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Autore: YellowButterfly_96    10/06/2014    0 recensioni
Ci sono giorni in cui il cielo è così blu e infinito che rischiara tutto e rende la tua vita più bella a guardarla, ti fa sorridere ed essere ottimista.
Ci sono giorni in cui anche solo uno sguardo ad un punto imprecisato della strada ti trafigge il cuore, in cui cerchi qualcuno nella folla ripetendoti che è solo per precauzione, perchè non vuoi incontrare quella persona.
Menti a te stesso.
E poi ci sono giorni in cui semplicemente devi prendere la tua vita in mano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Non può essere
Pensa con una nota di disperazione negli occhi.
Sto ancora dormendo, sto ancora dormendo
Ma la consapevolezza d'aver aperto le palpebre ormai ore fa non gli dà tregua, neppure per far illudere il suo povero cuore dolorante per qualche istante.
No, il suo cervello vuole e si sente in dovere di punirlo, ricordandogli alla perfezione ogni mossa fatta, ogni parola detta seppur sotto gli effetti dell'alcol.
Anche il suo corpo lo punisce, rivoltandoglisi contro.
La luce gli entra nella testa accentuandogli il mal di testa già acuto di per sé, mentre lo stomaco rotola sconsolato e vuoto per tutto il suo ventre.
Si sente su una barca in mare aperto, e la tempesta si è scatenata con il fulmine dei ricordi.
Non può essere
Sono ore che si ripete questa frase, come se la realtà, di punto in bianco, come per grazia divina, potesse cambiare.
Darebbe non sa cosa per cambiare la realtà attuale.
Il problema è che l'orgoglio e la dignità, che aveva conservato gelosamente fin'ora, l'aveva giusto perse la sera prima.
Sulla soglia di quella porta si era umiliato come non mai.
E ora vorrebbe solamente sprofondare.
È un incubo
Si sveglierebbe volentieri, ora, urlando per l'atrocità viste nel sogno che spera di star facendo ora, ma, dopo essersi pizzicato con tutta la forza che ha un braccio, ed essersi sentito un completo idiota per averci provato, cede alla realtà.
Sconsolato.
E, con le spalle curve per il peso immaginario che sta portando, gli occhi bassi e velati d'amarezza, le mani tremanti, bussa alla porta di Zayn, fingendo di non essersi accorto della musica alta dietro la porta.
Mentre, invece, quella musica non fa altro che perforargli i timpani e mandarlo fuori di sé.
Ignorando la maglia incastrata sulla maniglia a segnalare che l'amico non vuole essere assolutamente disturbato, perchè, con ogni probabilità, è con il proprio ragazzo in atteggiamenti... intimi, bussa.
Si accascia letteralmente sul legno della porta e bussa fino a che l'amico non si ritrova costretto ad aprire quella dannata porta con uno sguardo che promette poco di buono.
Louis si accascia, senza più il sostegno del legno, a terra come un sacco vuoto, sentendosi così.
Vuoto e terribile.
Ha appena interrotto la pace del suo migliore amico per puro egoismo, avrebbe potuto aspettare per confidarsi e farsi consolare, ma non l'aveva fatto.
Perchè è solo, infelice e vorrebbe che chiunque nel mondo stesse nella sua stessa situazione.
- Che cosa cazzo vuoi? -
Zayn e la sua finezza sospira tra sé e sé
- Non urlare – bisbiglia semplicemente
- Non urlare – ripete nero in viso il moro respirando lentamente per calmarsi
Perchè infondo il ragazzo ha notato quella luce nei suoi occhi, una luce che solo nei suoi occhi blu aveva mai visto così accentuata e trasparente.
Tristezza, amarezza, insicurezze che mordono, rimpianti e tanti, tanti altri sentimenti che non se ne vanno mai da quelle pupille, nemmeno nei momenti più spensierati e felici.
Nemmeno quella volta che Zayn l'aveva portato al mare, così, senza nessuna ragione, e avevano passato un'intera giornata a scaldarsi al sole, fumare sigarette, ridere e non pensare.
Nemmeno quella volta i suoi occhi avevano mostrato un cielo completamente limpido.
E ora sono così rannuvolati che il temporale si vede benissimo, è all'orizzonte e si avvicina.
