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Autore: imperfectjosie    17/06/2014    1 recensioni
« Thomas, non ti sembra di esagerare un tantino? »
Arriccio il naso al suono del mio nome per intero. E' chiaro che Travis conosce bene i miei punti deboli, è al corrente di ciò che mi fa incazzare e devo dire che al momento ci sta riuscendo benissimo!
« Te lo ripeto, Barker: sta' alla larga da questa faccenda! »

|Tom/Mark|friendshipPOV!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: blink-182 
Pairing: Tom/Mark
Rating: Giallo (linguaggio!)
Note: E' l'anniversario del loro primo incontro.
Il chitarrista ha una vena artistica ben precisa da fare esplodere. Dolce, come raramente riesce ad essere. Il cuore di Mark non potrebbe essere più aperto di così! E Travis... lui sorbisce in silenzio!
PS: E' una OS dolce e tenerella!
Nata per i pensieri di Tom e i suoi sensi di colpa passati, il bene di Mark e la sua speranza... e poi la fiducia di Travis nei suoi due migliori amici.
PPS: C'è un leggero accenno al pairing Jack/Ava che non guasta mai! :D


 

Collage - La vena artistica di Tom, il cuore di Mark
Collage - Tom's artistic streak, Mark's heart.

1992 - 2005
/
2005 - forever.

 
Hai preso la mia mano quando era fredda,
quando mi ero perso, tu mi avevi riportato a casa.
Mi hai dato speranza quando ero alla fine.
E hai trasformato le mie bugie in verità, di nuovo.
Mi hai persino chiamato "amico".


« Thomas, non ti sembra di esagerare un tantino? »
Arriccio il naso al suono del mio nome per intero. E' chiaro che Travis conosce bene i miei punti deboli, è al corrente di ciò che mi fa incazzare e devo dire che al momento ci sta riuscendo benissimo!
« Te lo ripeto, Barker: sta' alla larga da questa faccenda! »
« Non mi fai paura, lo sai vero? » mi sfida, avvicinandosi alla scrivania della Macbeth dove sono seduto. Un ufficio abbastanza spazioso, in genere lo uso per lavorare a nuovi progetti di scarpe, ma spesso diventa il mio rifugio personale dopo un litigio con Jen. Adesso mi serve per attuare il mio “piano” e questo rompicoglioni non ha di meglio da fare che starmi tra i piedi. Sbuffo, raccattando una matita tra i fogli gettati alla rinfusa. Che domenica pomeriggio di merda!
« Non ce l'hai qualcun altro da stressare, Trav? Tipo che so... magari Landon! Vai a colorargli un po' la cresta e lasciami lavorare! » commento ironico, regalandogli uno dei miei odiosi sorrisetti sghembi. Lui ringhia e pestando le mani sul legno della scrivania mi fa trasalire. Prima di vedere il mio adorato Poet Anderson in pezzi sul pavimento, lo acchiappo al volo, portandomelo al petto con fare protettivo e rivolgendo al mio amico di una vita uno sguardo torvo. Sono patetico, lo so. E anche lui lo sa! Dato che adesso mi osserva divertito.
