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Autore: Emilia Zep    10/06/2014    3 recensioni
Angelina Johnson ed Einin Leaf sono amiche da sempre ma studiano in due scuole di magia diverse. Angelina a Hogwarts, Einin alla Morgaine Le Fay, una scuola che si rifà ad antiche tradizioni celtiche e druidiche. Il loro amico Teddy si è appena trasferito in una nuova città dove integrarsi sembra molto difficile mentre Fionnuala e Mary Jane, alle soglie del diploma, sono alle prese con il loro futuro.
Intanto Remus Lupin è da poco arrivato a Hogwarts, dove non tornava da quando era ragazzo, per ricoprire il ruolo di insegnate di Difesa contro le Arti Oscure, e il confronto con il suo passato si rivelerà tutt'altro che semplice.
Ma a movimentare, intersecare, sconvolgere, i destini dei nostri eroi ed eroine interverranno diari misteriosi, ragazzi perseguitati dalla sorte, antiche profezie, leggendari poeti medievali, strani ometti dai cappelli bizzarri e chi più ne ha più ne metta!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio, Angelina Johnson, Remus Lupin, Septima Vector, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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-‘O Riordan sei  morta.-
Fionnuala si voltò interrogativa verso la professoressa Lamarque -  Come?-
Aelis, che di fronte a lei stava ancora cercando un’impugnatura comoda della bacchetta, alzò lo sguardo stupita.
- Sei morta, ho detto. In un duello vero non saresti sopravvissuta.  Avanti i prossimi. –
- Non abbiamo nemmeno cominciato. – Obiettò Fionnuala.
- Appunto. – Disse la Lamarque con durezza – La tua solita esitazione. Al posto, tutte e due. -
-Ma non è vero, stavo solo… -
- Ero io a non essere  pronta. – Disse Aelis dispiaciuta – Fionnuala l’ha visto e mi stava aspettando. -
La Lamarque inspirò senza guardarla – Ho detto al posto. Grazie. -
Fionnuala e Aelis tornarono lentamente a sedersi. –Il comportamento di Doolittle è incommentabile. – Aggiunse poi l’insegnante con tono freddo, mentre un’altra coppia si preparava – Ma questo non ti giustifica ‘O Riordan. Se avessi avuto un avversario valido avrebbe potuto trattarsi di una finta. –
-Ma non era una finta. – Protestò Fionnuala – Se si fosse fatta male?–
- Problemi di Doolittle. – Tagliò corto la Lamarque – Mannering e Shepard, forza, ci siete? Cerchiamo di cambiare aria! –
Fionnuala si sentiva avvampare di rabbia.  – Lascia perdere. – Le sussurrò Arthur – Quella si è fissata con te. Come la fai sbagli. –
- E’ una baldracca! – Commentò Aelis – A me è da un mese che non da’ neanche più indicazioni. Come mi manca Lupin in questi momenti. –
Fionnuala sospirò. Pure lei sentiva la mancanza del professor Lupin, moltissimo. E non solo quando la Lamarque infieriva su di lei. Naturalmente sapeva che era nell’ordine delle cose che un insegnane si trasferisse e ne arrivasse uno nuovo. Eppure se si fermava a pensarci, non c’era stato giorno, da quando era tornata dalle vacanze, in cui  non avesse sentito quella scuola più vuota e più triste, senza Lupin.  Aveva nostalgia delle sue lezioni, del suo modo di scherzare. Le mancavano quelle battute ironiche che si scambiavano, le conversazioni serie che ogni tanto avevano. I libri che alle volte le prestava, sempre un po’ ingialliti e segnati di matita, perché l’aveva vista interessata a questo o a quell’argomento.  Fionnuala divorava quelle pagine, si poneva questioni, nascevano in lei nuove domande. Le veniva voglia di sperimentare e scoprire, di battere nuove strade.
Era sempre andata a scuola volentieri e c’erano anche altri insegnanti che le piacevano, naturalmente, ma con Lupin era diverso.  Lui aveva saputo accendere in lei degli entusiasmi per i quali tutt’ora ardeva, con lui si era innamorata di ciò che avrebbe voluto fare da grande.
Inoltre aveva l’impressione che poche persone avessero saputo capirla come lui. Era raro che  Fionnuala  si mostrasse intimamente. “Sei ermetica” le aveva detto tante volte anche Rhiannon, che era stata la sua ragazza.  All’esterno appariva una persona socievole e spigliata.  Era acuta, avventurosa, piena d’inventiva. Tutti i suoi compagni le volevano un gran bene e non era difficile vederla sorridere, illuminata da uno sguardo affabile e scanzonato. Ma c’era qualcosa in lei, una chiusura, che la faceva sentire estremamente solitaria, alle volte. In alcuni momenti si sentiva lontana da tutti, come se fosse sotto il mare o se guardasse il mondo da dietro un vetro. Ma solo chi la conosceva molto a fondo riusciva ad accorgersene. E Lupin, quasi da subito, le aveva dato l’impressione di aver colto l’esistenza di quella sua barriera, così dura e infrangibile. Certe volte quasi le era sembrato in grado di intuire, forse ancor prima di lei, quello che la muoveva e di cui però non sapeva parlare.  In alcuni casi non c’era stato bisogno di dire nulla, erano bastati uno sguardo, un sorriso.  Altre volte invece Lupin aveva provato a chiedere, con gentilezza. E senza pretendere troppo, facendola ridere, era riuscito sempre pian piano a farla un poco aprire. Sembrava che comprendesse profondamente quella sua difficoltà e la rispettasse.