Zayn è un buon amico, un po' impulsivo, tendente ad arrabbiature lampo, veloci ad arrivare e ancor più a sparire, e al suo fianco può vantare un compagno a dir poco invidiabile.
Liam gli posa una mano sulla spalla sorridendo rassicurante, “vai” gli sussurra con gli occhi, in quella lingua che hanno tra loro due soltanto, come un piccolo universo personale.
Un po' melenso pensa Zayn, ma comunque solo loro
Il moro sospira massaggiandosi esasperato le meningi – Ok -, tira Louis di nuovo in salotto spingendolo delicatamente sul divano – Racconta -
Ovviamente Zayn aveva già capito tutto, per delineare un quadro preciso delle preoccupazioni dell'amico gli mancavano solo i particolari.
E Louis era lì giusto per fornirgli quest'informazione.


Ci sono quei giorni in cui il cielo blu, pieno di speranza, infinito, apre un sorriso sincero e praticamente immotivato sul tuo viso.
Quei giorni sono i preferiti di Louis, che si limita a viverli appieno.

Ma, molto più spesso, vagando per la strada si riceve una pugnalata al cuore ad ogni passo che avanzi, soprattutto se, dopo una lunga relazione, ti dovresti cambiare città per non rivedere il tuo ex o i posti in cui hai anche solo passeggiato con lui.
Perchè, si, Louis è una di quelle persone che nel guardare il marciapiede davanti il bar dove si sono scambiati il loro quinto bacio sente una stretta al cuore.
E si, è anche una di quelle persone che ha tenuto il conto almeno fino al loro ventesimo bacio. 
È ridicolo, consapevole di esserlo e fottutamente ancora troppo innamorato.
Quando, allora, capitano quei giorni, forse troppo frequentemente in fin dei conti, lui semplicemente se ne va al bar con Zayn a bere e bere finché non affoga i ricordi.
Ma i ricordi sono come i legnetti vuoti, galleggiano.
In ogni caso, in situazioni estreme, in cui il moro ha un appuntamento con il proprio ragazzo, o comunque un impegno che non può rimandare, si siede da solo al bancone.
Bevendo e bevendo, deprimendosi più del necessario, come sempre del resto, e come questa sera.
Louis si scola una birra dopo l'altra, facendo inumidire sempre più i suoi occhi, bruciare la gola, intorpidire i sensi.
Quindi il suo cervello è spento, scollegato.
Lui è andato, completamente.
Non è in sé stesso, come potrebbero mai le persone pretendere che possa reagire coerentemente, o per tempo.
Sarebbe uno sforzo inumano e completamente inutile per lui.
Così cammina oscillando, urta le persone, non si scusa, incassa gli insulti, non li ascolta, guarda a terra e fissa l'asfalto sotto i suoi piedi con gli occhi vitrei di lacrime trattenute per tutta la settimana.
Sono due mesi che Harry lo ha lasciato, otto settimane, e Louis dovrebbe reagire, o trovare una soluzione diversa dall'alcol, che comunque non gli fa scordare della sua depressione.
Anzi, che forse peggiora addirittura la sua situazione.
È diventato un burattino, in un corpo vuoto e buttato sulla terra, la sua coscienza e lui stesso, fissano il suo corpo dall'alto, come stessero giocando tutti insieme ad un gioco di ruolo.
Che personaggio sarebbe in un gioco del genere?
Non può certo saperlo, lui è il corpo nel gioco, non ha un vero cervello che possa pensare, non ora per lo meno.
Vorrebbe urlare tutto quello che prova, ma è solo un corpo vuoto, non può.
Cade a terra ferendosi le mani con tanti piccoli taglietti che proprio non sa con cosa si è fatto, o perchè sanguino così tanto, sono così piccoli.
E mentre si rialza pensa che è quello che ha sempre fatto, ma ora non vorrebbe proprio.
Senza Harry non ci sa e non ci vuole stare.
Il riccio ha lasciato tanti piccoli tagli nel suo corpo, piccoli squarci, minuscoli, dolorosi ed infiniti, bruciano terribilmente in ogni momento della giornata, ricordandogli che lui l'ha lasciato.
