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Autore: Ellen Dancer    09/06/2014    2 recensioni
“Non aveva mai pensato che un libro potesse avere un potere così immenso.
Certe volte si perdeva a tal punto nella storia, da non ricordarsi più di star vivendo due volte”.
Dedicato a chi, come me, ama perdersi tra quelle numerose pagine e gustarsi il sapore di una storia.
Genere: Avventura, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprì gli occhi.
Era notte fonda, una di quelle senza luci, quasi come se nel cielo avessero spento tutte le stelle con un soffio. Cercò di mettere a fuoco la vista, ma era talmente buio che non riusciva a vedere neppure le sue stesse mani. La sua testa minacciava di esplodere ed era così pesante che non riusciva a sollevarsi neppure su quel pavimento freddo.
Ma dov’era?
Provò a muovere le gambe ma sembrava quasi che non volessero rispondere ai suoi stimoli, le sue stesse braccia giacevano inermi sul suo corpo disteso.
Un rumore richiamò la sua attenzione, distogliendola dall’incapacità di muoversi.
Sembrava provenisse da un treno, quella sorta di fischio che produce alle partenze e agli arrivi.
Provò nuovamente a muoversi, ma tutti i suoi tentativi furono vani.
«C’è nessuno
La sua voce rimbombò in quella che doveva essere una stanza davvero piccola.
Nessuno rispose.
«C’è nessuno?»
Gridò di nuovo mettendosi in ascolto.
Nessuno rispose neppure stavolta, eppure riusciva ad udire dei piccoli rumori, come dei corpi che strisciavano sul pavimento.
«Aiutatemi vi prego.»
Il panico prese il sopravvento su di lei, mentre il suo cuore cominciava ad accelerare.
Si sentiva in trappola, come se qualcuno l’avesse rinchiusa in un contenitore, eppure sapeva di non essere sola. D’un tratto, qualsiasi cosa si stesse muovendo, si fermò di colpo, lasciandola rotolare fino alla parete.
Batté violentemente la testa, prima di udire delle voci in lontananza.
Tutto ciò che poté fare, fu rimanere ferma, nonostante aveva voglia di correre il più lontano possibile e scappare da quel posto, ovunque si trovasse.

«Dobbiamo portarli dentro, prima che l’effetto del siero svanisca e si sveglino.»
Una voce maschile e acuta sembrava provenire dalle sue spalle, nonostante fosse separata da qualcosa.
Era come poter udire una persona che si trova in un’altra stanza, o dietro la porta.
Una luce violenta colpì i suoi occhi, preceduta da un suono che indicava che era stata aperta la via d’ingresso o d’uscita.
Istintivamente chiuse gli occhi, non potendo muovere le braccia, reprimendo il bisogno disperato di vedere dove si trovasse.
«Fate in fretta, non ci rimane molto tempo! Il treno ripartirà tra tre minuti per altri ventiquattro ragazzi.»
Voleva gridare, scappare e mettere a tacere quelle voci che non riconosceva.
Per un attimo aprì gli occhi, ma ancora non si erano abituati a quella luce intensa. Riuscì a scorgere però, l’interno di una carrozza e tre ombre che dovevano appartenere a tre uomini.
«Ehi Drew, questa qui è sveglia!»
Una voce troppo vicina esclamò in tono allarmato. Seguirono subito movimenti, gli altri due probabilmente stavano accorrendo per lei. Aveva sempre di più il respiro affannato, come se avesse corso una maratona, mentre il cuore rischiava di saltarle fuori dal petto.
«Mettila di nuovo a dormire.»
Percepì un click sul suo braccio e un lieve dolore terminò con la perdita dei sensi.
Tutto tornò nero
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