A tredici anni Fionnuala aveva deciso che da grande si sarebbe occupata di Difesa Contro Arti Oscure e quando ne aveva quindici, Lupin le aveva promesso che l’avrebbe aiutata a preparare l’esame per entrare al Penn an Wlas, dopo il diploma.
 “Sempre che non ti presenti alla commissione cercando di convincerli a cambiare tutte le prove di ammissione” La prendeva in giro.  “Be’, devo prima farmi prendere se voglio sovvertire il sistema dall’interno.” Scherzava Fionnuala “Ecco, prenda i programmi dei corsi. Perché non si dedica più tempo a cercare un antidoto all’Avada Kedavra, per esempio?”
“Appunto, lo vedi!”.
Chi avrebbe immaginato che invece, alla fine del sesto anno, il professor Lupin avrebbe fatto un bel discorsetto alla classe in cui, senza neanche troppe parole, avrebbe annunciato loro che l’anno successivo non si sarebbero rivisti e che avrebbero proseguito la sua materia con un altro insegnante. Probabilmente migliore di lui, a suo dire, o certamente più esperto nella loro tradizione. Quanto meno non avrebbe dovuto ogni volta chiedere agli studenti la pronuncia corretta delle lingue antiche.
Tutti i compagni di Fionnuala avevano riso e la maggior parte di loro aveva espresso rammarico per la notizia. Lupin aveva detto qualche parola gentile. Anche lui era molto dispiaciuto, quei sei anni passati insieme erano stati molto belli, diceva, e ringraziava tutti per le espressioni d’affetto.  
Fionnuala non aveva né riso né commentato, e per i pochi giorni che mancavano alla fine dell’anno scolastico aveva evitato lo sguardo dell’insegnante nell’entrare in classe e durante tutte le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure.  Era riuscita in quell’impresa fino alla Notte di Mezza Estate, la festa che chiudeva l’anno alla Morgaine Le Fay.  Si svolgeva sulla cima della scogliera, ed era consuetudine che gli allievi facessero delle dimostrazioni pubbliche in tutte le materie. In mezzo al prato era stato allestito un grande cerchio di fuoco nel quale Fionnuala e Rhiannon avevano duellato a lungo, guadagnandosi il fiato sospeso e la tifoseria di tutti gli astanti, studenti e insegnanti, accalcati intorno alle fiaccole per guardare le prove di combattimento. Le due ragazze si erano battute con passione, si erano divertite. Anche la Fair Y Llyn aveva fatto loro  i complimenti per il virtuosismo.  Appena dopo la prova, Fionnuala si era fatta strada tra la folla per prendere un po’ d’aria - Quello sì che era stile! –  Aveva sentito qualcuno dirle all’orecchio. Si era voltata e aveva visto il professor Lupin che le sorrideva complice.  Fionnuala aveva esitato - Grazie... - Aveva mormorato. Per qualche istante erano rimasti in silenzio. Poi Lupin aveva preso un respiro, come per dire qualcosa. Ma lei non lo aveva fatto parlare – Be’, mi raccomando, non faccia troppi danni a Hogwarts! -  Aveva detto velocemente, sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori - E stia attento, ché lì ogni anno ne succede una! Certamente non rischierà di annoiarsi.-
Tutti e due erano scoppiati a ridere. Poi Lupin aveva esitato, come cercando le parole per proseguire.
-Professor Lupin, professor Lupin!- Li avevano interrotti i compagni di Fionnuala che erano arrivati di corsa portando una bottiglia di vino elfico – Volevamo fare un brindisi per salutarla!-
- Prenda.-  Gli aveva detto Rhiannon porgendogli un bicchiere.
Lupin aveva ringraziato – Complimenti, Rhiannon.- Le aveva detto  – Stavo giusto dicendo a Fionnuala che avete combattuto molto bene. –
- Grazie, professore. Che bello che questa volta sia potuto venire.-
- Quando non vi ostinate a fissare tutte le ricorrenze durante la luna piena!-
- Ma in Autunno si festeggiava  proprio la Luna Piena!-
- Abitudini malsane che non comprenderò mai!-
 I ragazzi avevano riso.
- Eppure - Aveva commentato Arthur – Avrebbe proprio potuto esserci anche lei. Guardi il professor Lawhire, è da più di un’ora che se ne sta su un albero sottoforma di Barbagianni! -
- Quello è perché alle feste si sente a disagio. – Era intervenuta Aelis – La Dench dice che anche da ragazzo stava sempre all’angoletto!-
-La Dench non si fa mai i fatti suoi.- Aveva protestato Lupin.
Erano scoppiati a ridere. Poi avevano brindato  e si erano salutati.
-  Non si dimentichi di noi a Hogwarts!-
- Torni a trovarci ogni tanto.-
- E voi state bene, datemi vostre notizie! –
 Rhiannon aveva preso Fionnuala per mano ed erano corse insieme verso il banchetto delle frittelle, ma prima si erano fermate dietro un albero e si erano baciate. Finalmente, da sola con lei, Fionnuala aveva sentito scenderle le lacrime giù per le guance
-Amore, cosa c’è?- Aveva chiesto Rhiannon, toccandole il viso
-Sai che non lo so.- Aveva risposto Fionnuala – Ho un nodo alla gola… forse la fine dell’anno, un po’ di tensione. –
-Dai, vado a prenderti una frittella!-
 
