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Autore: _black_rose_    13/06/2014    8 recensioni
Magnus e Alec. Alec e Magnus.
-dal testo-
[...]Infine ritornò a guardare Magnus.
Era in piedi nella penombra, tuttavia Alec non aveva problemi a vederlo.
E lo Stregone lo stava guardando a sua volta, meravigliato. I loro sguardi si incatenarono. I suoi occhi erano ancora più luminosi e belli di come li ricordava. Ne distingueva ogni pagliuzza oro e verde attorno alle pupille da gatto dilatate.
La pelle del viso poi era priva di imperfezioni o di segni del tempo, di quel colore ambrato che amava tanto.
Rimase fermo, il vento che gli scompigliava i capelli ma che non gli procurava nemmeno un brivido di freddo. Non sapeva quanto tempo fosse rimasto così. Potevano essere passati secondi, minuti, decine di minuti.
Poi mosse qualche passo verso Magnus. Quando lo raggiunse, gli gettò le braccia al collo, e scoppiò a piangere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Alec si svegliò di soprassalto.
Magnus si svegliò di soprassalto.

Non per un incubo, piuttosto per la sensazione di vuoto improvviso, la mancanza di qualcosa. Di qualcuno. E Alec, ancora nel suo letto all'Istituto, se ne rese conto quasi subito. Si mise a sedere, scostando di poco le coperte e passandosi una mano tra gli spettinati capelli corvini. Si strofinò gli occhi e si alzò cauto, cercando di non fare rumore.
Si vestì in tempo record, con una delle sue solite magliette nere e un paio di pantaloni dello stesso colore, non sopportando più quella fastidiosa sensazione di solitudine. Fece tappa dal bagno, dove, sconsolato per il suo aspetto, cercò di darsi una sistemata ai capelli. Poi prese l'ascensore, aprì il portone dell'istituto e uscì nella notte
rischiarata dai lampioni della città. Ficcò le mani nelle tasche dei pantaloni e allungò il passo, per arrivare prima. Aveva deciso di andare a piedi. Forse l'aria fresca gli avrebbe fatto bene.
Non molto tempo dopo si trovava a pochi passi di fronte alla porta di casa di Magnus Bane. Il suo Magnus Bane.

Magnus, da quando si era svegliato, girovagava per casa sua senza meta, come un'anima in pena. Nella sua mano era comparso un caffè rubato da chissà quale bar sventurato, che sorseggiava distrattamente. Lo aveva svegliato
qualcosa, una sensazione strana, di incompletezza. Poi realizzò. Posò il caffè sul tavolo e si catapultò nella sua stanza per mettersi qualcosa addosso, oltre ai boxer. Aveva appena indossato un paio di pantaloni verdi che sentì un rumore proveniente dall'entrata.

Alec aveva tirato fuori dalla tasca dei pantaloni la copia della chiave dell'appartamento di Magnus, che gli aveva fedelmente consegnato. Aprì la porta ed entrò. Nel buio dell'abitazione, nel corridoio d'entrata, intravide la figura slanciata del suo ragazzo, che guardava verso di lui. Gli occhi felini brillavano nell'oscurità, ed Alec pensò che erano davvero meravigliosi.
Quando si rese conto che Alec poteva vedere ben poco al buio, Magnus schioccò le dita e una tenue luce illuminò l'abitazione.
"Io... Ecco, si... Cioè, volevo..." cominciò Alec, balbettando e diventando sempre più rosso sulle guance.
Magnus fece un affettuoso sorriso sghembo e sentì che la sensazione di prima era sparita, sostituita da una gioia
che lo scaldava da dentro.
"Volevo venire io da te, ma mi hai preceduto." affermò lo stregone.
"Hai sentito anche tu quella sensazione?"
"Si, Alec. Ed era proprio insopportabile. Vieni qui, ora." rispose, passandosi una mano tra i capelli pieni di glitter e allargando poi le braccia per accogliere il caldo e solido corpo del cacciatore. Alec non se lo fece ripetere due volte e si abbandonò nell'abbraccio del suo ragazzo. "Scusa se ti ho disturbato a quest'ora in piena notte." cominciò lui. "Stai scherzando, vero? Ero già sveglio, poi lo sai Alexander che tu non potresti mai disturbarmi. Nemmeno se mi interrompessi mentre mi sto mettendo il glitter sui capelli, o mentre faccio il cambio stagione nell'armadio!" rispose il Nascosto in tipico stile Magnus Bane. Poi, a voce più bassa ma comunque udibile dallo shadowhunter, aggiunse: "Io voglio esserci sempre per te."
Sorpreso e stupito, Alec alzò verso di lui la testa, fino a quel momento appoggiata al petto dell'altro. Poi lo baciò con slancio e il tempo sembrò fermarsi. Fece congiungere le loro labbra in un bacio pieno di dolcezza e amore incondizionato. Gli prese il viso tra le mani, mentre Magnus gli cinse la vita con le braccia, avvicinandolo ancora di più. Alec si lasciò sfuggire un sospiro e le labbra dello stregone si allargarono in un sorriso. Fece scorrere la sua mano sulla schiena di Alec, fino al collo, che accarezzò, e ai capelli, dove insinuò una mano per tirarli delicatamente. Si scostò leggermente dalle labbra del ragazzo per ammirare quei meravigliosi occhi blu ancora una volta. Da
quando c'era lui, la sua vita era diventata decisamente meno monotona. Per quel ragazzo aveva spezzato promesse fattosi decenni prima, aveva sofferto, aveva sperato. Lui era diverso. Per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa.

