Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Nerea_V    11/06/2014    4 recensioni
'Concentrati sulle cose semplici.
Semplice a dirsi. L’unica cosa che riuscivo a percepire era la superficie dura e fredda su cui ero stesa. Cercai di aprire gli occhi, ma nonostante sentissi le palpebre alzarsi non notai alcuna differenza. All’inizio vedevo una leggera luce, ma presto neanche quella mi raggiunse più e non vidi altro che buio attorno a me'
[NON FINITA - non so se o quando la finirò... scusate]
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ben Breaden, Claire Novak
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Arrivammo in pochi minuti al cimitero con il Pick up. Scendemmo dalla vettura e prendemmo i borsoni dal retro riempiendoli con le ultime cose, poi ci avviammo al capanno. Se qualcosa si nascondeva da quelle parti, quello era l’unico luogo possibile in zona.
L’edificio era sicuramente stato abbandonato molti anni prima. Era costruito principalmente con lastre metalliche ormai arrugginite, che sembrava in bilico una sull’altra. Attorno e sopra la struttura la natura aveva ripreso a crescere incontrastata. Rami di rampicanti ormai ricoprivano l’intero tetto e ricadevano sui lati. Ne scostammo alcuni per arrivare a quella che sembrava l’entrata principale. Sembrava chiusa, ma bastò un po’ di pressione in più perché si aprisse. Puntammo subito due pistole caricate con proiettili d’argento avanti, ma non c’era nulla davanti a noi. Letteralmente nulla. La stanza era piuttosto ampia, ma vi erano solo un paio di scatoloni sul lato sinistro e una sedia rotta in fondo a fianco di una delle due finestre, da cui proveniva la debole luce che riusciva a superare i rami che le ricoprivano. Sulla destra si apriva una porta divelta che dava su una stanza ancora più in ombra di quella in cui eravamo. Sicuramente era quella circondata completamente dai rampicanti e dagli alberi.
Mentre Ben andava a controllare il sottoscala io mi diressi con la torcia proprio verso quella stanza. Mi sporsi leggermente girando la luce in tutte le direzioni, ma niente, solo calcinacci sparsi qui e là e un piccolo mobile completamente corroso dai Tarli.
Un rumore si sentì arrivare dal primo piano e mi voltai di scatto verso Ben e lui fece lo stesso. Annuimmo in un muto consenso di dirigerci insieme in quella direzione. Fatti i primi gradini un altro rumore spezzò il silenzio, leggermente più alto e vicino. Lo riconobbi come un lamento dolorante e stanco, di chi ormai non ha più speranze e sentii la smania di trovare questo qualcuno e aiutarlo crescere in me, ma mi mantenni cauta dietro a Ben. Mentre salivamo, un passo alla volta controllando di non far troppo rumore, Ben controllava che non arrivasse nessuno dall’alto e io continuavo ad osservare dietro di me. Da nessuna delle due direzioni però arrivo niente. Ebbi solo l’impressione di veder passare velocemente un ombra nel mio campo visivo, ma fu un attimo e cercai di essere più attenta. Se ricompariva, non poteva essere una semplice impressione.
Arrivammo al piano di sopra senza che io potessi accertarmi che quell’ombra fosse davvero esistita. Quella doveva essere l’ala degli uffici nei tempi in cui il magazzino era in funzione. Il corridoio era stretto e vi si aprivano tre porte con fuori quelle che dovevano essere le targhette identificative, ormai illeggibili. Ci avvicinammo alla prima porta, formata solo dall’infisso e Ben entrò a controllare mentre io sorvegliavo il corridoio, ma tornò indietro scuotendo la testa. Mentre ci dirigevamo alla seconda stanza sentimmo un altro lamento flebile giungere proprio da quest’ultima e propagarsi per la struttura.
In accordo io e Ben andammo prima a controllare la terza stanza per accertarci che fosse vuota, ma era chiusa a chiave. Tornammo verso la stanza che si trovava poco più indietro e spinsi il battente mentre Ben illuminava pia piano la stanza.
