You can’t believe
 

I try to move on but your perfect way 
Has got this little child asking why 
But this world keeps spinning 
As my heart stops beating 
Is there still no room inside  
 
Quando Clint Barton entrò nella nuova base dello S.H.I.E.L.D., fu accolto da sguardi meravigliati. La barba lunga, l’aria stravolta di chi aveva passato l’inferno e i vestiti mezzi strappati. Quando Natasha lo vide, gli andò incontro e lo abbracciò fraterna, lasciandogli una carezza tra i capelli lunghi e scompigliati; Maria, invece, si limitò ad un cenno del capo e un piccolo sorriso. Il corridoio stretto e lungo era pieno di agenti che gli lanciavano occhiatine chi spaventate, chi ammirate, chi incuriosite – dopo gli eventi di New York, nessuno aveva avuto più notizie di Occhio di Falco,  c’era chi aveva detto si fosse dato alla macchia dopo essere stato retrocesso al livello sei dopo la possessione di Loki; altri avevano giurato e spergiurato che fosse fuggito in Canada per riunirsi al circo; altri ancora avevano detto che Fury l’avesse mandato in Siberia come punizione.
All’incedere sicuro – o almeno così voleva sembrare – del nuovo direttore, tutti si voltarono a lanciare sguardi affettuosi e rispettosi verso l’uomo. Phil rivolse al nuovo venuto un piccolo sorriso – appena appena tremulo, ma solo uno sguardo attento avrebbe potuto captarlo – “E’ un vero piacere rivederla, agente Barton.”
L’agente lo guardò per un tempo indefinito - da quando era entrato non aveva emesso neanche un suono – prima di gettare il borsone sul pavimento e dirigersi a passo spedito verso Coulson; si fermò davanti a lui continuando a guardarlo negli occhi.
E no, il gancio destro che lo colpì, Phil, non se lo sarebbe mai aspettato, anche se, forse, avrebbe dovuto immaginarlo. I circa dieci agenti che si trovavano nel corridoio estrassero subito le pistole, puntandole sull’uomo in piedi davanti a loro. Natasha e Maria li fermarono con uno sguardo e, sempre solo con gli occhi, gli intimarono di sparire, seguendoli poi a loro volta.
Clint aveva occhi solo per Phil, finito a terra dopo aver incassato il colpo, con la guancia sinistra in fiamme e del sangue all’angolo della bocca. Coulson alzò lo sguardo su di lui: “Clint mi dispiace.”
A quelle parole il ragazzo scattò in avanti, “Ti dispiace? Ti dispiace?!? Due, e dico due fottutissimi anni e vengo a sapere che sei vivo con un sms?!? Hai una vaga idea di quello che ho passato io?!?” Prese fiato, i pugni chiusi, lividi, lungo i fianchi, gli occhi che brillavano di furia.
“Tutti sapevano che eri vivo! Fury, Hill, il dottor Streiten, tutti tranne io!” Phil continuava a guardarlo dalla sua posizione di svantaggio con un misto di dispiacere e dolcezza – non l’avrebbe mai ammesso, ma gli era mancato davvero molto e sapere di averlo deluso lo stava facendo sentire peggio di quanto avrebbe mai creduto. “Mi dispiace, credimi, ma eri stato retrocesso a livello sei e Fury…”
“Non mi interessa! Non avrei detto nulla! Se doveva rimanere un segreto, l’avrei mantenuto! Mi avresti risparmiato un anno di psicanalisi e uno in Papua Nuova Guinea a fare da portaborse ad un boss di campagna solo perchè - potrebbe fare qualcosa, Barton, mettere su un complotto per un attacco missilistico. Bhè ti dico una cosa, signor direttore, a ottant’anni a stento riusciva a pulirsi il culo! Mi sono beccato due pallottole nella gamba e le infermiere che mi hanno curato erano dell’Hydra, cazzo!, dell’Hydra! Ancora non so come diavolo ho fatto ad uscirne vivo, ed ecco che, neanche ventiquattr’ore dopo essere fuggito mi arriva un sms di Fury!” Prese il cellulare dalla tasca con rabbia e gli mostrò il messaggio; c’erano le coordinate della base e un – Presentati a Coulson, è il nuovo direttore.
 Respirando affannosamente, Clint gli lanciò il cellulare contro, colpendolo dritto sul petto: “Sei un grandissimo figlio di puttana!”
Phil si alzò piano, la guancia gli faceva malissimo, ma era nulla in confronto alla stretta al cuore che si era fatta sempre più ferrea ad ogni parola del ragazzo; “Mi dispiace, non potevo dirtelo, non potevo dirlo a nessuno.”  Clint lo fulminò con lo sguardo e lo superò zoppicando.


