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Autore: Mister Mistero    16/06/2014    3 recensioni
Nel mondo di Dark Souls, vi è mai capitato di scoprire cosa c'è dietro certi personaggi, cosa accade nella loro mente fino al momento prima di incontrarli? A me è successo...
Dal primo capitolo: "... era il Signore della Luce Solare, ma di un sole che non brillava. Un sole nero, un sole oscuro."
Dal quinto capitolo: "... Il segreto dell’immortalità era decisamente più semplice, più elegante. La morte."
[Raccolta di One-shots incentrata sul primo Dark Souls]
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lama della Luna Oscura

~ Gwyndolin ~

Grande pena è non essere accettati dal proprio padre. Non essere riconosciuti da una delle persone che ha dato la propria vita per metterti al mondo. Essere considerati un rifiuto, uno scarto, un abominio che non meritava di conoscere la luce del sole. Gwyndolin credeva che fosse ciò che passasse nella testa di suo padre, Gwyn.

Il Sole Oscuro entrò nella tomba del grande lord nelle profondità di Anor Londo, guardando come il sole filtrava dalle vetrate e illuminava il marmoreo coperchio di quella tomba vuota. Gwyndolin poggiò come omaggio un mazzo di fiori variopinti sul coperchio marmoreo della tomba di Gwyn, mentre sul suo volto si disegnava un amaro sorriso. Se poteva sembrare ironico che lui andasse a visitare la tomba di colui che lo aveva sempre allontanato da se, era ancora più ironico che visitasse la tomba di un re che non aveva ancora conosciuto la morte. Per alcuni era semplicemente assurdo che un essere potente e regale come Gwyn potesse morire, ma Gwyndolin lo sapeva. Non per niente Gwyn era chiamato “il Signore della Luce Solare”. Finchè il sole, manifestazione fisica della prima fiamma, avrebbe continuato a brillare su Lordran, Gwyn non avrebbe conosciuto la morte.

Ma il sole presto sarebbe tramontato, e avrebbe lasciato posto all’ombra, e alla pallida luce della luna, suo simbolo. Essere cresciuto sotto il segno della Luna per Gwyndolin era un dono, ma anche una maledizione. Nonostante fosse un maschio, il suo corpo crebbe come quello di una femmina, e ciò deluse profondamente suo padre, che, dopo che ebbe cacciato il suo primogenito dalle terre dei Lord, si aspettava un erede maschio che potesse succedergli al trono.

Lui, il terzogenito di una famiglia di divinità. Per via del suo aspetto, aveva sempre avuto un occhio di riguardo ai suoi fratelli maggiori che a lui.

Suo fratello, il primogenito di Gwyn, il cui nome era stato cancellato da ogni iscrizione, libro o statua, fu l’unica figura maschile che avesse provato affetto nei suoi confronti. Forte e coraggioso, era l’unica parte del padre ad essere sopravvissuta alla grande battaglia che segnò la fine dei draghi e l’inizio dell’era dei Lord. Nonostante fosse la copia sputata del padre, un dio della guerra a tutti gli effetti, era anche l’opposto del loro genitore. Per i suoi fratelli, avrebbe sacrificato perfino la sua stessa vita, e questo Gwyndolin l’avrebbe ricordato per sempre.

Poi c’era Gwynevere, la sua amata sorella, un anima pura, dal cuore buono, come se ne vedevano poche. Forse è per questa sua bontà d’animo che Gwyn scelse lei come Regina della Luce Solare, quando lui partì a riavvivare la Prima Fiamma. In teoria, per diritto ereditario, avrebbe dovuto lui governare Anor Londo dopo la scomparsa di Gwyn, ma tutti credevano che fosse una ragazza, quindi per Gwyn era l’ultimo della lista. Quel giorno, Gwyndolin ingoiò in silenzio quell’ennesimo boccone amaro, ma qualunque risentimento che aveva nei confronti di sua sorella fu in gran parte soffocato dallo smisurato affetto che lei gli mostrava.

