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Autore: Lele_Rin_00    10/06/2014    2 recensioni
Una storia sentimentale di Ada Wong nei confronti di Leon!
Spero piaccia a tutti! ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ada Wong, Leon Scott Kennedy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esco dal laboratorio prima di Leon e mi dirigo verso l'uscita cercando di non far cadere nè la Plaga e nè la pistola con il rampino. Il computer l'ho lasciato dentro.
Arravata davanti alla porta l'unico modo per aprirla era sferrargli un calcio, e così feci. 
Uscita fuori noto il caos intorno a me: auto ammucchiate una sopra l'altra, camion bruciati, benzina sparsa sul suolo e due uomini che corrono seguiti da un T-113.
Leon si divide da quel tizio che sta con lui e si dirige verso un camion ancora intatto per caricare la sua pistola di munizioni mentre il T-113 sta inseguendo un Liker e, quando gli sta per sferrare un pugno mortale, finisce sul serbatoio della benzina, e ora sia lui che il resto del terreno sono cosparsi di petrolio.
Guardo alla mia sinistra e vedo che Leon ha puntato il suo mistra verso il serbatoio dove c'è quel bestione. Spara otto/nove proiettili contro esso ed esplode, mentre quel coso brucia e... porca miseria! Non è morto, è ancora vivo! E stavolte è anche più enorme di prima! 
Leon e quel suo amichetto sono nei guai; aspetterò che il mostro si avvicini a lui, così avrò via libera.
Il Tyrant nota Leon e gli va incontro: perfetto! Via libera. Grazie mille, Leon! 
Corro più veloce che posso evitando di far cadere la roba che ho in mano. Vedo una via che porta al punto d'incontro con l'elicottero, ma proprio in quel momento il mostro si volta verso di me e mi insegue. Che fortuna! Vediamo se sono più veloce di lui.
Continuo a correre più veloce che posso, ma quel mostro mi è alle spalle. Non posso nemmeno usare il rampino. 
Mi è sempre più vicino e sta cercando di sferrarmi un pugno, devo levarmi il prima possibile! Ma dove? Dove fuggo? Sul lato sinistro vedo Leon che mi sta correndo incontro e so già cosa vuole fare: sacrificarsi.
Leon corre più veloce che può e nel momento in cui è vicino a me il Tyrant prova a sferrarmi il pugno ed è lì che Leon salta e mi copre, ma per evitare che il T-113 gli facci saltare la testa, lo porto più a me permettendo solo di fargli rompere il braccio.
Cadiamo a terra e da lontano un Liker sta correndo verso il Tyrant per bloccargli la vista. Gli salta sulla faccia e poi ne arrivano altri due e altri tre che gli saltano addosso.
Prendo Leon e lo porto al sicuro, lontano.
Lo porto nel punto d'incontro del mio elicottero, ma lui cade a terra urlando e incazzandosi -Porca troia! Mi sono rotto il cazzo di... Agh, cazzo! Che dolore madonnale!-
Lo sposto delicatamente e noto che gli è uscito l'osso dalla spalla.
Perdo per un po' l'equilibrio. Dio, che dolore! Povero Leon, quanto mi dispiace vederlo così. Che diavolo si mette però in mezzo, stupido! 
-Piuttosto che restare lì a guardarmi, perché non mi dai una mano?- chiede Leon arrabbiato.
-Con cosa?-
-Guarda lì- dice indicandomi con il dito il punto dove c'era il Tyrant.
Stavolta quel mostro era morto (anche gli ultimi due che sono arrivati in ritardo) grazie a degli aerei americani seguiti da elicotteri. Ed essi sono di soccorso.
-Sono soccorsi. Che sono venuti a fare?- chiedo a Leon.
-Mi stavano osservando, mi hanno sempre tenuto d'occhio. Agh, cazzo! Ada, ti prego, vai a prendere qualche garza in un elicottero!- mi supplica Leon, con le lacrime agli occhi.
-A va bene.-
Ritorno con delle garze e corro verso Leon ormai steso sulle scale con gli occhi che luccicano.
Quando mi vede ritornare prova ad alzarsi ma ricade. Mi avvicino e provo a prenderlo per la schiena mentre lui prova ad aggrapparsi alle mie spalle. Una volta messo seduto mi metto a cavalcioni sopra di lui e noto che incarca la schiena.
Prendo le fascie e comincio a coprirgli il braccio e la spalla evitando di fargli male.
-Carina.- mi dice d'un tratto, guardando le mani che passano sul braccio.
-Carina?- gli chiedo.
-Carina tu. Sei carina.- continua a dirmi.
-E quindi? Cosa dovrei risponderti?-
-Solo "lo so"-
Smetto di fasciargli il braccio e gli chiedo -Cosa vuoi?-
-Non ti conviene rivolgermi la parola in questo modo, sai? Ti ho salvato le chiappe- mi dice.
-Lo so. E io ti sto ricambiando- gli dico sorridendo.
-Mi sembra Racoon City. Io ti salvo la vita rimettendoci un braccio, poi tu lo curi. Più tardi mi avevi baciato, chissà se lo farai di nuovo- continua a dirmi avvicinandosi alle mie labbra.