*****


Quella sera Natasha mandò Jemma a controllare Clint. Il ragazzo si era rinchiuso nell’ala adibita a zona notte, in una piccola stanza con appena il letto, un lavandino e uno specchio. Quando le fu dato il permesso di entrare, varcò la soglia circospetta – non che avesse paura, ma aveva sentito molte cose sul conto di Clint Barton e un po’ di timore reverenziale era dovuto.
Il ragazzo si era dato una sistemata, aveva tagliato la barba e stava provando ad accorciare anche i capelli, non riuscendoci molto bene. “L’agente Romanoff mi ha chiesto di controllarle la ferita, signore.” Clint la guardò con occhio critico, “Sto bene, non ce n’è bisogno.” Richiuse la porta dietro di lei, “insisto signore.” L’occhiata che le rivolse avrebbe gelato qualunque agente di livello uno, ma lei ne aveva viste di cose in quel lungo anno sul Bus e dopo aver superato il Chiaroveggente e la paura che Fitz non si sarebbe più svegliato, Jemma non si sarebbe certo fatta spaventare da un’occhiataccia, anche se proveniva da un vendicatore. Clint sbuffò e alzò la gamba destra del pantalone – sul polpaccio si intravedeva una lunga cicatrice rossa, ancora in via di guarigione. Simmons gli si avvicinò e guardò la ferita con occhio critico, “Le porterò una pomata cicatrizzante per velocizzare il processo di guarigione.” Clint annuì e la studiò, “E’ da molto che sei qui?”
“Quasi tre mesi.” Gli sorrise e si sollevò, “Ha bisogno di una mano?” Indicò le forbici e i capelli ma Clint continuava a guardarla, “Non ti ho mai visto, da quando sei sul campo?”
“Da un anno, signore, ho cominciato con l’agente Coulson quando è ritornato in azione.” Ci pensò un attimo, “Il direttore! Il direttore Coulson. Mi scusi, ancora non sono abituata ai nuovi ruoli.”
Lo sguardo che Clint le rivolse era di pura rabbia, “Di che livello sei? Cinque?” La ragazza annuì indietreggiando appena, colta alla sprovvista da quella reazione. “Ma certo! Un livello cinque può sapere tutto mentre io, io, sono stato trattato come un idiota di livello uno!” Jemma lo guardò stranita, “Mi- mi dispiace, io non credo di capire.” Resosi conto dello scatto, Clint sospirò rilassandosi, “Mi dispiace, non è colpa tua.” Le porse le forbici, “Ti ringrazio.” Si sedette sul letto, dandole le spalle e Simmons non potè fare a meno di guardare tutte le piccole cicatrici che gli segnavano la pelle delle spalle e della schiena.


******


Phil, seduto dietro la scrivania con una busta piena di ghiaccio sulla guancia, guardava fisso davanti a se. Si sentiva così in colpa per non averlo avvertito, ma non avrebbe potuto fare altrimenti. Nessuno doveva sapere che era vivo, men che meno i vendicatori. Non poteva disubbidire ad un ordine impartitogli direttamente da Fury, non poteva.
In realtà, tutte quelle scuse, risultavano false e forzate persino a lui. Che fosse vivo o meno non sarebbe importato a nessuno e anche se Stark o il Capitano l’avessero saputo, non sarebbe cambiato nulla. La verità era che aveva paura, una fottutissima paura di affrontarli di nuovo, di affrontare lui. Essere creduto morto gli aveva reso la vita facile, sotto alcuni punti di vista, la sua vita amorosa prima di tutto. Un leggero bussare alla porta lo riscosse dai suoi pensieri. Maria e Natasha entrarono e si sedettero subito davanti a lui: “Che succede?” Hill scosse la testa, “Avete dato un bello spettacolino oggi.”
“Avresti potuto evitare di farti vedere subito.” Rincarò la dose Natasha.
“Oh, avanti! Lo sapete anche voi, sarebbe venuto a cercarmi e le cose sarebbero andate peggio!” Spostò la busta con il ghiaccio, “conoscendolo mi è andata fin troppo bene.” Natasha annuì, “Avresti dovuto aspettartelo.”
“Che intenzioni hai, ora?” Phil guardò le due donne davanti a lui – quando si coalizzavano erano una forza della natura. “Cosa dovrei fare?”
“Parlargli”
“Chiarirvi.”
Le loro voci si sovrapposero e si guardarono con un piccolo sorrisino che fece rabbrividire Coulson. “Sei il direttore, ora, e anche se vuoi mantenere la regola del divieto delle relazioni tra colleghi, sai benissimo che molti non se ne sono mai fregati nulla.”
“Ti sei sempre fatto troppi problemi e Fury sapeva già tutto ancor prima che lo capiste voi.” Phil passò lo sguardo dall’una all’altra, sorpreso. Le donne sbuffarono quasi in simultanea; Natasha si alzò, “Va da lui e scopatelo come se non ci fosse un domani. Altrimenti diventerà isterico e comincerà a terrorizzare tutta la base. Ora come ora abbiamo bisogno di calma, non di gente in crisi d’astinenza!” Maria annuì, “Va da lui!” Si alzò ed entrambe lasciarono l’ufficio sotto lo sguardo incredulo e imbarazzato di Phil.


