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Autore: N O W H E R E    11/06/2014    2 recensioni
Un'antica profezia incombe su otto semidei e questa volta giunge dall'antiche popolazioni vichinghe. Il Ragnarök è vicino, riusciranno Percy, Jason e compagnia bella a salvare il mondo ancora una volta? Un viaggio attraverso i mondi alla ricerca degli antichi padri che regnano ancora incontrastati mentre nessuno crede più in loro. Un viaggio per scampare al proprio destino, per una volta è Asgard a chiedere aiuto a Midgard.
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-E così ti sei unito a loro? Ci hai voltato le spalle?-
-Non ti permettere! Non tu permettere di accusare me per quello che è successo! Odino mi ha voltato le spalle, Thor mi ha voltato le spalle, tutti gli dei con il loro menefreghismo e la loro paura mi hanno voltato le spalle!-
-Nico, è Loki che parla adesso, ti hanno offuscato il cervello, calmati!-
Un figlio di Efesto, a cui prendono fuoco le dita quando comincia ad agitarsi che urla di calmarsi ad un figlio di Ade che può evocare un esercito di zombie legionari al suo servizio per annientarti.
Le cose si stavano mettendo davvero male.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti, Talia Grace
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nowhere says:
Da-da-da-daaan-da-daaaan.
Sono tornata!
Tra computer rotti,
tablet che ti cancellano le storie,
telefonini sulla quale spariscono risposte alle recensioni e MAGGIO,
il mese delle interrogazioni, se ne sono andati due mesi.
 Non rivelerò mai dove abito, altrimenti sono sicura che potrei trovarvi armati di asce e forconi sotto al mio balcone.
(Vi ho detto che ho un balcone, ho paura che mi riuscireste a rintracciare anche solo con questo piccolo indizio).
Ringrazio infinitamente tutti le per aver continuato a seguire la storia anche nei mesi in cui sono stata assente,
ringrazio tutti quelli che hanno messo tra seguite e preferite.
Grazie, grazie davvero, mi riempite di gioia e orgoglio ognuno di voi.

Detto questo vi lascio alla storia, ci vediamo giù.


Ride to meet your fate Ragnarö
k awaits.



Blood Eagle.




Leo.

Leo non aveva chiuso occhio, quel luogo non gli faceva per niente bene. A differenza degli altri semidei, che sembravano già essersi adattati a quelle novità, il figlio di Efesto continuava a sentirsi "scomodo", costantemente in ansia e come se non bastasse le strane voci e sussurri che aleggiavano di notte in quel bosco sinistro non facevano che aumentare il suo mal di testa.
Era toccato a lui il primo turno di guardia, avrebbe dovuto svegliare Percy già da un po', ma aveva davvero poca voglia di addormentarsi con tutte le cose che gli erano successe quel giorno.
Ci fu un fruscio tra i ragazzi addormentati, qualcosa si mosse.
Leo scattò in piedi, avvicinandosi cautamente e accese un fuoco nella sua mano per illuminare la strada. Davanti a lui non sembrava esserci nessuno, quindi si rilassò, buttandosi di peso con un rumoroso sospiro su una roccia accanto al fuoco. Si massaggiò le tempie, era stressato e in debito di sonno, come se non bastasse quel luogo lo metteva parecchio a disagio.
Poi di nuovo quella presenza, questa volta alle sue spalle.
Si voltò di scatto pronto a carbonizzare qualunque cosa si fosse trovato davanti. Ma, fortunatamente, Nico aveva i riflessi pronti e si schivò giusto in tempo per evitare che una piccola palla di fuco lo colpisse giusto in fronte.

«Ok, so di non starti simpatico, ma non credevo saresti arrivato a tanto. Stavi per carbonizzarmi, idiota.» Sbottò Nico, osservando lo sguardo folle e truce che si era acceso negli occhi di Leo.

«Ma sei impazzito!? Mi hai fatto prendere un colpo!» Trattenne un urlo, scuotendolo per le spalle. «Quando smetterai di aggirarti in modo cupo, di notte fonda, in un bosco, mentre ci sono io a farvi la guardia da spiriti demoniaci e mostri potenzialmente assassini, forse potrai evitarti una morte in stile Giovanna D'Arco.» Biascicò Leo, trattenendo la rabbia per non svegliare gli altri. L'avrebbe picchiato se avesse potuto, quasi era dispiaciuto di non avrerlo colpito. Quel ragazzino, con il suo fare saccente e sinistro era parecchio irritante.

