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Autore: Hysteria9    13/06/2014    0 recensioni
Il momento di andarmene, di abbandonarlo, di lasciarmelo alle spalle.
Di iniziare daccapo.
Perché ho subito abbastanza, ho sopportato l’intollerabile.
Così giovane, così danneggiato.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Evelyn Johnson-Eaton, Four/Quattro (Tobias), Marcus Eaton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una sfilza di colori, ecco cosa vedo. 
Grigio, bianco, giallo, blu, nero. Tutti in ordine, al posto che loro spetta, ed io con loro, indistinto.
Mio padre, se così lo si può definire, siede alla mia destra. In mezzo al grigio più totale, persino un uomo importante come lui passa inosservato.
La mia sinistra è vuota, perché lei non c’è più, lei mi ha lasciato.
Ormai il silenzio si è impossessato della sala, persino dei respiri più affannosi, quelli impregnati d’ansia o timore. Di me.
Quest’anno il discorso d’apertura spetta ai Pacifici e così una donna, vestita di giallo e rosso, si erge al centro dell’aula per spiegare la solita divisione delle fazioni, le ragioni ed i significati. 
Neanche l’ascolto. Più che altro, i miei pensieri non lo permettono. Si stanno scontrando, all'interno del mio intelletto, intrecciandosi in modo da non poter essere più slegati. 
Ma cosa potrebbe mai venir fuori da una tale confusione?
Chiudo gli occhi e conto mentalmente fino a tre. Rivedo il sorriso di mia madre, seppur velato dalla tristezza.
Li riapro, per poi ripetere il gesto. Questa volta conto fino a sette: quel che vedo è una figura alta, robusta, una cintura ed un bambino rannicchiato per terra, indifeso. Quel bambino ero io.
Quel bambino sono io.
Mi guardo intorno, scosso dalle immagini che ormai mi perseguitano ovunque, ma tutto ciò che vedo reincarna un’assoluta tranquillità. Come fanno ad essere così straordinariamente calmi?
Perché nessuno appare scolorito e perplesso come me? Così indeciso?
Ma tu hai già deciso.
Ed ecco che la vocina dentro di me si fa viva, destandomi da quell'incessante stasi.
Il test, come per tradizione, ha fatto il suo dovere, mi ha indicato la mia via, quella degli Abneganti.
Ma la mia scelta non coincide. Non può coincidere.
Perché io l’ho deciso da tempo, ormai. E sono settimane, mesi, anni che aspetto questo momento.
Bravo, ti stai risvegliando.
Il momento di andarmene, di abbandonarlo, di lasciarmelo alle spalle.
Di iniziare daccapo.
Perché ho subito abbastanza, ho sopportato l’intollerabile.
Così giovane, così danneggiato.

———— ♦ ————

« TOBIAS EATON.»

Il mio nome risuona per l’aula e di nuovo quel silenzio assordante s’impossessa dell’aria. Mi alzo ed avanzo con passo deciso verso il centro della sala.
Mi posiziono dinanzi alle cinque coppe di metallo e, per un istante, mi soffermo a guardarle.
Tutti, nessuno escluso, si aspettano che io getti il mio sangue sulle pietre, come quasi ogni nato abnegante, d'altronde. 
Ma nessuno sa. Nessuno capisce.
Ed io li sorprenderò tutti, cogliendoli alla sprovvista.
Afferro il coltello e, con poca delicatezza, faccio scorrere la lama sulla pelle. Stendo il braccio e lo piego leggermente, lasciando che il mio sangue scorra giù, dritto sui carboni ardenti.
Mi accorgo appena dell’incresparsi di un sorriso sul mio volto quando la folla di Intrepidi esplode in un boato fatto di urla ed acclamazioni.
Mi giro e, prima di unirmi alla mia nuova fazione, mi volto verso mio padre, scuro in volto. 
Sostengo il suo sguardo con fierezza, andando incontro al mio secondo atto di sfida, dopo la scultura di vetro azzurro lasciata sul cassetto della mia stanza.
Una nuova sensazione si è impadronita di me: libertà, consapevolezza della mia forza, del mio coraggio acquisito.
Coraggio di lasciare, di fuggire, ma anche di mettersi alla prova.
Perché questa volta non ho intenzione di passare l’acqua ghiacciata sulle mie scottature, sulla pelle arrossata dai colpi.
No.
Questa volta, l’ho deciso, voglio ardere.
  
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