Voleva solo
guardarla dormire
Ron camminava piano.
Non voleva fare rumore. Se lei si fosse svegliata…bè, sarebbe stato alquanto imbarazzante. Ormai praticava
quel rituale da una settima, ovvero da quando Hermione
era arrivata alla tana per il matrimonio di Bill e Fleur.
Ogni sera si
avvicinava piano alla stanza delle ragazze, apriva la porta, si avvicinava al
letto di Hermione e…si sedeva lì a guardarla dormire.
Lo so, può sembrare
una cosa decisamente stupida, e forse un po’
maniacale, ma aveva una sua spiegazione logica. Quello era l’unico momento in
cui si sentiva libero di guardarla quanto voleva, senza rischiare che lei se ne accorgesse, e senza essere disturbato dal resto del
mondo. Inoltre gli piaceva guardarla dormire, perché quella figura silenziosa,
serena, illuminata dai raggi della luna era in netto contrasto col l’Hermione petulante e con il cervello costantemente in
movimento che si presentava sotto la luce del sole. E
lui si sentiva come se potesse cogliere la sua anima completa, in ogni sua sfaccettatura.
Anche quella sera,
tutto procedeva come al solito, finché…all’improvviso
Hermione aprì gli occhi. E come qualunque persona
normale che si svegli trovandosi davanti un volto che la fissa a cinque
centimetri di distanza, cominciò ad urlare.
“Hermione, no! Non
gridare! Sono io! Ron!” Non sapeva che cosa fare. Fu grato del fatto che al
buio lei non avrebbe mai potuto notare il colore che avevano
assunto le sue orecchie!
“Cosa
diavolo ci fai qui?” Hermione era scattata in piedi, terrorizzata. “è successo
qualcosa?”
Anche Ron si era alzato e saltellava nervosamente
da un piede all’altro, spremendo il cervello per trovare una scusa convincente
“Ecco…io…veramente…ehm…stavo solo…”
Fu interrotto dal
rumore della porta che si spalancava. Harry, Fred, George e suo padre erano entrati di corsa nella camera con le bacchette puntate
verso di loro. Probabilmente le urla di Hermione li avevano spaventati, e rimasero tutti piuttosto sorpresi dalla scena che gli si
presentò davanti.
Hermione fissava Ron
con aria interrogativa. Ron sembrava sul punto i
svenire e fissava Hermione cercando di dire qualcosa. Ginny nel letto accanto
si era alzata a sua volta e guardava in giro cercando di dare un senso al tutto.
“Che cosa accidenti è
successo qui dentro?” il signor Wesley era in pigiama,
scalzo ed evidentemente seccato dal fatto di essere stato svegliato nel cuore
della notte senza un motivo apparente.
“Niente…io, Ron mi ha
fatto paura, ma è tutto apposto…credo” la ragazza disse l’ultima parola
fissando Ron dritto negli occhi.
“Sì…sì…è…è tutto
apposto…” Mai in vita sua si era sentito più umiliato
“Potresti spiegarci
cosa ci fai nella camera delle ragazze a quest’ora
della notte?” Fred lo guardò con sguardo malizioso, e Ron capì che doveva aver
intuito il motivo di quella visita notturna. Cercò di raggruppare un attimo le
idee. Dire la verità era escluso. Si sarebbe umiliato
davanti a tutti…e davanti a lei. E poi, loro non
avrebbero capito. Lo avrebbero preso per un maniaco!
“Niente” disse alla
fine “avevo perso una delle mie figurine delle cioccorane
e volevo vedere se era finita qui” Si rese conto di quanto fosse idiota quella scusa solo subito dopo che le parole uscirono dalla
sua bocca.
“E
non potevi aspettare domani mattina? Dovevi per forza farci
prendere un colpo” Ginny era furiosa.
“Basta” disse infine
il signor Wesley “ torniamo tutti a dormire…Ron, esci fuori
da lì per favore, e tornatene in camera tua!”
Prima di uscire,
scoccò un’occhiata ad Hermione, come per chiederle
scusa. La ragazza gli sorrise, facendogli capire che
era tutto apposto.
Ron seguì Harry fino
alla loro camera, e fu grato che il suo miglior amico non gli facesse domande.
Come diavolo si era cacciato in un pasticcio simile? Sapeva che non sarebbe
finita lì. Fred e George lo avrebbero preso in giro per secoli, e lei…lei non era così stupida da credere alla storia della figurina…
L’indomani mattina Ron scese a fare
colazione determinato a comportarsi come se l’ incidente della notte precedente
non fosse mai avvenuto. Ma fu molto più difficile del previsto ignorare le sfrecciatine dei gemelli, lo sguardo interrogativo di sua
madre e soprattutto…il fatto che Hermione aveva deciso di fingere che lui non
esistesse.
La ragazza continuò
ad ignorarlo per tutta la mattina, e Ron si sentiva uno schifo. Aveva rovinato
tutto. Era stato un stupido. Evidentemente Hermione
aveva capito, e aveva deciso che il modo migliore per fargli capire che le sue
attenzioni non erano ricambiate era quello di ignorarlo. Eppure…negli
ultimi tempi lui si era illuso che le cose tra loro avrebbero davvero potuto
funzionare. In fondo lei non era stata gelosa di Lavanda? E
ultimamente…non lo guardava forse con un altro sguardo? Accidenti, probabilmente si era solo
immaginato tutto. Aveva volato troppo in alto con la fantasia. Del resto…perché
una ragazza come Hermione avrebbe mai potuto innamorarsi di lui? Lei era decisamente troppo superiore.
