Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush
Segui la storia  |       
Autore: Jiulia Duchannes    13/06/2014    4 recensioni
Storia basata sulla serie Tv. Paring: James/OC Logan/Camille Kendall/Jo Carlos/OC
Siamo nel 1775, durante la rivoluzione Americana.
Karen Jane Mitchell, sorella di Logan Mitchell è una 15enne piena di sogni e bisogno d'amore. Quando incontra James David Diamond le sembra di aver trovato il principe che sempre aveva popolato i suoi sogni. Ma non è tutto così facile.
Dal testo:
Da piccola sognavo sempre, sempre un principe, un duca, un nobile giovane coraggioso e bello, che mi sposasse, mi amasse, mi facesse vivere un sogno. Sognavo l’amore, vero. Sognavo i baci al tramonto. Sognavo il cuore battere all’impazzata. Sognavo l’abito bianco. Sognavo i bambini.
Quei sogni infestavano come demoni le mie notti, i miei desideri mi rendevano folle, facile da ingannare con qualche frase fatta. Avrei creduto ad ogni bugia, pur di essere amata.
Era il 1775, e in America l’odore di un imminente rivolta verso gli inglesi si poteva fiutare ovunque. In quell’anno di rivoluzioni, battaglie e subbugli, la mia vita prese una piega inaspettata, realizzando i miei desideri, da una parte, distruggendoli, dall’altra.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
br type="_moz" /> Ci tanto ad avvertire che quanto leggerete in seguito non è affatto l'inizio di un triangolo amoroso, non fatevi idee sbagliate, e sopratutto continuate a seguirmi anche se questo capitolo potrebbe risultare banale, perchè andando avanti ci saranno molte sorpese.
Grazie.
Inoltre volevo ringraziare tutti coloro che recensiscono, perchè War and Love è entrata nelle storie più popolari per il numero di recensioni, ora però dobbiamo continuare ad aumentare, quindi miraccomando, commentate anche voi lettori silenziosi.
Grazie a tutti vi amo !

~~Capitolo 6
 

Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic

-Smettila di guardarmi così Logan- Gridai, alzandomi furiosa dal divano rosso.
-Non ti guardo in nessun modo Karen- Affermò mio fratello pacatamente.
-Ah no? Sono due giorni che mi fissate tutti come se ogni cosa accaduta sia colpa mia. Sai non è solo James a starci male- Continuai io risoluta a far capire che, in realtà, ero io quella a soffrire e  non certo Diamond. Infondo era solo sua la colpa della nostra ultima lite, due giorni prima. D’allora James non si era più visto in giro, se non quando andava a trovare Carlos a villa Knight, solitamente stava pochi minuti, a chiacchierare con un Carlos addormentato che non gli avrebbe risposto, e poi senza guardare in faccia o salutare nessuno se ne andava.

-Karen, ti voglio bene, ma in questo momento sinceramente tu sei l’ultimo dei miei pensieri- Mi confessò Logan sospirando pesantemente.
-Già scommetto che devi pensare a come è meglio chiedere a Camille di sposarti- Risposi amaramente io. In quei giorni Logan e Camille sembravano essere divenuti un tutt’uno, il che mi fece provare un invidia ed un risentimento sempre maggiore verso la fidanzata di mio fratello. Non sopportavo l’idea che loro riuscissero ad essere felici nonostante il mondo attorno a loro stesse lentamente crollando, schiacciando tutti tranne la coppia felice fino all’asfissia.
-Non corriamo, è presto per chiedere a Camille di sposarmi, ed in questo momento non è nemmeno lei il mio pensiero più urgente.Mentre noi discutiamo, Carlos sta ancora rischiando la vita, James è praticamente a pezzi, Kendall ha intenzione di arruolarsi con gli americani e nostro padre con gli inglesi, inoltre il nostro caro padre vorrebbe che mi arruolassi con lui- Mi ricordò Logan.

Feci una risata piena di rabbia ed ironia. In quel momento mi sembrava di essere l’unica a soffrire, l’unica a star male.Ero convinta che i problemi degli altri non fossero nulla in confronto ai miei, che le loro pene e i loro dolori non potessero nemmeno essere paragonati a ciò che stavo passando io in quei grigi giorni d’estate.

Ero maledettamente egoista, tanto che stentavo a riconoscermi guardandomi allo specchio. Sapevo di avere un atteggiamento sbagliato, cattivo oserei dire, eppure allora mi sembrava il comportamento più giusto quando si è circondati da persone che ti ritengono colpevole della sofferenza di chi, in realtà,  ti sta facendo soffrire te almeno il doppio.

