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Autore: ely_trev    13/06/2014    2 recensioni
Quali sono stati i pensieri di Sara e Lorenzo nel giorno più lungo della loro vita?
Dalla fuga e il malore di Sara, fino al suo risveglio post operatorio.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lorenzo Martini, Sara Levi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Io ti auguro tutto il male del mondo, Sara!”.

E come potergli dare torto?

Non riusciva a non pensare allo sguardo di Lorenzo mentre le diceva quelle parole, ai suoi splendidi occhi azzurri velati di lacrime, al suo sguardo, spentosi improvvisamente…

Stefano aveva ragione: quello che gli aveva fatto era stato atroce. Ma Stefano non poteva capire che l’aveva fatto per amore: Lorenzo avrebbe sofferto, l’avrebbe odiata, ma, alla fine, si sarebbe ripreso; se l’avesse vista morire, sarebbe stato devastante, soprattutto se, in quell’operazione, che lui si sarebbe sentito in obbligo di effettuare, avesse incontrato qualche complicazione, come era molto probabile che sarebbe successo. Il senso di colpa lo avrebbe divorato.

Io ti auguro tutto il male del mondo, Sara!”.

Quelle parole tornavano a colpirla come lame affilate, che affondano senza pietà nella carne debole.

Cosa poteva esserci di peggio che separarsi dall’uomo che amava alla follia, proprio nel momento in cui quell’uomo si era accorto di lei?

Il destino, che li aveva fatto incontrare, ora si stava prendendo il gioco di loro, dei loro sentimenti e di quello che erano riusciti a costruire insieme.



 

Erano passati due giorni, ma ancora faticava a credere a tutto quello che era successo, a quello che era stato capace di fare. Era tornato dall’America alla riconquista della famiglia e, dopo essere riuscito nel suo intento, aveva lasciato la sua ex moglie per quella strana ragazza che aveva avuto il potere di stregarlo fin dal primo giorno.

Veronica gli aveva detto che, da quando era tornato a Roma, non era più l’uomo da cui aveva divorziato. Ma Veronica non sapeva che tutto quello che era diventato lo doveva a Sara.

Sara, che aveva raccolto le sue paure e le sue confidenze.

Sara, che non l’aveva mai giudicato e che aveva cercato in tutti i modi di aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi.

Sara, che credeva in quel destino che lui aveva sempre rinnegato, trovando il bello in tutto ciò che la vita le metteva davanti.

Sara, che l’aveva portato in paradiso e l’aveva fatto risvegliare in un cupo inferno.

Ma perché era successo tutto questo?

Le nostre strade sono tutte frutto delle nostre scelte” aveva spiegato una mattina a Sara, quando lei aveva iniziato a parlargli di “destino”.

Tutto tornava, infatti: aveva scelto di credere in quel fato, irrazionale quanto la sua Sara, e si era ritrovato da solo.

Tutto tornava, tranne il comportamento di Sara.

Sara era sempre stata stravagante, ma mai avrebbe pensato che potesse diventare così crudele.

No, questo era strano, ma i suoi pensieri in cerca di logica cercavano di dirgli che da lei avrebbe dovuto aspettarsi di tutto.

Doveva dimenticarla.

Ma come poteva dimenticare quella che era diventata, ormai, la sua ragione di vita?



 

Stava morendo, lo sentiva. Il suo cuore affaticato non avrebbe retto ancora a lungo.

Era una splendida giornata di sole, la brezza marina le scompigliava i capelli e, accanto a lei, Destino cercava di tenerle compagnia.

Ma il suo respiro si era fatto sempre più debole e ormai non aveva neanche più la forza di aprire gli occhi.

Stava morendo.

Stava morendo e non poteva fare a meno di pensare a lui.

“Addio Lorenzo” sibilò, tra sé, in un ultimo disperato tentativo di estremo saluto.

“Ti ho amato tanto, più di quello che tu credi”.



 

Voleva dimenticarla. Voleva dimenticarla e pensava a lei. Continuamente. Fin dal giorno in cui si erano conosciuti sull’aereo.

Era fastidiosa, logorroica, invadente. Non avevano niente in comune.

Durante il viaggio avevano litigato perfino sul film “Un amore splendido”: “Spiegami perché Deborah Kerr non può dire a Cary Grant che ha avuto un incidente e non può più camminare” le aveva chiesto durante la loro discussione.

Lei lo ama” era stata la sua spiegazione.

Allontanare la persona amata per paura di raccontarle la verità su un qualsiasi problema: un comportamento completamente folle. Ma chi mai avrebbe agito così? Sara, forse solo qualcuno come Sara.

Distratto com’era, a malapena era riuscito a sentire Gloria comunicare al dott. Savino che Oscar era impegnato; ma perché il medico che teneva in cura Sara prima del suo arrivo a Roma stava chiedendo di Oscar? Oscar… Era tutto il giorno che Oscar gli chiedeva impressioni sulla salute di Sara. Ma… E se…?



 

Attorno al suo corpo inerte si era formato un capannello di curiosi; tra loro, anche Francesca, la bambina che aveva permesso a Lorenzo di scoprire dove fosse.

Eccolo, Lorenzo: era preoccupato, si vedeva, ma stava disperatamente cercando di salvarla. Chissà cosa sarebbe successo se gli avesse confidato prima la verità…



 

Una volta lesse da qualche parte che era importante prestare molta attenzione ai propri desideri, perché si correva il rischio di vederli realizzati.

Le aveva augurato tutto il male del mondo e ora era seduto accanto a lei a bordo di un’ambulanza che sfrecciava per il traffico di Roma.

Sentiva una stretta all’altezza del petto, come se il suo cuore, in simbiosi con quello di Sara, facesse fatica a portare a termine il suo lavoro.