“Ron…mi senti?”
Fu scosso dai suoi
pensieri dalla voce di Harry.
“Cosa?...sì…cosa vuoi?”
“Ron, va tutto bene?”
Harry era perplesso…
“Io…sì…cioè…no…ma…” Niente. Proprio non riusciva a formulare frasi
articolate.
“Ho
capito…è lei?”
“Chi?” finse di non
capire.
“Andiamo Ron! Non
vorrai che creda alla storia della figurina?”
“Non capisco cosa
vuoi dire” ma fu tradito dal rossore dilagante sulle
sue orecchie.
“Parlale.”
“Cosa??”
“Andiamo…parlale e
basta! Non vorrai restare qui a fissare il vuoto per sempre!”
“Lei non vuole
parlare con me”
“Senti, non sarò un
esperto di questioni amorose ma…ho imparato che a
volte bisogna fare il primo passo”
“Cavolo Harry…da
quando sei diventato così saggio?”
“In realtà non lo so…sarà stata l’influenza di Hermione!”
Si sorrisero, e Ron
decise che in fondo Harry non aveva tutti i torti. Tanto peggio di così non
poteva andare. Si alzò e si diresse in giardino, dove Hermione chiacchierava con Ginny.
“Hermione…io…io…io…”
Hermione alzò gli
occhi verso di lui “tu?”
“io…vorrei…parlarti
un attimo…da solo…” parlava fissandosi una scarpa
Ginny si allontanò
subito.
“Cosa
c’è, Ron?”
Il ragazzo continuò a
parlare, rivolto sempre alla sua scarpa. “Mi…mi dispiace per ieri sera…”
Hermione arrossì vistosamente “è tutto ok, Ron…”
“No, non è affatto tutto ok…mi stai ignorando, e credo di sapere
il perché…”
“Ron…io non…”
“Aspetta, lasciami
finire” la interruppe “Io…io ieri sera non cercavo nessuna figurina…e tu lo sai
benissimo…io…volevo…volevo solo guardarti dormire.” E finalmente riuscì ad alzare lo guardo e a posare i suoi
occhi su quelli di lei.
“Lo so che è
ridicolo…ma da quando sei qui ho passato tutte le notti a guardarti dormire…è
la cosa che mi fa sentire meglio in assoluto…ma ho
capito che a te dà fastidio, evidentemente…quindi…”
“Ron…no”
“No…cosa?
“Come al solito non hai capito niente. Non capirai mai noi
ragazze.”
“Bè,
allora illuminami!” disse un po’ seccato
“Io non ti ho ignorata perché sono arrabbiata con te…l’ho fatto perché ero
imbarazzata…perché non credevo che tu…che tu provassi qualcosa per me…”
“Allora…sorpresa!” Ma
nei suoi occhi c’era una profonda malinconia
“Vedi Ron…in
realtà…ecco…a me non da fastidio il fatto che tu voglia guardarmi
dormire…anzi…io…io vorrei…vorrei che tu potessi
guardarmi dormire per il resto della mia vita”
Ron non poteva
credere alle sue orecchie. Il cuore sembrava volergli esplodere.
“Hermione…vuoi dire che…che…tu…”
“Accidenti Ron!
Voglio dire che sono innamorata di te! Lo sono da
sempre! Lo sono da prima di rendermene conto!” Questa volta,
era lei a fissarsi le scarpe.
Il cuore di Ron si
riempì di una gioia mai provata prima. Le prese il viso tra le mani, le sollevo il volto per guardarla negli occhi e la baciò.
Anche quella notte, Ron si trovava nella stanza
delle ragazze. Ma stavolta tutto era diverso. Ginny
non c’era. Come d’accordo era andata di nascosto a dormire in camera dei
gemelli. Lui non era seduto sul freddo pavimento, ma sdraiato su un comodo
letto, con Hermione appoggiata accanto a lui sul cuscino. I loro visi erano
vicinissimi, il braccio di Hermione era sopra il suo petto, e le loro mani
erano intrecciate. Avevano fatto l’amore, e Ron si
reso conto di quanto fosse più bello guardarla dormire adesso. Adesso che era sua, adesso che era lì, che sentiva il suo respiro,
che i loro cuori battevano vicini. Pensò alla sera prima, al suo
imbarazzo, al modo in cui tutti lo avevano guardato e sorrise.
Avvolte un piccolo
incidente, poteva aiutare le cose a rimettersi apposto.
Ed ecco a
voi la mia prima Ron/Hermione ^^
Non so
bene neanche io da dove mi è venuta fuori l’idea…è
uscita così!
Sono
abbastanza soddisfatta del risultato finale, sarà perché Ron ed Hermione sono
la mia ship preferita, ma la storia mi è venuta fuori
molto fluida.
Come
sempre, i commenti, positivi o negativi che siano,
sono estremamente graditi! ^^