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Autore: someeonelikeu    16/06/2014    1 recensioni
Dicono che siano le nostre paure a renderci deboli e io sono d’accordo.
Le paure pongono dei limiti che sono impossibili da superare.
Fortunatamente per me, non ho idea di cosa sia una paura, perché sono una “uqine”.
La nostre società è divisa in due categorie: “uqine” e “buthaka”: i primi sono quelli che, come me, nascono senza paure; i secondi, invece, hanno ognuno una fobia che non possono superare, o almeno così dicono.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Dicono che siano le nostre paure a renderci deboli e io sono d’accordo.
Le paure pongono dei limiti che sono impossibili da superare.
Fortunatamente per me, non ho idea di cosa sia una paura, perché sono una “uqine”.
La nostre società è divisa in due categorie: “uqine” e “buthaka”: i primi sono quelli che, come me, nascono senza paure; i secondi, invece, hanno ognuno una fobia che non possono superare, o almeno così dicono.
Ogni “uqine” è il protettore di un “buthaka” e il suo compito è quello di riuscire a far superare al proprio protetto la paura che lo opprime.
Da quando il mio distretto, Karisya, è stato fondato, una sola donna uquine è riuscita nell’intento: Shayenne Trughandeer, dalla quale la nostra accademia prende il nome.
L’accademia Trughandeer racchiude tutti i ragazzi tra i 12 e i 18 anni: ogni “uqine” è legato al suo “buthaka” fin dalla nascita, quando entrano nell’accademia, il loro legame è già consolidato e, all’interno della struttura, hanno un tempo limitato per riuscire nel proprio intento: se, compiuti i 18 anni, il “buthaka” è ancora schiavo della propria fobia, morirà insieme al proprio protettore; se è stato “liberato”, entrambi avranno l’immortalità.
I nostri genitori non li conosciamo: veniamo messi al mondo da coppie viventi nel distretto di Ayhemana e, subito dopo la nascita, veniamo mandati a Karisya, dove veniamo cresciuti in una struttura bianca, “La Casa”, fino a che non compiamo 12 anni; poi veniamo trasferiti all’accademia.  
Il mio nome è Ezelissa, ho 17 anni e mancano tre mesi al mio diciottesimo compleanno; la mia “buthaka” è Nazalea, lunghi capelli ramati, occhi verdi, pelle candida come la neve e una grande paura  di tutto.
Esatto, di tutto: si chiama “Panofobia” e ancora non è riuscita a superarla.


 
  
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