« Sembri un bimbo che protegge il suo orsacchiotto! Cristo DeLonge, sei indecente! »
« Non toccare la mia roba e sparisci, ho del lavoro da sbrigare! » ribatto piccato, scacciandolo con un movimento della mano che però non sortisce l'effetto sperato. Fermo e implacabile, con un sopracciglio alzato mi osserva.
« Ti rendi conto che è domenica pomeriggio, c'è un Sole che spacca le pietre e tu sei in ufficio a lavorare per un regalo a Mark? » domanda retorico.
Sbuffo, agguantando una cornice e posizionando con cura ogni foto che ho personalmente ritagliato dei momenti migliori vissuti con l'idiota saltellante!
« Quindi? Sei geloso? » lo stuzzico, voltandomi con la colla in mano e sorridendogli di pura sfida.
« Figuriamoci! »
Il tono è scandalizzato e io ridacchio divertito. Macho tatuato man ci tiene alla sua reputazione! Incrocia le braccia al petto, spostando la testa di lato.
« Ma è una cosa così gay... è disgustoso dico davvero! E poi non è neppure il suo compleanno! Che cazzo ti sbatti a fare? »
« Cioè... non che siano cazzi tuoi... però oggi è l'anniversario del nostro incontro e ci tengo parecchio, soprattutto dopo i cinque anni in cui non ci siamo rivolti parola! E adesso aria, devo finire prima di stasera! »
Gli rivolgo un'occhiata eloquente e ritorno al mio lavoro, studiando attentamente una foto di me stesso con i capelli blu e le mani impegnate a stropicciare la capigliatura di Mark. Esilarante! Sorrido al ricordo lontano di quell'Agosto del '99 a Bologna.
« Fai un po' come ti pare! »
Si arrende, esasperato. Poi gira su i tacchi per imboccare la porta d'uscita e io finalmente sospiro di sollievo. Questo dannato collage deve essere finito entro le 9 di stasera!
« Cerca di non perderti per i corridoi, signorina! » urlo appena, con la testa rivolta ad un imprecisato punto oltre la porta.
Un tuono rimbomba per tutti gli uffici deserti della Macbeth.
« VACCI A FANCULO OGNI TANTO, TOM! MI DICONO CHE SIA UN BEL POSTO! »
Scoppio a ridere, scuotendo la testa divertito.
Certe cose non cambieranno proprio mai! Come il livello di sopportazione di Travis Barker. E la sua attitudine a stare agli scherzi.
« Cazzo! » impreco, cercando di pulire alla bene e meglio la sbavatura di colla che è uscita dalla fotografia.
Mi pulisco in fretta le mani con uno straccio e ritorno a lavorare, con la testa china sulla scrivania e una valanga di foto da sistemare in questa dannatissima cornice! Ci vorrebbe un miracolo... o meglio, ci vorrebbe mia moglie! Lei fa la designer, di certo sarebbe meno negata di me a fare una cosa del genere.
Piacere, Thomas DeLonge. Chitarrista, aspirante scrittore per bambini e - nel tempo libero - ideatore di indecenti collage.
Sbuffo, bestemmiando al cielo quando il tubetto di colla si sparge sul foglio che avevo appena sistemato. Sarà un pomeriggio lungo... davvero molto molto molto lungo!

