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Autore: Alex96_    15/06/2014    1 recensioni
[Seguito di "Me and You Against the World"]
OS sequel: Mickey e Mandy saranno riusciti a liberarsi della loro famiglia? Ian sarà riuscito a tornare a casa? E soprattutto, cosa prospetterà il futuro a Mickey e Ian?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Fiona Gallagher, Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Family Is Everything'
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Storia seguito di "Me and You Against the World"


“MICKEY! TESTA DI CAZZO DOVE SEI?”
Mickey aveva grugnito nel sentire la voce di sua sorella. Era arrivato a casa solo un’ora prima dopo un turno di otto ore in officina e si era steso a letto ancora vestito e sporco di olio e grasso di macchina, completamente esausto. Da quando lui e Mandy avevano parlato di incastrare Terry e i loro fratelli per farli uscire definitivamente dalle loro vite erano passate due settimane; due settimane nelle quali erano riusciti a convincere quel pezzo di merda di loro padre ad andare a combinare un affare a Glenview e a portare con lui i loro fratelli maggiori Tony, Joey e Iggy. Mickey un po’ si odiava per questo, lui non era il tipo che andava in una stazione di polizia a raccontare tutti gli affari loschi in cui era coinvolto suo padre e i suoi fratelli davanti a un biondo ossigenato di nome Tony, ma aveva dovuto farlo. Raccontando quelle cose aveva rischiato di scontare anche lui il suo tempo, ma quando Mandy aveva fatto richiesta di averlo come suo tutore legale perché nessuno si sarebbe potuto occupare di lei e aveva giurato che lui era sempre stato minacciato da loro padre per ogni attività illegale in cui era stato coinvolto, l’avevano rilasciato – in realtà era stato trattenuto solo 24 ore in attesa dell’udienza preliminare – e gli avevano assegnato un centinaio di ore di servizi sociali da svolgere in un anno.
Quando Mickey era rientrato in casa Milkovich insieme a Mandy sapeva già che la loro vita sarebbe cambiata radicalmente. Se non aveva perso la sua calma era stato grazie alla sua sorellina che era entrata in modalità di sopravvivenza stile Gallagher e aveva procurato ad entrambi un lavoro, aveva venduto tutto l’armamentario di Terry che non era stato sequestrato e tutti gli oggetti di valori che era riuscita a racimolare in quella topaia che chiamavano casa. Aveva presentato a Svetlana uno sugar daddy che in cambio di un paio di scopate al giorno le avrebbe dato la green card e si era assicurata che la russa prima di andarsene firmasse i documenti per il divorzio. Poi aveva trascinato entrambi i loro culi a scuola e l’aveva fatto iscrivere per prendere il GED mentre lei avrebbe finito il suo ultimo anno di liceo. Non era stato facile per nessuno dei due bilanciare scuola, lavoro e vita domestica ma si stavano iniziando ad abituare.
Mickey però era stremato da un’intera giornata a lavorare sul motore di un furgone che non ne voleva sapere di funzionare e sentire la voce stridula di sua sorella rimbombare in tutta casa non era quello di cui aveva bisogno.
“CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA! HO BISOGNO DI DORMIRE!”
Mandy ovviamente non l’aveva lasciato in pace e aveva seguito il suono della sua voce entrando come un tornado nella sua stanza. L’aveva iniziato a scuotere per un braccio restando accovacciata sul bordo del suo letto. Mickey aveva cercato con tutte le sue forze di ignorarla e tornare a dormire, ma dopo qualche minuto si era rassegnato ad aprire un occhio trovandosi davanti il viso sorridente di sua sorella. Non l’aveva mai vista così felice, sembrava più contenta di quando li avevano chiamati per assicurare loro che Terry non sarebbe uscito di prigione per i prossimi trenta anni e che ai loro fratelli ne sarebbero spettati almeno una quindicina e non aveva potuto fare a meno di inarcare un sopracciglio estremamente confuso.
“Che cazzo hai da sorridere come una ritardata? Hai preso troppo gas?”
Mandy aveva scosso la testa e, ancora con quello stupido sorriso sulle labbra e gli occhi blu luccicanti, gli aveva afferrato saldamente un braccio.
“Ian è tornato.”