-Logan tu non sai nulla di come sto io! Ti preoccupi di Carlos che si sta rimettendo benissimo a villa Knight, di James che sicuramente starà cercando qualche preda nella città più vicina, di Kendall che sicuramente non si arruolerà per Jo, e di nostro padre di cui non ti è mai importato nulla. E io? Cosa sono io Logan?- Chiesi facendo trapelare tutta la rabbia che provavo. Volevo che capisse, anche se il mio geniale fratello sembrava troppo stupido per farlo in quel momento, volevo che mi comprendesse e mi appoggiasse, almeno lui tra tutti.

-In questo momento Karen, sei solo un egoista- Lo sguardo di Logie, di quel fratello che tanto ultimamente stavo amando, mi  fece più male di un coltello piantato nello stomaco. Mi venne da piangere. Mi sentivo terribilmente in colpa, schiacciata dalla verità alla quale mi ostinavo a non credere delle parole di mio fratello. Non lasciai che una lacrima scendesse lungo le mie guancie, perché in quel momento tutti erano miei nemici e non volevo dar a nessuno la soddisfazione di vedermi dilaniata, lacerata, completamente distrutta all’interno.

-Sono egoista se sto male?! Sono io l’egoista se soffro Logan, se ho bisogno di mio fratello?! Sono forse un egoista per questo?- Domandai quando ormai controllare la rabbia, la frustrazione e la delusione era divenuto impossibile.
-No, sei egoista a non capire che dietro quello che tu vedi c’è sempre, piccola sempre, nascosto qualcosa di più grande. Dietro alla tua sofferenza vedo un orgoglio ferito, dei sogni e delle speranze mai avverate, vedo delusioni, nostalgia dei tempi in cui era tutto più bello, in cui stavi assieme a noi senza troppi problemi e senza litigi. Vedo che ti manca tutto quello, vedo che volevi che quello cambiasse, ma sicuramente non così e fa male. Fa male per un fratello vedere la sua sorellina così, ma fa più male vedere quanto non riesca a capire che questo è un periodo difficile per tutti Karen. Non esisti solo tu piccola, anche gli altri dietro la facciata nascondono qualche cosa-
Spiegò Logan alzandosi per prendermi le mani tra le sue e guardarmi negli occhi con la convinzione di chi voleva portarmi a ragionare, voleva farmi capire  quel  giusto concetto, salvandomi dalle grinfie dell’egoismo a cui avevo ceduto miseramente.

Logie mi fece sedere sul divano assieme a lui, continuando a stringermi le mani mentre io lo fissavo piena di voglia di capire, di conoscere per la prima volta la verità, soprattutto su James.
-Devi sapere che ognuno dei nostri amici nasconde un segreto qualcosa di più profondo e distruttivo di quel che immaginiamo noi- Cominciò a raccontare mio fratello.
-Carlos, per quanto  possa sembrare star meglio, potrebbe contrarre ancora un infezione Karen, e morire, senza che io o tu, o nessuno di noi possa fare nulla per alleviare le sue sofferenze e salvare la sua giovane vita. Kendall, no Kendall non rinuncerà a partire come credi tu, per nulla al mondo, nemmeno per Jo. Lui ama il nostro paese, ama la libertà e i giusti valori, ma soprattutto ama noi come una famiglia e farebbe di tutto per assicurarci un futuro migliore, lontano dagli inglesi, quindi.
Per quanto riguarda nostro padre è un problema da non sottovalutare, per quanto non abbia mai nutrito amore nei suoi confronti è e rimarrà sempre  mio padre e schierarmi contro di lui non sarebbe bello, soprattutto per te e nostra madre- Concluse il moro fissandomi in attesa di una mia reazione.

-Hai saltato James- Gli feci notare senza lasciar trapelare le emozioni che avevo provato ascoltandolo.
-James.. già..Karen lui ci sta male, per quello che è successo, certo, ma soprattutto per quanto hai detto bambina. Lo hai ferito- Logan mi carezzo i capelli abbracciandomi. Le mie parole forse erano state dure, ma le sue? Le sue lo erano state altrettanto. La mia rabbia nei confronti di James non era affatto diminuita, anzi cresceva ogni secondo che passava scandito dal ticchettio dell’orologio a cucù

-Lui anche mi ha ferita, dandomi della donnaccia, eppure nessuno lo incolpa di questo. E so, come mi hai detto tu, che è  perché lui ha una storia dietro, un qualcosa nascosto dietro la facciata di assolutamente più terribile di quello che nascondo io. Solo..io, nonostante tutto ci tengo a lui, più di quanto tu possa immaginare lontanamente, ma la mia ira non se ne andrà senza una spiegazione logica ai problemi assurdamente gravi che abbiamo ultimamente. Ho bisogno di sapere Logie, ogni cosa, e il suo perchè-Lo supplicai.