Ora capiva tante più cose riguardo Sara: le sue reazioni, la sua voglia di godersi ogni momento della propria esistenza, il suo repentino ed improvviso allontanamento.

Ma perché non si era fidata di lui? Perché non gli aveva raccontato la verità?



 

Si stava svegliando, non era morta. Qualcuno le aveva impedito di spegnersi per sempre, almeno per il momento.

Ormai aveva capito tutto: di lì a poco avrebbe dovuto affrontare lo sguardo preoccupato di Lorenzo che le chiedeva perché.

Perché non mi ha detto niente? Perché mi hai tagliato fuori e hai detto tutto a Stefano?”.

Come spiegargli che l’aveva fatto per lui, per proteggerlo? Come spiegargli che l’aveva fatto per il loro amore, affinché quel tempo trascorso insieme potesse restare il ricordo più bello di una vita spezzata troppo presto? Il fatto che Stefano conoscesse la verità non aveva niente a che fare con i sentimenti che provava per lui. Stefano l’aveva aiutata con il bar, l’aveva fatta divertire, assecondandola nelle sue follie, aveva custodito gelosamente il suo segreto. Ma Stefano non era lui, non avrebbe mai potuto esserlo. Lui era l’uomo del destino.



 

L’operazione era stata lunga e complicata, ma, anche grazie al suo aiuto, era tecnicamente riuscita.

Sara lo aveva riportato in sala operatoria.

Aveva avuto un momento di esitazione, è vero, ma poi, improvvisamente, era tornato padrone di sé. Erano quasi due anni che non riusciva ad affrontare la sua paura.

Ma su quel tavolo operatorio c’era Sara, non poteva non fare tutto quanto in suo potere per salvarle la vita. Se fosse morta, lui si sarebbe spento insieme a lei, soprattutto se non avesse tentato il tutto per tutto.

Era terrorizzato, ma ce l’aveva fatta. Adesso toccava a Sara dimostrare che voleva continuare a vivere.

Ma lei continuava a dormire.



 

Udiva una voce in lontananza che chiamava il suo nome. Era tutto ovattato intorno a lei: le sembrava di trovarsi ancora su quel lungomare deserto.

E poi ancora quella voce: chiamava il suo nome, ma non riusciva a distinguerla chiaramente.

No, un attimo: era Lorenzo.

Sì, era Lorenzo.

La stava cercando. Cervava lei. Voleva lei.

Sono qui” sembrava volesse dirgli proprio nell’attimo in cui il suo corpo tornava alla vita. Non voleva più scappare, non ne aveva più motivo.

Magari lui vuole stare con lei sedia a rotelle o non sedia a rotelle” le disse una volta Lorenzo, mentre discutevano animatamente sulle scelte di Deborah Kerr nel film “Un amore splendido”. Magari anche Lorenzo voleva stare con lei, qualsiasi fosse stata la sua condizione di salute. Sì, doveva affrontare le sue paure. Doveva tornare da lui. Aveva bisogno di lui.



 

Stava controllando gli ultimi esami quando si era sentito chiamare.

Sara: finalmente era cosciente.

Si era seduto accanto a lei, sorridendole.

Come stai?” le aveva chiesto, anche se conosceva perfettamente le sue condizioni: il suo cuore, ora, funzionava alla perfezione e lei aveva superato brillantemente l’intervento. Ora doveva solo recuperare un po’ di forze.

In realtà, l’unica cosa di cui avrebbe voluto parlare era del loro futuro. Insieme.

Bofonchiava frasi sconnesse, parlando di “periodo faticoso” e alimentando la preoccupazione di Sara, che ancora non conosceva l’esito dell’intervento.

E poi, finalmente, le aveva permesso di capire: “E’ un impegno che dura tutta la vita… il matrimonio”. Aveva sentito il cuore di Sara, collegato ai monitor sonori della terapia intensiva, aumentare a dismisura i propri battiti. E così anche lei aveva potuto rendersene conto: funzionava, quel cuore funzionava.

E ti sembra questo il momento giusto per chiedermi una cosa del genere?” si era sentito domandare. E, in effetti, era stata una proposta alquanto singolare. Ma sì, era sicuro di quello che stava facendo, era sicuro di essersi innamorato di quella ragazza tutta matta, che l’aveva letteralmente sommerso di parole fin dal primo momento in cui si erano conosciuti, era sicuro che quell’incontro non era stato per niente casuale. Il destino li aveva fatti conoscere, il destino aveva fatto in modo che Sara salvasse la sua vita, affinché anche lui potesse salvare quella di lei.

Ed ora, finalmente, tutto era tornato a posto. Potevano essere felici insieme.

Sara era visibilmente emozionata, aveva cambiato cento volte espressione, ma sapeva che era felice almeno quanto lui.

Allora?” aveva deciso di incalzarla, in attesa di una sua risposta ufficiale.

Dovrò ricordarmi il mio risveglio post operatorio per tutta la vita!” aveva esclamato contenta, mentre lui, ancora seduto sul bordo del letto, continuava a guardarla sorridendo. Ma non era ancora soddisfatto, voleva la conferma ufficiale, voleva che lei pronunciasse quella parola così piccola, ma così densa di significato.

E’ un sì?” aveva, quindi, chiesto ancora a Sara.

Stupido! Certo che sì!” aveva, infine, esclamato lei, facendolo sentire davvero un po’ cretino. Ma cosa importava? Aveva appena vissuto, forse, il giorno più lungo di tutta la sua vita, ma vedeva davanti a sé un futuro roseo, pieno di amore e di allegria. Non si era sbagliato quando aveva detto a Sara, per incoraggiarla prima dell’intervento, che il destino non aveva nessuna intenzione di separarli. Perché il destino li aveva ormai fatti diventare una cosa sola.
   
 
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