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Autore: Liya_Sazza    11/06/2014    2 recensioni
Delle volte per non soffrire si scappa senza voltarsi più indietro altre, bisogna solo mettere da parte l'orgoglio e ricominciare tutto da capo
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Devi tornare a casa Andy, papà sta male e chiedere di te"
Non è il massimo della vita svegliarsi con un messaggio del genere in segreteria, io e mio padre non siamo mai andati d'accordo e quando si è separato da mamma sono andata a vivere con lei in Europa. Mi sono lasciata tutto alle spalle, senza pensare a niente, volevo solo allontanarmi da mio padre il più possibile. Grazie a lui ho perso tutto; il mio ragazzo, gli amici più stretti, mi ha fatto vergognare così tanto da voler solo scappare, senza dare spiegazioni a nessuno. Eppure sono su un aereo diretto a Sydney, sperando che sia cambiato, sperando che mi faccia le scuse che attendo da tre ormai.
Fa strano tornare a casa dopo tanto tempo, trovarmi ancora davanti a quella porta, quella casa che ho odiato e che odio tutt'ora, che mi ha messo davanti ad una scelta, io o lui, ha vinto lui ed io me ne sono andata. Busso alla porta trovandomi davanti l'unica persona che non volevo vedere.
Anne: Andy?
Io: cosa ci fai qui?
Anne: sai io e tuo padre...
Io: non voglio sapere niente, me ne vado.
Anne: Andy aspetta.
Sono stata una stupida a pensare che fosse cambiato, a pensare che forse voleva davvero vedermi per chiedermi scusa, magari non sta nemmeno male, solo una scusa per farmi ancora più male, per farmi vedere che è lui quello forte e io sono rimasta la ragazzina di quindici anni, che subisce abbassa la testa e se ne va. I miei piedi mi portano alla pista di pattinaggio, non sono mai stata brava a pattinare, anzi non riesco nemmeno a stare in equilibrio sui pattini, ma per lui non era mai stato un problema, lo divertiva vedere le mie espressioni di terrore nel volto quando lasciava le mie mani e prontamente finivo col sedere atterra, non potevo farne a meno, e lui iniziava a ridere, rideva come un matto, e quella risata contagiava anche me. Mi faccio coraggio e vado sulla pista, per provare anche una volta quella sensazione, come se lui fosse ancora dietro di me a tenermi, per evitare di farmi cadere, ma lui non c'è, e prontamente finisco col sedere sul ghiaccio freddo.
X: sei sempre la solita.
Tre mani sono tese verso di me per aiutarmi ad alzarmi, ma so già a chi appartengono, non avrei mai potuto dimenticarmi le loro voci, mi sono sempre stati accanto, dopo tutto quello che è successo sono stati gli unici a darmi una buona ragione per restare, per lasciare scivolarmi tutto addosso, ma in quel momento volevo solo scappare, ma mi ha fatto piacere che almeno ci hanno provato.
Io: simpatico Clifford, simpatico
Si crea una risata generale e provo a tornare in equilibrio sui pattini afferrando le loro mani. Li guardo uno per uno, sono rimasti uguali a quando me ne sono andata, forse si sono alzati ancora di più, o sono sempre io che divento ogni giorno più bassa.
Michael: sai mi mancava sentirmi chiamare per cognome.
Io: mi siete mancati anche voi.
Mi stringo in un abbraccio di gruppo, almeno riesco a rimanere in equilibrio stretta in mezzo a loro. Mi sono manca davvero tanto, mi fa strano stare ancora in mezzo a loro, sentirmi così bene, sono diventati la mia seconda famiglia.
Luke: senza Ashton non riesci proprio a reggerti in piedi eh?
Abbasso lo sguardo sentendo quel nome. Non ho mai smesso di pensare a lui, non c'è stato un solo giorno che non abbi pensato a lui, a tutto quello che abbiamo passato e con una folata di vento se n'è andato e io con lui. Vedono che sono a disagio a sentire quel nome, alzo la testa sorridendo.
Io: no, non né sarò mai in grado.
Calum: sa che sei tornata?
Io: ho visto sua madre a casa mia, non sa se le ha già parlato.
Luke: Andy non puoi evitarlo così.
Io: sapeva tutto Luke, sapeva e non mi detto niente. Non ha nemmeno provato a fermarmi.
Perchè devono farmi ricordare tutto questo? Mi torturo già abbastanza da sola, non c'è bisogno che ci si mettono anche loro. L'ho amato come può amare una ragazza di diciassette anni, mi sono sempre data la colpa io di come è finita, ma forse non dovevo. Le cagate si fanno sempre in due, se qualcosa si rompe, dobbiamo essere noi in grado di saldarlo, e se non riusciamo siamo colpevoli entrambi, non solo uno.
Vedo Calum tendermi una mano per aiutarmi ad uscire dalla pista, l'accetto volentieri e mi trainano a togliermi i pattini. Nessuno dice una parola, tutti sappiamo che parlare in questo momento può solo peggiorare la situazione, li saluto con la mano, ricambiamo e tornano sulla pista mentre io vengo bloccata da qualcuno che mi cinge la vita alle spalle.
Il suo profumo invade le mie narici, quando mi è mancato sentirlo addosso, guardo quelle dita enormi che ero solita a prendere in giro e metterle contro le mie per confrontarle, non lo ha mai sopportato, era l'unica cosa che lo metteva di buon umore quando era giù, e avrei dato qualsiasi cosa per vedere di nuovo quelle fossette sul suo viso.
Ashton: ti va di pattinare?
Io: ho già preso una culata non vorrei replicare.
Ashton: ci sono io, sta volta non ti lascio andare via tanto facilmente.
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Ecco a voi la miglior schifezza del secolo. Erano giorni che l'avevo in testa e forse era meglio se rimaneva li.
Vi prego non tirate pomodori contro lo schermo che poi rovinate il computer e mi sentirei terribilmente in colpa :(
Ad ogni modo se volete lasciare una recensione o anche un pomodoro è ben accetto.
Un bacione Sara

 

  
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