Nico intanto ridacchiava sotto i baffi vedendo il riccio agitarsi tanto, probabilmente non l'aveva neanche fatto di proposito. Il figlio di Ade continuava a fissarlo, era come se riuscisse a sentire ciò che provava. Ansia, preoccupazione e stanchezza. A Leo non capitava spesso di sentirsi così sopraffatto da qualche problema. Era solito prendere con leggerezza le sue preoccupazioni e le paure che lo affliggevano, ma con tutte le cose strane che gli stavano capitando era difficile anche per uno come lui.

«Ti ho sentito parlare mentre dormivi, hai avuto un incubo? Sicuro di stare bene?» Decise di rompere il silenzio.

«Mi capita spesso, non è grave... aspetta, questo significa che non hai dormito per tutto il tempo?» Rispose Nico liquidandolo in fretta.

«In effetti ho dormito poco... non molto... no, in realtà non ho chiuso occhio. Dovevo aspettare che qualcuno si svegliasse, poi non riuscivo a dormire, c'è qualcosa in questo posto che non mi convince, sembra...» Si interruppe, pensando alla parola più adatta per quella situazione.

«Un illusione?» Domandò Nico capendo perfettamente quello che stava dicendo. Era già la seconda volta che si completavano le frasi a vicenda.

«Stavo per dire finto, ma "un illusione" rende meglio l'idea. Lo senti anche tu?»

«Più o meno.» Disse distrattamente, accomodandosi su una roccia poco distante da quella sulla quale il figlio di Efesto era già seduto.

«Però non sembra che gli altri se ne siano accorti.» Rispose indicando con un cenno del capo i loro amici addormentati, parlavano a bassa voce per non svegliarli.

«Beh, tu non fare in modo che se ne accorgano. Non so Jason e Piper, ma conosco bene Percy, Annabeth e Thalia, se si sentono in pericolo diventano pericolosi. Aspettiamo e vediamo il reale motivo di tutta questa messa in scena.» Il suo tono era estremamente serio e preoccupato, era sicuro che quello che sentiva non erano solo sensazioni.

«Agli ordini capo! Voi figli dei pezzi grossi avete la mania di comandare cose e persone, siete fastidiosi.» Lo prese in giro il riccio sorridendogli per alleviare la tensione.

«Ma purtroppo non va sempre tutto come speriamo.» Esalò in tono mesto.
Qualcuno smise di russare, probabilmente la stessa persona che si alzò a sedere facendo un casino infernale e svegliando gli altri che gli stavano accanto.
Percy.

«Percy, sei un terremoto!» Si lamentò Annabeth, svegliata dai modi di fare irruenti del suo ragazzo. 

«Scusami sapientona. Stiamo tutti così stretti.» Bisbigliò lasciandole un bacio sulla guancia mentre lei si girò dalla parte opposta totalmente infuriata.
Si alzò in piedi, questa volta in modo più delicato, e si avvicinò ai due amici seduti accanto al fuoco.

«Ehi tu! Quando hai intenzione di dormire un po'? E tu? Che ci fai in piedi, fila a letto, è il mio turno dopo Leo.» Parlottò ancora con la voce assonnata stropicciandosi gli occhi e asciugandosi un rivolo di bava ai lati della bocca.

«Che ti dicevo?» Sghignazzò Leo, dando una pacca sulla spalla a Nico in modo complice. Il figlio di Ade abbassò la testa per nascondere un sorriso, ma non si mosse dal suo posto, mentre l'altro si alzò dando la buonanotte ad entrambi con un cenno.

«Ti faccio compagnia, mi sono riposato abbastanza. Quattro occhi sono sempre meglio di due, non credi?»


***


«Il corvo, le rune, sì! Tutto combacia.» Nel frattempo sull'Olimpo, Atena si alzò di scatto, sventolando delle pergamene in aria in segno di vittoria.

