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Autore: Green_color    13/06/2014    0 recensioni
Myriam Schulze una ragazza tedesca che all'età di 17 anni vede la sua vita cambiare:le persone che una volta erano sue amiche non le parlano più,la gente per strada la guarda male,non può andare in determinati locali o uscire di casa dopo le 21.00. Presto si trova prigioniera in casa sua e quando pensa che ormai il peggio sia arrivato si ritrova chiusa in un campo dove il motto è "Il lavoro rende liberi",dove non ha più un nome e non è più una persona.
A lei il destino ha fatto legare due persone:Christina Franke ed Erich Brandt,che da amici diventano nemici.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo la promulgazione delle Leggi razziali

Myriam iniziò a sperimentare piano piano, sulla propria pelle, l'odio nei confronti degli ebrei. 
Un giorno primaverile si recò come tutte le mattine a scuola insieme ad Erich e alla sorella Sarah, che da un po' di tempo aveva paura di uscire di casa da sola, ma una volta in classe le cose erano cambiate: tre banchi, rispettivamente di Myriam e di altri due ebrei, erano stati spostati e isolati in un angolo; pensando ad uno scherzo di cattivo gusto la ragazza cercò di rimettere almeno il suo nella sua posizione originale
"Cosa stai facendo?"la voce fredda e carica di odio della signora Schreiber, insegnante che mai si era rivolta in malo modo ai suoi alunni, colpì la ragazza come uno schiaffo in pieno volto
"Signora Schreiber il mio banco è stato spostato"
"E' stato un mio ordine. Adesso sedetevi che ho una comunicazione da farvi" sbalordita e senza parole Myriam lasciò perdere lo spostamento del banco e si mise seduta. L'insegnante pose sul suo naso piccolino un paio di occhiali ed iniziò a leggere il contenuto di un foglio
"Si avvisano tutti gli studenti ebrei che sarà loro vietato l'ingresso in tutte le scuole tedesche, non gestite da ebrei, e che pertanto dovranno ritirarsi dall'Istituto il prima possibile. Coloro che non rispetteranno la seguente regola, o che oseranno fare obiezioni, verranno denunciati e puniti severamente come traditori" il sangue nelle vene dei tre ebrei si gelò e per poco Myriam non iniziò a piangere "Detto ciò le lezioni possono iniziare. Voi tre recatevi in segreteria per cancellare le vostre iscrizioni e andate a casa" i ragazzi ebrei si guardarono sconvolti ma obbedirono senza fiatare. Arrivati alla segreteria notarono quante persone erano in fila per il ritiro dell'iscrizione, gli unici rumori udibile erano le deboli voci degli studenti che pronunciavano i propri nomi e il timbro che batteva sui fogli. Nessuno parlò tra di loro, stavano semplicemente in fila con lo sguardo perso ad aspettare il proprio turno. Quando toccò a lei Myriam non riuscì quasi a parlare, le lacrime non versate avevano formato un nodo nella sua gola che le impediva di emettere qualsiasi suono
"Veloce ragazzina, non vedi che abbiamo da fare?" altre parole fredde e taglienti, e anche se fu difficile mandare giù quel maledetto nodo ci riuscì
"Myriam Schulze" la donna dai capelli rossi cercò il suo nome tra i vari fogli e una volta trovato battè violentemente il timbro con la scritta -Ebreo ritirato- sulla pagina
"Adesso sparisci" non se lo fece ripetere e subito corse a casa dove trovò la madre intenta a lavare i piatti. Quando la vide entrare si asciugò le mani e guardò l'orologio
"Tesoro,cosa fai a casa a quest'ora?" non riuscì più a resistere e iniziò a versare le lacrime che fino a quel momento non aveva versato, prontamente la donna le fu vicina per accarezzarle i capelli in attesa che si calmasse. Alcuni minuti dopo anche Sarah si trovava nella stanza, anche lei cacciata dalla scuola
"Ragazze potete spiegarmi cos'è successo?" Sarah era sempre stata la più forte delle due e riusciva a trasformare il dolore in rabbia
"Ci hanno cacciate mamma!Ci hanno detto che non possiamo più andare a scuola!E sai perchè?Perchè siamo ebree!!" la signora Schulze era pietrificata, non poteva credere alle sue orecchie
"E' impossibile, deve esserci stato un errore. Abbiamo sempre pagato le tasse scolastiche, avete ottimi voti e vi siete sempre comportate bene"
"Questo a loro non interessa!" la ragazza era troppo furiosa per continuare la conversazione così con passo pesante si chiuse nella sua stanza
"Parlerò con Yoel, sono sicura che vi accetterà nella sua scuola" Yoel era un insegnante di una delle due scuole ebraiche della loro comunità e cugino del padre di Myriam. Tuttavia quel giorno le brutte notizie non erano finite. Quando il padre tornò dalla banca comunicò alla famiglia che era stato declassato e che il suo stipendio era stato drasticamente diminuito, la loro famiglia non aveva mai vissuto nel lusso sfrenato ma erano più che benestanti, la madre di Myriam non aveva mai lavorato ma vista la situazione accettò l'impiego come domestica in una casa tedesca.

