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Autore: tsarita    10/06/2014    1 recensioni
[...] E' sul punto di alzarsi e fare marcia indietro, scappare via prima che lui la localizzi, ma la forza le viene meno e le caviglie non reggono. Ricade a terra seduta, nel fango, nella melma, mentre delle lacrime, calde e vive, le scottano le guance. Fissa ancora la luce alla finestra, tacita ed immobile.
E' allora che sente la voce.
Non c’è schermo, non è pacata e soprattutto non è nella sua testa.
E' urlata, proiettata fuori con tutta la forza che un paio di polmoni possono macerare, incurante dell'ora tarda o... di ogni buon senso. E' disperata. C’è una nota di disperazione nel grido del suo nome. [...]
One Shot su Charles & Raven Post X-Men Days Of Future Past
Genere: Generale, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Raven Darkholme/Mystica
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Eeeeee eccomi qui. Come promesso! Con un'altra OS tutto zucchero su questa coppia perché' -chi vogliamo prendere in giro?- come si fa a non esserne ossessionati dopo Giorni di un Futuro Passato??
Una cosa da dire c’è e cioè che solo loro riescono a tirare fuori questa vena romantica in me, perché' altrimenti è assolutamente inesistente. Quindi beccatevi quest'altra dose di PURO FLUFF ispirata alla canzone "Calls Me Home" di Shannon LeBrie (ma quanto è perfetta per loro due???), perché' qui è notte fonda e ci meritiamo una bella zolletta di zucchero prima di andare a dormire. Baci e alla prossima!!

PS: Recensioni sono SEMPRE bene accette e tanto tanto tanto apprezzate! ;)


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I'm coming home
From all the places I have been
With nothing but a voice within
That calls me
Calls Me Home


Piove, diluvia come la notte in cui per la prima volta ha messo piede alla villa, anni e anni prima. E' un temporale di fine estate, uno di quelli che nel vento ha già il gelo e il presagio dell'inverno e ogni folata le gela le ossa, mentre è li fuori, nascosta nel parco, ad osservare le poche luci fioche che illuminano la tenuta - l'Accademia, ora.
Non fa freddo in realtà, forse è solo la sua mente che le gioca brutti scherzi e l'ansia che fa da padrone ed è il suo cuore ad essere congelato.
Per quanto tempo è stato congelato...?
Realizzare per bene quanto fosse cambiato quel posto, dopo un primo superficiale colpo d'occhio, le provoca un dolore sordo in corrispondenza dello sterno: cosa ne è stata della sua casa d'infanzia? Cosa ne è stato del luogo che aveva fatto da testimone a tutta la vita sua e di Charles, di ogni pianto, di ogni gioco? Quei muri per lei mantenevano segreti. Quegli stessi alberi dietro ai quali si nascondeva ora erano stati testimoni di tutti i ricordi felici che aveva.
Ma dopotutto è giusto così, si ricorda - questo è il sogno di Charles. Questo è ciò che ha sempre voluto. Ed è un bene che sia riuscito finalmente a realizzarlo.

Si fa strada per il parco e lentamente si avvicina all'ala ovest della villa, dove sa rispondono le finestre della sua stanza. O almeno di quella che era stata la sua stanza. Si rende conto di non conoscere neanche più quel dettaglio ora e anche quello fa male.
La luca è spenta. Ma al piano appena di sotto, in corrispondenza del grande studio che era stato una volta di suo padre, è accesa. Doveva essere lì.
E' strano che non si è ancora accorto della sua presenza. Sì, certo, la sua mente è allenata e sa auto-schermarsi per proteggersi dai suoi poteri, ma non fino al punto da riuscire a nascondere completamente la sua presenza. E quella era la sua casa, la sua scuola: lì i radar di Charles immaginava dovessero essere alle stelle.

Si accuccia per terra, tremante, a fissare da lontano la finestra e il bagliore familiare di una sola luce accesa. E' così che era giusto che fossero i loro incontri, fa appunto mentalmente, nascosti agli occhi di tutti gli altri, ammantati nella notte, mentre il resto del mondo dorme.
E improvvisamente ha paura, improvvisamente si sente una sciocca per essere venuta fino lì, per essere stata debole, per aver ceduto alla solitudine che le dilaniava il petto.
Che cosa sperava di guadagnarci, dopotutto? Quello non era più posto per lei.
E' sul punto di alzarsi e fare marcia indietro, scappare via prima che lui la localizzi, ma la forza le viene meno e le caviglie non reggono. Ricade a terra seduta, nel fango, nella melma, mentre delle lacrime, calde e vive, le scottano le guance. Fissa ancora la luce alla finestra, tacita ed immobile.
E' allora che sente la voce.
Non c’è schermo, non è pacata e soprattutto non è nella sua testa.
E' urlata, proiettata fuori con tutta la forza che un paio di polmoni possono macerare, incurante dell'ora tarda o... di ogni buon senso. E' disperata. C’è una nota di disperazione nel grido del suo nome.
Per un secondo rimane immobile dov’è, cercando di rimettere in moto il cuore che s'era fermato, poi pian piano esce dal nascondiglio e si muove, si muove verso la voce, sempre più chiara e sì, sì, chiama proprio il suo nome.

-RAVEN!-

Fa il giro che aveva fatto prima al contrario e capisce che proviene dal portone d'ingresso.

-RAVEN!!!-

Ed è lì, è lui, e la chiama a squarciagola. Risale il vialetto ed esce dal prato, si arrampica velocemente per le scale della balconata che dà ai cortili e arriva a livello. E' ancora nascosta dall'ombra e dalla notte ma gli occhi di Charles si posano immediatamente su di lei, non appena captano il momento di lato. E sulla sua sedia, bagnato fino all'osso tanto quanto lei oramai.
Non c’è bisogno di parole. Le lacrime sul viso di lei non si distinguono a causa della pioggia, ma lui sa che ci sono e lei sa che sono anche sul viso di lui.
Sa anche che se cede al desiderio di restare e riabbracciarlo, allora lo metterebbe in pericolo.

"Ti ho già fatto tanto male, Charles..."

"Torna a casa, Raven."

La sua voce è solo un eco nei suoi pensieri, ma è calda ed accogliente esattamente come lo e' sempre stata, esattamente come la ricordava. La stessa che le aveva detto, anni prima, che finalmente anche lei avrebbe avuto una casa.

"Mi manchi, Charles."

"Sono qui. Sono sempre qui. Torna da me."

E lei lo fa.
Lo fa perché questo è un altro universo e le cose sono cambiate. Il destino è stato cambiato.
Lei torna a casa.

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