Erano bastate quelle parole per farlo tirare a sedere di scatto e con un cenno del capo aveva indicato a sua sorella di iniziare a parlare. E Mandy non si era fatta pregare: gli aveva raccontato di come quella mattina fosse andata dai Gallagher per sapere se c’erano novità su dove fosse Ian e Debbie le aveva detto che Lip e Fiona erano andati a prenderlo a New York. A quanto pareva l’esercito era riuscito a capire che Ian aveva falsificato la sua identità usando il nome di Lip e lui aveva provato a scappare, ma era stato fermato. Mandy non sapeva i dettagli ma quello che contava era che i Gallagher – sempre pieni di risorse – erano riusciti a trovare un sistema per farlo uscire dalla prigione militare e ora Ian stava per tornare a casa, dove i suoi fratelli minori gli stavano organizzando una festa a sorpresa.
 



Mickey continuava a mordersi il labbro e a maledire se stesso: come diavolo aveva fatto a farsi convincere da Mandy ad andare a quella stupida festa a casa Gallagher? Non poteva affrontarli tutti insieme, non era pronto. Ma voleva vedere Ian. Aveva bisogno di vederlo. Si era preso il suo tempo per farsi una doccia e cambiarsi in vestiti semi-puliti e il risultato era che avevano accumulato più di mezz’ora di ritardo e Mandy lo incitava a camminare più svelto anche se ormai erano sulla via di casa Gallagher.
“Sei un fottutissimo ritardato. Come diavolo hai fatto a metterci così tanto a prepararti? Dovevamo essere qui da un pezzo!”
Aveva alzato gli occhi al cielo e per qualche metro era riuscito ad ignorare sua sorella ma quando questa gli aveva tirato uno scappellotto dietro alla testa, si era voltato e le aveva dato una spallata forte riuscendo così a scrollarsela di dosso. La mora però si era fatta sotto e gli aveva dato un calcio sullo stinco facendolo imprecare.
“Dannata zoccola!”
Non se n’era stato con le mani e le aveva strizzato un capezzolo facendola gridare mentre con l’altra mano le tirava i capelli.
“Lasciami Mickey! Brutto succhia cazzi che non sei altro lasciami!”
Mickey era scoppiato a ridere e aveva tirato più forte i capelli della sorella, che gli aveva ringhiato in faccia e aveva cercato di tirargli un calcio ai genitali senza successo.
“Andiamo Mands ammettilo. Posso ancora farti il culo quando mi pare e piace e tu non puoi fare nulla.”
Mandy gli aveva sputato in un occhio e lui, schifato, aveva lasciato la presa.
“Vaffanculo!”
“Vaffanculo a te stronzo!”
Erano rimasti a guardarsi in cagnesco per qualche secondo, entrambi con le mani protese e pronte a scattare per attaccare l’altro, prima di sentire una risata familiare alle loro spalle. Si erano girati nello stesso momento ed eccolo lì davanti a loro: Ian Gallagher. Mickey aveva schiuso la bocca esalando un singulto. Com’era possibile che dopo neanche un mese dall’ultima volta che si erano visti Ian sembrasse già diverso? Il suo volto più affilato, la mascella più squadrata, i capelli più corti e il corpo più muscoloso. Era rimasto lì a fissarlo immobile mentre sua sorella dopo una decina di secondi si era ripresa dallo shock e gli era corsa incontro per abbracciarlo.
Mickey aveva osservato la contentezza dipingersi sul volto di Ian mentre stringeva a sé il corpo di Mandy e, anche se non poteva vedere la sua espressione, sapeva che sua sorella stava sorridendo da un orecchio all’altro con le gambe intorno alla vita del suo migliore amico e le braccia allacciate attorno al suo collo.
Mandy gli era rimasta aggrappata addosso per un paio di minuti prima di districarsi dalla sua posizione e dargli uno scappellotto in testa. Aveva riso in maniera disinvolta quando l’aveva sentito mormorare un “auch” in tono scherzoso e gli aveva afferrato la mano.
“Mi sei mancato, Ian. Ma lo sapevi che potevi cacciarti in guai seri? Sei un’idiota!”
Il rosso aveva guardato dietro di sé dove Fiona e Lip erano appena scesi dal furgoncino preso in prestito da Kev e aveva sorriso.
“Già, mi è stato detto spesso oggi.”
Mandy aveva sorriso di nuovo e scosso la testa prima di lanciare uno sguardo al suo ex-ragazzo che, sorprendentemente, la stava già guardando con quel suo mezzo sorriso e una sigaretta tra le labbra.
“Hanno fatto bene. Fare cazzate del genere per quel coglione di mio fratello non ne vale assolutamente la pena!”