-E’ un lunga storia Karen, che inizia ben prima della nascita di Jamie e che, come avrai capito riguarda anche il tuo amico Ronald- Mi disse.
-Raccontamela- Lo incitai.
-La signora Diamond era vedova, suo marito era appena morto per una polmonite, e lei era rimasta sola poco dopo il matrimonio quando incontrò il signor Wanter, il quale all’epoca era già sposato con la signora Wanter. La passione tra i due sbocciò subito, si frequentarono in segreto Karen, finchè Diamond non rimase incinta di James. Wanter non  riconobbe ufficialmente James come figlio, per evitare lo scandalo, anche se tutti conoscevano la sua relazione con la madre di Jamie. Lo andava a trovare di tanto in tanto e manteneva lui e sua madre economicamente, finchè, un anno dopo la nascita di Jamie la signora Wanter rimase incinta di Ronald. D’ allora a James di suo padre diminuirono sempre più fino a non vederlo più. Continuò a mantenerli, per evitare che la vicenda venisse fuori, ma James crebbe senza padre, sapendo di averlo, ma che comunque aveva preferito l’altro figlio, il suo fratellastro. Sapendo che aveva preferito Ronald a lui. E’ per questo che James è così ossessionato dal fatto che tu non debba essergli amica, ha paura che anche tu possa preferire Ronald a lui e le vostre liti, il tuo ballo con Wanter, il fatto che lui ti abbia salvata non fanno altro che aumentare e rendere vere le sue parole Karen . E’ per questo che e’ così ossessionato dall’essere perfetto, per mascherare la sua più grande paura, quella di non essere mai abbastanza. Ora capisci Karen?-

Rimasi talmente scioccata che anche solo parlare mi era difficile, così mi limitai ad annuire.

Dopo il racconto di Logan ogni parte di me si pentì di aver ballato quella maledetta sera con Ronald, di aver litigato successivamente con James, e di averci litigato nuovamente due giorni prima. Mi pentii di essere anche stata vicina Ronald in quei due giorni in cui la sua presenza e il suo sorriso contagioso erano divenuti indispensabili, e, nonostante lui non fosse a conoscenza di questa storia e non avesse colpe, lo odiai.

Lui, in quel momento, rappresentava dopo suo padre quanto di più detestabile vi fosse sulla faccia della terra, lui in quel momento era forse il diavolo, un diavolo a cui James non aveva nulla da invidiare e di cui non doveva essere affatto geloso.
Provavo un ingiustificata rabbia nei confronti di Ronald, che il solo ripensarci oggi mi fa vergognare.

Era una rabbia così cieca la mia, verso quel giovane dagli occhi ipnotici e il sorriso capace di rallegrarti la giornata , una rabbia e un odio dettato unicamente dall’amore che provavo per James, il quale aveva sempre sofferto a causa dei Wanter, e soffriva allora per me e Ronald.
Eppure  io non mi odiavo, no, stavo facendo soffrire James esattamente come Ronald ma non riuscivo ad odiare me stessa. Ero così dannatamente sbagliata io, così immatura e piena di cattiveria. Rivedendomi così, ora, certo mi odio.

Mi alzai dal divano, decisa, sapendo che starmene lì seduta non sarebbe servito a nulla, e corsi, ignorando i richiami di Logan, verso villa Knight.
Ancor prima di arrivare sentii le grida di Jo.

-Perché  devi rovinare tutto con i tuoi stupidi eroismi Kendall- Gridava la bionda.
-Io non voglio fare l’eroe Jo, e non rovinerò nulla, anzi, le cose miglioreranno dopo la guerra te lo prometto- Rispose più tranquillamente della sua fidanzata, Kendall.
-Una guerra da cui tu potresti non tornare- Continuò ad urlare Jo.
-Ma tornerò, per te, sempre. Vivremo senza dover dipendere da nessuno Jo, nessun inglese, nessun tentativo fallito di rivolta, niente violenze. Nulla Jo, solo noi e la libertà- Tentò di convincerla Kendall
-Kendall, ragiona, ci dobbiamo sposare, se tu parti, se vai via non ci sposeremo. Kendall se non tornassi come farei io diamine. Io ti amo Knight, non riuscirei a sopravviverti- Sussurrò la bionda
Li vidi baciarsi, mentre io passavo il più silenziosamente possibile, accanto a loro per raggiungere la villa e cercare James.
Jo mi lanciò uno sguardo, ma riposò nuovamente la sua attenzione a Kendall che cercava di convincerla ancora.

