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Autore: MissGolightly    15/06/2014    3 recensioni
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“Avanti, Lisbon, è palese che vuoi dirmi qualcosa”.
“Non so proprio di cosa tu stia parlando”.
“Ah, no? Mi eviti da settimane. Fai di tutto per non stare con me, quasi come se avessi paura che la mia vicinanza possa indurti a confessare qualcosa”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Andiamo a letto insieme?”
“Come, scusa?”
“Bè, sei uno sbirro, questo è ovvio. Ma non mi stai trattando come un sospettato, e non vedo perché un’agente di polizia debba venire al mio capezzale…a meno che non andiamo a letto insieme”
“Non sai chi sono io?”
“Non prendertela, sicuramente sei memorabile. È che me la sono vista brutta, a quanto pare”
“No. Noi non andiamo a letto insieme”
“Però ci stiamo lavorando, vero?”
[The Mentalist, 4x10]
 
 
Erano passate settimane da quell’episodio, da quando Jane aveva accidentalmente perso la memoria e le aveva fatto quella domanda scomoda.
 
“Andiamo a letto insieme?”
 
In realtà, era stata una domanda come un’altra. Ed era stata una domanda lecita, vista la situazione.
Jane non ricordava chi era e l’atteggiamento premuroso di Lisbon sicuramente l’aveva incuriosito.
Ciò che rendeva scomoda quella domanda, era quello che provava Lisbon. Perché, in fondo, una parte di lei avrebbe voluto poter rispondere di sì. E quando Jane aveva fatto quell’altra domanda (“Però ci stiamo lavorando, vero?”), Lisbon avrebbe voluto dire: “Magari ci stessimo davvero lavorando!”
Ma lei non era quel tipo di persona. Non era il tipo di donna che lascia trasparire i sentimenti così chiaramente e sicuramente non era il tipo di persona che rischia di mandare a monte un’amicizia come quella tra lei e Jane.
E così non aveva mai tirato fuori l’argomento. Né quando Jane era vittima dell’amnesia, né tantomeno quando aveva riacquistato la memoria. Ma più passavano i giorni, più ripensava a quell’episodio ed era convinta che ormai Jane si fosse accorto che qualcosa non andava.
Lui si accorgeva sempre quando qualcosa non andava.
“Capo, abbiamo una pista” disse Rigsby, entrando nell’ufficio di Lisbon.
La donna scosse la testa, come per scacciare i pensieri che fino a un attimo prima la assillavano, e disse: “Di che pista si tratta?”
“Jane crede che Hazel Riley possa essere implicata nell’omicidio del marito. Andiamo a prenderla e le facciamo un paio di domande” spiegò il poliziotto.
Lisbon annuì distratta. Se l’illuminazione di Jane su Hazel Riley era giusta, il caso si sarebbe risolto in fretta. Più in fretta del previsto.
O forse, questa era solo una sua impressione. Con tutte le cose che le giravano per la testa, doveva ammettere di non essere stata particolarmente attenta al caso.
“Tutto ok, capo?”
“Certo” rispose Lisbon. Poi aggiunse: “D’accordo, Rigsby. Andate a prenderla, ma lasciate qui Jane”
L’uomo la guardò un po’ sorpreso. Dopotutto, era stata un’idea di Jane indagare sulla vedova e solitamente Lisbon non vedeva l’ora di toglierselo dai piedi.
“Non guardarmi così. Ho bisogno di parlargli e, in questo momento, a voi non serve. Tu e Van Pelt siete in grado di andare a prendere una sospettata anche senza di lui” disse Lisbon, cercando di mostrarsi indifferente.
Rigsby si strinse nelle spalle e uscì dall’ufficio di Lisbon. Solo in quel momento, Teresa si rese conto di cosa aveva appena fatto: aveva detto di dover parlare con Jane. Il suo subconscio aveva parlato al posto suo.