 

« Che bello vederti, Thomas! »
Il viso luminoso di Skye mi accoglie sulla porta di casa Hoppus. Dietro mia moglie ha per mano Jonas, mentre Ava è già in stanza con Jack. Quei due non me la raccontano giusta... però è Mark il padre di quel ragazzino e questo basta a rilassarmi. Mia figlia è in buone mani!
Rivolgo un sorrisetto alla signora di casa, entrando piano per evitare che il quadro incartato dietro alla mia schiena si noti troppo. Lei inarca un sopracciglio elegante e mi guarda divertita per un po'.
« Cerchi Mark? » mi chiede, ma sa già la risposta e io mi ritrovo ad arrossire per la pessima figura da checca che ho appena fatto!
« Beh, ecco... »
« E' in salotto! » mi anticipa, mentre sento Jen ridacchiare chiaramente.
Sbuffo, pestando i piedi in direzione dell'ampio salone e maledicendo il cromosoma XX. Dannate donne!
« E' così carino quando arrossisce... »
E' quasi un sussurro, ma con la coda dell'occhio vedo chiaramente Skye alitare con le mani a coppa nell'orecchio di mia moglie.
« Oh sì, adorabile! » commenta Jen, sghignazzando!
« AVETE FINITO? »
Il mio quasi urlo le riscuote e subito scoppiano a ridere, mentre Jonas si libera dalla presa di sua mamma puntando dritto verso la cucina!
Razza di pettegole.
Con un basso ringhio ritorno sui miei passi e presto entro nel grande salone. Skye ha gusto. L'arredamento è minimo ma elegante e allo stesso tempo accogliente. Sono ancora perso a vagare con gli occhi sulle pareti, quando la voce di Mark mi fa saltare sul posto. Quasi il quadro mi cade, ma subito lo riprendo, stringendolo spasmodicamente.
« Oh, chi c'è! Ciao Hot Pants! » mi saluta con un largo sorriso.
E' steso sul divano, la TV accesa e un bicchiere di vino italiano posato sopra al basso tavolino di legno e cristallo.
Avanzo deciso e lo raggiungo.
« Che hai lì dietro? » si informa con un sopracciglio inarcato. Sposta la testa a destra e sinistra, cercando di sbirciare e io gli sorrido.
« Ti prego dimmi che non è un altro dei tuoi fottutissimi libri su alieni verdi e cospirazioni! » arriccia il naso al ricordo dell'ultima serata passata a casa mia, quando gli ho mostrato tutta la libreria della sala, colma di racconti e avvistamenti alieni. Sbuffo risentito.
« Tsk. Non è colpa mia se non vuoi vedere la realtà, Hoppus! Gli alieni esistono... e ci frugano tra le chiappe! Fossi in te comincerei ad avere paura! » ribatto annuendo convinto.
Di tutta risposta lui mi ghigna contro, allungando la mano e strappandomi il regalo incartato. Quando è diventato così veloce?
« Piantala di dire fesserie... e questo cos'è? » chiede, esaminando attentamente il quadro.
« Ecco, è per te... sì insomma. Oggi è l'anniversario del nostro primo incontro e io ci tenevo... 20 anni sono importanti sai... » comincio imbarazzato, grattandomi la testa ed evitando accuratamente di guardarlo negli occhi.
« Riderei se non fossi tu, Tom... lo sai? Thomas Matthew DeLonge, colui che prova orticaria per ogni individuo sulla faccia del pianeta, grande sostenitore dei rutti liberi per proferire il proprio amore, mi sta facendo un regalo d'anniversario? Oh, questa sì che va scritta da qualche parte! Potrebbe essere un'idea per una nuova canzone! »
Il tono divertito ha cura di farmi sentire ancora più a disagio. Mi sposto nervoso sul divano, gonfiando le guance come un bimbo capriccioso.
« Falla finita coglione, e aprilo! »
Braccia al petto, sguardo da duro poco credibile e una veloce occhiata al mio migliore amico che con ancora il sorrisetto divertito di prima, si appresta a scartare il mio regalo.
Quando l'ultimo pezzo di carta tocca il tappeto del salotto, l'azzurro dei suoi occhi diventa più chiaro e il sorriso lascia spazio ad un'espressione meravigliata e confusa.
« Ti prego Mark, dimmi che non ti stai mettendo a piangere! »
Provo a smorzare la tensione con un po' di sana ironia, di solito funziona. Abbassa il quadro, osservandomi direttamente negli occhi. Sorrido appena, lo faccio quasi meccanicamente. Noi siamo due complici, noi siamo lo stesso uomo in corpi differenti, fratelli, colleghi, amici, anime gemelle.
