Serie TV > NCIS
Ricorda la storia  |      
Autore: Fink    14/06/2014    7 recensioni
Dalla storia: Il passo affrettato rimbomba nei lunghi corridoi vuoti, illuminati da accecanti luci al neon... “Non sarà mica così grave come mi hanno detto, vero?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abigail Sciuto, Timothy McGee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Armati di carta, penna e fantasia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa mi è venuta così in dieci minuti, mentre facevo colazione, perciò prendetela per ciò che è, cioè una nonsense pazzesca, secondo me.
Spero si legga bene, perchè ho problemi con il pc e al momento non posso usare il programma che uso di solito.
Buona lettura.


 
 

Abby e gli ospedali

 

 
Titolo: Abby e gli ospedali
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 117. Ferita
Fandom: NCIS
Personaggi: Abigail Sciuto, Timothy McGee
Raiting: verde
Tipologia: one-shot
Parole: 613
 


Cammina, rapida. A guardarla con attenzione sembra una camminata un po’dinoccolata, un passo saltellato lungo quel sottile confine che separa la camminata veloce da una corsa accennata. Ma, forse, è a causa di quegli stivaloni borchiati che porta ai piedi che le fasciano caviglie e polpaccio, fino al ginocchio.
Il passo affrettato rimbomba nei lunghi corridoi vuoti, illuminati da accecanti luci al neon. Il pavimento è coperto da piastrelle grigio topo e i muri sono intonacati di bianco, ma è un bianco sporco, quasi grigio. Anche se illuminato a giorno quel posto mette una tale tristezza che avrebbe quasi voglia di fuggire via. Certo gli ospedali non sono mai un bel posto, ma dovrebbero renderli più accoglienti: un po’di colore, qualche quadro vivace – magari uno di quelli che ha fatto lei – un po’ di musica.
Una porta, giallo sbiadito, le sbarra la strada, ma lungi dal preoccuparsi dell’ennesimo ostacolo la apre con una spinta e le basta una falcata per attraversare la sala e trovarsi a pochi passi dalla reception.
Una donna corpulenta con una chioma di ricci biondo cenere e un volto cinereo– è buffo come anche il personale, con il tempo, si conformi all’ambiente che lo circonda – la osserva con insistente curiosità.
Chissà cosa avrà da guardare - pensa la ragazza, mentre ripassa a mente il proprio abbigliamento: un paio di stivali scuri borchiati che arrivano fino al ginocchio, una minigonna scozzese, una camicetta nera, un collare e un braccialetto – borchiati anche quelli, ovviamente – il tutto coperto da un camicie bianco.
Oh, e una piccola medicazione sulla fronte e una sulla mano. Già! Deve essere questo il motivo per cui la donna la sta guardando in quel modo.
“Non si preoccupi, io sto benissimo.” Si affretta a precisare, per rassicurare l’infermiera, “sono qui per vedere McGee. Timothy McGee…Oh poverino! È così sensibile. Certo, ammetto che rispetto ai primi anni è migliorato e non è più così impressionabile, ma l’esplosione… tutti quei colleghi feriti e tutto quel sangue. Sa, lui si è abituato a vedere i cadaveri e a non svenire, ma il sangue. E quella ferita… mi hanno detto che era una brutta ferita.
“Non sarà mica così grave come mi hanno detto, vero? Non avrà intaccato organi vitali?!
Abigail Sciuto parla senza prender fiato, gesticolando e fissando l’infermiera della reception che la guarda perplessa.
“Oh mio Dio! È così… Tim è grave, magari sta morendo…” riprese la scienziata.
L’infermiera sgrana gli occhi e apre la bocca per rispondere “ma, veramente…”
“È già morto!? Oddio! Tim in una bara… non lo avrete mica messo in una bara, lui odia le bare… una volta ho dovuto dirgli che era un letto con le sponde per farlo entrare nella mia…”
“Abby!” una voce maschile e nota la raggiunge e lei si volta di scatto, facendo oscillare i codini. “Abby che cosa ci fai qui?” chiede l’agente McGee. Sta avanzando verso di lei con un braccio legato al collo e un cerotto sulla guancia.
“Gibbs mi ha detto che eri rimasto ferito e la signora qui” Abby indica l’infermiera che ora la fissava con un sopracciglio sollevato, “mi ha fatto intendere che eri morto. Io ti immaginavo all’interno di un feretro e…”
“Abby, calmati.” Tim  le appoggia la mano libera sulla spalla, “sto bene. Qualche graffio e un taglio un po’profondo su questo braccio, lo hanno già medicato… mi hanno già dimesso. Non entrerò in nessuna bara, non per ora almeno. Non mi piace nemmeno l’idea.”
“Oh lo so bene. Non sopporti dormirci per una notte, figuriamoci per tutta la vita.”
Abby prende Tim sottobraccio e dopo aver salutato l’infermiera, che li osserva più allibita che mai, i due escono dall’ospedale, ridendo.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Fink