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Autore: Chiaramor    13/06/2014    0 recensioni
Una breve fanfiction su Jaime e Tommen Lannister e su come mi immagino il loro rapporto padre-figlio.
Dal testo:
Tommen non gli doveva niente, poteva umiliarlo come aveva fatto Joffrey anche dopo aver saputo la verità. Invece quel bambino gli voleva veramente bene.
Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jaime Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Tommen era seduto sul suo letto e accarezzava uno dei suoi gatti. Da quando suo fratello era morto non doveva più nasconderli e poteva giocare con loro. Sapeva che anche solo pensarlo era sbagliato, ma non riusciva a sentirsi triste per la morte di Joffrey. Ora il re era lui e presto avrebbe sposato lady Margaery. Quella ragazza lo intimoriva e lo affascinava allo stesso tempo.

Tommen stava pensando a tutte queste cose quando qualcuno bussò alla porta.

“Avanti!”

Jaime Lannister entrò nella stanza e appena vide Tommen seduto con il gatto in braccio sorrise.

“Zio Jaime, finalmente sei venuto a farmi visita!”

Tommen era davvero felice di vedere suo zio: Jaime era sempre stato buono con lui, si preoccupava e gli voleva bene.

“Sono venuto a vedere come stavi. E' tanto che non parliamo...”

Solo in quel momento Jaime si accorse di quanto gli fosse mancato il piccolo Tommen. Da quando era diventato re era sempre impegnato e Cersei lo teneva lontano da tutti, pure da lui che era suo padre. Si sedette accanto al bambino e si mise anche lui ad accarezzare il gatto.

“Volevo solo ricordati che ci sono io a proteggerti ora che sei re, e che non ripeterò lo stesso errore che ho fatto con Joffrey”

“Non è stata colpa tua se è morto. Mamma dice che è stato lo zio Tyrion a ucciderlo. Io c'ero quando è morto, non potevi fare nulla.”

Jaime sorrise, grato per quelle parole ingenue e accarezzò la testa del bambino.

“Dimmi, com'è essere re?”

“E' faticoso, però anche divertente. Solo sta mattina ho dovuto mettere il timbro reale su più di venti lettere.”

“Davvero faticoso!”

“Sì, per fortuna lady Margaery è venuta a interrompermi e abbiamo fatto una passeggiata.”

“Un giorno la sposerai. Lei ti piace?”

“...Sì. E' carina e gentile con me. Zio, vuoi sapere un segreto? Devi promettermi di non dirlo a mia madre però.”

Jaime si sentì onorato di essere stato scelto come confidente. Tommen non gli doveva niente, poteva umiliarlo come aveva sempre fatto Joffrey anche dopo aver saputo la verità. Invece quel bambino gli voleva veramente bene.

“Certo, non le dirò nulla.”

“A volte lady Margaery viene a trovarmi di nascosto e passiamo intere nottate a parlare. E' bello avere qualcuno con cui poter scherzare.”

“Già, è vero...”

Il volto di Jaime si incupì per un attimo e pensò che molto tempo prima pure lui passava le sue notti a parlare e a ridere con Cersei. Ora quei tempi erano passati e la sorella, l'amante che conosceva non c'era più. Era rimasta solo una donna rancorosa e vendicativa.

“Devo andare ora, il tuo segreto è al sicuro.”

Jaime Lannister uscì dalla stanza di Tommen con il cuore un po' più leggero all'idea di essere diventato un complice per il figlio, e di non essere più solo uno zio pieno di segreti.

  
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