Camminai velocemente tra gli ampi corridoi, fino ad arrivare alla camera di Carlos.
La porta era chiusa, ma potevo chiaramente percepire una voce maschile provenire dalla stanza. Non riuscivo ad identificare a chi appartenesse, e al pensiero che fosse James il mio cuore perse un battito.
Ero andata lì per vederlo, certo, ma cosa avrei potuto dirgli?
Abbassai la maniglia della porta, dandomi il tempo di ragionare sul da farsi, e senza arrivare ad una conclusione, aprii la porta.
Un ragazzo dai capelli biondi se ne stava seduto accanto a Carlos.
Rimasi immobile ad ascoltarlo mentre prometteva a Carlos che la sua famiglia gli avrebbe dato un bel lavoro, una casa, e che sicuramente gli avrebbe fatto conoscere una bella ragazza. “Perché ti conosco poco Carlos, lo so, ma so che sei un bravo ragazzo. Te lo meriti” Aveva detto
La voce di Ronald era così dolce che per qualche istante dimenticai persino James e la sua storia, ero come ipnotizzata dalla bontà estrema di quel giovane.

Quando Wanter si accorse della mia presenza, si girò sorridente verso di me e mi salutò. Potevo affermare con certezza che, nonostante ci conoscessimo da poco, mi volesse bene, il che mi suonava strano. Infondo le uniche persone con le quali avevo legato in brave tempo erano James e i ragazzi, e loro erano così diversi da Wanter.
Ronald continuava a sorridere, con quel suo sorriso così perfetto e sereno, che mai avevo visto increspare le labbra di James. I suoi occhi  mi scrutavano  e sembravano più verdi che mai , di quel verde che in piccoli accenni potevo vedere anche negli occhi di James. I suoi lineamenti rilassati mi trasmettevano una tranquilla serenità,  serenità che mai in vita sua James aveva avuto.Sicuramente Ronald aveva avuto una vita  perfetta, vita perfetta che a James era stata negata. Ogni cosa in quel sorriso che Ronald mi aveva sempre rivolto mi fece ricordare di tutta la mia rabbia, e fece aumentare il mio odio a dismisura, eppure Wanter non aveva fatto nulla di male se non essere maledettamente perfetto come suo solito.
 James meritava una vita perfetta molto più di Ronald, senza il quale la sua vita non sarebbe stata così triste.
Già, era il giovane Wanter la causa di tutti i mali di Diamond, o almeno quella era la convinzione che avevo allora.
Non sorrisi di rimando, anzi rimasi seria, il che fece spegnere il sorriso sulle labbra di Ronald lasciando posto ad un espressione curiosa.
-Che c’è Karen?- Chiese il biondo.
-Cercavo James- Affermai freddamente incrociando le braccia al petto.
-Che ha fatto questa volta Diamond?-Domandò lui preoccupato, evidentemente, per il mio stato d’animo. Alzai lo sguardo verso di lui, che mi stava di fronte. Mi soffermai ad osservarlo per alcuni istanti. Vicina come ero potevo notare la bocca carnosa al punto giusto, simmetrica, gli occhi dal taglio preciso, i capelli ramati e il naso delicato.
-Lui nulla Wanter, sai dovresti parlare con tuo padre invece- Dissi io. La mia cattiveria prese il sopravvento. Volevo che sapesse, volevo vederlo soffrire, volevo che la sua perfezione andasse in pezzi, che divenisse vittima del crimine del suo amato padre.
-A cosa ti riferisci Karen?- La confusione sul bel volto del giovane era sempre più evidente.