Mickey, che era rimasto qualche passo indietro rispetto agli altri, aveva lanciato uno sguardo di fuoco a Mandy e l’aveva mandata nuovamente a fanculo facendola scoppiare a ridere, seguita presto da Ian e Lip. Dio quanto odiava il maggiore dei maschi Gallagher! La “mamma” però, Fiona, non stava affatto ridendo e lo stava esaminando con quel suo sguardo attento e intelligente. Molto probabilmente sapeva anche lei dei suoi trascorsi con Firecrotch. E la lista cresceva…
Però tra tutti i presenti era stata proprio lei a parlare schiarendosi la gola e mettendo una mano sulla spalla di Lip.
“Forza, andiamo dentro e avvertiamo Debbie e Carl che dovranno aspettare ancora un po’ prima di gridare ‘sorpresa’. Mandy tu vieni dentro con noi, vero?”
Sua sorella aveva annuito e aveva lasciato un bacio sulla guancia di Ian prima di seguire Lip e Fiona. L’aveva guardato solo una volta prima di entrare nella casa e gli aveva mimato “risolvi tutto”. Già, come se fosse facile…
 



Mickey appena era rimasto solo con Ian aveva puntato lo sguardo sulle sue scarpe vecchie e rovinate, incapace di guardarlo negli occhi. Sentiva l’imbarazzo e la tensione crescere di minuto in minuto e sapeva di dover dire qualcosa, era lui quello che doveva parlare e pregare Firecrotch di perdonarlo, scusarsi per come l’aveva trattato dall’inizio, per la sua reazione quando Frank li aveva beccati insieme –lo sguardo ferito e deluso di Ian lo accompagnava ancora nei suoi incubi peggiori – e per essersi sposato con Svetlana nonostante Ian l’avesse implorato di non farlo. Eppure le parole non sembravano voler uscire dalla sua bocca. Non era in grado di dire nulla, così continuava a guardare il marciapiede sotto i suoi piedi e a mordersi il labbro, nella speranza che Ian decidesse di prendere l’iniziativa e, com’era prevedibile, il ragazzo l’aveva fatto.
“Sul viaggio di ritorno Lip mi ha detto che tuo padre e i tuoi fratelli saranno in galera per molto tempo. Mi dispiace.”
A quel punto Mickey si era imposto di alzare la testa per incrociare gli occhi del rosso e quando l’aveva visto sorridere, anche le sue labbra si erano piegate immediatamente in un sorriso.
“No che non ti dispiace.” Aveva fatto una pausa, sorridendo del ghigno sulle labbra di Ian e aveva continuato a parlare “Non frega un cazzo neanche a me, a dire il vero siamo stati io e Mandy a buttarli lì.”
Aveva visto quegli occhi tanto espressivi sgranarsi per la sorpresa e quasi ne aveva riso. Quanto gli era mancato averlo lì, a pochi metri da lui. Potergli parlare, poterlo guardare. Una smorfia di disgusto gli aveva incorniciato i lineamenti per qualche secondo mentre si rendeva conto di quanto i suoi pensieri fossero da frocio.
Ian non sembrava aver capito la direzione dei suoi pensieri, ma gli aveva sorriso ugualmente, questa volta senza traccia di sarcasmo o divertimento. Il suo era un sorriso gentile, niente di più.
“Sono contento per te Mick, ora potrai vivere con Mandy, tua moglie e tuo figlio in pace.”
Ah, quindi quel testa di cazzo di suo fratello non gli aveva detto tutte le novità… Gli si era avvicinato di un passo, un angolo della bocca arricciato in un pallido sorriso.
“La puttana se n’è già andata da una settimana e tra poco io sarò divorziato. Per quando riguarda il bambino, non c’è mai stato. Terry aveva obbligato Svetlana a mettere una specie di pancia finta o una merdata del genere nella speranza che nel frattempo riuscissi a metterla incinta io.”
L’aveva lasciato di stucco, Mickey poteva leggere chiaramente lo stupore sul suo volto e un altro sorriso aveva fatto capolino sulle sue labbra. Quand’era l’ultima volta che aveva sorriso così tanto? Non aveva fatto in tempo a cercare una risposta che aveva visto Ian ricomporsi e scurirsi in volto, gli occhi ridotti a due fessure e la mascella contratta, i pugni stesi lungo i fianchi. E ora quale cazzo era il suo problema?