«Spiegati meglio.» Disse il padre sporgendosi verso di lei con aria interessata.

«Il phanteon ἀρχαϊκός* si sta risvegliando.» Disse in tono grave guardando negli occhi gli dei uno per uno.

«Cosa intendi dire?» Chiese Ares ancora più confuso di prima.

«Oh, andiamo Ares, non ti facevo così stupido. Le divinità antiche si stanno risvegliando e stanno portando con se il Grande Inverno. Anche gli umani se ne sono resi conto, la loro influenza si sta facendo sempre più forte. Tutti quei... come li chiamano? Fumetti, film, giochi ispirati a loro. La cultura sta cambiando. Gli ultimi inverni sono stati i più freddi dell'ultimo millennio e di certo non per colpa nostra.» Fece una pausa avvicinandosi ad una colonna in cui erano incise parti della storia dell'uomo. Seguì il percorso con l'indice fino ad arrivare alla Grande Guerra.  «Ricordate la seconda guerra mondiale? Quel folle figlio di Ade e i suoi seguaci si inspiravano a loro, agli antichi, tutte quelle rune, gli ideali di uomo perfetto.» Disse indicando il simbolo delle SS intagliata sulla colonna.

«Avevamo un accordo. La terra è sotto il nostro dominio, loro possono anche tenersi il loro bell'alberello con tutti i loro mondi.» Borbottò Ermes che non riusciva a stare fermo al suo posto.

«Possono esserci soltanto due motivi ad averli portati ad esporsi così tanto. O vogliono distrugerci, o vogliono proteggerci. Ed in entrambi i casi faremo bene a preoccuparci.» Rispose Artemide scrutando gli altri con aria preoccupata.

«I vichinghi hanno sempre significato guai, anche se devo ammettere che sono sempre stati abili navigatori.» Questa volta fu Poseidone a parlare mettendo sempre in mezzo il suo dominio.

«Ma cosa vogliono dai nostri figli? Li hanno presi in ostaggio?» Chiese Afrodite con il suo solito fare teatrale.

«Non ne sono sicura, ma non è un ipotesi da escludere.» La fermò Atena, immersa nei suoi pensieri.

«GUERRA!» Urlò Ares dando un pugno sul tavolo circolare dove subito dopo si formò una crepa.

«Ares calmati.» Urlarono gli altri undici Dei tutti insieme.

***


«Ragazzi, svegliatevi, ragazzi!» Thalia andò a svegliarli uno ad uno bisbigliando come per non farsi sentire.

«Che succede?» Chiese Jason mettendosi in piedi difficilmente.

«C'è qualcuno.» Disse con lo sguardo a metà tra l'eccitazione e la paura. Era mattina già da un po', ma l'aria era ancora fresca.
I ragazzi si guardarono le spalle, le presenze forti attorno a loro erano palpabili, spaventosi occhi gialli riuscivano ad essere scorti tra i folti rami degli alberi che circondavano la radura.
I semidei si risvegliarono in pochi secondi e corsero a prendere le armi.
Un colpo di tosse alle loro spalle. Il rumore di uno scappellotto. Un'imprecazione.
Almeno erano umani.

«Sono minimo una dozzina, non mi sembrano spiriti come quelli già incontrati, mi sembrano vivi.» Disse Thalia sotto voce ad ognuno di loro.

«Cosa hai intenzione di fare? Aspettare che ci attacchino?» Percy si beccò un occhiataccia gelida da Thalia che lo fece ammutolire.

«Lascia fare a me.» Thalia si alzò in tutta la sua altezza, incoccò una freccia e la puntò verso gli alberi.

«Chi siete? Fatevi avanti.» Urlò minacciosa verso i nemici. Gli altri fecero lo stesso, appena svegli, un po' titubanti e impugnarono le rispettive armi spalla a spalla.