Quando Magnus lo prese per mano per portarlo nella sua camera, Alec intrecciò le sue dita a quelle dello stregone, e gli baciò delicatamente le nocche.
Alec fu letteralmente trascinato sul letto dopo aver ripreso a baciarsi con foga. Alec si scostò leggermente dalle labbra del suo ragazzo. "Magnus..."                  
"Sì,Fiorellino?" rispose Magnus con il fiato corto.
"Io... Ti amo" riprese Alec. Lo stregone sorrise e strinse ancora più forte lo shadowhunter. "Oh, ti amo anch'io Alexander. Che incantesimo mi stai... facendo, per Lilith? Non mi sono mai sentito... così, mai." In risposta Alec riavvicinò i loro volti e accarezzò la schiena nuda color ambra di Magnus. Per l'Angelo, se era bello.
Lo stregone infilò una mano sotto la maglia nera dello shadowhunter, eseguendo cerchi con le dita. Si abbassò a baciargli il collo pallido e cominciò ad alzargli la maglietta. Alec, che fino a quel momento era stato sotto il corpo caldo dello stregone, ribaltò le posizioni affinché il figlio di Lilith potesse togliergli la T-shirt più facilmente. Alec passò una mano sul petto del suo ragazzo, lasciando una scia di baci tra il collo e le clavicole. Tolta la maglietta e finita chissà dove, Magnus cominciò a slacciare la cintura di Alec, scoccandogli leggeri baci sul naso. Sospirò e fece lo stesso con i pantaloni dello stregone.
Finalmente si ritrovarono nudi, Magnus sopra Alec, senza nessuno spazio che li separasse, intrappolati l'uno nell'abbraccio dell'altro, le labbra in una fitta rete di baci, le mani che percorrevano i loro corpi, i respiri pesanti, gli ansimi e i gemiti che riempivano la stanza, già satura di quell'indescrivibile amore reciproco.
Alec leggeva nello sguardo di Magnus i suoi stessi sentimenti, e non erano necessarie parole per descrivere ciò che provavano. Così non dissero nulla, appagati dalle carezze, dai baci, dagli ansimi.
Quella fu un'altra notte in cui fecero l'amore. Fu un'altra notte perfetta.

Giacevano entrambi sul letto, sdraiati mano nella mano, a guardare il soffitto, persi nei loro pensieri.
Ad un tratto Magnus si sollevò, reggendosi su un gomito per poter ammirare Alec. Si sporse e accarezzò la guancia del suo ragazzo per poi posarvi un casto bacio. Il cacciatore prese tra le mani il viso perfetto dello stregone e lo baciò con delicatezza sulle labbra.
"Oh, Alexander..."
"Alec, chiamami Alec."
"Ma Fiorellino, hai un nome bellissimo, perché storpiarlo?"
"Mmh, non... Lasciamo stare." rispose scuotendo la testa rassegnato. "Fantastupendo stregone Bane, uno; Imbronciato cacciatore Lightwood, zero." rise il moro.
"Ah sì, la mettiamo così?" lo sfidò Alec, che prese un cuscino e lo lanciò dritto in faccia al figlio di Lilith, beccandolo in pieno e facendogli perdere l'equilibrio. "Alexander Gideon Lightwood, come hai osato sfidare il supremo stregone di Brooklyn? Preparati. Sto. Arrivando." disse, mentre avanzava a gattoni sul materasso, come un felino, con sguardo feroce e malizioso. Alec divenne tutto rosso a quell'atteggiamento e a quelle parole. Anche perché Magnus stava iniziando a leccarsi le labbra, sempre più vicino al cacciatore. Quando gli fu sopra, gli afferrò le mani e le portò oltre la sua testa, bloccandolo. Il respiro di Alec si fece sempre più pesante e veloce, finché lo stregone non si avventò sulle sue labbra rosee, facendole diventare gonfie di baci.
Si tirò leggermente su per poter perdersi in quelle pozze blu che erano gli occhi del suo Alexander. Infine, seppur alquanto contro voglia, scese dal letto prendendo per mano un Alec palesemente scocciato, dirigendosi in cucina, una volta rivestiti. "Lo sai Fiorellino, anche a me sarebbe piaciuto molto di più rimanere in quel letto, ma temo morirò di fame se non mangio qualcosa in questo preciso istante, e anche tu." Detto ciò, con uno schiocco delle dita Magnus fece comparire sulla tavola una colazione con i fiocchi. Dalle ciambelle glassate, le sue preferite, al caffelatte, che Alec adorava. Mangiarono vicini, il braccio di Magnus intorno alla vita del figlio di Nephilim, e quello di quest'ultimo allacciato alle spalle dello stregone, scoccandosi di tanto in tanto qualche bacio o facendosi qualche carezza.
Fu una bella mattinata, finché non vennero interrotti dal fastidioso suono del telefono di Magnus.


Angolo della Nondeltuttopazza. eccomi qui! *forse farebbe meglio a non mettersi cosi in mostra onde evitare vari ortaggi in faccia* se vi è piaciuto o se avete commenti da fare ---> recensite! il prossimo capitolo lo volete? Perché non mi salva le battute che mando a capo, perché? beh, detto ciò, shippate Malec che male(c) non vi fa. Si, era pessima.
  
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