A Fionnuala sembrava davvero passato un secolo da allora. Se le avessero raccontato che di lì a pochi mesi lei e Rhiannon  quasi non si sarebbero parlate, non ci avrebbe creduto.  Proprio adesso la stava guardando, mentre era in piedi, davanti a lei, appena  dopo aver concluso  l’esercizio con Sam. – Bene, bene Mannering. – Diceva la Lamarque –   Shepard, tu invece devi osare di più. Io non vedo altro che un bravo scolaro, ti guardo e mi annoio.-
- Sì, sì certo professoressa – Rispose Sam zelante.
Rhiannon andò a sedersi per terra, a un lato dell’aula.  Fionnuala la vide incastrare distrattamente la bacchetta nel lembo superiore del calzino. Ebbe una stretta allo stomaco. Adorava quella sua abitudine. Quante volte l’aveva presa in giro perché cercava dappertutto la bacchetta magica e poi era sempre lì, incastrata nella calza. Calze a righe colorate in genere, o con le stampe di animali buffi, che nulla sembravano avere a che fare con l’aria altera di Rhiannon, con quei penetranti occhi viola per i quali era famosa in tutta la scuola. Ma chiunque la conoscesse a fondo sapeva bene che quei modi duri erano solo un tentativo di camuffare una timidezza un po’ spinosa. Rhiannon era tutt’altro che altera e Fionnuala ne aveva conosciuto la fragilità, il pudore, l’enorme tenerezza. I modi goffi e la capacità di ridere di se stessa.
Sentì gli occhi che le si inumidivano e li strizzò più forte che poté. Grazie a dio, la lezione era quasi finita – Ricapitolando – Concluse la professoressa Lamarque – In base alle vostre prove di oggi, a Viola e a  Shepard assegno un sei scarso,  a Tull sette e a Mannering  otto. Per oggi abbiamo concluso. –
- Non ha dimenticato ‘O Riordan e Doolittle? – Notò Sam facendo scattare in alto la mano.
La Lamarque lo guardò infastidita  mentre sistemava le sue cose in una valigetta – Non capisco di cosa parli.- Rispose stancamente - Se ti riferisci a all’esibizione imbarazzante di poco fa, direi che è inclassificabile.-
Fionnuala alzò gli occhi al cielo. La Lamarque la vide e si strinse nelle spalle – Non hai temperamento, ‘O Riordan.- Le disse guardandola freddamente negli occhi - E quello o lo si ha o non lo si ha. C’è poco da dire. – Concluse uscendo.
Fionnuala fremeva di rabbia. Non sapeva se desiderava scoppiare a piangere, gridare o prendere a calci qualcosa.
– E dai, Nuala, non prendertela. – Le sorrise Arthur mentre si avviavano verso casa– Alla peggio cosa può succederti? Ti avesse anche messo un tre, a fine anno avrai la media dell’otto invece che quella del dieci. E poi figurati se non recuperi, non hai mica problemi tu. –
-Sì, certo. – Mormorò Fionnuala.
- Pensa al povero Sam piuttosto, passerà il pomeriggio a chiedersi dove ha sbagliato nella vita.-
Fionnuala scoppiò a ridere. 
- Ah, finalmente! –Disse Arthur con dolcezza – Ora ti riconosco. –
Fionnuala gli diede una pacca affettuosa sulla spalla e sospirò tra sé .  Fosse stata davvero la media, la cosa importante, allora sì che sarebbe stato tutto molto più semplice, proprio come diceva Arthur. E invece per lei si trattava di ben altro che di una questione di voti. E poi era incredibile come tutti le dicessero sempre “Tanto tu non hai  problemi ” “Tanto sei forte”. Persino Rhiannon, quando l’aveva lasciata, le aveva detto “ Tanto starai bene. Hai sempre preso tutto con equilibrio.” 