Pochi minuti dopo, Jane entrò nel suo ufficio sorridendo. “Rigsby dice che mi devi parlare”.
E adesso cosa mi invento?, pensò Lisbon.
“Non devo dirti niente. Era solo una scusa per non farti andare con lui e Van Pelt. Ogni volta che vai a prendere un sospettato, combini qualche danno” disse Lisbon, facendo finta di concentrarsi su alcuni fogli sulla sua scrivania.
“Non è vero” disse Jane, continuando a sorridere. Si sedette di fronte a Lisbon e rimase a fissarla finché lei non alzò lo sguardo.
“Come sarebbe? Non sei tu a dover dire se ciò che dico è vero oppure no”.
“Avanti, Lisbon, è palese che vuoi dirmi qualcosa”.
“Non so proprio di cosa tu stia parlando”.
“Ah, no? Mi eviti da settimane. Fai di tutto per non stare con me, quasi come se avessi paura che la mia vicinanza possa indurti a confessare qualcosa” disse Jane.
“Ti evito perché la tua presenza mi irrita” disse Lisbon, abbassando di nuovo lo sguardo.
“No, non è vero. A volte, ti sorprendo a fissarmi. Tu credi che io non ti veda, ma invece mi accorgo delle occhiatine che mi lanci. Sono le stesse occhiate di un bambino che ha fatto una marachella e non sa se raccontarlo o no alla mamma”.
Lisbon sospirò seccata. Prese il fascicolo sulla scrivania e si alzò.
“Dove vai?” chiese Jane, alzandosi e raggiungendo Lisbon, la quale stava per uscire dall’ufficio.
La donna si fermò con la mano sulla maniglia e disse: “A portare un fascicolo in archivio. Perché?”
“È da maleducati andarsene nel mezzo di una conversazione. Siediti e finiamo di parlare”
“Jane, te lo ripeto: non ho niente da dirti” disse Lisbon, distogliendo lo sguardo.
“Prova a dirmelo guardandomi in faccia, Lisbon”.
E a quel punto, Teresa rimase in silenzio. Sapeva che non sarebbe mai stata in grado di mentirgli guardandolo negli occhi.
“Ah, allora ho ragione!” disse Jane, puntandole un dito contro con fare vittorioso.
“Non ho detto che tu abbia ragione”.
“Ma non hai nemmeno detto che ho torto. Avanti, Lisbon, smettila di girarci intorno”.
Lisbon sospirò rumorosamente. Ormai si sentiva in trappola.
Ma sarebbe stato davvero un problema se avesse detto la verità al suo consulente?
“So che in fondo vuoi dirmelo. Solo che hai paura. Non riesco a capire di cosa, ma hai paura” disse Jane.
“Ok, adesso basta. Smettila di psicanalizzarmi”.
“E tu smettila di mentirmi” disse Jane, improvvisamente serio.
Non aveva più scampo. Aveva pochi secondi di tempo per inventarsi una bugia credibile, oppure poteva dire la verità. E, considerato che a Lisbon i bugiardi non erano mai piaciuti, la seconda opzione era sicuramente la migliore. Senza contare che Jane la conosceva troppo bene e che sicuramente avrebbe scoperto tutto anche da solo.
Si allontanò dalla porta e lasciò cadere il fascicolo sopra alla pila di fogli che stava facendo finta di esaminare poco prima, poi si appoggiò alla scrivania, mentre Jane si accomodava di nuovo al suo posto sorridente.
“Si tratta di una cosa che è successa qualche settimana fa, quando tu sei quasi affogato in quel lago”.
“Sei arrabbiata con me per qualcosa che ho detto? Credo di aver detto parecchie cose stupide, quindi capirei se tu ce l’avessi con me” disse Jane cercando di giustificarsi.
“No, no! Cioè, sì. Riguarda qualcosa che hai detto, ma non sono arrabbiata. Anzi”.
“Mmm, non sei arrabbiata. Ma non sei nemmeno felice o allegra. A dire il vero, sembri piuttosto preoccupata” disse Jane, osservando la donna di fronte a lui. Poi, dopo averla studiata per qualche secondo, aggiunse: “Anzi, no! Sei imbarazzata!”
Lisbon alzò gli occhi al cielo, mentre le guance le si imporporavano.
