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Autore: ringostarrismybeatle    10/06/2014    3 recensioni
"Odio il sole.
Odio il mattino.
Odio quei raggi che raggiungono i miei occhi e mi costringono a svegliarmi.
Odio qualsiasi cosa possa portarmi di nuovo lontano da lui."
[Raccolta di OS sulla base delle citazioni del contest organizzato da Two of us, "Tell me what you write"]
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No fear Pov: Paul

Nota #1: avevo avuto l'ispirazione guardando una bellissima foto di John, credo scattata intorno alla metà degli anni '70, ma non riesco a linkarla sulla storia :( Se dovessi riuscirci, modificherò la nota :D Per qualunque cosa, è presente sulla pagina facebook Two of Us :3



                          “Penso di aver paura di essere felice perché, ogni volta che lo sono, succede qualcosa di brutto.” (Charlie Brown dai “Peanuts” di C.Schultz)



Odio il sole.

Odio il mattino.

Odio quei raggi che raggiungono i miei occhi e mi costringono a svegliarmi.

Odio qualsiasi cosa possa portarmi di nuovo lontano da lui.

Il giorno è così crudele. Ci costringe a dirci addio, ci costringe a fuggire da un letto sconosciuto e a sperare che il nostro prossimo incontro possa giungere presto.

E non capisco davvero cosa ci spinga a vederci ancora, e ancora, e ancora.

Eccolo, John. Appena uscito dal bagno di questa camera d’albergo che a malapena ci conosce, ma che ha già potuto avere un assaggio di noi.

Ha ancora il viso bagnato, credo sia un vizio che porterà con sé per sempre. Adora tornare in camera con l’acqua a bagnare la sua pelle per poter sentire su di sé la brezza che proviene dal balcone.

Sono tante le cose che non capisco.

Innanzitutto, non capisco lui.

Non so come le sue abitudini siano potute cambiare. Una volta, quando ancora i Beatles erano un qualcosa di concreto, preferiva restare a letto e riposarsi mentre io mi preparavo per una nuova giornata alla luce del sole.

Mi sento quasi stupido, adesso, ancora tra le coperte mentre lui cerca i suoi vestiti canticchiando una delle sue nuove canzoni.

Lo osservo, trascorro i miei momenti con gli occhi posati sul suo corpo. Perché i suoi gesti sono così preziosi, soprattutto dopo una notte simile.

Soltanto ora comprendo ciò che lui sentiva, quando studiava ogni singolo centimetro della mia pelle e mi faceva sentire leggermente in imbarazzo. Forse sbagliavo a provare quei sentimenti, forse sbagliavo a coprirmi rapidamente con i miei vestiti per non essere guardato con quel desiderio che sembrava afferrarmi e consumarmi.

Ma ora no. Ora lascerei persino che le sue mani mi spogliassero nuovamente, dopo un’ora trascorsa a vestirmi per poter tornare dalla mia famiglia.

Non sto di certo peccando, vero?

Sì, ho una famiglia, e sì, lui è un uomo. Ma credetemi quando vi dico che lo amo.

Direi che lo amo e lo odio.

Lo amo perché, innanzitutto, è lui. John Lennon. Il mio cuore, il mio sorriso, la mia vita.

Come si può vivere senza un cuore? Come si può vivere senza un sorriso?

Come si può vivere senza John Lennon?

Non si può, semplicemente.

Lo osservo, mentre velocemente fa risalire quegli aderenti jeans neri lungo le proprie gambe, fino a coprirle del tutto, per la mia delusione. Devo ammetterlo, avevo sperato in un secondo round.

Si muove per la stanza, si abbassa per raccogliere quella camicia che questa notte, appena giunto qui, ancora indossava. Credo sia una delle camicie più belle che abbia mai avuto. La indossava anche ieri, durante le prove per la registrazione del suo nuovo album. Ne è testimone la foto che mi ha mostrato, appena giunti in hotel, e che in qualche secondo mi ha fatto desiderare ancora di più di essere avvinghiato al suo corpo.

Lo odio, perché in questo momento la sta indossando di nuovo, facendomi capire che l’ora di andare è quasi arrivata. Ma vedete, allo stesso tempo so di amarlo, perché mi sta regalando una nuova, stupenda visione di sé.

“Hai intenzione di guardarmi ancora per molto?”

Ride come uno sciocco, senza neanche spostare gli occhi su di me. È troppo concentrato sui suoi bottoni per farlo.

“E tu hai intenzione di fuggire ancora per molto?”

So qual è l’unico modo di farlo voltare. So qual è l’unico modo per farmi riservare delle attenzioni.

“Come?”

La sua maledetta camicia è ancora aperta, soltanto due bottoni hanno raggiunto l’asola alla quale erano destinati. Vedo ancora il suo petto scoperto, vedo quella pelle che fino ad una mezzora fa era felice di accogliere le mie dita bisognose e abbandonate nel sonno più profondo.

