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Autore: crige    17/06/2014    8 recensioni
*AFTER SAVE ME*
Alessia e Erica sono alle prese con la Maturità.
Feffe e Nene devono sopportarle, cercando anche di accontentare le loro richieste.
Che ne verrà fuori?
Serie di brevi one-shot collegate tra loro!
Buona lettura! ^^
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'orgoglio è una buona cosa.
E' utile in molte occasioni.
Dobbiamo essere orgogliosi.
Solo che, come molte cose, il troppo stona.

Quante volte sentiamo dire che in molte occasioni, è meglio mettere il proprio orgoglio da parte?
Quante volte, l' orgoglio, ci ha portato a compiere fatti stupidi?
O meglio, a non compiere!

Ci lasciamo trascinare troppo da questo sentimento.
Ci lasciamo coinvolgere da questa emozione così prepotente e per certi versi, ostile.
Quando semplicemente, in certe situazioni, converrebbe mettere tutto da parte.

Esempio stupido e banale, ma che tutti abbiamo vissuto.
Litighi con una persona a cui tieni molto.
La colpa però non è né tua, né sua.
Frase che ci diciamo tutti quanti?
"Se le importa, si scuserà"

E magari l' altra persona pensa la solita, medesima cosa.
Risultato?
Tu potresti perdere lei e lei potrebbe perdere te.
O comunque lascereste che uno stupido litigio vi tenga separate per un po'.
Che cosa alquanto stupida e inutile, non trovate?

Spesso non chiediamo aiuto perchè troppo orgogliosi per farlo.
Troppo orgogliosi da vergognarci di cercare una mano dagli altri.
Di appoggiarci a qualcuno.
Ci vergognamo di dimostrarci deboli.
Dobbiamo, ogni volta, dimostrare che possiamo benissimo farcela da soli.

Quello che ancora non abbiamo capito è che tutto ciò non ci rende orgogliosi, ci rende stupidi.
A volte la vera forza sta nello ammettere di non potercela fare.
Perché il più forte non è quello che soffre in silenzio.
No, è quello che trova il coraggio di chiedere aiuto.
Perchè la cosa più difficile al mondo è fidarsi di qualcuno.




                                                                             **********



Ci siamo.
Ho temuto tanto questo giorno.
Ci ho pensato ogni secondo dall' inizio del quinto anno di liceo, se non prima.
E adesso siamo arrivati al capolinea.
La notte prima degli esami.

Ho visto il film e non incuteva così terrore.
Anzi, mi ero quasi convinta che potevo farcela.
E invece, mi sto letteralmente cagando addosso.

Ma non posso darlo a vedere.
Non posso dare di matto davanti Francesca.
Cosa penserà, poi, di me?
Che sono solo una ragazzina che non sa gestire l' ansia.

Ho preso 44 su 45 agli scritti.
Avevo 23 crediti.
Sono già praticamente passata.
Ma ho comunque paura.
Ho paura di fare scena muta e di fare una figuraccia davanti a tutti.

Francesca passò con 80 alla maturità.
80 nonostante tutto quello che ha passato in quell' anno.
Cosa penserà di me se non riuscirò ad affrontare quest' esame?
La deluderei moltissimo.

Sbuffo, sfogliando distrattamente il libro di italiano.
Siamo a casa di Feffe per un ultimo ripasso disperato.
Erica è di là, in cucina, con Eleonora.
Io sono in salotto sul divano con Francesca.

-Tutto ok?- chiede premurosa, sfiorandomi il braccio con la punta delle dita.

-Si- mento, sforzandomi di sorridere.

-Sicura?-

-Si-

-Amore- richiama la mia attenzione, sfilandomi il libro dalle mani -guarda che se ti serve una mano, io sono qui. Non mi costa niente aiut..-

-Ti ho detto che è tutto ok!- alzo un po' la voce, riprendendomi l' oggetto sottrattomi poco prima -ce la faccio benissimo da sola- scatto in piedi, recuperando una matita -sempre se tu non m' interrompi ogni tre minuti!- soffio, per poi abbandonare la stanza.