“Senti Mick se sei qui perché pensi di ricominciare da dove ci siamo lasciati, con te che ti scopi Angie Zhago o qualche altre puttana nel South Side non sono interessato. Infondo sono solo una bocca calda per te, sono fiducioso che riuscirai a trovare qualcun altro disposto a succhiartelo.”
Mickey era rimasto spiazzato dal tono di voce così duro e freddo ed era stato lui questa volta a mostrare il suo stupore, ma si era ripreso frettolosamente quando aveva visto Ian muoversi in direzione della sua casa. Appena il rosso aveva messo una mano sul cancelletto per aprirlo, lui gli aveva afferrato saldamente il braccio costringendolo a voltarsi verso di lui.
“Che cazzo vuoi ora?”
Okay, adesso Gallagher stava esagerando con la scena da fidanzatina pre mestruata. Aveva digrignato i denti e rincarato la pressione sul suo braccio forzandolo a far incrociare i loro sguardi. Azzurro intenso contro verde smeraldo. Entrambi accecati dall’ira e dalla tensione irrisolta che scorreva tra loro.
“Capisco che sei incazzato con me Firecrotch. Sono stato uno stronzo ma sono qui adesso, non conta niente?”
Ian aveva scosso la testa e si era leggermente abbassato per livellare i loro volti facendoli trovare così alla stessa altezza, solo per sputargli altro veleno in faccia.
“No. Ti avevo detto di non sposarti se tenevi almeno un po’ a me e tu l’hai fatto lo stesso quindi qualsiasi cosa vuoi dire ora per me non conta assolutamente niente Mick.”
Mickey aveva imprecato e, come scottato, aveva lasciato la presa sul suo braccio facendo un passo indietro. Delirante, si era passato una mano tra i capelli insolitamente puliti e privi di gel. Sentiva il cuore battergli impazzito nella cassa toracica e voleva urlare e tirare un pugno a Gallagher perché era davvero un fottutissimo idiota a non capire che lui ci teneva cazzo, aveva fatto tutto per lui! Non poteva perdere la pazienza però, quindi aveva rialzato la testa e si era azzardato a guardarlo di nuovo, scoprendolo nello stesso punto in cui era qualche minuto prima intento a studiare ogni sua mossa.
“Non capisci un cazzo Gallagher. Sei un fottutissimo idiota se non riesci a vedere che ho dovuto sposare quella troia nazista. Pensi che l’avessi voluto? Non potevo rifiutarmi! Mio padre avrebbe subito pensato che era a causa tua. Ti avrebbe ucciso e mi avrebbe fatto guardare. Davvero non ci avevi mai pensato prima?”
Ian sembrava essere stato colto nuovamente di sorpresa, ma poteva vedere come il suo viso si era scurito un’altra volta; un’ondata di rabbia negli occhi.
“E tu non hai pensato che fosse meglio picchiarmi a sangue per farmelo capire?”
Aveva alzato le mani al cielo esasperato e, con occhi da pazzo, l’aveva guardato cercando di far entrare un po’ di sale nella zucca vuota di quel ragazzino dall’aspetto alieno.
“Credi che se te l’avessi detto te ne saresti andato e mi avresti permesso di sposarmi nonostante ero obbligato da mio padre? No! Tu avresti cercato una cazzo di soluzione, te lo dico io Firecrotch: non c’era!”
Ian non sembrava averlo neanche sentito perché aveva scosso la testa e aveva fatto per avvicinarsi nuovamente a quel dannato cancello di metallo, così Mickey si era interposto tra lui e la recensione pressandosi addosso al corpo del rosso.
“Tu… fanculo Gallagher non puoi pensare che non me ne frega niente!”
L’aveva visto stringersi nelle spalle e quando Ian aveva parlato di nuovo la sua voce era completamente priva di rabbia e appariva insicura e fragile.
 “Io non so cosa pensare Mick.”
L’ex galeotto non sapeva davvero cosa fare: aveva parlato molto di più di quanto avesse fatto con chiunque altro, aveva cercato di digli quello che provava. Che altro pretendeva quel ragazzino pieno di lentiggini? Una serenata e una dichiarazione d’amore? Ripensandoci, non aveva provato proprio tutto. Così aveva mormorato un ‘fanculo’ e si era sporto sulle labbra di Ian, posandogli una mano sul fianco e un’altra sulla nuca per impedirgli di tirarsi indietro. Questo bacio era totalmente diverso dagli altri due che si erano scambiati, entrambi, per altro, iniziati da lui. Il primo era stato una sfida e una semplice carezza sulle labbra; il secondo invece era violenza pura, labbra che succhiano, denti che mordono e lingue che lottano. In questo bacio invece Mickey stava mettendo tutto se stesso, tutte le parole che non sarebbe mai stato in grado di pronunciare, tutto il sentimento innominabile che provava nei confronti di Ian.
