16/06/2014
0 recensioniLove is weakness.
Prologo.
L'errore più imperdonabile che Francis Leroux avesse mai potuto commettere era innamorarsi di quella che, all'apparenza, sembrava una babbana qualunque, una donna insignificante e svampita, come l'aveva sempre definita suo padre sin dall'istante in cui il giovane mago aveva dichiarato espressamente di volerla sposare.
Francis aveva appena venti anni quando la conobbe ed era troppo preso dai suoi studi che lo vedevano destinato a diventare un Auror per rendersi conto dei sentimenti che nutriva per quella donna dai lunghi capelli rossi che gli aveva rubato uno sguardo alla fermata dell'autobus e che, una volta saliti, si era posizionata in fondo, la fronte incollata al finestrino e gli occhi fissi su qualcosa che andava ben oltre la percezione visiva: insomma chiunque l'avesse vista avrebbe pensato che la ragazza vivesse in un mondo tutto suo e fu forse la curiosità di voler conoscere quel mondo che spinse Francis a voler saperne di più della donna che, per la prima volta, lo affascinava più di quanto avessero fatto le sue fidanzate precedenti.
Un futuro già designato che non avrebbe mai fatto passare inosservati dei "cambi di programma" era quello che attendeva l'unico figlio dei Leroux, una famiglia all'apparenza comune, ma che custodiva la propria purezza di sangue come un tesoro chiuso in una cassaforte protetta da un codice e da una riservatezza tale da destare il dubbio della sua stessa esistenza. Era immersa in un anonimato che Francis aveva più volte semplicemente ignorato, nonostante avesse la piena consapevolezza del fatto che i genitori ponessero non poche speranze nel suo futuro per accrescere la fama- inesistente- della famiglia. Tuttavia, per tutta la vita Francis aveva covato il desiderio di rompere le illusioni dei suoi genitori, sapeva già che non si sarebbe pentito, piuttosto si sarebbe semplicemente vendicato del fatto che era stata soprattutto colpa degli stessi se lui non aveva mai avuto aspirazioni proprie ed era stato costretto a muoversi come un burattino nelle mani di veri e propri "despoti".
L'occasione perfetta per attuare la sua vendetta gli si presentò su un piatto d'argento quando la donna, accortasi degli strani comportamenti e delle bugie mal formulate del suo fidanzato, rivelò quello che Francis sapeva di doverle dire, ma non aveva mai avuto abbastanza coraggio per farlo, così Isabelle Warrington-così si chiamava quella che sarebbe poi diventata la futura signora Leroux- lo precedette:
《 Non c'è più bisogno che tu mi menta, Francis. So che sei un mago e a dir la verità, credevo che tu avessi capito chi sono, ma a volte dimentico che i tempi di comprensione per voi uomini sono più lenti di quelli delle donne. 》 Aveva abbozzato un sorriso e socchiuso gli occhi, riducendoli a piccole fessure in un'espressione che Francis aveva imparato a conoscere e ad identificare come la sua interpretazione personale dell' "essere divertita" e, prima che l'uomo avesse avuto modo di rispondere, aveva proseguito con tono più serio:
《 Sono una maganò. Mi dispiace non avertelo detto prima ed essermi finta una donna qualunque. So che, probabilmente, non vorrai piú vedermi e che non me lo perdonerai mai, ma c'è ancora qualcos'altro che devi sapere. Oh, io non avrei mai voluto legarti a me in questo modo così subdolo, ma sono incinta, Francis. E non voglio che mio figlio o figlia che sia non conosca suo padre e... 》
Prima che la donna potesse finire il suo interminabile discorso inframmezzato da sguardi puntati al pavimento e sospiri rassegnati, Francis le corse incontro, si fermò a qualche centimetro dal suo volto, incollò le labbra alle sue e, in quel momento, seppe di non aver amato mai così tanto una donna in vita sua. Si staccò da lei solo quando Isabelle sembrò essersi calmata abbastanza da permettere che un sorriso le si formasse sulle labbra. Non ebbero bisogno di altre parole, quel bacio espresse tutto quello che le parole non sarebbero state in grado di esprimere.
I genitori di Francis fecero di tutto per impedire, in qualche modo, il matrimonio e la nascita della bambina, ma i loro tentativi risultarono vani e una breve, ma atroce malattia portò entrambi lontano dalla vita.
Nove mesi dopo, un pianto sostituì il silenzio nella stanza di un ospedale di una Londra tetra e piovigginosa.
Elizabeth Leroux era appena nata e i Leroux non erano più, ufficialmente, una famiglia purosangue.