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Autore: lukesvoice    17/06/2014    15 recensioni
«Tu non sei cambiata per niente, il modo in cui ti consideravo è l’unica cosa mutata. Voglio dire che ho iniziato ad apprezzare tutti i tuoi difetti, tutte le tue imperfezioni che con il tempo ti hanno resa perfetta ai miei occhi. Sei una ragazza anche molto intelligente, nonostante tu non mostri mai questo lato alle persone. Forse soltanto a Chloe. Sei un’acuta osservatrice che però preferisce rimanere in silenzio, all’ombra. Certo, quando proprio non ce la fai più tiri fuori tutto quello che hai dentro, molto spesso in maniera esagerata. Devo riconoscere anche che, ogni tanto, il tuo lato spiritoso esce fuori molto bene. Ma sai una cosa? Adoro il modo in cui ti arrabbi. Adoro il modo in cui rispondi agli altri per difendere le tue idee e te stessa. Adoro il modo in cui ti muovi, il modo in cui cammini per i corridoi della scuola e il modo in cui fai muovere i capelli. Amo il tuo sorriso e i tuoi occhi verdi. Amo quando smerdi le persone che mi stanno antipatiche e, anche se tu non te ne accorgi, io osservo tutto e mi diverto. Sai smerdare proprio bene, sai?»
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ti odio, Luke. Lo sai che ti odio quando fai così, vero?»
Marlene stava cercando di leggere un messaggio sul proprio cellulare arrivatole da circa dieci minuti, ma Luke non le dava un solo attimo di tregua per lasciarglielo leggere in pace.
Erano seduti entrambi sul divano del salotto di casa Hemmings -in quel momento completamente vuota, fatta eccezione per la loro presenza- in attesa dell’arrivo della pizza ordinata circa mezz’ora prima.
«Potresti smetterla di messaggiare con quell’idiota di Thomas, allora?» disse Luke, con una punta di fastidio e irritazione nel tono di voce utilizzato.
Marlene sorrise in maniera alquanto sbarazzina. «Altrimenti?»
«Non ti ho chiesto di venire qui soltanto per far prendere aria al tuo sedere durante il tragitto!» sbottò Luke, sbattendo un piede per terra e strizzando contemporaneamente gli occhi.
Marlene rimase letteralmente a bocca aperta, sia per le parole -idiote- utilizzate da Luke sia per la sua reazione un po’ strana e diversa dal solito.
«E allora perché hai detto di volermi vedere?» chiese la ragazza, in quel momento abbastanza incuriosita dalla possibile risposta futura di Luke.
Luke la fissò per pochi secondi che però, a lei, parvero interminabili. Forse non era ancora il momento giusto per parlare, ma se avesse tardato ancora un po’ probabilmente avrebbero fatto in tempo a morire tutti e due.
«Sono arrabbiato e non voglio più dirtelo» rispose Luke, facendole una pernacchia e voltando il viso verso destra, fingendosi offeso.
Marlene spalancò di nuovo la bocca per la sorpresa. Come ‘non voleva più dirglielo’?
Un sguardo molto simile a quello di un assassino pronto ad uccidere si fece spazio sul suo viso, facendo sì che tutta la dolcezza e la gentilezza che mostrava di solito agli altri venissero spazzate via in un baleno.
«Come, scusa?» disse quasi in un sussurro, cercando di rimanere calma. Ma il piccolo tremolio che le attraversò la voce la tradì in pieno.
Luke rimase immobile, nella stessa posizione, accennando soltanto un piccolo grugnito.
‘Ah, la metti così, eh?’ pensò Marlene, alzandosi le maniche della felpa e sfregandosi le mani in maniera decisamente inquietante. In meno di due secondi afferrò le spalle di Luke, le voltò con violenza verso di sé e lo bloccò tra le sue gambe, tenendo un ginocchio a un lato della sua gamba e un altro al lato dell’altra. Le mani rimasero ferme sulle sue spalle forti. Si chiedeva come diavolo avesse fatto ad immobilizzarlo così in fretta, poiché la corporatura di Luke era molto più robusta rispetto alla sua. E indubbiamente lui aveva più forza, il che sarebbe servito a farlo ‘ribellare’. Eppure non lo aveva fatto, ma era semplicemente rimasto a fissarla con gli occhi sgranati per lo stupore di quella furia improvvisa.
«Adesso me lo dici o no?» disse Marlene quasi con durezza, nonostante non fosse sua intenzione apparire in quel modo.
Luke continuò a fissarla senza aprire bocca, facendole saltare i nervi, fino a che non scoppiò in un lunga e fragorosa risata.
Marlene inarcò un sopracciglio, con tutto quello che avrebbe potuto fare di certo non si aspettava che si mettesse a ridere come solo un idiota sa fare. Perché in fondo lui era un idiota, certo.