Si era accontentato di accarezzare le sue labbra morbide per qualche secondo, ma quando l’aveva sentito fremere per portagli una mano sul collo e un’altra tra i passanti dei suoi jeans nel tentativo di tirarlo di più a sé non aveva resistito e gli aveva fatto aprire le labbra a forza. Aveva invaso la sua bocca e aveva sentito come la passione era cresciuta quando Ian se l’era tirato addosso e aveva iniziato ad accarezzargli i capelli senza interrompere il bacio. Entrambi avevano lasciato danzare le loro lingue insieme, le loro labbra accarezzare le altre e i denti mordicchiare piano, incuranti del mondo intorno a loro.
Era stato Mickey a tirarsi indietro per primo quando aveva sentito i polmoni bruciare per la mancanza prolungata di ossigeno. Si era costretto a respirare e aveva scoperto che sia lui che Ian ansimavano alla ricerca d’aria sorridendo come idioti. Aveva poggiato la fronte contro la sua e gli aveva passato nuovamente una mano tra quei capelli corti e rossi che gli erano mancati da morire.
“Quindi ora siamo fidanzato e fidanzata?”
Mickey era scoppiato a ridere mandandolo a fanculo e gli aveva dato uno spintone facendolo arretrare di un paio di passi. Ian aveva alzato le braccia in segno di resa e poi aveva fatto un cenno verso la finestra della sua casa dove le teste seminascoste dei suoi fratelli erano ben visibili.
“Sai che ci hanno appena visti tutti, vero?”
Mickey si era stretto nelle spalle e aveva aperto il cancello, indicando a Ian di entrare per primo. Avrebbe preferito di gran lunga filare dritti nella sua stanza e ritrovarsi nudi nel giro di pochi minuti ma sapeva che il ragazzo aveva bisogno di passare tempo con la sua famiglia. Erano a metà del vialetto quando Ian si era voltato e gli aveva sorriso in quel suo modo idiota  e aveva teso una mano nella sua direzione alla quale lui aveva dato uno schiaffo, scacciandola come avrebbe fatto con un insetto.
“Non spingere i limiti Gallagher.”
Il pel di carota aveva riso nuovamente facendogli incurvare le labbra in un sorriso e stava per mettere una mano sul pomello della porta quando lui l’aveva richiamato.
“Ehi Ian, vieni qua.”
L’aveva visto inarcare un sopracciglio mentre ritornava sui suoi passi, probabilmente sorpreso dal fatto che l’aveva appena chiamato col suo nome di battesimo. Era mai capitato prima? Mickey non si era concesso del tempo per pensarci perché l’aveva afferrato con entrambe le mane per il giaccone pesante che indossava per baciarlo un’altra volta. Dio se quelle labbra davano assuefazione. Ian aveva sorriso nel bacio e quando si era staccato con un sonoro ‘smack’ gli aveva fatto l’occhiolino indicandogli con il capo di seguirlo dentro casa.
Bene, aveva pensato Mickey, eccoci qui: due Milkovich versus il clan intero dei Gallagher.  Fantastico!
 



Appena erano entrati nel salotto di casa Gallagher Mickey si era pentito di essere venuto: intorno a lui c’era amore. Troppo amore. La più piccola delle sorelle di Ian – Denny? Debbie? – gli era saltata addosso gridando e piangendo, presto seguita nuovamente da Fiona, Mandy e la moglie di Kev, Veronica. Lui si era spostato in un angolo del salone e aveva aspettato che tutti i fratelli di Firecrotch avessero l’opportunità di salutarlo a dovere e riempirlo di insulti per lo spavento che aveva fatto prendere loro. Aveva sentito il ragazzino più piccolo chiedere a Ian se aveva sparato a qualcuno e si era ritrovato a pensare quanto fosse inquietante. Aveva scosso la testa ed era rimasto appoggiato al bracciolo di una poltrona a guardare i vicini dei Gallagher abbracciare e dare pacche affettuose sulle spalle di Ian il quale era chiaramente felice. Mickey poteva vederlo e un sorriso stava quasi per affacciarsi sulle sue labbra quando sua sorella l’aveva affiancato sporgendosi sul suo orecchio per potergli parlare senza essere ascoltata dagli altri.