E forse era stato proprio per non smentirla che Fionnuala aveva deciso di andare alla  sua festa di compleanno, appena qualche sera prima.
“Mi farebbe piacere se venissi, nonostante tutto”.  Le aveva detto Rhiannon  con quel tono dolce con cui non appena l’aveva lasciata non  faceva che ripeterle “Non è colpa tua. Io ci sarò sempre per te.” E poi solo pochi giorni dopo aveva smesso di parlarle. Così anche la sera del compleanno non le aveva rivolto la parola. Fionnuala si era ritrovata da sola su un divano insieme a quattro ragazzi del quinto anno. Einin Leaf aveva suonato in suo onore ‘Silent oh Moyle’ e aveva raccontato a tutti  la triste vicenda di Fionnuala dei “Figli di Lir”. – E’ una fiaba bellissima – Aveva spiegato – Parla di questa principessa che insieme ai suoi fratelli viene condannata da una matrigna gelosa a vivere per novecento anni trasformata in  un cigno.-
- Bel nome mi ha dato mia madre! – Aveva scherzato Fionnuala
- Ma erano cigni bellissimi – Aveva continuato Einin – Perché erano in grado di pensare e di emettere canti melodiosi. –
- Quasi quasi li invidio. –Aveva commentato  ironicamente Merry Tull
- Non capite nulla, è una storia struggente invece. Pensate che questi cigni cantori vivono  trecento anni in un lago,  trecento nell’atlantico e altri trecento nello stretto di Moyle. Per questo la canzone dice “Silent oh Moyle”.-
- E poi? – Aveva chiesto Muriel Mc Gregor
- E poi   finalmente ritornano umani –
- Sì, ma non fanno in tempo ad accorgersene che già sono schiattati perché ormai sono troppo vecchi! – Aveva concluso Fionnuala che aveva sentito quella fiaba mille e mille volte.
-Bè, vorrei vedere, novecento anni.-
- Ma non è questo il punto!- Aveva protestato Einin -  Quando ritornano a casa è tutto cambiato. Il loro mondo non esiste più, nemmeno gli dei sono più gli stessi. E così  anche i loro corpi sono invecchiati.-
Fionnuala aveva buttato giù il quinto bicchiere di acquadiavola .“Tutto  è cambiato, il loro mondo non esiste più. Neanche gli dei sono più gli stessi” Aveva ripetuto piano  tra sé.  Per un attimo le era passato per la mente che  il suo patronus era proprio un cigno “Che c’entra?” Si era chiesta di sfuggita. Poi Arthur e altri suoi compagni erano andati a tirarla su dal divano “Forza si balla!” Aveva gridato Iseult. Arthur le aveva fatto trangugiare un cicchetto di whisky incendiario, mentre Aelis le aveva messo calorosamente una mano sulla spalla. “Forse è meglio che sloggiamo da qui.” Le aveva sussurrato poco più tardi Iseult nell’orecchio, mentre ballavano. “Se vuoi aspettiamo la mezzanotte e ti portiamo fuori” Aveva aggiunto Arthur.
“Ma no, no. Non serve.” Aveva sorriso Fionnuala. C’era un po’ di imbarazzo negli occhi dei suoi amici. Volevano fare compagnia a lei ma nello stesso tempo sapevano che   Rhiannon si sarebbe dispiaciuta se fossero andati via tutti quanti ancora prima della torta.
“Sicura?” Le aveva chiesto Aelis, un po’ combattuta.
“Sì sì sto bene.”  Aveva risposto Fionnuala “Non vi preoccupate”
 