Mogli, figli... non importa. Noi siamo noi.
« E' fantastico, cazzone. Dico davvero! Non so che dire, io... »
« Ehi, ragazzi! E' pronta la cena! »
Skye avanza nella stanza, aggrottando le sopracciglia alla vista del mio lavoro e avvicinandosi curiosa.
« Non sarà una donna nuda, spero! »
E' sarcastica e io sghignazzo divertito.
« No, Skye, non è una donna nuda... beh a dire il vero qualcosa di nudo c'è, ma è solo il mio culo! Potrai sopportarlo vero? »
Quasi scandalizzata, strappa dalle mani di Mark il collage, esaminandolo e aprendosi in un sorriso luminoso e nostalgico.
« Thomas, non ho parole! »
Il mio sorriso storto non potrebbe essere più adatto in questo momento. Abbasso lo sguardo quasi imbarazzato mentre lei restituisce il regalo a suo marito e si appresta ad uscire dalla sala.
« Vi do' 5 minuti, prima che Jen faccia irruzione con forconi e aria omicida! »
« Afferrato! » mi affretto a rispondere.
Conosco bene mia moglie e so che ne sarebbe capace! La cosa ha sempre terrorizzato Mark, ma adesso mi rendo conto che è troppo preso dal collage per preoccuparsi di Jen.
« Lo consumi se continui a guardarlo, Hoppus! »
« L'hai fatto tu? Intendo... con le tue mani? »
Lo sguardo ancora perso sulla superficie colma di ricordi e scatti.
« L'ho fatto io! » ribatto, facendogli il verso.
Il fatto che mi reputi così pigro e indolente un po' mi innervosisce. Come avrei potuto delegare un mio dipendente per una cosa così importante?
« Sei importante, Mark. Tu sei... sei importante. »
E' poco più di un flebile sussurro, la voce mi si spegne nel momento in cui mi rendo conto di aver dato voce ai pensieri.
« Non mi starai diventando gay, vero? »
Ma il tono è ironico e io so che ha capito. Mordendomi un labbro nella migliore interpretazione di un orgasmo che posso fare, mi avvicino quando lo vedo scoppiare a ridere e di slancio lo abbraccio.
Ricambia con vigore, stringendo le grosse dita sulla schiena e facendomi sentire – come al solito - a casa.
Sto bene se tu fai parte della mia vita, Mark. Sto bene solo se posso sentirti al telefono, se posso parlarti e vederti, se posso suonare insieme a te. Io sto bene solo così.
« Grazie. Tom, davvero, grazie. »
« Sono io che devo ringraziarti, idiota! Tu mi hai aspettato, lo so che è così... non volevo deluderti. Mi raccogli sempre da terra, quando cado, mi fai ridere, mi dai forza per continuare ad esibirmi e sei parte della mia famiglia. »
« Tom, comincio a preoccuparmi, troppa dolcezza! Sei sicuro di stare bene? »
E' nervoso e non sa cosa rispondere. Lo conosco così bene...! Con fare teatrale si scioglie dall'abbraccio, posandomi una mano sulla fronte e sgranando gli occhi.
Ridacchiando, gliela scaccio via con un leggero colpo.
« Dimmi qualcosa, Hoppus! Non fare le solite scene perché sei troppo emozionato per parlare! »
« Touchè! »
Risponde sorridendo e abbassando nuovamente lo sguardo sul collage.
« Penso che tutto si riduca al fatto che darei la mia vita per te, Tom. »
Deglutisco.
« E' una cosa che ho sempre pensato! Lo farei davvero e... ma vuoi finirla di muoverti come una ballerina? » mi domanda euforico, troncando il discorso sentimentale e facendomi sentire un perfetto imbecille.
« Non mi aspettavo una cosa del genere! » tento di difendermi, ma lui mi sorride e tutte le mie paure svaniscono. Paura di non meritare un amico come lui, paura del fatto che prima o poi decida di abbandonare la mia vita, paura di perderlo.
C'era quando io non c'ero.
C'era, perché mi aveva dedicato una canzone, quasi un intero disco, mentre io non avevo avuto il coraggio neppure di abbozzare una piccola strofa che parlasse solo di lui.
A quei tempi lo vedevo così magro, sciupato, così sofferente... avrei voluto abbracciarlo per un'ora intera. Ma ero troppo stupido per rendermene conto.
Adesso però sono qui, Mark... non andrò più da nessuna parte.