«Non ridere» sibilò minacciosa, fissandolo con gli occhi ridotti a due sottili fessure.
«Altrimenti?» disse lui imitando il tono di voce utilizzato poco prima da Marlene stessa.
«Altrimenti ti mordo. Ti picchio. Ti castro. Ti…»
«Ehi ehi, frena tesoro» disse Luke, continuando a ridere. «Da quando sei diventata ancora più violenta e aggressiva?»
«Solo perché sono dolce e gentile con gli altri non vuol dire che debba esserlo anche con te» ribatté Marlene un po’ infastidita da quel commento. Ma che voleva dal suo carattere?
Luke sorrise, guadandola per un po’ senza nemmeno tentare di scollarsela di dosso. Prima che potesse fermarlo, le sistemò una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio velocemente e delicatamente nello stesso tempo. Gli vennero quasi i brividi quando le sfiorò la guancia sinistra con la punta delle dita.
Marlene rimase immobile ad osservarlo, anche a lei erano appena venuti i brividi per quel piccolo sfioramento di pelle. Tenne lo sguardo fisso in quei due pozzi azzurri prima di sussurrare: «Perché mi hai fatto venire qui?»
Luke prese un bel respiro profondo, distogliendo per pochi secondi lo sguardo da due calamite verdi che altro non erano che gli occhi di Marlene. La guardò nuovamente.
«Ricordi quando, l’anno scorso, ti ho chiesto di ballare con me al ballo di fine anno?»
Marlene annuì con il capo, cercando un nesso logico tra quella domanda e la richiesta di andare a casa sua per vederla e parlare.
«Beh, in realtà avevo promesso a Chloe che avrei ballato con te perché altrimenti lei non sarebbe venuta al ballo.»
Marlene rimase in silenzio, anche se dentro di lei stava succedendo qualcosa di inspiegabile. Allora le aveva chiesto di ballare soltanto per fare un favore a Chloe. Bel pezzo di m…idiota.
«Ti ho sempre considerata una pazza psicopatica che fa soltanto casino e che dice cose senza senso.»
‘Davvero molto simpatico, Luke’ pensò Marlene, muovendo gli occhi verso sinistra per non guardarlo in faccia e mordendosi il labbro per evitare di gridargli contro qualcosa di poco carino. ‘Che grande st…stupido.’
Luke riuscì a notare quella reazione, ma fece finta di ignorarla e andò avanti.
«Oh, e lo penso tutt’ora.»
Marlene rimase ancora in silenzio, ma chiuse gli occhi e prese un bel respiro per tenere la bocca chiusa. ‘Se non la smette subito, quelle palle gliele attorciglio e gli tolgo la possibilità di ingravidare’ pensò.
«Sei casinista, spesso violenta e aggressiva. Dici troppe parolacce e sei davvero troppo offensiva a volte. Spesso sembri davvero stupida e idiota, dici sempre stronzate colossali che solo a sentirti verrebbe la voglia di suicidarsi all’istante...»
Marlene, ascoltando quelle parole, non riuscì a resistere oltre. Lo fissò con uno sguardo che non aveva mai riservato a nessuno in vita sua e, senza pensarci due volte, si alzò in fretta e gli diede una ginocchiata in mezzo alle gambe. E non contenta gli mollò un ceffone in pieno viso, rendendo la sua guancia rossa come un pomodoro.
«Ben ti sta, stronzo! E io che ti vengo dietro! Ma vaffanculo, proprio!»
Marlene gli voltò le spalle, mentre Luke non riuscì a fare altro che a piegarsi sulle ginocchia e a mordersi il labbro per non gridare dal dolore. L’avrebbe fatto volentieri, anche a costo di apparire una femminuccia. Marlene aveva la sua dose di forza, nonostante il suo piccolo aspetto, e quando prendeva, prendeva bene. Fosse stato soltanto per lo schiaffo avrebbe lasciato anche correre, ma i gioielli di famiglia gli servivano ancora.
La ragazza prese il cellulare dal tavolino di casa Hemmings, prese la borsa nella quale lo lanciò con poco garbo e prese la felpa, lasciata all’ingresso non appena era arrivata.
«Ti saluto, bastardo.»
Detto ciò, Marlene gli rivolse un ultimo sguardo arrabbiato ma al contempo triste, prima di voltarsi verso la porta per raggiungerla e per andarsene il prima possibile da quella casa.
Luke sollevò lo sguardo, ancora abbastanza sofferente per la ginocchiata ricevuta, ma si disse che se l’avesse lasciata andare, avrebbe perso la sua occasione. Certo, avrebbe potuto evitare di iniziare ad elencare le sue caratteristiche negative, ma se l’avesse lasciato parlare ancora un altro po’…
«Marlene, aspetta» sussurrò, alzandosi dal divano ma rimanendo ancora un po’ piegato.
