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Autore: KokoroChuu    12/06/2014    7 recensioni
366 parole di mielosità rovesciata.
Perchè si, per amare ci vuole la licenza. Ma una volta reperito il permesso di mamma Atena, bisogna fare i conti con l'ignobile e irrefrenabile scorrere del tempo...
Io: Invadiamo di nosense anche la povera sezione di Percy.
Togliamo la maschera della RagazzaDistruttaDalDolore e caliamoci nella parte di colei che vi ferirà gli occhi dopo le prime righe di fic.
Se recensite vi regalo un morbidoso peluche di Percy vestito da coniglio (e qui la colpa non è mia...)
Grazie alla mia "Beta" oSiRiS che è stata pressoché inutile.
Buona lettura, lasciate una recensione, non mangio nessuno.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perchè per amare, ci vuole la licenza

 

Le sue mani erano ormai diafane, trasparenti.

Ne era passato di tempo, diamine.

La pioggia cadeva sottile, gli accarezzava la nuca, bagnava i pochi capelli radi sul capo dell'uomo. Era fresca, primaverile, così giovane, così diversa da lui.

L'ombrello giaceva poco lontano, dimenticato.

La tomba bianca era lì, invece.

Gelida sotto le sue dita.

La tomba più bella del camposanto. Bianca, enorme, riccamente elaborata.

L'aveva progettata lei.

Perseus stringeva con l'altra mano il progetto, nascosto sotto la giacca, che ritraeva la tomba, disegnata con inchiostro nero.

I ricordi, si sa, sono bastardi.

Eccoli lì, tutti insieme, gli crollavano addosso come una montagna cui sono mancate le fondamenta.

Si rivide ragazzo, con Vortice stretta tra le mani, allora forti e salde.

La scena cambiò e tra le mani stringeva quelle di Annabeth. Erano morbide e vellutate, come la buccia di una pesca.

L'oceano era di fronte a loro, e ormai erano adulti.

I capelli di Annabeth brillavano e ondeggiavano, come il mare, come un campo di grano scosso dal vento.

Profumavano di ambrosia, o forse era solo la sua immaginazione.

-Ti amo da impazzire.

Che cosa stupida e scontata. Percy si vergognò un po' di se stesso.

-Oh, ne sei sicuro? - disse lei, sorridendo. Fece scivolare via le mani dalla presa e si voltò, saltellando nel campo, scendendo fino alla battigia.

Percy la seguì docile, ammaliato dai suoi movimenti.

Era davvero bellissima.

Quando i piedi di entrambi erano ormai immersi nell'acqua, Percy trovò il coraggio di rispondere.

-Certo che ne sono sicuro.

-Se lo dici tu.

Annabeth gli si avvicinò, salì sulle punte e lo baciò su una guancia. Poi si appoggiò al suo petto, e rimase in ascolto.

-Perchè, per amarmi, ci vuole la licenza di mia madre - continuò, ridendo.

Percy metabolizzò l'informazione e guardò stupidamente in alto, aspettandosi di trovare Atena con i pollici alzati e un bel sorriso incoraggiante, magari.

-Il battito del tuo cuore assomiglia al rumore delle onde del mare, sai?

 

Percy riaprì gli occhi. Era ancora il vecchio con i capelli bianchi e il volto stanco.

E Annabeth ora era solo un mucchietto di cenere nascosto da una splendida tomba bianca.

Aveva smesso di piovere.

Aveva iniziato a piangere.

 

 

 

Kokoro CafèTime

Io: Si, ecco, tempo di stesura 15 minuti, tempo di filmini mentali necessari a svilupparla nella mia testa, qualche settimana.

Percy: Certo che sei lenta. E vedo anche piuttosto sadica. Perchè io sono un vecchio e Annabeth addirittura morta??

Annabeth: Ottima domanda

Io: Ehi ehi, prendetevela con la mia mente contorta. La parola ai recensori *uscita ad effetto*

  
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