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Autore: Manu_Green8    09/06/2014    1 recensioni
Dopo quasi un anno senza scrivere, mi ritrovo qui con una nuova storia, del tutto frutto della mia fantasia.
Parla delle avventure di Melanie e di suo fratello in un nuovo liceo, dopo un trasloco non voluto. Che succederà ai due ragazzi? Riusciranno ad integrarsi?
Spero di avervi incuriositi e che la storia vi piaccia ;)
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un battito d'ali.. un battito del cuore'
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Salve a tutti! Mi chiamo Melanie Carter, ho diciassette anni e sono una ragazza normale, felice come tutte le altre. No, aspettate! Direi che non è proprio così. Ok, adesso vi racconto la mia storia, anche se non è poi molto allegra; quindi chiunque preferisca, può anche non leggerla. Bene, è ora che cominci. E partirò proprio dall’inizio..



Era domenica quando la mia sveglia suonò alle 8.30. Auch! Lo so, è davvero presto, considerando che la mattina - cioè dormita - domenicale è la parte migliore della settimana. L’estate era appena finita e le mie preziose ore di sonno mi sarebbero mancate tremendamente. Allungai il braccio e portandolo fuori dalle lenzuola ammucchiate, cercai a tentoni di spegnere la sveglia. Dopo esserci riuscita aprii gli occhi, sospirando. Dovevo proprio alzarmi, anche se a malincuore. Scesi dal letto, andai dritta al bagno e iniziai a prepararmi. Finita l’opera tornai in camera e mi misi davanti allo specchio. Avevo indossato un paio di jeans scuri con le mie Air Max celesti e un maglia bianca abbastanza leggera. Bene, adesso potrei anche descrivermi: sono alta quasi 1,80 m, ho dei capelli color castano ramato, quasi sul rosso, mossi e lunghi fino a metà schiena. Sì, i miei capelli sono ciò che amo di più di me stessa, non essendo tanto ricci, ma nemmeno piatti come spaghetti e le ragazze me li hanno sempre invidiati. Il mio viso è adornato da innumerevoli lentiggini e i miei occhi sono di un verde chiaro, che in quel momento erano resi un po’ più svegli da una striscia di trucco celeste. Scesi le scale e andai in cucina dove mia mamma stava preparando la colazione.

<< Buongiorno, tesoro >> mi disse lei, una donna alta quasi quanto me e con i capelli corti e rossi. Ebbene sì, ecco da dove ho preso il mio colore dei capelli.
<< Buongiorno >> risposi, iniziando a mangiare le frittelle che mi aveva messo davanti. Nello stesso momento, scese le scale quasi correndo, mio fratello gemello. Proprio così: gemello. Il suo nome è Dave; è più alto di me – supera appena 1,85 m – e ha un fisico quasi perfetto, già da uomo nonostante abbia solo diciassette anni. I suoi capelli sono del mio stesso colore e anche i suoi occhi sono verdi, quasi come i miei. È, come si usa dire, davvero figo. Eh sì, lo so, sono sua sorella, ma -che posso farci?- anche io sono una ragazza. Nel nostro liceo è sempre stato tra i più popolari, considerando che è il capitano dei Green Force, la squadra di basket della scuola.

<< Giorno >> disse, sedendosi accanto a me.
Gli sorrisi, mentre io continuavo a mangiare e la mamma diceva: << Pronti per andare? Avete preso tutto? >>.
<< Certo >> dissi fredda, mentre Dave rispondeva: << Sì, prontissimi >>.
Mia mamma sospirò: << Mel, lo so che non vuoi andare via da qui, ma sarà molto meglio, vedrai. Potremo stare più tranquilli a Dover >>.
Sospirai: << Prima di adesso non sapeva nemmeno dell’esistenza di Dover! >> esclamai.
<< E’ molto carina >> disse mia madre, cercando di convincermi.
<< Non penso che lo sia più di New York >> dissi, difendendo la mia città natale. Dopotutto ci trovavamo solo in una delle città più famose d’America: che volete che sia.
<< Già, ma proprio perché viviamo in una città caotica come New York, è un bene trasferirsi a Dover, per te e anche per noi >> concluse mia madre.
<< Come se avessi la lebbra! >> urlai, esasperata.
<< Mel >> mi ammonì allora Dave, mentre mia madre mi lanciava uno sguardo arrabbiato.
<< Ok, d’accordo. Mi spiace >> dissi, rendendomi conto di aver esagerato << Ma non voglio rovinare la vita di Dave. Lui ha tutto qui. La scuola, la squadra.. >> conclusi.
<< Lo sai benissimo che non mi importa di lasciare tutto. Ricominceremo a Dover. E alla grande >> disse mio fratello, facendomi un bel sorriso.
Io scossi la testa, ma lasciai perdere. << Va bene, sono pronta >> dissi, mangiando l’ultimo boccone e cercando di autoconvincermi che sarebbe andato tutto bene.
Ci aspettavano 5 ore di viaggio e corsi su a prendere le ultimissime cose. Mentre raccoglievo le cuffie lasciate ai piedi del letto e una scatola decisamente piena di roba poggiata sulla scrivania, Dave entrò in camera. << Andiamo? >> mi chiese.
Io annuii e lui mi aiutò, prendendo la scatola che avevo tra le mani. Facemmo l’ultimo saluto alla casa in cui avevamo vissuto per 17 anni e salimmo in macchina, iniziando, a partire da allora, la nostra nuova vita.




Angolo dell'autrice: Ciao a tutti! Spero che questa storia vi inizi ad interessare. Questa sorta di prologo è decisamente piccolo, lo so, ma mi farò perdonare con gli altri capitoli, promesso. 
Al prossimo capitolo, che metterò in questi giorni, dopo aver sistemato alcune piccole cose. 
Byee! :)
  
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