Arthur si era fermato di fronte a una cabina telefonica – La tua passaporta, Naula.- Le ricordò con una punta d’ironia.
-Ah già – Disse lei accorgendosene – Che sbadata! –
-Allora a domani, Nuala –
-A domani.-
Entrò nella cabina telefonica  e pose la mano su un vecchio elenco del telefono poggiato sopra al ricevitore.  Qualche secondo più tardi e già stava toccando una cassetta della posta a pochi isolati da dove abitava. Imboccata la stradina che portava a casa sua, cominciò a frugare nella borsa alla ricerca delle chiavi. Le tirò fuori ed alzò gli occhi.
Parcheggiato lungo la strada c’era un furgoncino bianco.
-  Sputafuoco Tommy, pendaglio da forca! Dammi una mano a trafugare il tesoro, prima che il Governatore se ne accorga. –
Una ragazza avvolta in una sciarpa colorata, stava scaricando scatoloni da imballaggio insieme a un bambino con indosso una coperta di lana, legata a mo’ di mantello sopra al cappotto.
-  Spagnoli  a tribordo, capitano Bennet! – Gridò il bambino puntando una pistola immaginaria in direzione di Fionnuala – Cosa faccio, capitano? Fuoco?  –
La ragazza guardò Fionnuala divertita – Fuoco, fuoco, marinaio Tommy, che domande! – Rispose stringendo uno scatolone tra le braccia.
Il bambino sparò una raffica di colpi verso Fionnuala che rispose simulando il lancio di una bomba incendiaria.
Il bambino fece un balzo all’indietro - Questi spagnoli sono degli ossi duri, capitano!! - E sferrò un nuovo attacco a Fionnuala, che venne colpita, prima al ginocchio, poi al cuore, e si accasciò eroicamente a terra invocando la Spagna.
- Abbiamo vinto! Abbiamo vinto, capitano! Il tesoro è nostro. –
- Heep Heep Hurrà! –  Esultò la ragazza saltando, e lo scatolone che aveva in mano cedette sul fondo, facendone cadere per terra  tutto il contenuto. – Accidenti! –
- Aspetta, ti aiuto.- Si propose Fionnuala rialzandosi – Menomale che non era nulla di tropo fragile. – Disse chinata a raccogliere tutti i libri, i fogli e i quaderni che si erano sparpagliati per la strada.
– Eh già! – Le sorrise la ragazza recuperando da terra un blocco di fogli sparsi – Pensa se fosse capitato al servizio di piatti. E chi l’avrebbe sentito mio padre! –   Fionnuala rise. – Io comunque sono Joanie – Si prensentò la ragazza  – O meglio , il Capitano Joanie Bennet al vostro servizio! – E si tolse il berretto di lana in segno di galanteria, liberando una lunga massa di capelli castani.
 – Molto lieta, Fionnuala ‘O Riordan, infame traditore spagnolo. –
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
 