-Certo. E intanto io e te siamo solo due a caso che si sono conosciuti e poi baciati!- gli dico arrabbiata, poi mi alzo e me ne vado.
Ma la mano di Leon blocca la mia e io tiro più forte finchè non molla la presa -Che vuoi ancora?- gli chiedo sempre più arrabbiata.
-Non andartene. Ho bisogno del tuo aiuto.- continua a dirmi ridendo -Non posso farcela da solo.-
-Io il passato l'ho lasciato alle spalle- gli dico freddamente.
-Io no. Non ti pare strano che ogni volta io e te ci incontriamo?- mi chiede stupito.
-Io ormai ci ho fatto l'abitudine. gli rispondo con sguardo duro.
-Io ti amo.- 
Quelle parole, quelle tre uniche parole. Perché mi sono entrate nel cuore? E perché ora mi stanno facendo pensare al passato? Lui che mi difende da Anette Birkin, che mi tiene la mano quando ho fatto finta di morire. Quel bacio... il primo bacio. Smettila Ada! Lacia il passato alle spalle! Non sei sentimentale!
Però Leon l'ho sempre usato e anche amato, lui invece non mi ha mai usata... solo per il sesso!
-Sono stanca; senti io il braccio te l'ho fasciato, ma l'osso te lo devi far vedere.- dico, dopo essermi stiracchiata.
-Anche io sono stanco. Ti va di riposare?- mi chiede
-Qui?-
-Sì-
-E come?-
-Vieni qui.- dice facendomi cenno con la mano di avvicinarmi.
Io mi avvicino e vedo che lui si toglie il giubotto anti-proiettili e lo mette dietro di se, evitando di farsi male con il braccio.
Rimane con la giacca finchè non abbassa la zip anche a quella.
-Che stai facendo?- chiedo curiosa.
-Mi sbottono anche la giacca così puoi mettere le braccia sui fianchi. In parole povere, non sentirai freddo. Io poi poserò le mie braccia sulla tua schiena e tu sarai più che coperta.- mi spiega Leon.
-Non sei poi così ingegnoso.- dico. Però ammettiamolo, è un romanticone!
-Faccio del mio meglio. Allora? Vieni?- chiede.
Senza rispondergli mi metto in ginocchio. Leon apre la giacca e io poggio la mia testa sul suo petto, mentre le mani le infilo sui suoi fianchi. Dio, che bello! Il battito del suo cuore lo sentiva non solo il mio orecchio, ma anche il resto del mio corpo. Il calore del suo corpo sulle mie braccia è meraviglioso, per non parlare di quando lui con le sue copre la schiena sfiorandomi il collo.
E' così piacevole, così morbido, caldo e romantico. Chiudo gli occhi e mi immergo nel suo corpo. 
Leon mi stringe più forte come se non volesse più lasciarmi, e io provo una sensazione sentita solo quando mi butto nel letto della mia camera ascoltando musica jazz.
Mi addormento e infine anche Leon, e sento il suo respiro sopra i miei capelli. Come è rilassato, lo è come me. Adesso non mi importa della Plaga, nè della chiamata del mio elicottero, e deduco che a Leon non importi nulla di quel suo amico e nè di ritornare alla base nel caso un altro agente lo avesse svegliato. 
Leon, chissà quanto soffri. La tua sofferenza è dovuta alla mia mancanza, tu mi ami, e ogni volta lo dimostri con un gesto spesso mortale. Non sai dirmi di no e tantomeno non sai trattenere le tue emozioni davanti a me. 
Io invece tengo tutto dentro, non sono sentimentale nè tantomeno mi piace esserlo. Però se c'è una cosa che ho sempre desiderato da te sono i tuoi sentimenti nei miei confronti, io so che provi qualcosa e che vuoi dirmi qualcosa. Ma non posso chiedertelo, potresti sospettare. Non devo farti capire che ci tengo a te, altrimenti tutto andrebbe all'aria. Però i miei gesti spesso fanno riferimento al mio amore su di te.
Leon, immagino la tua sofferenza senza di me, la tua delusione. Quando mi fai un favore (senza che te lo abbia chiesto) speri che io ti ricambi con un bacio o con qualcos'altro che ti renda felice. 
Pensa, invece, che io soffro il doppio di te. Non posso vederti frequentemente, non posso stare sempre con te, non posso esprimere emozioni su di te e... tante altre cose! Se c'è una cosa che desidero tanto è vivere con te, e magari avere anche dei bambini. E' il sogno anche di una donna spia... sì! 
Posso solo lasciare il mio destino e la speranza del tuo amore nelle mani di Dio, anche se odio dover lasciare le mie cose agli altri. Il destino e la speranza sono miei, ma io non posso farci nulla se non li applico come voglio. Così vediamo se Dio mi fa o meglio, ci fa, il regalo dei nostri sogni. 
Per ora posso solo godere della tua presenza qui, vicino a me.
Uno nelle braccia di un altro, uno vicino all'altro, uno con l'amore dell'altro, uno con il corpo dell'altro.
  
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