«Vaffanculo, idiota» sibilò nuovamente Marlene, girando la maniglia della porta.
«Ti manderei a fanculo anche io, ma non credo sia il caso» disse Luke accennando un sorriso e muovendo qualche passo silenzioso verso di lei. «Se tu mi avessi lasciato finire di parlare, forse…»
«Avrei ascoltato soltanto altre cattiverie!» gridò quasi Marlene, voltandosi di scatto. «Purtroppo so come sono fatta, ma non è carino ricordarmelo in questo modo!»
«Marlene, chiudi quella bocca e lasciami parlare» disse Luke in tono deciso, fissandola in maniera troppo seria e riuscendo, stranamente, a zittirla di colpo. Di solito non ci riusciva nessuno. Mosse ancora qualche passo, fino a raggiungerla e a posizionarsi davanti a lei in tutta la sua altezza, senza continuare ad essere piegato.
«Aspetta» disse ancora Luke. Posizionò le mani sulle sue piccole spalle e la fece indietreggiare verso la porta così velocemente che lei non ebbe il tempo di ribellarsi. E meno male, altrimenti Luke si sarebbe ritrovato senza qualcosa lì dove non batte il sole.
Luke la bloccò tra lui stesso e la porta, e con una mossa altrettanto veloce chiuse la porta a chiave, girandola semplicemente nella serratura. Poi la tolse e la infilò nella tasca dei pantaloni.
«Ti conosco così bene, ormai, da sapere che non appena mi fossi distratto saresti scappata» disse, ridendo.
Marlene lo guardò malissimo. ‘Ha pure ragione, che palle’ pensò.
«Adesso taci e fammi parlare» continuò Luke, poggiando una mano alla destra del suo viso e l’altra alla sinistra del suo fianco, lasciando che la distanza tra di loro diminuisse ancora un po’. «Ti ho chiesto del ballo perché è da quella sera che, in realtà, le cose sono un po’ cambiate.»
Marlene stava per chiedergli il senso di quella frase, ma lui le mimò uno ‘sh’ con le labbra.
«Tu non sei cambiata per niente, il modo in cui ti consideravo è l’unica cosa mutata. Voglio dire che ho iniziato ad apprezzare tutti i tuoi difetti, tutte le tue imperfezioni che con il tempo ti hanno resa perfetta ai miei occhi. Sei una ragazza anche molto intelligente, nonostante tu non mostri mai questo lato alle persone. Forse soltanto a Chloe. Sei un’acuta osservatrice che però preferisce rimanere in silenzio, all’ombra. Certo, quando proprio non ce la fai più tiri fuori tutto quello che hai dentro, molto spesso in maniera esagerata. Devo riconoscere anche che, ogni tanto, il tuo lato spiritoso esce fuori molto bene. Ma sai una cosa? Adoro il modo in cui ti arrabbi. Adoro il modo in cui rispondi agli altri per difendere le tue idee e te stessa. Adoro il modo in cui ti muovi, il modo in cui cammini per i corridoi della scuola e il modo in cui fai muovere i capelli. Amo il tuo sorriso e i tuoi occhi verdi. Amo quando smerdi le persone che mi stanno antipatiche e, anche se tu non te ne accorgi, io osservo tutto e mi diverto. Sai smerdare proprio bene, sai?»
Luke rise ma Marlene rimase pietrificata, bloccata tra la porta e il corpo di Luke. Il corpo del ragazzo che le piaceva e del quale si stava innamorando ogni giorno sempre di più. Il corpo del ragazzo stronzo che, in quel momento, stava esternando i suoi sentimenti.
«So anche che tu provi qualcosa per me, me ne sono accorto perché sei una ragazza un po’…come dire…antisgamo? Ecco, ti sei fatta beccare da sola.»
Marlene spalancò gli occhi mentre Luke rise nuovamente.
«Ah, e comunque salvare le mie foto sul tuo cellulare potrebbe essere violazione di privacy, lo sai?»
Marlene boccheggiò, sussurrando qualcosa che alle orecchie di Luke sembrava tanto un: ‘Ma…io…’
«Quello che voglio dirti è che…» riprese Luke, abbassandosi all’altezza di Marlene, «…la mia non è solo una cotta. Il mio non sarà soltanto un ‘mi piaci tanto’ perché altrimenti sarei un vero e proprio bugiardo. La verità è che mi sto innamorando lentamente di te, Marlene
Marlene trattenne il respiro, sentendo le gambe tremolare a causa di quella dichiarazione improvvisa e inaspettata. Si sentì anche in colpa per avergli dato quello schiaffo e per avergli fatto male proprio lì.