“Sai benissimo di cosa parlo.”

Il nostro sguardo dura delle ore, penso quasi che non possa più terminare. Ma subito dopo, i suoi occhi si spostano sul mio corpo, ancora totalmente immerso nella morbidezza di queste lenzuola. Rabbrividisco, non per il freddo, ma perché questo è l’effetto che lui ha su di me, nel momento in cui mi guarda.

“Che cosa dovrei fare?”

Si avvicina, sedendosi sul bordo del letto, ancora troppo lontano da me.

“Smettere di mentire.”

Sorride, ma non ha senso farlo. Sposta lo sguardo a terra, non riesce a mantenerlo su di me, quando si rende conto di essere nel torto. O meglio, quando si rende conto di non sapere come comportarsi.

“Non posso fare altrimenti.”

Capisco che, se non sarò io a fare la prima mossa, lui non si avvicinerà nuovamente a me.

Mi distendo verso di lui, lasciando che le coperte abbandonino il mio corpo e permettano di intravedere anche il mio fondoschiena. John si è accorto di questo particolare, John ha sentito che qualcosa di troppo si stava mostrando ai suoi occhi.

Ora, il suo sguardo è tornato su di me. Ha analizzato ogni tratto del mio corpo, quasi uguale a quello che proprio lui aveva imparato a conoscere, quando ancora avevamo soltanto vent’anni. Sono cambiato, sì, e anche lui è cambiato molto, ma ai miei occhi sarà sempre la stessa persona.

Ha quei capelli mossi e per niente sistemati. I suoi occhiali da sole, che lo rendono ancora più attraente, sono ora posati sul comodino. E ha quello stile irresistibile, quello che mi fa cedere come quando ero un ragazzino ingenuo ed innamorato.

Ora sono un uomo, ma credo che questa sia l’unica cosa che è cambiata.

Perché sì, sono cresciuto, ma sono ancora innamorato di lui.

Sposta la mano, portandola su di me e accarezzando la curva del mio fondoschiena. Un nuovo stimolo si impossessa di me, un nuovo desiderio sembra avvolgermi totalmente. E nonostante la mia pancia sia totalmente posata sul letto, anch’essa avverte qualcosa cercare di farsi spazio.

Possiamo fare altrimenti.”

Cerco di parlare, ma John ha di nuovo il controllo sul mio corpo. Scivola con le sue lunghe dita sulla mia pelle, seguito da una scia di brividi che mi lasciano sospirare.

Chiudo gli occhi, ma sento ancora il suo sguardo su di me. Non lo hai mai distaccato, non lo ha mai saputo spostare. Perché se davvero con un solo, misero contatto può farmi impazzire, lo stesso vale per lui. Potrà negarlo quanto vorrà, ma la verità sarà sempre questa.

“Non possiamo fare tutto ciò che vorremmo.”

Accarezza il mio fianco, facendomi sussultare, e non soltanto per quel gesto. Sono le sue parole a non piacermi, sono le sue convinzioni a farmi stare male.

“Dov’è finita la tua voglia di trasgredire?”

Si è bloccato. Sapevo che l‘avrebbe fatto. Cerca di calmarmi attraverso queste carezze, ma quando si rende conto di non potermi più controllare, interrompe persino questi deboli movimenti. E ora, i suoi occhi hanno incrociato di nuovo i miei. E fa male.

“Come, scusami?”

Non credo sia arrabbiato per ciò che ho detto. Il suo tono sembra quasi divertito.

“Quando eravamo Beatles, non avevi paura. Non avevi paura delle persone, non avevi paura dei giudizi, non avevi paura di innamorarti.”

Forse ho esagerato, questa volta. Forse avrei dovuto restare in silenzio, o almeno dire una parola in meno. Perché il suo volto, adesso, sembra quasi non essere lo stesso.

Ha continuato a tenere gli occhi fissi su di me, ma sono cambiati davvero. Esprimono sentimenti totalmente diversi, esprimono solitudine, esprimono quasi tristezza. Non c’è più un sorriso ad incorniciare quel viso che dopo anni ancora riesco ad amare.

Ma quasi a voler rendere vana la mia ipotesi, John agisce in un modo che mai avrei immaginato.

Si avvicina maggiormente, inginocchiandosi sul letto e portando una mano fino a quella camicia che, poco fa, aveva cercato di utilizzare per coprire il proprio corpo. Lascia che quei due bottoni si riaprano davanti al mio sguardo, sfilando l’indumento e lasciandolo cadere debolmente sul proprio comodino.

Spinge la mia spalla, facendomi voltare totalmente e spostando le lenzuola che stanno ancora tentando di coprire ciò che lui vuole tornare a vedere.

