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Autore: Valerie Clark    12/06/2014    0 recensioni
''Alla fine lei alza gli occhi e si accorge della ragazza vestita da maschio, ‘Ciao’; ‘Ciao’ sorride l’altra.
Sanno che è quello che hanno sempre cercato
Gli basta.''
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Tra un pub e la luna
 
C’è una donna seduta in un pub, alle undici meno un quarto, di sera, di notte, da sola, al buio. È seduta al bancone e sorseggia una birra. Ha gli occhi bassi, vuoti. Continua a sfogliare il menù, a leggere i piatti del giorno, a guardare i prezzi; tutto l’annoia, niente le interessa.
Il campanello sopra la porta suona; nuovo cliente. Lei non alza gli occhi; com’è possibile che degli occhi così belli siano incatenati al terreno? Verrebbe voglia di rapirli, quegli occhi così verdi e silenziosi. No, silenziosi no; sicuramente urlano, sicuramente , lei, è una di quelle persone che non fa rumore, starnutisce in silenzio, respira piano, ma ha gli occhi che gridano. E allora perché gridano contro il pavimento di questo pub, riempito di gente che ha ormai perso i freni inibitori, di gente che da un pezzo non abita più il corpo in cui vive?
Lei non c’entra niente qui in mezzo, lo sa bene, lo sa lei, lo sanno gli altri, lo sa la ragazza vestita da maschio che è appena entrata, facendo suonare il campanello sopra la porta. Ma a lei non importa; è venuta a Londra per realizzare i suoi sogni, poi li ha persi, in un punto a metà tra la paura del rischio e la debolezza.
La ragazza vestita da maschio si siede al bancone, a qualche sgabello di distanza da lei. Ordina una birra, scura, grande. I vestiti da maschio, le birre da maschio; cerca in tutti i modi di nascondere la sua femminilità. Si guarda intorno. Ha gli occhi grandi e neri, brillanti come le lampadine a neon che ci sono sui muri. Scoppiano fuori scintille da quegli occhi. Lei sì che c’entra, in questo posto, lei sì che può dire di essere a casa in questo pub, in questa notte, a quest’ora, in questa Londra. Continua a guardarsi intorno incuriosita, sembra che sia tutto così nuovo per lei. Gira il viso e si accorge della donna; si alza, si sposta qualche sgabello più in là, le si avvicina. La guarda, la fissa dritta negli occhi, o nelle palpebre sarebbe meglio dire.
Alla fine lei alza gli occhi e si accorge della ragazza vestita da maschio, ‘Ciao’; ‘Ciao’ sorride l’altra.
Sanno che è quello che hanno sempre cercato
Gli basta.
Non si danno neanche il tempo di conoscersi, sono già per strada, mano nella mano, insieme. Camminano, girano l’angolo, camminano, attraversano la strada. Il rumore veloce delle chiavi nella serratura. Salgono le scale e sono già sdraiate sul letto, così nude che a coprirle quel minimo c’è solo un velo di paura e agitazione.
Un bacio, un respiro pesante, una carezza.
Mani che scorrono, parole sussurrate, poche ma forti.
Lingue che si muovono fameliche.
Sotto gli abiti della ragazza vestita da maschio, c’è un corpo che ella ha sempre tentato di nascondere; c’è biancheria di pizzo che non lascia spazio alle bugie.
Sotto gli occhi bassi di lei, c’è nascosto il desiderio, che non da tempo all’insicurezza.
Non si conoscono, non conoscono nemmeno l’una il nome dell’altro, nemmeno l’una il nome proprio; non si conoscono ma si sono cercate per giorni, mesi, anni.
Vogliono entrambe qualcosa di più, e tra un bacio rubato ed un gemito messo a tacere, si sente ‘Portami sulla luna, te ne prego’.
   
 
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