Iniziamo bene!
“Il mio stato d’animo attuale non deve interessarti, Jane. Non è questo il punto”.
“Va bene, scusa. Vai avanti”.
“Ricordi quando ti sei svegliato in ospedale e non ricordavi chi fossi?”
Jane scoppiò a ridere. “Certo! Addirittura, ti ho chiesto se andavamo a letto insieme! Sarebbe stata una scena divertente, se solo io non fossi stato in un letto di ospedale a causa di un pazzo che mi aveva aggredito”.
Poi, vedendo che Lisbon non accennava a continuare il discorso, capì di aver colpito nel segno. Era quello il punto! Qualsiasi cosa volesse dire Lisbon, riguardava almeno in parte quell’episodio.
“Ok, scusa. Non era divertente. Tu eri imbarazzata e non è carino che io me ne stia qua a ridere della situazione” si scusò l’uomo.
E in quel momento collegò tutti i pezzi. Lisbon era imbarazzata per quella situazione. Ma perché mai avrebbe dovuto essere imbarazzata, se ciò che aveva detto non era vero? Ok, era ovvio che lui e Lisbon non avessero mai avuto una relazione di quel tipo, ma se lei era imbarazzata c’era senz’altro un motivo. E il motivo poteva essere solo che…
“Tu avresti voluto!” esclamò Jane, capendo improvvisamente quale fosse il punto centrale della conversazione. “Tu avresti voluto che fosse vero! Ti sarebbe piaciuto potermi dire che andavamo a letto insieme! Accidenti, Lisbon, non pensavo che tu avessi delle fantasie erotiche su di me”.
La donna arrossì e distogliendo lo sguardo esclamò: “Io non ho fantasie erotiche su di te!”
“Non solo. Non è solo un fattore di fantasie, nonostante ci siano anche quelle. A giudicare dalla tua reazione, c’è qualcosa di molto più profondo” disse Jane, alzandosi e avvicinandosi pericolosamente a Lisbon. “Ora credo sia il caso di tornare al lavoro, ma mi piacerebbe continuare questo discorso a cena, stasera. Se ti va, ovviamente. Ma credo proprio che tu non veda l’ora di uscire con me per un appuntamento romantico” aggiunse il consulente, avvicinandosi al suo capo e lasciandole un bacio veloce sull’angolo della bocca.
Teresa rimase immobile e si accorse di aver trattenuto il respiro solo quando Patrick aprì la porta per uscire dal suo ufficio.
“E magari stasera, potresti raccontarmi qualcuna delle tue fantasie su di me” aggiunse Jane, un attimo prima di uscire.
Teresa scosse la testa sorridendo. Forse, in un altro momento gli avrebbe urlato contro per quell’ultima battuta, oppure gli avrebbe lanciato qualcosa dietro. Ma non in quel caso, non quel giorno. Era troppo contenta per prendersela con lui. Finalmente, aveva una possibilità di essere felice ed era tutto merito di Jane.
Qualche battuta idiota poteva anche concedergliela.
Ma solo per una volta.
 
 
 
 
NOTE:
Buonasera! Anzi, quasi buonanotte!
L’idea per questa one shot mi è venuta giusto qualche ora fa mentre guardavo la 4x10 su rete 4. Quella scena in ospedale ha fatto scattare la mia fantasia e quindi mi sono messa all’opera mentre, da brava italiana, tifavo per la nostra nazionale.
Il finale non mi convince molto in realtà. Anzi, non mi convince niente visto che è la prima storia che scrivo in questo fandom e non sono nemmeno quella che si definisce una fan sfegatata della serie dato che non ho visto tutti gli episodi.
Appunto per questo mi aspetto recensioni di ogni tipo, anche negative se credete che me le meriti! E soprattutto spero mi darete dei consigli e mi farete notare se ho scritto qualcosa di sbagliato o che non rispecchia i personaggi originali.
Baci!
   
 
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