La scuola ebraica era parecchio distante dalla casa delle due ragazze perciò utilizzavano i mezzi pubblici che oltre ad essere costosissimi erano diventati scomodi da utilizzare: i posti a sedere erano solo per i non ebrei, così tutti le volte dovevano restare in piedi uno addosso all'altro per più di 1 ora
"Ti rendi conto dello schifo di questa situazione?Quella povera signora anziana che non riusciva neanche a reggersi in piedi ha dovuto trascorrere l'intero viaggio sballottata a destra e a sinistra mentre un bambino pieno di forze era seduto!" Sarah non riusciva proprio a contenere la sua rabbia, la quale veniva manifestata sempre più frequentemente una volta rientrata tra le mura di casa. Myriam era talmente triste per tutto ciò che si limitava ad annuire, incapace di dar voce a tutte le sue emozioni. Trovarono loro madre seduta sulla poltrona a fiori intenta a cucire delle sgargianti gialle stelle di David sui loro cappotti
"Ciao mamma, cosa fai?" e dopo quella domanda, per la prima volta nella loro vita, le due ragazze videro la donna asciugarsi velocemente gli occhi con un fazzoletto
"Ci è stata spedita una lettera che obbliga tutti noi ad indossare la stella di David per essere riconosciuti"
"Cosa?Sono andati davvero tutti fuori di senno!Io non la indosserò, sono ebrea non una criminale che ha bisogno di essere riconosciuta!" 
"Sarah...tieni"la donna si alzò dalla poltrona e porse il cappotto con la stella e la scritta -Jude- alla figlia che lo buttò ai suoi piedi
"Non lo metterò!"una mano tremante raggiunse il volto della giovane e lo colpì con forza. A Myriam mancò l'aria, nessuno dei suoi genitori aveva mai alzato loro le mani, ritenevano fosse un gesto spregevole picchiare i propri figli
"Se vuoi uscire di casa lo farai!E adesso vai in camera tua!"aveva davvero perso la pazienza, la situazione era diventata stressante per tutti.


Da quando si era trasferita alla scuola ebraica Myriam aveva perso i contatti con tutti i suoi vecchi compagni: Christina aveva evitato sia lei sia Erich dopo la morte della madre, a niente erano serviti i tentativi dei due di consolarla, non voleva l'aiuto di nessuno solo stare sola con se stessa, mentre Erich l'aveva visto qualche volta in giardino. Le mancavano molto i suoi amici, così in una giornata noiosissima decise di andare a fare un salto a casa dell'amico
"Mamma vado a trovare Erich" la donna le sorrise annuendo e le indicò il cappotto con la stella che prontamente la ragazza indossò. Bussò alla porta e attese alcuni minuti e quando vide il volto del vecchio amico non riuscì a non sorridere, lui in risposta fece un sorriso tirato
"Ciao Erich!"
"Ciao Myriam" restarono in silenzio a guardarsi.Il ragazzo notevolmente nervoso e preoccupato perchè non sapeva come dirle le parole,che poco dopo avrebbe pronunciato, senza offenderla "I miei genitori non vogliono che ti lasci entrare in casa...mi dispiace,davvero." un altro colpo al cuore per Myriam che senza dire niente annuì e tornò a casa carica di dolore
"Sei già di ritorno?"
"Non c'era nessuno a casa" mentì per non far preoccupare la madre che soffriva sempre di più per la loro situazione
"Strano...non li ho sentiti uscire di casa" la ragazza non le rispose e si mise al suo fianco a sbucciare le patate per la cena.

Nei mesi a venire la situazione peggiorò notevolmente. La madre era stata licenziata e il padre di Myriam guadagnava uno stipendo che gli permetteva a malapena di sfamare la famiglia. Una sera quando erano tutti a casa, a causa del coprifuoco, sentirono bussare alla porta. Allarmati si guardarono tra di loro e tutti interromperono le proprie attività: il padre smise di leggere il giornale, la madre lasciò il gomitolo sul tavolo(era diventato praticamente impossibile trovare abiti decenti, così li preparava lei) e le due ragazze si alzarono dal tappeto lasciando le pedine degli scacchi sulla scacchiera. La madre strinse le spalle delle figlie e il padre aprì la porta trovandosi di fronte tre uomini in divisa
"A nome del Terzo Reich dichiaro questa abitazione sotto sequestro, tutti i beni di valore al suo interno sono ora di proprietà del governo. Tutti gli ebrei al suo interno verranno scortati fino alla loro nuova abitazione, situata all'interno del ghetto, e sono autorizzati a portare con sè alcuni indumenti e mobili di poco valore" sembrava avesse imparato a memoria quelle frasi per poterle sputare in faccia a tutti i poveri ebrei a cui avrebbe fatto visita quella sera. La signora Schulze strinse forte la spalla di Sarah che stava per aprire bocca per dar voce ad una serie di insulti
"Mettete i vostri abiti nelle valige, non prendete nient altro, intese?" il padre le guardò negli occhi e loro annuirono. Nella casa era calato il silenzio interrotto solo dalle risate dei militari che si prendevano scherno della loro abitazione ebrea e che sceglievano quali mobili lasciargli e quali no. 
Si misero subito in marcia e tra le strade notarono che anche il resto dei vicini era stato sfrattato e che si stava dirigendo verso il ghetto. Le persone evitavano di parlare, i bambini piangevano e alcuni tedeschi si affacciavano alle finestre per vederli passare. La famiglia Schulze restava unita e cercava di non pensare a tutto quello che avevano lasciato, non si trattava solo di oggetti ma anche di ricordi: in quella casa erano cresciute Sarah, Myriam e loro fratello Noah, ormai sposato da alcuni anni e con una figlioletta di 1 anno,lì avevano festeggiato il loro matrimonio i genitori e sempre lì avrebbero lasciato la loro libertà.
   
 
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