Ecco, sono scoppiata.
Che cosa mi costava dirle che non riesco a capire questa parte?
Ma Francesca non studiava molto al liceo, quindi forse non saprebbe aiutarmi neanche lei.
Ad ogni modo, dovevo chiederle..

Mi dirigo in cucina con l' intento di prendermi qualcosa da bere.
Apro la porta, venendo accolta da un gran baccano.
Erica e Eleonora stanno litigando, tanto per cambiare.

-Bastaaaa- si lamenta la mia migliore amica.

-Come basta?- ribatte la sua ragazza -devi ripassare questa parte! Non puoi dire che Svevo ha scritto "La coscenza di Zeno" perchè era un ladro e aveva la coscenza sporca!-

-Perché no? Tanto lui è morto, che vuoi che gli importi?-

-Qualcuno mi aiuti- mormora, la bionda, scuotendo la testa disperata.

-Rimango io- m' intrometto, sforzandomi di non ridere -vai da Feffe, tu- le dico, indicando l' uscio alle mie spalle -credo sia molto arrabbiata con me-

-Che hai combinato questa volta?- domanda, alzandosi.

Ha uno sguardo duro, accusatorio.
Certe volte sembra ritornare la fredda e distaccata Eleonora che era prima, con me.
Non capisco che le prende.

-Lei cercava di aiutarmi e io le ho risposto male-

-Si può sapere qual'è il tuo problema?- soffia, avvicinandosi.

-Come scusa?-

-Non ti sei accorta che ultimamente la stai trattando come una merda? Io non so come abbia fatto a non mandarti a fanculo!- esclama, rabbiosa -non è colpa sua se sei stressata!-

-Ma che..-

-Ma niente!- sbotta -certe volte sembri proprio una ragazzina viziata- mi lancia un' ultima occhiataccia prima di uscire.

Disorientata, mi siedo al tavolo.
Abbasso lo sguardo ripensando alle sue parole.
Che abbia ragione?

-Se te lo stai chiedendo, ha ragione, sai?- Erica interrompe i miei pensieri -le rispondi sempre male in quest' ultimo periodo-

-Non me ne sono neanche accorta..-

-Però è così-



                                                                                 **********



Come diceva sempre Federica a Feffe?
Ah si, contare fino a dieci.
Coraggio, Ele, conta fino a dieci.
Conta e sopprimi la voglia di tornare di là e prenderla a pugni.

Francesca è troppo buona.
Lascia che le risponda così senza fare o dire niente.
Se io fossi al suo posto, gliene avrei già dette quattro.

Federica non si è mai azzardata a trattarla così.
E per quanto io odi fare i paragoni, certe volte mi viene naturale farli.
Qualsiasi problema o stato d' animo potesse avere, F non si sarebbe mai permessa di rifarsela con Feffe.

-Ehi- mormoro, sedendomi accanto a lei sul divano.

-Ehi- sorride di rimando -ci hai già rinunciato con Erica?-

-Lasciamo perdere, guarda- rido, prendendo un sorso dalla sua birra -che è successo con Alessia?-

-Niente- alza le spalle, in un gesto di non curanza -è stressata-

-Questo però non le da il diritto di risponderti a stronza-

-Lo so- sospira -ma non mi va di litigare, ok?- abbassa lo sguardo -siamo già a luglio e lei a settembre partirà per Milano per andare all' università-

Allora è questo il motivo.
Il motivo per il quale le permette di tutto, ultimamente.
Il motivo del suo malumore costante.
Adesso ho capito.

Non mi piace vederla in questo modo.
Non sopporto che stia così.
Vorrei tanto poter fare qualcosa.