Suona ad un campanello, ma non sa perchè, non sa dove si trova, e suona ancora e ancora e ancora, perchè nessuno apre e le lacrime salgono alle palpebre così velocemente.
- Ma che cazz... - la faccia insonnolita di Harry appare davanti a lui
Non dice nient'altro, si fissano, il riccio un po' incerto, un po' addormentato, Louis molto ubriaco, pieno di parole e vuoto di coraggio.
Ma, che cavolo, è proprio per questo che Harry lo ha lasciato.
È un codardo che non sa esprimere i suoi sentimenti, né accettarli, ma ora è ubriaco, ed è lì, davanti a lui, anche se non sa come ci sia arrivato.
Proprio non ricorda d'aver percorso la strada per arrivarci.
Ma è comunque lì davanti a lui, vorrebbe parlare e dire tutto quello che non ha mai detto, ma si limita a fiondarsi su quelle labbra rosse e bagnate, invitanti, buttandosi con tutto il peso sul corpo dell'altro.
Indietreggiano entrando in casa e Louis chiude la porta con un piccolo calcio, improvvisamente più sveglio che mai.
Sta baciando Harry, sta di nuovo baciando Harry, è come una boccata d'aria.
Corre con le mani per tutto il suo corpo, le dita che tirano febbrili i lembi degli stupidi vestiti che lo separano dal corpo del suo Harry.
- Lou – ansima il SUO riccio sulle sue labbra, un gemito attraversa le sue infrangendosi sul collo niveo dell'altro – Lou – mormora ancora, quanto è bello il suo nome pronunciato da lui! Quanto è bello il mondo insieme a lui! - Lou, aspetta -
E la realtà gli cade addosso, sbalzandolo lontano da Harry.
- Cosa? - le lacrime gli salgono agli occhi, è così ubriaco, che gliene importa se lui vedrà piangere? Non si è già appena umiliato?
E quello cos'è? Sulle sue labbra, un sorrisino... Lo sta prendendo in giro?
- Vieni -
Lo trascina in cucina, afferrandogli un polso con una di quelle sue manone enormi, rassicuranti, lo alza come un bimbo e lo fa sedere sul tavolo, curandogli poi le ferite sui palmi delle mani mentre scalcia piano, esattamente come un bambino.
- Ti ho sporcato – mormora – Scusa -
- Non importa -  
- Cosa devo aspettare? - chiede ancora, insicuro
- Perchè sei qui? - sospira invece Harry
- Perchè mi hai rovinato la vita – risponde serio Louis, sentendo una fitta al cuore quando il riccio alza lo sguardo, quello sguardo – Io non avevo bisogno di nessuno prima che arrivassi te. Ero indipendente e felice. Poi sei arrivato e hai sconvolto tutto, sei passato come un uragano e te ne sei riandato lasciandomi devastato e cambiato. Ma sai una cosa Harry? Vaffanculo, io senza di te non ci sto, capito? -
Si era ritrovato ad urlare, strattonando la maglietta del ragazzo, stringendola così forte che sicuramente l'aveva rovinata, ma poco gliene poteva importare.
Voleva parlare, dire tutto, aveva iniziato con un sussurro e aveva tirato fuori la sua anima, esponendola ai suoi occhi.
E proprio quegli occhi sono spalancati, Harry non reagisce, forse spaventato, forse semplicemente sorpreso, e il vecchio Louis se ne sarebbe andato per lasciargli del tempo, per pensare a sua volta e rialzare il proprio muro, ricostruire il proprio orgoglio, leccarsi le ferite.
Ma lui è stato devastato da quel uragano, quindi avvolge le gambe intorno al bacino magro dell'altro e lo attira a sé impadronendosi nuovamente delle sue labbra.
Non ha più intenzione di lasciarlo, di staccarsi più di così da lui, neppure per respirare.
E finalmente Harry reagisce, positivamente, stringe tanto forte i suoi fianchi che Louis si ritrova a pensare che gli dilanierà la carne, ma non gli importa, non gli importa se è Harry.
Sono legati l'uno all'altro con nodi sconosciuti che neppure un buon marinaio saprebbe sciogliere o imitare.