Non era messa meglio delle altre, c’erano calcinacci ovunque e la luce filtrava poco dalla finestra che c’era in fondo alla stanza, sempre per causa dei rampicanti. Osservando poi sulla destra trovammo la fonte dei lamenti. Il corpo di un ragazzo era legato a una sedia, la testa reclinata su un lato e la camicia completamente imbrattata di sangue che sembrava provenire dal collo o dalla spalla. Non sembrava molto cosciente di quello che gli accadeva intorno, avvicinandoci, la luce illuminò altri due corpi riversi al suo fianco, a terra e immobili. Girandoli li riconobbi come gli altri due uomini scomparsi, ma purtroppo erano deceduti già da tempo.
Mi avvicinai assieme a Ben all’altro ragazzo, gli alzai il volto, ma quando aprì gli occhi puntandoli su di noi, non sembrò vederci realmente. Controllai la ferita che aveva sul collo e non c’erano più dubbi.
- Vetala.- Dissi sussurrando a Ben.
Mi girai verso di lui e lo trovai con gli occhi sbarrati. Sapevamo cosa voleva dire. Loro non cacciavano mai da sole e solitamente non stavano mai via molto dalla loro tana. Bisognava fare in fretta. Inizia subito a slegare i nodi ai polsi del ragazzo, mentre Ben disfaceva quelli che legavano le caviglie ai piedi della sedia.
Mentre ero impegnata nel mio lavoro vidi distrattamente Ben accasciarsi a terrà gemendo. Mi alzai di scatto e lei era lì. Una bellissima e giovane ragazza mi osservava mentre teneva reclinato il capo di Bene e ne mostrava il collo. Quando i nostri occhi si incrociarono mi mostrò i canini  abbassandosi su Ben.
- Chi abbiamo qui? Due intrepidi cavalieri.- Disse quella sarcastica.
La fulminai con lo sguardo cercando di valutare quello che potevo fare. Non avevo un coltello d’argento, solo dei proiettili nella pistola che avevo lasciato a terra. Ben invece sapevo che lo aveva. Lo aveva rubato a suo tempo al cacciatore che stava a casa sua e non glielo aveva mai rivelato. Lo teneva sempre nel retro dei pantaloni. Se solo fosse riuscito ad arrivarci.
- Bene, quando le mie due sorelle torneranno qui, scopriranno che sono riuscita a fare scorta pur rimanendo di guardia a quel bel bocconcino.- Continuò la ragazza.
Come avevo fatto a non prendere in considerazione che potessero essere più di due? Come avevo fatto a farmi fregare come una novellina? Beh, il danno era fatto e dovevo prendere tempo affinché si distraesse da Ben e lui riuscisse a sfilare il coltello per colpirla.
- Tre. Dovevo aspettarmelo. Quando qualcosa può essere semplice, non lo è mai.- Dissi.
- Oh, beh su questo sono completamente d’accordo.- Disse lei ghignando. – E adesso abbiamo altri due bocconcini succulenti da spolpare ben bene. Quello lì è quasi andato.- Dissi riferendosi al ragazzo ormai privo di sensi dietro di me.
Vidi Ben spostare lentamente una delle mani dietro di sé, cercando di fare il più lentamente possibile.
- Non ti senti un po’ rinchiusa sempre qui dentro?- Chiesi.
- Non provare questa tattica con me signorinella. Io e le mie sorelle ci dilettiamo nella caccia quando e come ci va. Non provare a mettermi contro di loro, so come funziona.- Disse lei.
- Oh beh, io ci ho provato.- Dissi ghignando.
- Sarai felice di sapere che sono appena rientrate. –
Poi si sentirono dei rumori al piano di sotto e una voce provenire dal fondo delle scale. – Linn, sei di sopra?-
- Venite, ho una bella sorpresa per voi.- Disse Linn rivolta alle nuove arrivate.
Poco dopo sullo specchio della porta comparvero altre due ragazze molto simili alla prima. Erano tutte e tre molto alte, capelli lunghi castani, anche se una di loro aveva una tonalità molto più chiara, e tratti del viso aguzzi.
Arrivate nella stanza si guardarono attorno e ci individuarono subito. – Ma guarda, due topolini in trappola.- Disse quella ridendo.