-Mi spiace, Feffe- le stringo una spalla, cercando di trasmetterle un po' di conforto -perché non andate via qualche settimana ad agosto?-

-Magari, Nene- soffia, tristemente -ma dove li prendo i soldi? Sai che ho dovuto riparare la macchina e che quindi ho speso quasi tutti i risparmi che avevo-

-Perchè non hai lasciato che ti aiutassero i miei, con le spese?-

-Non capisci proprio, vero?- chiede, con un velo di ironia -ho apprezzato la loro offerta, ma non posso correre da loro ogni volta che ho un problema-

-Ma lo fanno volentieri!- ribatto, senza capire.

-Si, ma si stanno già occupando di Marta- alza la voce, puntando i suoi occhi nei miei -non posso gravare nuovamente sulle loro spalle, ho bisogno di sentirmi indipendente-

-Indipendente?-

-Si, Nene- annuisce -voglio dimostrare a me stessa che posso farcela e se dovrò fare dei sacrifici, pazienza. Tutti facciamo dei sacrifici. Voglio arrivare in fondo a questo percorso solo con le mie gambe, almeno per una volta-

-D' accordo- mi arrendo -sappi però che se avrai mai bisogno di qualsiasi cosa, io ci sarò sempre per te-

-Lo so- sorride, abbracciandomi.

-Bene- ricambio l' abbraccio, staccandomi poco dopo -ora basta smancerie!- affermo, alzandomi -mi vado a cambiare che è tardi e vorrei andare a dormire-

Le lascio un bacio su una guancia e abbandono il salotto.
Passo davanti la cucina lanciando uno sguardo all' interno.
Alessia e Erica stanno parlando di non so che cosa.
Sbuffo, dirigendomi in camera.

Non importa quello che dice Francesca.
Non lascerò che si strugga così.
Ho già deciso che pagherò io, il viaggio a lei e Alessia.
In fondo quando le metterò i biglietti davanti, mica potrò rifiutare, no?

Apro l' armadio recuperando gli indumenti per dormire.
Mi cambio, sedendomi successivamente sul letto.
Lascio andare un sospiro.

Mi guardo intorno con malinconia.
Sorrido amara ripensando a quella sera.
La sera in cui Feffe mi disse che aveva comprato questa casa.

Mi mostrò il progetto delle ristrutturazioni.
Mi disse che avrebbe fatto alzare un muro per dividere la sua camera.
E quando le chiesi il perchè di ciò, rispose che ne avrebbe creato un' altra stanza.
Stanza che mi avrebbe ospitato ogni volta che volessi.

Ricordo che subito dopo entrò Federica, euforica.
Ci abbracciò tutte e due.
Ci baciò una guancia a testa e poi disse: "sarà bello abitare tutte insieme!"
Già, sarebbe stato bello..

-Ehi- 

Alzo la testa, trovandomi di fronte Erica.
La vedo chiudersi la porta alle spalle e avvicinarsi.
Sorride, sedendosi accanto a me.

-Tutto ok?- domanda, intrecciando una sua mano con la mia.

-Si- annuisco -solo qualche ricordo-

-Capisco-



                                                                                **********



Scimmie che battono i piatti.
Che cantano hakuna matata.
Ecco, cosa sta succedendo nella mia testa in questo momento.

E sentire Alessia che si lamenta, non migliora le cose.
Mi sta salendo una fame omicida.
Insomma, che cazzo ha da lamentarsi lei?
E' già praticamente passata!

Io, sommando crediti e scritti, arrivo a 52.
Ho fatto schifo!
Tutta colpa mia, non lo metto in dubbio, ma sono sicuramente in una situazione peggiore della sua!

-La tua ragazza dovrebbe prendersi una camomilla, ogni tanto-

Bene.
Ci mancava questa frase per migliore la sua situazione.
Adesso la uccido.