“Completamente diverso da casa Milkovich uh?”
Mickey aveva annuito in risposta e sua sorella aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Sotto normali circostanze l’avrebbe spintonata o le avrebbe dato della sentimentale ma lì, circondato da quella famiglia incasinata ma stranamente unita, non se l’era proprio sentita. Non l’aveva abbracciata ma non l’aveva respinta come avrebbe fatto in passato. Si era ritrovato a chiedersi se una persona come lui che aveva sempre cercato di non abbandonarsi a cose sciocche come i sentimenti fosse in grado di maturare a sufficienza da poter provare emozioni senza avere il terrore di diventarne schiavo. Non era riuscito a concedersi del tempo per rispondersi che la voce di Mandy l’aveva raggiunto nuovamente.
“Mick la bolletta dell’elettricità è scaduta e ieri era l’ultimo giorno per pagarla. E abbiamo la scadenza del gas in due settimane. Sono più di 800$, come faremo?”
Sua sorella ora non aveva più la testa poggiata sulla sua spalla, ma era in piedi davanti a lui intenta a girarsi tra le dita una ciocca di capelli. In quelle due settimane era cresciuta e maturata tantissimo e ora non riusciva più a vedere quella ragazzina che era stata fino a poco tempo fa, ma solo la donna forte e indipendente che stava diventando. Aveva sospirato affranto e si era portato una mano sul viso.
“Non ne ho idea. Io non vengo pagato fino alla fine del mese e mancano ancora venti giorni e da parte ho solo 300$ ma ci servono anche per mangiare.”
Mandy aveva annuito assorta ed era rimasta in silenzio per una decina di secondi e, quando evidentemente era sicura di aver trovato una soluzione adatta al loro problema, aveva ripreso la parola usando un tono carico di nonchalance per niente adatto al suo suggerimento assurdo.
“Beh, posso muovere un po’ di roba. Niente cosa pesante e solo a ragazzini di primo e secondo anno. Aggiungerò 25$ se vogliono una sega e 50$ per un bj.”
Mickey aveva sgranato gli occhi sorpreso ma gli erano bastati pochi secondi per far prevalere la rabbia che stava ribollendo dentro di lui. Aveva afferrato la mora per un braccio e aveva sibilato con tono mortalmente serio, lo sguardo da folle puntato in quello dell’altra.
“Ascoltami bene Mandy perché non mi ripeterò. Tu resti pulita. Non spacci, non vai in giro a fare niente a nessuno. Ci penserò io alla nostra famiglia, troverò i soldi in un modo o nell’altro. So che abbiamo la polizia alle calcagna e che quegli stronzi non aspettano altro che noi dimostriamo di essere gli ennesimi membri della famiglia Milkovich ad essere impegnati in affari loschi e starò attento, ma tu ne resti fuori. Ci siamo intesi?”
Mickey poteva vedere che sua sorella stava per ribattere, probabilmente per mandarlo al diavolo e non poteva criticarla. Sapeva che, a parti invertite, lui avrebbe fatto di tutto per dissuaderla dallo sporcarsi le mani. Ma era proprio questo il punto: lei era la sua sorellina, l’unico membro decente della sua famiglia. L’unica che era rimasta al suo fianco e non poteva rischiare di metterla in pericolo o farla finire in prigione a nessun costo. Stava per dirle che quello era il suo compito e gli stava bene quando aveva sentito qualcuno schiarirsi la gola. Aveva distolto lo sguardo da Mandy e aveva scoperto tutta la famiglia Gallagher – più Kev e V – intenti a fissarli. Anche sua sorella se n’era accorta perché si era voltata per fronteggiarli tutti, la spalla contro la sua. Noi due contro il mondo, sempre.
“Se avete bisogno d’aiuto voglio che entrambi sappiate che potete venire qui.”
Aveva avanzato di un passo nella direzione di Fiona Gallagher e l’aveva guardata in cagnesco. Cosa pensava quella sottospecie di mamma-tuttofare? Che solo perché che lui e Mandy erano soli le avrebbero permesso di accoglierli in casa come due cuccioli randagi bisognosi di cure? Non era la prima volta che dovevano badare a loro stessi, e poi era suo compito occuparsi di Mandy, non di Fiona!
“I Milkovich non accettano la carità da nessuno.”