Forse il loro amore è malsano, troppo opprimente, ma questo è il loro errore, sbaglieranno fino a farsi male e perire insieme.
Harry lo stringe ancor più a sé fino ad alzarlo e trascinarlo in camera da letto senza troppe cerimonie, non che Louis ne avesse bisogno, o se ne fosse minimamente accorto, troppo impegnato a marchiare qualsiasi punto del collo dell'altro, impazzendo per i gemiti che provoca con questi gesti.
Non si separano neppure per un secondo, i vestiti li strappano, incrociano le dita, puntano le unghie nella pelle dell'altro, qualsiasi cosa pur di stare sempre più vicini, ma neanche questo basta. Vogliono di più, sempre di più.
Per questo si addormentano in un groviglio di lenzuola e braccia che stringono, gambe che avvolgono e dita chiuse tra i capelli, dopo aver fatto e rifatto l'amore per tutta la notte.
- Io di te ho bisogno. Senza di te non esisto -
- Ti amo – gli risponde Harry
- Ti amo – bisbiglia Louis


- Tu hai – strabuzza gli occhi Zayn – Tu hai fatto cosa? -
- Lo so – sospira Louis – Non dovevo andare a casa sua -
- No! Tu non dovevi andartene questa mattina brutto deficiente! - urla il moro – Vai da lui -
- Cosa? -
- Quello che hai capito cretino – sospira stanco – Vai da lui immediatamente – si alza lasciando l'amico solo in stanza
Louis si guarda un po' intorno, solo ed indeciso, finché Ma che cavolo, io vado, si alza e, incurante del mal di testa, del voltastomaco e di ogni altra cosa, corre fuori dalla porta scordandosi anche del cappotto.
Corre per le strade fino a casa di Harry buttandosi letteralmente sulla porta e bussando fino a che il riccio non apre, proprio come aveva fatto la sera prima e quella mattina con Zayn.
Il riccio lo fissa con occhi spenti – Cosa vuoi? - chiede maligno
- Scusa, sono un coglione -
- Dimmi qualcosa che non so – ridacchia tentando di chiudergli porta in faccia
- Io ti amo davvero Harry – lo blocca – E sono un cretino perchè ho avuto paura, ma ero sincero, te lo giuro -
- Il tuo problema, Louis, è che non riesci a parlare se non da ubriaco, ma non puoi certo pretendere che questo mi possa bastare -
- Ero sincero – ripete spintonandolo per entrare in casa – Posso ripeterti tutto stamattina se non mi credi  -
- Fallo – lo sfida allora il riccio
Louis arrossisce e abbassa lo sguardo.
Era sincero, è vero, ma ridire tutto quanto da sobrio richiede uno sforzo ingente che non aveva mai affrontato prima.
Ma, cavolo, non può farsi sfuggire Harry, di nuovo.
- Io ti amo – biascica appena, sempre guardando a terra – Senza di te non posso esistere, non più -
Sente le dita del riccio chiudersi intorno al suo mento per portare il suo sguardo ai suoi occhi
- Guardami negli occhi e dimmelo -
- Hai rivoluzionato tutta la mia vita senza che te lo chiedessi o lo desiderassi, e lo hai fatto in silenzio, senza che me ne accorgessi. E ora sono fottuto, quindi non puoi lasciarmi, perchè, vaffanculo, ti amo e non te lo permetto -
Ci sono giorni in cui il cielo è così blu e infinito che rischiara tutto e rende la tua vita più bella a guardarla, ti fa sorridere ed essere ottimista.
Ci sono giorni in cui anche solo uno sguardo ad un punto imprecisato della strada ti trafigge il cuore, in cui cerchi qualcuno nella folla ripetendoti che è solo per precauzione, perchè non vuoi incontrare quella persona.
Menti a te stesso.
E poi ci sono giorni in cui semplicemente devi prendere la tua vita in mano.
Vuoi qualcosa, vuoi la felicità?
Cazzo, alza il culo e vattela a prendere, è tua di diritto.
Louis ha imparato questo, e mentre Harry lo bacia si ripete che lo farà ogni giorno della sua vita, si prenderà il cuore del riccio ogni giorno di più.
Finché non potrà fare a meno di lui come Louis non può fare a meno di Harry.

  
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