«Ce ne avete messo di tempo per accorgervi di noi.» Una voce parlò prendendoli in giro con un tono di scherno. Qualcuno si fece avanti tra la boscaglia, alla destra di Thalia e la cacciatrice di voltò puntandogli l'arco contro. Un omone enorme, con spalle larghe vestito soltanto di una gonnella di pelliccia e un lungo mantello dello stesso tessuto che gli ingigantiva ancora di più le spalle. Ma la cosa più spaventosa era il cappuccio, una testa di orso, con tanto di occhi naso e arcata dentale superirore completamente intatta e scintillante con due zanne grosse e ricurve che gli adornavano i lati del volto. Il suo viso era quasi totalmente coperto dallo spaventoso cappuccio, se non fosse per la mascella ben marcata che spuntava fuori e che faceva un effetto raccapricciante mentre parlava con quelle zanne da orso che gli spuntavano da sopra. Una cosa che si notava un po' meno era la collana, ornata di zanne di qualsiasi tipo di animale feroce e come enorme ciondolo un teschio, che dalle dimensioni poteva essere benissimo umano.

«Abbassate le armi, siamo dalla vostra parte.» Parlò con la sua voce profonda e all'ungando una mano verso la ragazza, come a indicarle di calmarsi.

«E ti aspetti che basta un "siamo dalla vostra parte" per farci abbassare le armi? Chi siete? Cosa ci fate qui?» Chiese Leo scattando affiancando Thalia.

«Calmo folletto, abbassate le armi e vi diremo tutto ciò che volete.» Tutti guardarono istintivamente Thalia, che tutubante annuì abbassando l'arco.

«Il mio nome è Bjorn.» L'uomo si calò il cappuccio lasciando che la chioma bionda sventolasse libera. Aveva un viso sorprendentemente giovane, con una barba non troppo folta. Probabilmente non raggiungeva neanche i vent'anni, anche se aveva una voce da uomo vissuto e un fisico da armadio a quattro ante.  «E loro sono i miei fedeli compagni. Noi siamo Berserker, facciamo parte di una tribù non molto lontana da qui. Abbiamo un voto, un giuramento ad Odino. Se voi siete i semidei di cui abbiamo tanto sentito parlare saremo dalla vostra parte. Ma...» Si fermò improvvisamente con un sorrisetto agghiacciante.

«E ti pareva se non c'era un ma.» Si lamentò Percy allargando le braccia stufo di quella situazione.

«Lui.» Indicò Jason. «Feccia di Roma. Lo uccideremo.» Disse con così tanta leggerezza che sembrò quasi "se fate i bravi vi compro un gelato"«E lui.» Indicò Nico. «Puzza di morte, non vogliamo un tirapiedi di Hel tra noi.» Incrociò le braccia al petto e nel frattempo i suoi compagni si erano fatti avanti uscendo dalla boscaglia.

«Cosa!? Cosa avete contro i Romani?» Chiese Jason confuso e sconvolto. Bjorn stava per rispondere, ma Annabeth lo anticipò.

«I Berserker, guerriri galli, combatevano contro i romani durante le guerre. Con l'avvento del cristianesimo furono etichettati come demoni e adoratori di Satana e costretti al rogo o alla prigionia, scomparvero per questo motivo, i Romani li sterminarono uno ad uno.» Concluse la storia roteando gli occhi, come se fosse una cosa che tutti sapevano.

«Oh, bene.» Sbottò Jason con aria sarcastica, era appena sveglio e la sua mente era già esausta. C'era una dozzina di pazzi vestiti di pelle di orso che lo voleva morto perchè più di mille anni prima altri romani avevano ucciso i loro compagni. Problemi all'ordine del giorno per i semidei.

«Consegnateci il Romano e il protetto di Hel e avrete tutto ciò che desiderate, sarete nostri protetti e vi addestreremo per la guerra.» Disse il giovane capo dei Berserker facendo un passo in avanti per stringere un accordo con i mezzosangue.
«Nessuno parla così a mio fratello. Dovrete passare su di me prima di averlo.» Rispose Thalia, gelida e furiosa impugnando l'arco.

«Ci stai sfidando ragazzina? Lo stai facendo davvero?» Urlò vistosamente alterato il ragazzo.