Le guardai e loro non si mossero, rimasero lì tranquille come se non avessero la minima paura che potessi scappare. Ed effettivamente avevano ragione, ero da sola, disarmata e di certo non avrei lasciato Ben da solo.
Stavo valutando i rischi che avrei potuto correre, cosa sarei riuscita a fare, mentre loro continuavano a mandare frecciatine, giocando con me come con un topo in trappola. In quel momento un ombra comparì da dietro le due ragazze sulla porta, un ombra ormai familiare. Nessuno si era accorto della sua presenza, tranne me. Sentii il suo sguardo perforarmi e io sollevai lo sguardo verso il suo viso, intravedendo solo un velo di barba attorno alla bocca che si aprì in un ghigno sardonico. Lo vidi alzare la mano facendomi il saluto militare e poi sparì.
Nello stesso istante una delle due Vetala davanti a lui si accasciò a terra incominciando a decomporsi, come se fosse stata colpita da un pugnale di argento.
Ancora scioccata guardai verso Ben, mentre le due sorelle si voltavano confuse e infuriate, senza riuscire a capire cosa stesse succedendo. Ben invece non si scompose, o almeno non lo diede a vedere, approfitto della situazione per sfilare il pugnale dal retro dei jeans e sfilarsi dalla presa ormai insicura della creatura. Si girò e conficcò il pugnale nel suo cuore. La terza si voltò infuriata verso Ben, ma mentre si preparava a colpirlo, recuperai la pistola da terra e gli sparai un colpo in testa per stordirla il tempo necessario per far sì che Ben la uccidesse.
Riprendemmo fiato mentre gli ultimi due corpi si continuavano a disgregare, andando a far compagnia alla loro prima sorella. Poi ci avvicinammo al corpo del ragazzo per finire di slegarlo e portarlo all’ospedale.
- Che cos’è stato prima?- Chiese Ben.
- Non lo so, ma era ancora quella figura.- Risposi concentrandomi sulle funi avvolte attorno ai polsi della povera vittima, cercando di trovare una qualche spiegazione a tutto quanto.
- Ok.- Disse lui. – Stiamo attenti mentre usciamo, non sappiamo quali siano le sue vere intenzioni.-
Issammo le sue braccia sulle nostre spalle per sorreggerlo meglio nel tragitto, tenendo comunque gli occhi aperti e puntando le torce ovunque lungo il tragitto ma niente. L’ombra non si era fatta più vedere.
Portammo il ferito sul retro del Pick Up dove era rimasto Night in attesa e gli si stese accanto, come a fargli la guardia.
-  Dobbiamo prima dargli l’antidoto che è sotto il sedile del passeggero, prendilo per piacere. Poi lo portiamo al pronto soccorso.-
Mentre lui rovistava frenetico alla ricerca dell’ampolla e della siringa, mi voltai sentendo ancora quella dannata sensazione. Non lo vedevo, ma sapevo che era lì ad osservarmi. In quel momento però non me ne potevo preoccupare avevo altri problemi a cui pensare. Ben arrivò e mentre io legavo un pezzo di stoffa come laccio emostatico, lui preparava la siringa che poi iniettò al ragazzo.
Fatto questo lo sistemammo meglio disteso e mi rivolsi a Night. – Se gli succede qualcosa avverti.- E lui in tutta risposta mi guardò fisso come ad assentire.
Poi salii di corsa al posto guida e partimmo per l’ospedale della città, mentre Ben informava in forma anonima le autorità, per il ritrovamento degli altri corpi.. Lo lasciammo all’ingresso, affidandolo a un paio d’infermiere che lo portarono subito a farlo visitare, intimandoci di rimanere lì per delle domande. Ovviamente quando tornarono, noi eravamo spariti. Già diretti verso un'altra città e un altro caso.
 
 




 
Angolo autrice
Ok, ecco la seconda parte.
So che è corto... scusate :(
Per i prossimi capitoli ci sarà un pochino da aspettare, devo ancora metterli giù. Dovrei avere un altro esame su cui concentrarmi, ma dovrei anche avere il tempo di scrivere...
Incrociate le dita per me, ho voglia di scrivere >.<
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Nerea_V