Con Gwynevere al comando, il popolo sembrava accettare il nuovo monarca e la pace continuava senza interruzioni. Tutto sembrava andare per il meglio, almeno fino a quando la calamità dell’Abisso si abbattè su Petite Londo. Gwynevere capì che, nonostante il sacrificio del padre, la Prima Fiamma continuava ad indebolirsi, e prima o poi si sarebbe spenta. Capendo di essere impotente di fronte all’avanzata delle tenebre, così decise che per lei era meglio lasciare Lordran.

Gwyndolin era diventato il nuovo Signore della Luce Solare, ma ben prestò capì che quella non era altro che un’illusione. Solo la metà dei cavalieri d'argento proteggevano ancora Anor Londo, l'altra metà aveva seguito Gwyn, e probabilmente ora bruciavano tra le fiamme della fornace insieme al loro signore. Dei Quattro Cavalieri di Gwyn, orgoglio e vanto di Anor Londo, rimaneva solo Ornstein l’Ammazzadraghi. Gwyndolin non ci mise molto a trovare un altro guerriero per affiancarlo, Smough il Giustiziere, il boia di Anor Londo, ma capì subito che quell’accoppiata non poteva funzionare. Ornstein definiva il suo compagno “un animale rabbioso che non riesce a controllare i propri istinti”, mentre Smough lo odiava per non essere riuscito ad entrare nei Quattro Cavalieri a causa delle sue discutibili abitudini alimentari.

Questa era l’attuale forza di Anor Londo: solo la metà di un esercito e due capitani che si detestavano a vicenda. Gwyndolin era il Signore della Luce Solare, ma di un sole che non brillava. Un sole nero, un sole oscuro.

Fu allora che prese una decisione. Impugnò il catalizzatore e si teletrasportò nella camera di sua sorella, un’enorme sala con un tappeto rosso con cuciture d'oro, con un enorme divano con cuscini rosso sangue ed intarsi dorati, troppo grande per qualsiasi essere umano. Gwynevere avrebbe fatto la sua parte, volente o nolente, e avrebbe donato il Ricettacolo dei Lord a chiunque fosse stato abbastanza forte da giungere fin li.

Poi radunò nel salone tutti gli assassini a lui fedeli, conferendogli il dono della magia per fermare il caos che lentamente stava divorando il mondo sotto forma di invasori e peccatori. Chi avrebbe voluto voluto distruggere l'illusione di Gwynevere avrebbe subito l'ira delle Lame della Luna Oscura.

Lui non sarebbe scappato come sua sorella. Voleva dimostrare a suo padre che, nonostante il suo aspetto fragile, avrebbe fatto qualcosa per mantenere accesa la Prima Fiamma, e con essa la speranza di poter tornare a rivedere il sole.

Gwyndolin si destò dai suoi pensieri, rigiungendo dopo quel viaggio mentale nella tomba di suo padre. Qualcuno aveva varcato la nebbia nella Tomba della Luna Oscura. Nessuno doveva profanare quel luogo sacro, la tomba del grande lord, dove erano conservate le sue memorie. Doveva impedirlo. Nelle sue mani apparvero le sue armi, l’arco della Luna Oscura e il suo fido catalizzatore.

«Che insensatezza…»

Una voce flebile riecheggiò nell’aria.

«Perché profani la tomba del Grande Lord, se sei un discepolo della Luna Oscura? Ascolta la mia voce… la voce di Gwyndolin!»

Il catalizzatore brillò di una luce che invase e distorse il corridoio che giungeva alla tomba.

«Tu non resterai impunito!»

††††

~ Angolo dell'autore ~

Innanzitutto, grazie per aver letto. L’idea per questa one-shot mi è venuta proprio giocando a Dark Soul, gioco ineccepibile per difficoltà ma anche per per la storia dei suoi personaggi. Gli sviluppatori danno giusto quel poco per lasciare che l’immaginazione dei giocatori faccia il resto. E così è stato. Ho volute iniziare con Gwyndolin perchè è quello che da più spunti e di cui ho apprezzato maggiormente la storia: un “abominio” emarginato dal padre per il suo aspetto (di sue statue ad Anor Londo non se ne vedono infatti), ma con abbastanza forza di volontà per vegliare per anni sulla sua tomba e per punire i peccatori con i suoi assassini.

Ci tengo a precisare che i personaggi che sto trattando non mi appartengono, ma sono di proprietà della From Software; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


  
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