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Autore: Andromeda Lair    11/06/2014    4 recensioni
Ayano e Kuroha si incontrano nel Daze. Succederà qualcosa di inaspettato... O no?
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayano Tateyama, Kuroha
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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"A-ya-no-chan~"

"Che diamine vuoi, mostro?!" disse la ragazza girandosi di scatto verso il suo interlocutore.

"Oh, non è bello essere così scortese... Nee-chan..." ed un sorriso malato e pieno di scherno si aprì sul volto di Kuroha.

"SMETTILA! NON HAI IL DIRITTO DI CHIAMARMI IN QUEL MODO! SMETTTILA, SMETTILA, SMETTILA!" gli urlò contro la ragazza, furiosa come mai era stata prima. Quell'appellativo le riportava alla mente troppi ricordi, e pronunciato dalla bocca di quel mostro assetato di sangue diventava viscido, sporco, quasi perverso. Rabbrividì ripensando a cosa aveva fatto alla sua famiglia e ai suoi amici.

"Oh-o!" esclamò il ragazzo. "La signorina comincia a scaldarsi... Facevi così anche con quegli altri tre mostriciattoli?" disse, il sorriso che gli si allargava sulla faccia.

In un attimo Ayano gli fu davanti, lo prese per il collo della maglietta e lo avvicinò a sé, gli occhi ridotti a fessure e pieni di odio puro.

"Non azzardarti. Non giocare col fuoco, novellino, potresti farti molto male. Tu non sei degno neanche di pensarli" disse in un sibilo.

Kuroha si era stupito per un attimo dello scatto della ragazza, ma presto quello stupore si era trasformato in malizia. Amava quegli occhi rossi, simili a quelli della Padrona, e vederli così infuocati lo soddisfaceva ancora di più.

"Uh, come siamo irruenti..."

E la baciò.

Ayano spalancò gli occhi, completamente presa alla sprovvista, lasciò la presa su Kuroha. Il ragazzo ne approfittò per stringerla, in modo che non potesse scappare. Mentre la baciava e con una mano la teneva, l'altra aveva cominciato a serpeggiare sotto la maglia della ragazza.

Ayano si divincolò e si allontanò più possibile, continuando comunque a stargli davanti.

Sputò a terra disgustata e si accorse che c'era del sangue. Ce n'era una goccia anche sulle labbra di Kuroha. Le aveva morso la lingua mentre la baciava.

"Fai schifo! Sei un bastardo!" sbraitò Ayano pulendosi la bocca con la manica della divisa. "Lo sai che-"

"Io so che cosa, esttamente?" disse lui leccandosi le labbra.

Ayano si zittì. Non sapeva come dire che amava Shintaro, ma Kuroha sembrò leggerle la mente.

"Che ami quell'hikineet? Seriamente? Quel perdente?" e scoppiò in una risata fragorosa.

"Tu..." Ayano lo stava odiando sempre di più. Strinse i pugni e si costrinse a rimanere ferma.

Si girò e se ne andò, più in fretta possibile. Ma non sarebbe passato molto prima del loro prossimo incontro, il Daze era piuttosto piccolo.

- Non molto tempo dopo

Alla fine si rincontrarono, proprio come Ayano aveva previsto. Le sembrava passata un'eternità da quella volta. Cercò di scacciare via quei ricordi spiacevoli: la sensazione del corpo di Kuroha attaccato al suo, con la mano di lui che le alzava la maglia, le labbra premute insieme e la sensazione umida di quel bacio sottrattole con la forza. Scosse la testa.

Decisamente avrebbe fatto meglio a non avvicinarsi, eppure... Kuroha sembrava diverso dall'ultima volta, più triste, più... solo. Era seduto con la schiena appoggiata al tronco di un albero, finito lì per chissà quale motivo, forse creato da Kuroha stesso.

Si avvicinò piano, e quando gli fu quasi accanto parlò.

"Perché l'hai fatto?" Non c'era accusa nelle sue parole, né rabbia o altro, solo curiosità. Da quella volta, la domanda che aveva occupato la Mente di Ayano era un grande, grosso 'perchè'.

"Non lo so."

La risposta sorprese Ayano. Le rispondeva così? Senza malizia, scherno o altro? Senza il minimo cenno di un sorriso o di una risata? Senza provarci di nuovo?

"Io... Io credo..." stava continuando Kuroha con voce più flebile "Credo di amarti, Ayano."

Silenzio. Quel silenzio fermo del Daze sembrava essersi insinuato nella ragazza. Aveva sentito bene? Era incredula. Doveva essersi sbagliata, non era possibile che Kuroha, quel Kuroha, avesse detto di amarla.

Il ragazzo portò le ginocchia al petto e si prese la testa tra le mani.

"Perché!? Perché ogni volta che ti vedo sembra che il cuore mi voglia sfondare il petto!? Perché quando penso al fatto che sei innamorata di quell'hikineet vorrei ucciderlo!?" A quelle parole Ayano rabbrividì, consapevole che Kuroha ne sarebbe stato capace. "Perché voglio averti per me?! NON NE POSSO PIÙ!"

Kuroha si stava stringendo la testa talmente forte da lasciarsi i segni delle unghie sulle tempie, mentre si dondolava avanti e indietro. Nonostante la cattiveria che aveva mostrato in molteplici occasioni, Kuroha aveva un cuore, sorprendentemente l'aveva.

A quella vista Ayano, che aveva sempre cercato de aiutare gli altri, non poté resistere. Gli si inginocchiò vicino, gli prese i polsi e gli tolse le mani dal viso, in modo che non potesse più farsi del male.

"Kuroha smettila! Non... Non fare così! Ti... prego."

Aveva le lacrime agli occhi, aveva ferito un'altra persona, di nuovo era colpa sua.

Scoppiò a piangere appena gli occhi gialli di lui si incontrarono con i suoi. E pianse anche lui. Ayano prese delicatamente la testa di Kuroha e se la posò sul petto, mentre continuava a carezzargli i capelli e a sussurrargli parole di conforto che non avevano senso neanche per lei. Ayano aveva capito: Kuroha non era cattivo, era solo fragile, come il cristallo.

Poco prima che si addormentassero, il ragazzo sussurrò un 'ti amo' a voce bassissima. Quel giorno dormirono abbracciati e, forse, Kuroha fece un sogno anziché un incubo. Anche lui fu felice, per una volta.
  
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