E poi accade. Accade una volta, un’altra, e credo che non potrebbe mai bastarmi.

Le sue labbra si posano sulle mie, facendo una leggera pressione e rompendo ogni mia difesa senza neanche il bisogno di insistere.

Sale su di me, mentre le mie mani si avvicinano alla cerniera dei suoi pantaloni e la lasciano scivolare nuovamente giù.

“Ho paura.”

Ma il mio cuore perde un battito, nel momento in cui sto cercando di sfilare quell’inutile indumento. Ha parlato nuovamente. Ha parlato per confessare il suo stato d’animo. E questo mi dimostra che John è realmente cambiato.

Fissa i propri occhi su di me, quasi cercando di capire cosa passi per la mia mente. Ma in fondo, anche lui lo sa alla perfezione. E questo sarà il momento migliore per poter parlare.

“Di cosa?”

Un momento di silenzio precede la sua voce, ma io so che risponderà.

“Penso di aver paura di essere felice perché, ogni volta che lo sono, succede qualcosa di brutto.”

Sposta lo sguardo su un altro punto della stanza, so perfettamente come si sente, dopo aver detto qualcosa di simile. Non è facile per lui aprirsi in questo modo, non è facile parlare di ciò che sente dentro.

Eppure l’ha fatto. E in questo modo, è riuscito a farmi sorridere ancora, nonostante la situazione richiedesse una reazione più seria.

“Ma di che cosa stai parlando?”

Incontro le sue mani, intrecciandole con le mie e lasciandolo riavvicinare.

“Lo sai benissimo. Sono stato felice nella mia vita, ma quella felicità è sempre stata spezzata. Ero felice con mia madre, e lei è andata via. Ero felice con.. Insomma, con-”
“Con Stuart, non serve dirlo. Lo so.”

Il mio sorriso è scomparso, la mia voce è diventata più severa. Ma non dovrei essere così duro con lui. In fondo, sono passati anni e anni dalla morte di Stuart. Non posso ancora sentirmi geloso del loro rapporto.

“Ero felice con voi, e il nostro gruppo si è sciolto.”

Dovrei sostenerlo, non farlo abbattere ancora di più. Ma che razza di persona sono? Riesco a pensare soltanto alla mia stupida gelosia, al mio stupido passato.

“Non credo di essere destinato alla felicità.”

Resto in silenzio, osservo i suoi occhi ancora intenti a fissarmi.

Non so come possa essere così insicuro, dopo la notte passata insieme.

Dopo lo scioglimento dei Beatles, pensavamo che mai saremmo riusciti a tornare insieme. Invece, una forza più grande dell’orgoglio ci ha fatti incontrare nuovamente. E ora, è tutto come prima. Forse un po’ più difficile, forse un po’ più impegnativo.

Ma noi siamo ancora qui.

“Tu credi che io ti renda felice, John?”

Torno a sorridere, pronunciando quelle parole che spero possano fargli capire.

“Certo. Sei l’unico che può farlo.”

Mi sollevo leggermente, sedendomi sul letto e avvicinandomi a lui, ancora posizionato a cavalcioni su di me. Continuo a stringere le sue mani, portandole fin dietro la mia schiena calda e lasciando che mi abbracci dolcemente, nel modo che solo lui conosce.

“Allora non dovrai preoccuparti. Potrai sempre essere felice, perché tu sei destinato a me.”

Come potrei abbandonarlo?

Come potrei pensare che l’aver smesso di essere un Beatle possa avere qualcosa a che fare con lui?

Lui non c’entra.

Lui è molto di più.

A qualunque età, in qualunque luogo.

Non abbiamo bisogno di un hotel a cinque stelle, non abbiamo bisogno di avere vent’anni.

Abbiamo solo bisogno l’uno dell’altro.

Niente paura.




Ciao a tutti :D Eccomi, sono tornata :D Questa volta non con la long, ma con la raccolta ^^ Ho avuto l’ispirazione per una nuova citazione, ed ecco qui la storia ^^

Diciamo che questa citazione è una delle più facili e delle più difficili allo stesso tempo. Si sa perfettamente a chi si riferisce, John ;) Però creare una situazione particolare non è facile >.< Spero di essere almeno riuscita a farlo in parte ;)

E per la felicità di Kia85, è uscita una specie di fluff :D Benissimo, almeno non dovrò più sentire le sue lamentele :P Ovviamente scherzo, e la ringrazio per aver corretto il capitolo :D

Grazie a tutti coloro che seguono e, come sempre, grazie alla mia Vita.

Domani finalmente andrò a vedere A Hard Day’s Night (come se non l’abbia mai visto) :D Spero di avere qualche nuova ispirazione!

A presto!

Peace&Love,

ringostarrismybeatle
  
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