Fiona sembrava aspettarsi una reazione del genere da lui perché aveva fatto un passo avanti arrivando così a lasciare tra loro tre metri scarsi e aveva puntato gli occhi scuri nei suoi con fierezza e determinazione.
“E i Gallagher non la offrono. Ho detto semplicemente che se tu e Mandy avete bisogno di qualcosa: farvi una doccia, un posto dove dormire, mangiare un piatto caldo, potete venire qui. Lei si era praticamente trasferita qui l’anno scorso e tu…beh, Ian tiene a te e questo ti rende praticamente famiglia per me.”
Aveva inarcato un sopracciglio e i suoi occhi non avevano potuto fare a meno di sgranarsi dallo stupore. Fiona Gallagher gli aveva appena dato l’approvazione per stare con suo fratello per caso? Aveva scambiato uno sguardo con Ian che, in piedi davanti al divano vicino ai suoi fratelli, stava ridendo sotto i baffi. Mickey si era costretto a guardare nuovamente la mora di fronte a sé o sarebbe scoppiato a ridere da un momento all’altro e le aveva fatto un cenno col capo in segno di ringraziamento, il quale era arrivato in forma verbale da parte di sua sorella. Mandy non si era limitata a ringraziare la più grande dei Gallagher, ma gli aveva anche dato un pugno sulla spalla, al quale lui aveva risposto con una gomitata nelle costole. Sua sorella, digrignando i denti, gli aveva tirato uno scappellotto sulla nuca e lui le aveva tirato i capelli, facendola urlare.
“Stronzo!”
Mickey aveva riso e l’aveva lasciata andare: era così facile far incazzare Mandy. A volte perdeva anche il divertimento iniziale. Quasi…
Altre risate si erano unite alla sua e aveva visto con la coda dell’occhio quel soggetto di Lip allargare le braccia nella loro direzione.
“Signori e signore ecco la versione di amore tra fratelli: Milkovich style!”
Aveva rollato gli occhi al cielo per la stupidità di quel ragazzo ma aveva ugualmente visto il penultimo dei Gallagher tirare la maglia di Ian e guardarlo con sguardo da folle.
“Posso farlo anch’io con Debbie?”
Ian,Lip e Fiona gli avevano gridato simultaneamente un “NO, Carl!” che l’aveva fatto ridere e voltare nella direzione di Mandy. La mora gli aveva sorriso e lui le aveva scompigliato leggermente i capelli.
“Forza, prendiamo da bere e sediamoci tutti a vedere la tv!”
La proposta di Fiona era stata ben accolta da tutti, Mickey incluso – erano più di due ore che moriva dalla voglia di bere un goccio d’alcool – e in poco più di dieci minuti erano tutti pressati tra poltrone, divano e tappeto a vedere programmi spazzatura sul televisore moderno che faceva decisamente a cazzotti con il resto dell’arredamento della casa: rimediato e antiquato. Mickey però non ci aveva fatto caso, era troppo distratto dal corpo muscoloso di Ian premuto contro il suo dalla spalla al ginocchio per accorgersi delle conversazioni intorno a loro. Era quasi sul punto di suggerire a Firecrotch di svignarsela quando con la coda dell’occhio aveva visto Lip posare una mano vicino all’inguine di sua sorella. La mano che teneva la birra si era irrigidita come il resto del suo corpo e aveva sentito i suoi denti cozzare gli uni contro gli altri mentre i suoi occhi lanciavano pugnali al secondogenito Gallagher. Mandy non sembrava minimamente infastidita dalla mano che inopportunamente si spostava su e giù sulla sua coscia, ma lui lo era. Molto.
“Ti consiglio di levare quella mano ora, se non vuoi che te la stacchi e te la ficchi su per il…”
“Ok, ok! Rilassati Sergente slaughter. Gesù!”
Si era rilassato soltanto uando Lip aveva alzato la mano galeotta in segno di resa e l’aveva posata sul bracciolo della poltrona e aveva a malapena sentito gli altri soffocare delle risate, quando Mandy gli aveva tirato un cuscino addosso cogliendolo completamente di sorpresa e pertanto centrandolo in pieno.
“Fatti gli affari tuoi Mickey! Non mi sembra che io mi stia incazzando per il fatto che stai con il migliore amico o perché te lo sei fottuto quando io e lui stavamo insieme, o no? Quindi chiudi il becco!”