«Non ripeto le cose due volte, orsetto di peluche.» Tutti ridacchiarono affiancando la compagna. «Fatevi sotto banda di Teddy Bears.»
In un battito di ciglia gli uomini si trasformarono, i mantelli e i cappucci si fusero con la loro pelle e si ritrovarono accerchiati da un branco di dodici orsi grossi ed affamati che avanzavano verso di loro. I semidei furono costretti spalla a spalla, ognuno impugnava la propria arma pronti a fare la prima mossa. Thalia si accorse che aveva troppo poco spazio per tirare con l'arco, quindi in un gesto rapido si staccò il bracciale che si trasformò nel suo spaventoso scudo, L'egida, e impugnò la sua lancia. Partì all'attaccò colpendo un orso nello stomaco con lo scudo e scansando un'artigliata dell'altro con una capriola.

***



Odino entrò nella grande sala e trovò gli altri dei impagnati ad osservare attentamente i semidei che discutevano con il berserker.

«Ma Odino, pensi di aver fatto bene ad usare il bosco dei ricordi come arena?» Chiese Freyr preoccupato guardando le scene.

«Certo, i ragazzi hanno bisogno di temprare il carattere e affrontare veri nemici.» Rispose il padre degli Dei convinto, mentre cercava di ascoltare ciò che stavano dicendo. 

«Si ma la mia prescelta è stata presa dai figli di Loki.» Sbottò Tyr, era rimasto ad osservarli da quando li aveva lasciati.

«E loro non hanno lottato?» Chiese Odino sorpreso.

«Non per molto, pensavano che fosse una prova di coraggio e lealtà.» 

«Era prevedibile. Loki avrebbe comunque trovato il modo di immischiarsi in questa faccenda. Fortunatamente ha scelto la più forte e leale tra i semidei, sono sicuro che non si lascerà corrompere dai suoi sortilegi.» Lo rassicurò mentre scrutava la scena ai suoi piedi senza sentire ciò che si dicevano.

«Tesoro. Vieni a dare un occhiata.» Disse Sif richiamando l'attenzione di Thor.

«Uh Björn li ha trovati. Sono curioso di vedere come combattono.» Sorrise entrando nella stanza.

"Lui. Feccia di Roma. Lo uccideremo." Il berserker parlò, indicando il romano.

«Padre. Hai sentito?» Chiese Thor preoccupato, correndo verso di lui.

«Silenzio!» Ordinò Odino e tutti ubbidirono. Rimasero ad osservare la scena che degenerava fino all'inizio del combattimento.

«Lei è mia, per le zampe di Sleipnir, non ho mai visto nessuno combattere in quel modo. Sembra quasi una valchiria. Siamo sicuri che non sia una mia figlia dimenticata?» Chiese il dio del tuono stupefatto.

«No Thor, c'è un dio su Midgard che ha i tuoi stessi poteri ed è anche più potente. Quante volte dobbiamo ricordartelo?» Rispose la madre, che intanto era rimasta ad osservare la scena compiaciuta.

«Vacci piano, vorrei proprio vedere quanto realmente quello Zues è più potente di me.» Sbottò incrociando le braccia al petto.

«Si chiama Zeus.» Lo corresse Freya ridacchiando sotto i baffi.

«Tacete sciocchi!» Urlò Odino, sfinito da quel battibecco.

«Che mi caschi uno Jötun, era un fulmine quello?» Disse sorpreso Njord indicando Thalia che aveva appena stordito uno degli orsi con un fulmine. I ragazzi erano quasi allo stremo delle forze e a stento ne avevano ferito due.

«Anche il romano è potente, ma non combatte come la mia valchiria, sono davvero innamorato di quella ragazzina.» Sentenziò Thor ridacchiando alla scena, mentre Sif gli lanciava un occhiata gelida.

«Ma è amore platonico! Oh tesoro, sai che non amerò mai nessuno più di te.» Si scusò iginocchiandosi in modo teatrale.

«Comunque non ricambierebbe.» Sbottò Freya divertita dalla scena.

«Impossibile, nessuno resiste al mio fascino.» Si pavoneggiò il dio delle tempeste scuotendo i capelli.

«E quell'elfo sputafuoco lì?» Chiese Tyr cambiando discorso. «Qualcuno pensa di addestrarlo?» Nella stanza calò un silenzio di tomba, quel ragazzino non era per niente adatto alla vita vichinga, questo si vedeva chiarissimamente, ma nessuno aveva il coraggio di contraddire Odino.