«Io…» cominciò Marlene, alzando lo sguardo verso il viso di Luke.
Il ragazzo stava sorridendo e prima che Marlene potesse continuare, avvicinò le labbra alla sua guancia bollente, lasciandovi un piccolo bacio. La sentì irrigidirsi sotto quel tocco e sorrise. Lasciò scivolare le sue labbra lungo il collo di Marlene, poi le indirizzò verso il suo orecchio per sussurrarle qualcosa, qualcosa che a Marlene arrivò in maniera sbiadita a causa della situazione in cui si trovavano. Luke le baciò poi la fronte, scendendo con le labbra verso il suo nasino a patata, in quel momento rosso come un peperone. E infine scese ancora, sfiorando le sue labbra rosse e morbide, per poi baciarla. Marlene rimase letteralmente pietrificata, ma il suo stato di trance durò soltanto pochi secondi, perché non riuscì a resistere. Ricambiò il bacio, circondandogli il collo con le braccia e alzandosi in punta di piedi per avere un po’ più di comodità. Aveva sempre amato la loro differenza d’altezza. Luke le circondò la vita con le braccia, percorrendo poi la sua schiena con una mano e lasciandole scorrere brividi piacevoli per tutto il corpo. Marlene affondò le mani nei suoi morbidi capelli biondi, stupendosi del fatto che non avesse interrotto il bacio per gridarle di non toccarglieli. Odiava che qualcuno li sfiorasse soltanto, eppure a lei non aveva detto proprio nulla, lasciandola fare.
Poco dopo si staccarono per riprendere fiato, e tennero le fronti una contro l’altra.
«Mi dispiace per lo schiaffo e per…» cominciò a scusarsi Marlene, un po’ in imbarazzo per la situazione. «Cioè, non mi aspettavo che…»
Luke poggiò nuovamente le sue labbra su quelle di Marlene, per zittirla.
«Non importa. Spero soltanto di avere ancora la possibilità di diventare padre.»
Luke scoppiò a ridere allo sguardo triste e colpevole di Marlene, ma prima che lei potesse dire altro la strinse in un forte abbraccio.
«Promettimi che non mi lascerai» sussurrò Luke, affondando il viso nei suoi capelli che profumavano di fiori di pesco. «E che non mi picchierai più.»
Marlene rise, dandogli un buffetto amichevole sulla schiena. «Per la prima richiesta ti accontenterò sicuramente, ma per la seconda…»
Luke fece finta di guardarla male e, dopo essersi staccato, la prese in braccio a sacco di patate cercando di convincerla a ritirare ciò che aveva detto. Che stava per dire, in realtà.
Marlene, ridendo, disse che non avrebbe saputo mantenere quella promessa perché «Sei un teppistello bastardo, la voglia di picchiarti mi viene anche nel sonno».
A quelle parole, Luke la lanciò letteralmente sul divano dopo averla trascinata fin lì a testa in giù e cominciò a farle il solletico.
«No Luke, il solletico no, dai!» lo implorò Marlene, ridendo e dimenandosi per sfuggire alle dita di Luke. Soltanto quando Luke si beccò un altro calcio nei famosi gioielli di famiglia, la smise di torturarla. Si accasciò sul divano accanto a lei, ovviamente per farlo dovettero stringersi.
«Mi dispiace» soffiò Marlene, senza poter fare a meno di sorridere. «Ma te la sei cercata.»
Luke scosse il capo ridendo. «Adesso devi farti perdonare.»
«Ah sì? E chi lo dice?»
«Ovvio, lo dico io.»
Marlene rise in maniera alquanto furbetta, prima di baciare nuovamente Luke. Non avrebbe mai smesso di farlo, le sue labbra erano un po’ come l’ossigeno. Senza di esse non avrebbe potuto vivere. Senza di lui non avrebbe potuto vivere.
«Senza di te non vivo» sussurrò infatti a fior di labbra, prima di baciarlo ancora e ancora e ancora fino allo sfinimento.




 
-Spazio Autrice-

Salve ragazze, sono ritornata con una nuova one shot, questa volta su Luke.
Sia lui che Marlene sono comparsi nella one shot su Ashton dal titolo
'Non dimenticare che ti amo', se vi va di leggerla e lasciare una recensione anche lì, oltre che qui, mi farebbe piacere.
A differenza dell'altra non è neanche lunghissima e in prima persona, quindi spero possa piacervi. 
Le prossime one shot saranno su Michael e Calum, ovviamente.
Spero possa piacervi, a presto xx


cassie_nott

P.s: questa volta ringrazio veins per il banner :)
  
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