Come diavolo si permetteva di parlare così di fronte a tutta quella gente? Era a malapena a suo agio nello stare insieme a loro nello stesso ambiente sapendo che erano a conoscenza delle sue inclinazioni sessuali che prevedevano prenderlo nel culo da Ian. E ora lei parlava così apertamente di loro che scopavano? Aveva digrignato i denti ed era pronto per alzarsi e dare un pugno nello stomaco di sua sorella quando una mano di Ian si era poggiata sul suo ginocchio, fermandolo dal fare qualcosa di cui probabilmente si sarebbe pentito. Non voleva diventare come Terry. Non voleva essere suo padre e Ian tra tutti lo capiva. Nonostante tutto però non era riuscito a tenere a freno la lingua, doveva far entrare un po’ di senso nella testa di sua sorella.
“Bene, vuoi lasciarti palpeggiare dallo stesso tipo che tra qualche giorno tornerà a Boston lasciandoti qui a marcire nel South Side? Fai pure. Magari la prossima volta che viene in città fatti mettere sul serio incinta, tanto sembra che a lui piaccia proporre certe cose per poi andarsene di nuovo o mi sbaglio?”
“COSA?!”
Più o meno tutti i Gallagher erano scioccati da quello che lui aveva detto e ne aveva sorriso quando una serie di domande si erano sovrapposte le une sulle altre.
“Che cazzo ti salta in mente amico?”
“Lip, sweetie. Ti ha dato di volta il cervello per caso razza di idiota?”
“Lip ti ho già detto che non crescerò un altro ragazzino e tu pensi a mettere incinta Mandy Milkovich?!”
“Che cazzo! È la mia migliore amica Lip!”
“Lip non puoi trattare Mandy così!”
Felice di aver risvegliato il senso logico nell’intera famiglia si era sistemato meglio sul divano e aveva assistito ai cinque minuti in cui, uno per uno – eccetto il lattante che era nel box e Carl che stava dando fuoco a qualcosa –, tutti i presenti nella stanza avevano inveito contro il cosiddetto “genio” Philip Gallagher. E lui non poteva che esserne esaltato.
 
 


“Dio, mi era mancato tutto questo!”
Mickey stava ancora cercando di riprendere fiato sdraiato supino sul suo letto con Ian al suo fianco, entrambi nudi e coperti dalle lenzuola solo dalla vita in giù. Ci avevano messo un’eternità per rimanere soli e lui aveva dovuto sorbirsi una surreale cena a casa Gallagher prima di convincere Firecrotch a tornare a casa insieme a lui e Mandy. Insomma, capiva l’amore per la famiglia e tutto, ma non era esausto di stare in mezzo a tutto quel caos?
“Anche a me Mick. Mi eri mancato tu.”
Aveva sorriso nella semi oscurità della sua stanza e si era sporto di nuovo sulle labbra di Ian in un bacio famelico e carico di desiderio. Non era in grado di dirgli che anche a lui era mancato, che dormire la notte era stato un inferno durante il tempo in cui lui era stato via e che le giornate erano state quasi insopportabili senza le loro scopate come intermezzo, ma poteva dimostrarglielo. E, a giudicare dal sorriso idiota sul volto del rosso, c’era riuscito alla grande. Per una volta nella vita, Mickey Milkovich poteva definirsi fiero di sé: aveva smesso di essere una femminuccia del cazzo spaventata da tutto e si era fatto crescere un paio di coglioni. Con questi pensieri in mente, il corpo di Ian premuto addosso al suo e l’odore di sesso ancora impresso nella stanza, si era lasciato scivolare in un sonno che, sapeva, non sarebbe stato dominato da incubi.





Angolino Autrice:

Dopo mesi torno finalmente a scrivere (o meglio redarre visto che ho scritto questa storia un po' di tempo fa) e mi sono decisa a postare questa OS su un pairing che amo e un fandom che è favoloso! Sono abbastanza contenta del risultato finale e spero vivamente che voi possiate apprezzare questa storia che è stata un parto da correggere ma divertentissima da scrivere. Non ci sarei mai riuscita però senza l'incoraggiamento di una delle mie più care amiche/compagne di scrittura Sofia (la trovate qui su EFP come Pipia ed è fantastica: Larry, originali o FF, da lei trovate un po' di tutto)
Ancora grazie a tutti quelli che hanno letto, a prestissimo con l'ultima parte di questa mini-raccolta di OS sui Gallavich e il rapporto tra i fratelli Milkovich.
Alex.

Link utili: Pagina Autrice FB - Profilo FB - Profilo EFP - ASK
   
 
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