«In realtà io avevo intenzione di proteggerlo, ma non penso sia ancora giunto il momento.» Disse Sif timidamente rompendo il silenzio.

«Tu? E cosa gli farai? Metterai un fiammifero ambulante a difendere le spighe di grano?» La schernì Tyr corrugando le sopracciglia e guardandola scettico.

«Sono sicura che ne sarebbe all'altezza.» Rispose accigliata incrociando lo braccia al petto.

Il silenzio calò nella stanza, gli dei erano tutti presi da quella battaglia.
Annabeth fu la prima a cadere, poi la seguì Piper e Leo. Percy corse verso la sua ragazza e continuò a proteggerla combattendo contro tre orsi mannari contemporaneamente. Jason intanto li attaccava dall'alto, ma le loro armi terrestri non sembravano neanche graffiarli. Rimasero in piedi Thalia e Nico, spalla a spalla, Percy ne distraeva tre, Jason altri due, mentre un paio erano stati storditi e rimasti al tappeto. Quattro orsi più il loro capo, Bjorn, avanzavano minacciosi verso la Cacciatrice e il figlio di Ade, la ragazza stava per partire all'attacco ma il ragazzo la fermò e prendendo un profondo respiro si accovacciò toccando la terra. Era il suo asso nella manica. La terra tremò facendo barcollare tutti prima di spaccarsi tra i ragazzi e gli orsi. Anime fatte di luci verdastre risucchiarono tre orsi che si aggrapparono ai bordi del crepaccio ringhiando prima di cadere nell'oscurità. 

«Padre. Penso che abbiano bisogno di una mano, i berserker ci stanno andando pesanete.» Thor si avvicinò al padre e lo scosse per una spalla.

«
Non li uccideranno.» Lo liquidò con un gesto della mano tornando ad osservare la scena.
Björn superò il crepaccio con un balzo atterrando davanti ai ragazzi con un ruggito che fece tremare tutti. Nico cedette per un attimo e prima che Thalia potesse afferrarlo si ritrovò con la faccia nell'erba bloccata da un'artigliata. Percy intanto cadde e uno degli orsi approfittò del momento di distrazione per afferrare Jason per un piede e lo scaraventò sul terreno violentemente.

«Oh si invece, vogliono uccidere il romano.» L'espressione sul volto di Odino si incupì.

«Non diranno sul serio.» Fece con il fiato corto dall'emozione.

I berserker si tramutarono in umani e ammucchiarono i corpi dei semidei storditi. "Portiamoli all'accampamento, legateli e preparate gli attrezzi per un Aquila di Sangue." Ordinò Björn con aria di chi non ammette contraddizioni.

Tutti gli dei si portarono le mani alla bocca sconvolti.

«Thor prepara il carro. Andiamoci a prendere ciò che è nostro da quei pazzi fanatici.» Così dicendo Odino si alzò scaraventando una sedia all'aria e spalancando le porte con un gesto.

***




*Arcaioco
**Aquila di Sangue è una tecnica di tortura usata dalla popolazione nordica durante il medioevo. (Se siete curiosi date un'occhiata. http://it.wikipedia.org/wiki/Aquila_di_sangue)


N O W H E R E says: In questo capitolo avete conosciuto i Berserker (per chi è meno informato leggesse qui http://it.wikipedia.org/wiki/Berserker) adorabilmente spietati che vogliono uccidere il biondo più biondo di tutti (si, la scena in cui l'orso prende Jason e lo sbatte sul terreno me lo sono immaginata tipo la scena di Hulk che prende Loki e lo sbatte a destra e a manca in Avengers, un po' meno violenta https://31.media.tumblr.com/a3b0f6f2bbe8dae60fc3b4991959f578/tumblr_n6z12lh5BV1t8sfsgo2_r1_250.gif)
Come avete letto, questo capitolo è principalmente di azione, quindi non ci sono moltissime spiegazioni su quello che è successo nei capitoli precedenti. I priossimi saranno più lenti e ci saranno chiarimenti su Clarisse, i figli di Loki e la dea Hell. 
Non so chi avrà ancora la pazienza di leggere e s(u/o)pportare questa ff, se ci fosse ancora qualcuno, alla prossima.
Bye, N O W H E R E.
  
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