« Anche io. »
« Cosa? » mi domanda confuso, sollevando lo sguardo per guardarmi di nuovo negli occhi.
« Darei la vita per te... anche io. »
E non sono mai stato così sincero in tutta la mia esistenza. L'espressione di stupore si apre in un sorriso d'affetto così luminoso da illuminare anche gli angoli bui della stanza.
« Forza, andiamo a mangiare! Ho sinceramente paura di tua moglie! » decreta, facendo finta di rabbrividire. Rido, poggiando le mani sulle ginocchia per alzarmi in piedi.
Mark solleva il quadro, sistemandolo con cura in piedi, sotto alla finestra chiusa, dove la luce del Sole illumina ogni singola fotografia.
Restiamo fissi a guardare quei momenti per attimi interminabili.
Backstage SOMA / '93 – Mark mi versa una bibita appiccicosa e indefinita sulla testa ossigenata, mentre in un angolo Scott se la ride additandomi divertito. Ricordo quella robaccia scura, ci misi una settimana a levarmela dai capelli!
Parigi / '96 – Dietro al castello di Disneyland, abbraccio Mark, simulando una sega con la mano mentre lui ha la testa rivolta al cielo in un'espressione di finta estasi. Siamo coperti da una mantella orribilmente gialla e trasparente, il tempo faceva schifo. Faceva davvero freddo! E quel posto era incredibilmente noioso.
Berlino / '98 – Durante il live di Mutt, qualcuno ci ha fotografati dal lato del palco mentre Mark mi spinge a destra, pretendendo di prendere il controllo del microfono. La foto è uscita sfocata. Sorrido, al ricordo di come evitai di finire in braccio alla gente dietro alle transenne!
Italia, Bologna. In Hotel / '99 – Sono steso sul letto con tutto lo skateboard a tenermi la pancia. Mark è sopra di me e mi accarezza i capelli con fare amorevole. E' in boxer e la cosa non mi stupisce. Nell'angolo, il viso scandalizzato di Jen ci osserva con le mani ai lati delle guance e un'espressione da premio Oscar! E' Mark adesso a ridere. E io lo seguo immediatamente.
Olanda, Amsterdam / '04 – Ubriaco marcio, mi reggo al bassista, ridendo con la faccia completamente viola e le sue labbra a culo di gallina che minacciano di baciarmi. Travis l'aveva scattata, e subito dopo ci aveva proclamato ufficialmente i due etero più gay della storia! Aveva ragione.
E poi tante, tantissime altre... di montagne russe insieme, serate nel tour-bus, culi all'aria per le strade di qualsiasi città stessimo visitando... abbracci, lacrime, sorrisi, momenti condivisi, backstage dei video musicali che abbiamo girato, photoshoot vari... piccoli pezzi di vita vissuta e condivisa con il coglione che adesso mi sta accanto e come me si sta perdendo in questo collage che io stesso ho realizzato.
Fino ad arrivare ad oggi.
Gli ultimi live, gli ultimi scherzi nei vari backstage.
Siamo cambiati, siamo cresciuti e io sono ingrassato, lo ammetto! Ma quello che ci unisce non bada a queste stronzate.
Riesco a percepire un vuoto in quel quadro. E' invisibile, ma c'è... e va dal 2005 al 2009.
Sento lo sguardo di Mark addosso e subito la sua voce manda giù il groppo che ho in gola.
« Sono solo quattro anni, Tom... non pensarci, ci saranno altri vuoti da riempire! »
Gli sorrido riconoscente, ma non faccio in tempo a ribattere che la voce adirata di Jen ci sfonda i timpani!
« VENITE CON LE VOSTRE GAMBE, O DEVO TRASCINARVI PERSONALMENTE QUI? »
Mark sghignazza alla vista del mio sguardo nocciola saettare preoccupato verso l'enorme porta aperta del salone.
« ARRIVIAMO, TESORO! »
« SARÀ MEGLIO! »
Ci voltiamo e sento la sua mano posata sulla mia schiena. Ci rimane per pochi secondi, ma è il contatto che volevo per tranquillizzare l'animo scosso da quel passato mancante.
Ti voglio bene, Mark.
Credimi. Di cazzate ne ho fatte tante. Ho ferito te, Travis, voltando le spalle ad una vita intera di sacrifici, divertimento e amicizia... ma non ho mai smesso per un solo secondo di tenere a voi. A te.
Riempiremo quel vuoto. Insieme.




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