 Poiché in questa storia  gli O.C sono davvero tanti -  di cui alcuni ancora appena accennati - , certi nomi un po’ complicati e gli aggiornamenti non sempre immediati (anzi, mi scuso enormemente per l’interminabile buco trascorso dall’ultimo aggiornamento ad oggi) ho pensato di inserire un elenco dei personaggi che possa essere sempre consultato, ogni volta che qualcuno leggendo un nome che non ricorda dovesse essere colto dall’atroce dubbio “ E  questo adesso…  chi diavolo era??”
Troverete tutti i personaggi comparsi fin ora, più qualcuno di prossima apparizione.
 Spero di fare cosa gradita J
 
Grazie enormemente a tutti coloro che leggono e a quelli che regalano qualche minuto del loro tempo per fermarsi a commentare.
 
A presto
Em

 

PERSONAGGI

MORGAINE LE FAY

Staff
Viviane Fair Y Llyn – Preside
Gaiwen Lawhire – Vicepreside e insegnante di Trasfigurazione
Eleyne Dench – Insegnante di Incantesimi
Elizabeth Blanchet – Insegnante di Divinazione
Aragorn Bloom – Insegnante di Pozioni
Eilan Lamarque –Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure
Galador Albion – Insegnante di Erbologia
Ithilbor Airhos –Insegnante di Lingue Elfiche
Morwenna Folks –Insegnate di Rune Antiche
Isobel Glass – Insegnante di  Magia Cantata
Cormac Micamac- Insegnante di Musica per Magia Cantata
Igraine Lefevre – Insegnante di Storia della Magia
Elisewine Chatterley – Insegnante di Cura delle Creature Magiche
Gwena Lovet –Insegnante di Lingue celtiche e gaeliche
Cam e Fiona - Segretarie
 
Studenti
Eiluned “Einin” Leaf – Studentessa del quinto anno
Muriel Mc Gregor  - Studentessa del quinto anno
Meriador “Merry” Tull – Studente del quinto anno
Morgause Pranchet -  Studentessa del quinto anno
Catherine Kushman – Studentessa del quinto anno
Fionnuala O’ Riordan –Studentessa del settimo anno
Rhiannon Mannering – Studentessa del settimo anno
Arthur Tull – Studente del settimo anno
Aelis Doolittle –Studentessa del settimo anno
Iseult Viola -Studentessa del settimo anno
Sam Shepard – Studente del settimo anno
Morgana Finch – Studentessa del terzo anno
 
HOGWARTS
Staff

Albus Silente – Preside
Minerva Mc Granitt – Vicepreside e insegnante di Trasfigurazione
Filus Vitious –Insegnante di Incantesimi
Severus Piton – Insegnante di Pozioni
Remus Lupin – Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure
Pomona Sprite – Insegnante di Erbologia
Cuthbert Ruf  - Insegnante di Storia della Magia
Rebeus Hagrid –Insegnante di Cura delle Creature Magiche
Septima Vector – Insegnante di Aritmanzia
Charity Burbage – Insegnante di Babbanologia
Sibilla Cooman – Insegnante di Divinazione
Batsheeda Bubbling – Insegnante di Rune Antiche
Aurora Sinistra – Insegnante di Astronomia
Madama Bumb –Volo
 
Studenti
Angelina Johnoson – Quinto anno, Grifondoro
Alicia Spinnet, George Weasly, Fred Weasly, Lee Jordan – Quinto anno Grifondoro
Oliver Baston – Settimo anno Grifondoro
Mary Jane Azita Parker (O.C.) – Settimo anno Serpeverde
Terence Higgs – Settimo anno Serpeverde
Morag McDougal, Padma Patil, Terry Steeval e Sofia Burton (O.C.)-  Terzo anno Corvonero
Matilda Warmwood (Gentilmente in prestito dal signor Roald Dahl) – Quarto anno Corvonero
Noah Howke (O.C.), Fanie Bairyn (O.C.) – Terzo anno Serpeverde
Luna Lovegood –Secondo anno Corvonero
 
 
ALTRI
Teddy – Amico d’infanzia di Einin Leaf e Angelina Johnson
Jaonie Bennet – Nuova vicina di casa di Fionnuala ‘O Riordan
 
LUOGHI
Centro di Ricerca contro le Arti Oscure di Londra (CRAO)- prestigioso istituto londinese dedicato allo studio della magia difensiva avanzata.
Penn An Wlas, Istituto Superiore di Magia Difensiva situato a Land’s End, sull’estrema punta della Cornovaglia, in parte orientato verso la magia antica e la tradizione celtica e preromana.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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