-A nulla Wanter non si riferisce a nulla- Non potetti aprire bocce perché una voce dannatamente famigliare, che in quei due giorni mi era terribilmente mancata, mi interruppe.
Fissai con sorpresa l’alto ragazzo. Nonostante avesse i capelli perfetti, il sorriso smagliante e  la pelle abbronzata come al solito riconobbi che non se la passava bene, almeno non emotivamente. I suoi occhi non splendevano come il suo sorriso, evidentemente finto, e mi fece malissimo, così male che pensai di piangere da un momento all’altro.
-Vieni con me- mi intimò  James tirandomi per il polso.
-Aspetta- Mi richiamò Ronald
-Non devi sapere Wanter. Non è nulla di importante, fidati- Rispose Diamond portandomi all’esterno della villa, dove Jo e Kendall continuavano imperterriti a litigare.
-Cosa volevi fare?-Chiese Diamond prendendomi per le spalle. Spostai lo sguardo, quella situazione mi ricordava fin troppo quella  due giorni prima.
-Nulla- Risposi guardandolo con dolcezza-Ti cercavo solo che ho incontrato Ronald e…Logan mi ha detto tutto di te Jamie, mi dispiace tanto…per tutto quello che ho fatto..io volevo- James mi interruppe

-Volevi dirgli tutto vero? Karen non voglio che tu ce l’abbia con lui per un mio problema, per quanto faccia dannatamente male lui ti rende felice, a differenza mia. Inoltre non voglio la tua compassione, non voglio che tu mi veda diversamente solo perché bhe si sono il figlio illegittimo di Marcus Wanter-
-Lui non mi rende felice James, sto bene con lui si, ma sto meglio con te. Inoltre non ti guardo con compassione, solo ora mi è tutto più chiaro. James sei tu quello importante per me, e Ronald lui per me non è nulla. Potrebbe arruolarsi con gli inglesi e morire in guerra e  non mi dispiacerebbe più di tanto. Sei tu quello senza cui non posso stare Jamie. Io preferisco te, lo farò sempre- Sussurrai carezzandogli  la guancia.
-Mi sei mancata bambina- Mi confessò con occhi colmi di dolcezza, gratitudine mista a gioia.
-Anche tu. Starò lontana da Ronald, e tu dimenticherai gni dolore Jamie, lo curerò io. Ogni ferita, ogni sofferenza, ci sarò io ad aiutarti. Sempre-Promisi con determinazione.
-Non fai questo a causa della mia storia vero? Non perché insomma si perché mio padre ha preferito Ronald a me. Lo fai solo per me vero?- Domandò Diamond assumendo l’espressione di un cucciolo impaurito.
-No- Lo rassicurai.

Una risata amara, una risata che mi face gelare il sangue nella vene, che mai avrei immaginato di poter udire da quella persona, ci interruppe.
Ron ci fissava sconvolto, gli occhi cominciavano ad inumidirsi, la sguardo afflitto, il sorriso inesistente.
-Era questo che non dovevo sapere?-Chiese, più tranquillamente di quanto mi aspettassi.
Chinai il capo, incapace di sopportare il suo sguardo.
-Non dovevi saperlo così Wanter. Si, è una lunga storia ed è un po’ complicata e…-Tentò di spiegare James
-No Diamond, non è affatto complicata. Vivo in un mondo in cui le persone che amo non fanno altro che mentirmi. Sai mi dispiace per quello che ti ha fatto mio padre- Il tono di Ronald non era furioso come mi sarei aspettata, anzi pacatamente triste, privo di vita.
- Ronald- Lo chiamai , avevo bisogno di dire qualche cosa, ma non avevo idea di cosa.
- No Mitchell, niente Ronald, niente scuse, non voglio sentirti parlare- Mi disse voltandomi le spalle, mentre si avviava lentamente in direzione di villa Wanter.

Chiusi gli occhi, maledicendomi per la mia stupidità. Mi ero resa conto troppo tardi di quanto in realtà contasse per me Ronald, che in realtà non lo odiavo, che non volevo vederlo distrutto, che avevo bisogno del suo sorriso.

James mi mise una mano sulla spalla mi voltai verso di lui.

-Mi dispiace- Si scusò affranto.

-Non è colpa tua Jamie, solo…sono io che questa volta come al solito ho combinato un bel guaio. Comunque questo non cambia le cose tra me e te- Lo rassicurai per la
terza volta in pochi minuti.

James mi abbracciò, tanto forte, che pensai che se mi avesse lasciata andare sarei caduta, instabile come mi sentivo in quel momento.

Ero un disastro, totalmente sbagliata, eppure continuavano tutti a volermi bene. Come potevano? Ora si che mi odiavo.
Perché non potevo avere entrambi. Mi sarebbe bastato averli entrambi come amici, perché la mancanza di uno era l’equivalente della perdita di una metà di me e la mancanza dell’altro, dell’altra metà. Avevo bisogno del mio amico Ronald quanto di James, anche se in modi diversi. Erano parte di me qui ragazzi, mi erano entrati dentro, fino al midollo, tanto che ora la mia stessa felicità dipendeva dalla loro presenza.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush / Vai alla pagina dell'autore: Jiulia Duchannes