La magia ha sempre un prezzo
«Adesso che ha guardato
tra i miei ricordi sarà contento, immagino, quindi è possibile sbrigarsi e
andare su quell'isola, per favore?» chiese stizzito Severus.
Con una risatina
Tremotino rispose: «Forse dovrei farle presente una piccola cosetta!»
Per tutta risposta,
l'uomo ricevette un'alzata di sopracciglio da parte di Severus.
«L'acqua della cascata
non può essere portata via dall'Isola. Quello che le sto dicendo è che chi è
stato ferito con il Rubus noctis deve bere direttamente l'acqua da là» continuò
Tremotino.
'Ci mancava solo più
questa adesso…' pensò Severus tra sé e sé, ma non lo disse ad alta voce. Lo
sguardo che lanciò al suo interlocutore, però, valeva più di mille parole.
A quello sguardo
Tremotino si sentì in dovere di continuare. «Non è colpa mia, è la legge di
Peter Pan.»
«Peter Pan… Dovevo
arrivare fin quasi a quarant'anni per sentir parlare di Peter Pan! Adesso
scommetto che salterà fuori anche Trilli da qualche parte…» sbuffò Severus.
«Mmm…» mormorò
Tremotino, accompagnandolo con la sua risata squillante. «Si c'è anche lei, ma
se vuole saperlo non ha più le ali, la Fata Turchina gliele ha tolte, però non
penso che questo le potrebbe interessare in questo momento.»
'Potrei vomitare' pensò
di nuovo Severus, che si stava chiedendo ormai da un po' di tempo in che
pasticcio si fosse immischiato. Forse sarebbe stato meglio che se ne fosse
subito andato non appena si era accorto di aver sbagliato camino, invece di
rimanere a parlare con il padrone del negozio. Sicuramente avrebbe risparmiato
tutto quel tempo e avrebbe evitato di sentir tutte quelle sciocchezze per
bambini Babbani!
«Ok. A questo si può
rimediare. Posso tornare indietro e ritornar qui con… quella persona… in pochi
minuti. Ma c'è qualche altro problema per caso? Non so, il gatto ha perso gli
stivali, oppure alla Regina cattiva son marcite le mele?» chiese ironico
Severus.
«Certo che no, se vuole
le mostro il giardino di Regina, dove c'è un bellissimo albero di mele rosse!»
affermò Tremotino, senza aver colto il sarcasmo da parte dell'altro uomo.
'Merlino, non ne posso
più di sentire certe cose! Tutto ha un limite! Solo una bottiglia intera di
Whisky Incendiario potrebbe salvarmi adesso!' pensò di nuovo Severus.
«Senta, forse non ha
capito che non ho né il tempo né la voglia di scherzare. Se torno qui con la
persona in questione, si può ripartire subito dopo per andar là dove dice lei?»
chiese di nuovo Severus, sul punto di una crisi di nervi.
«La magia ha sempre un
prezzo!» affermò Tremotino, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«Sì, questa l'ha già
detta» fece notare Severus. «E mi sembra di averlo anche già pagato, visto che
l'ho lasciata curiosare tra i miei ricordi. E ci tengo a sottolineare che ha
visto anche più di quello che avrei voluto mostrare» aggiunse.
«Sì sì certo, ma io
intendevo che è la magia in sé ad avere un prezzo. Forse non ha capito che se
il suo uomo va su quell'isola per bere l'acqua della cascata, là deve rimanere!
Non potrà più tornare indietro. Vivo, intendo…» spiegò Tremotino.
Severus sbiancò. Pensava
fosse una presa in giro, ma invece era tutto vero. Era davanti a una scelta
molto difficile: Silente avrebbe potuto salvarsi e continuare a vivere, ma
sarebbe stato inutile, dal momento che non avrebbe mai più potuto lasciare
l'isola; oppure sarebbe potuto tornarsene a Hogwarts fingendo che l'incontro
con Tremotino non fosse mai accaduto, ma sentirsi poi tremendamente in colpa
per non aver salvato Silente, anche a costo di lasciarlo in quel posto
sperduto.
Tremotino parve intuire
i pensieri del giovane uomo. «Mi sembra un tantino in difficoltà. Suvvia, alla
fine deve solo scegliere se lasciarlo sull'isola o farlo morire, cosa vuole che
sia?» disse con una certa nota di ironia nella voce, nuovamente accompagnata da
quella particolare risata. «Ma forse potrei darle un piccolo suggerimento: non
finisce mai bene quando si cerca di interferire con il naturale scorrere degli
eventi. Ma soprattutto non bisognerebbe mai mettersi tra la vita e la morte!»
concluse saggiamente.
E Severus alla fine
comprese. Come se un velo si fosse levato dinnanzi ai suoi occhi, riuscì a
vedere il disegno che stava dietro a quello che stava succedendo. Silente
voleva che fosse lui a ucciderlo, perché solo così avrebbe potuto continuare a
fare il doppio gioco ed esser credibile agli occhi di Voldemort. Non sarebbe
potuto sparire all'improvviso, per andare su un'isola sperduta. Sarebbe dovuto
morire davanti agli occhi di tutti, e quello sarebbe stato l'unico modo
possibile. Solo in quel modo Harry avrebbe avuto qualche possibilità di
sconfiggere il Signore Oscuro. Se Silente fosse sparito, certamente Potter
sarebbe andato a cercarlo, distraendosi dalla missione che il Preside gli aveva
affidato, e regalando così tempo prezioso a Voldemort, che avrebbe cercato
ancora più rinforzi.
Quella consapevolezza
fece alleggerire un pochino il cuore di Severus, nonostante sapeva che avrebbe
dovuto uccidere con le sue mani il suo vero padre.
Così decise di congedarsi. Severus non era un uomo avvezzo a manifestare i suoi sentimenti, così semplicemente salutò Tremotino, il quale gli rispose con un inchino e un sorriso beffardo sul volto. Il giovane mago era profondamente grato a quell'uomo per avergli fatto capire cosa sarebbe successo se avesse interferito con il futuro, ma non lo disse ad alta voce. Fu però certo che la sua gratitudine venne colta, perché quando si avvicinò di nuovo al camino, dove già all'interno divampavano fiamme smeraldine, vide Tremotino ritto davanti a lui, con il sorriso e un luccichio negli occhi di chi aveva capito tutto senza l'ausilio di parole.
Fine
Ci tengo veramente a ringraziare quelli che con le loro recensioni mi hanno sostenuta e invogliata a scriverla, in particolare DonnieTZ! ma ringrazio anche solo quelli che silenziosamente l'hanno letta, o inserita tra le ricordate, seguite, ecc...
Un bacione a tutti, e mi raccomando: non esitate a dirmi cosa ne pensate!