*******


A cena tutti gli agenti non avevano potuto fare a meno di parlare di quanto era accaduto tra Barton e Coulson; voci subito zittite dalla comparsa di quest’ultimo affiancato da May e Skye. Entrambe avevano lanciato delle occhiatacce a tutti e nessuno aveva più osato emettere una sola sillaba. A parte questo piccolo inconveniente, la cena era proseguita in maniera tranquilla, tra una battutina di Skye che cercava di alleggerire la nuvoletta oscura che circondava il direttore e uno sguardo saputo e accondiscendente di May. L’umore di Phil era migliorato solo alla vista di Fitz che mangiava accanto a Jemma – che gli stava raccontando di qualche aneddoto divertente riguardante i loro anni in accademia; dopo il coma, Leo si era risvegliato con grandi vuoti di memoria dovuti alla mancanza prolungata di ossigeno. Per loro fortuna il ragazzo si stava riprendendo totalmente e vedere i suoi progressi nella guarigione era fonte di grande gioia per tutti.

Era quasi mezzanotte e la base era avvolta in un silenzio ovattato.

Phil non riusciva a dormire. Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva lo sguardo deluso di Clint e non riusciva a capacitarsi di essere lui la fonte di tanto dolore. Da quando la loro storia di solo sesso era cominciata, quasi cinque anni prima, Phil aveva fatto sempre di tutto per proteggerlo – cosa che aveva fatto anche prima, quando era il suo AS. Ma da quando erano diventati così intimi era scattato qualcosa in lui, quel qualcosa che ti fa fare cose stupide come imparare a cucinare per potergli portare la colazione a letto o organizzare qualche cenetta a casa sua; o desiderare di tornare prima a casa, solo per aspettarlo e poi godersi un film scadente in tv appoggiato a lui, dimenticando tutto anche se solo per qualche ora. Passeggiando per i corridoi, con la testa tra le nuvole, ci mise qualche secondo di troppo a sentire un’aria fredda entrare da qualche parte. Si guardò intorno – non c’erano finestre, era una base sotterranea segreta, quindi quel vento da dove proveniva? Seguendo il freddo, Phil si trovò davanti il portellone d’ingresso, spalancato. Uscì come una furia – che razza di base segreta era se si lasciava la porta aperta come un invito ad entrare e ucciderli tutti?!? – e si bloccò poco fuori alla vista di Clint seduto sul prato, le gambe strette al petto e il viso all’insù, verso il cielo limpido pieno di stelle. “Non riesce a dormire, signore?” Si riscosse alla sua voce e si sedette accanto a lui, “Qualcuno potrebbe scoprirci, non dovresti uscire e lasciare la porta aperta.”
“Nessuno ci troverà, anche l’Hydra sta raccogliendo i pezzi come noi.” Phil si girò a guardarlo: Clint era bello, di una bellezza insolita e disarmante. Non era il tipo che, guardandolo per strada, ti saresti fermato e pensato “E’ bello.” No, dovevi soffermarti, ammirarlo dettaglio per dettaglio per poterne apprezzare la bellezza. Sentendosi studiato Clint girò gli occhi a guardarlo: “Cosa?” Phil scosse la testa, “Li hai tagliati da solo?” Chiese indicando i capelli con il mento. Il ragazzo scosse la testa, “Mi ha aiutato quella ragazza, il medico… Jasmin?”
“Jemma.”
“Jemma! Giusto!” Phil fece un mezzo sorriso, “Ha fatto un bel lavoro…” Clint lo guardò di sottecchi, “Che fa, signore, ci prova?”
Coulson sospirò, “Clint, mi dispiace, dico davvero. Per non averti detto nulla, per quello che hai dovuto passare… Non potevo.”
