Alessandro si stese sul prato stremato, ma soddisfatto. Accanto a lui Efestione si voltò a guardarlo, nei suoi occhi si poteva vedere il mondo. Solo in quel momento Alessandro realizzò l'enormità dell'errore che avevano appena commesso. Si mise a sedere con uno scatto repentino e iniziò a cercare i suoi vestiti con foga. L'altro si mosse lentamente e gli chiese piuttosto perplesso:" che stai facendo?" Alessandro, sconvolto, pensò che fosse meglio non rispondergli, così lo ignorò. Trovati i propri abiti iniziò a scuoterli vigorosamente per togliere l'erba che vi si era impigliata. "Alessandro ... Alessandro?!" Efestione lo afferrò per il braccio per attirare la sua attenzione, ma come risposta ricevette una gomitata contro le costole. Guardò allibito il compagno. " ma che ti è preso? Fino ad un attimo fa eri entusiasta e adesso provi a fratturarmi qualche ossa?" Mentre parlava, l'altro si era alzato in piedi, cercando di rivestirsi senza incontrare lo sguardo indagatore dell'amico. I suoi sforzi furono vani. Non appena si vide negli occhi di Efestione cadde a ginocchioni sul terreno e, coprendosi il viso con le mani, iniziò a piangere sconsolatamente.  "mio padre... Mia madre... CHE COSA ABBIAMO FATTO?!" esclamò quello tra i singhiozzi. " io sono il figlio del re, io dovrò governare, io sarò il re, e ancor prima di godere dell'amore di una donna, godo di quello di un mio compagno, maschio per giunta!". L'altro inizialmente rimase così colpito e interdetto dalle urla di Alessandro, che non osò nemmeno guardarlo, ma appena capì da cosa fosse scaturita questa sua reazione, gli si avvicinò, e gli toccò il braccio con dolcezza dicendogli:" allora sono gli altri il problema." Sentendo il tocco delle morbide dita di Efestione, si scostò leggermente. Non voleva essere toccato da lui. Si voleva, ma non doveva. "alessandro, guardami." Abbassò le mani ormai bagnate dalle lacrime di Alessandro e prese il suo volto tra le mani, cosingendolo a guardarlo negli occhi. " Perché ti importa di ciò che pensano gli altri? Perché ti crei problemi dove ancora non ci sono?" lo sguardo di Efestione stava letteralmente sciogliendo il cuore di Alessandro. "sai cosa ti dico? L'unica opinione che mi interessa è la tua. Io per te farei tutto Alessandro, e lo sai. Io ammazzerei e morirei per te. Tu sei il pilastro attorno al quale ruota la mia vita. E se qualche problema ostacolerà la nostra strada, lo affronteremo, insieme." "m-ma i macedoni ..." "Alessandro" lo interruppe l'altro " noi non siamo solo macedoni, siamo anche greci. Se Achille e Patroclo ci sono riusciti, perché non potermmo riuscirci anche noi?" e aggiunse scherzando " magari un giorno scriveranno storie e canzoni su di noi!" A quel punto era tutto chiaro a entrambi. Alessandro non fece morire quel sorriso, ma prese il viso di Efestione tra e sue mani ancora umide e lo baciò con passione. "allora, o mio Patroclo, dove eravamo rimasti?"