“Non volevi.” Lo corresse, “Non volevi che lo sapessi, perché?” Si girò totalmente a guardarlo, “E’ da quando l’ho saputo che non mi capacito. Perché non hai voluto dirmelo?” Phil incontrò i suoi occhi azzurri, non ricordava l’ultima volta che li aveva visti così limpidi e non ricordava neanche più quando aveva sentito il suo cuore battere così forte e le farfalle nello stomaco – forse quando Clint gli aveva detto di amarlo e lui non aveva avuto il coraggio di dirglielo. Era successo un paio di settimane prima di New York.
Phil potrebbe descrivere quel giorno attimo per attimo: la voce di Clint rotta appena per l’emozione, le guance arrossate per l’imbarazzo. E la delusione nei suoi occhi quando lui sen’era stato in silenzio a guardarlo, senza muovere un muscolo. Aveva provato a parlargli nei giorni seguenti, ma Clint aveva fatto di tutto per evitarlo. Poi era arrivato Loki e lui era morto.
Phil fece un mezzo sorriso e gli poggiò una mano sulla guancia: “Perché sono un vigliacco e non avevo il coraggio di dirti che ti amavo… Quando mi sono svegliato e mi hanno detto che per il mondo sarei stato morto, ho pensato che sarebbe stata l’occasione perfetta per te, di rifarti una vita, di trovarti una persona meno complicata, una che non avesse paura di rivelarti i suoi sentimenti.”
Clint rimase a fissarlo per un tempo indefinito. Poi gli afferrò la nuca e fece scontrare le loro bocche, in maniera rude. “Sei un idiota! Ci conosciamo da quasi vent’anni e pensi davvero che avrei potuto dimenticarti e amare qualcun altro? Sembra che tu non mi conosca per niente!”
Phil sorrise e unì di nuovo le loro labbra, “Mi dispiace.”
“Hai una vita per farti perdonare e voglio che mi racconti tutto. Non voglio più segreti e bugie.”
Phil annuì: “Ci sono molte cose che devo raccontarti, ma possono aspettare domani.” Avrebbe dovuto raccontargli di Tahiti e di Skye e quello che aveva provato quando aveva scoperto il tradimento di Garret e di Ward. Ma quella notte, per cominciare, gli avrebbe ripetuto che lo amava e gli avrebbe detto tutto quello che aveva sempre taciuto e che la morte gli aveva impedito di dirgli.


He’s all that you want 
And really believe in 
He gives you a reason 
 To take it slow 
 


Cause oh that gave me such a fright
But I will hold as long as you like
Just promise me we’ll be alright
 


Angolo autrice: allora! Spero ne sia uscito qualcosa di decente, non mi convince molto, ma mai nulla di quello che scrivo mi convince, quindi vabbè! E' la prima Clint/Phil che scrivo - in 66 Perry St. io mi occupo solo di Coulson, non mi ritengo assolutamente adatta a descrivere Clint - da qui il OOC negli avvertimenti.
Qualche precisazione: penso che da New York alla fine di AOS siano passati almeno un paio d’anni, ma non ne sono sicura. Che fine ha fatto Clint? E’ una domanda che nel fandom ci siamo fatte un po’ tutte, forse era in missione, forse in psicanalisi, forse ha lasciato lo Shield, nessuno lo sa e sono proprio curiosa di sapere che storia ci propineranno in Avengers 2. Phil AS di Clint è un headcanon di Ino Chan, che condivido pienamente mentre Clint ferito in un ospedale gestito dall’Hydra è un headcanon di Alley, che condivido anche io – è l’unica spiegazione che riesco a darmi per l’assenza di Clint!
Mi piace pensare che Phil, una volta diventato direttore, raccolga tutti i cucciolini dispersi dello Shield sotto la sua ala protettiva e Nat e Maria sono sicura che lo seguirebbero ovunque.

Il titolo è preso da Ghosts That We Knew dei Mumford&Sons, gli stralci invece, da due canzoni dei Boyce Avenue – Change your mind e Not Enough

La dedico alla mia Clint, perché è una persona straordinaria e se lo merita.

Grazie a chi legge e a chi lascerà un segno del suo passaggio!

Gosa
  
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