-Alessia, mi dici che cazzo ti sta succedendo?-

-Cosa?-

-Non sembri neanche te!- sbotto, battendo una mano sul tavolo -tratti Francesca come il tuo zerbino e ti comporti come se tutto ti fosse dovuto-

-Che dici?-

-Senti- inizio, cercando di recuperare la calma -ti do una sola opportunità per dirmi che diavolo ti passa per la testa, poi tornerò sui libri e farò finta che tu non ci sia-

La vedo sospirare.
Abbassa la testa, colevole.
In fine, si decide a parlare.

-Non posso-

-Non puoi, che?- chiedo, confusa.

-Non posso lasciarmi aiutare da Francesca, correre da lei o da te ogni volta che ho un problema-

-Perchè?-

-Non capisci? Presto sarò a Milano, dove non conosco nessuno! Dove non ci sarai né tu, né lei e se non inizio a cavarmela da sola, come farò quando sarò lassù?-

-Cavartela da sola, non vuol dire fare la stronza- le dico, in tono dolce -Ale, anche se saremo lontane, noi ci saremo sempre per te. Sai che mi potrai chiamare ogni volta che vuoi!-

-Ma non è lo stesso-

-Lo so, ma non cambierà il mio affetto per te-

Allora è questo il problema.
E' questo il motivo per il quale si sta comportando come un' estranea.
Vuole rendere il distacco meno doloroso.

Ma purtroppo non c'è modo di renderlo tale.
Non quando passiamo tutti i giorni insieme.
Quando siamo abituate a chiamarci ogni sera prima di andare a letto.
Non quando corriamo l' una dall' altra ogni volta che c'è un problema.

Anche lei mi mancherà da morire.
E non posso neanche immaginare come possa sentirsi.
Io non so che farei se dovessi allontanarmi da Eleonora.
Lei è tutto il mio mondo adesso.

-Alessia- richiamo la sua attenzione, accarezzandole una guancia -vuoi veramente passare l' ultimo tempo che hai a disposizione, a litigare con Francesca? O ad ignorare me?-

-No- mormora, abbassando lo sguardo.

-Allora su, forza, vai di là a chiederle scusa e a risolvere le cose- le sorrido, incoraggiandola -esponile le tue paure, vedrai che ne verrete a capo. Ma insieme! Non facendo di testa tua!-

Finalmente la vedo sorridere.
Si slancia in avanti abbracciandomi stretta.
La sento sospirare.

-Grazie-

-Su, muovit!- mi stacco, alzandomi successivamente -vai da lei!- esclamo, facendola alzare a sua volta e spingendola fuori dalla cucina.

La vedo allontanarsi in fretta.
Sorrido soddisfatta.
Poi decido di andare a vedere che fine ha fatto la mia ragazza.
Mi sembra di averla vista passare poco fa.

Mi dirigo in camera.
Apro piano la porta, bloccandomi subito dopo.
Eleonora è seduta sul letto.
Sguardo triste e assente.
So a cosa sta pensando.
O meglio, a chi.

Parla raramente di Federica.
Ma quando lo fa, ha sempre quello sguardo.
Odio vederla così..

-Ehi- mormoro, così da non spezzare del tutto il suo silenzio.

Alza la testa, abbozzando un sorriso.
Chiudo la porta alle mie spalle.
Ricambio il sorriso, prendendo posto accanto a lei.

-Tutto ok?- domando, catturando una sua mano e intrecciando le nostre dita.

-Si- annuisce -solo qualche ricordo-

-Capisco- annuisco, prendendo ad accarezzarle i capelli -ne vuoi parlare?-

-No- scuote la testa in un cenno negativo -non c'è niente da dire- sospira, tristemente -ormai è passato-

Abbandono il mio posto, portandomi di fronte a lei.
Le sorrido, sedendomi poi sulle sue gambe.
Le lascio un bacio a fior di labbra.

-Sai, anche tu hai il diritto di starci male- le dico, cogliendo la sua aria sorpresa -era la tua migliore amica, non devi sempre fare la forte per non pesare su Francesca- sfioro il mio naso con il suo -ti puoi sfogare con me, capito? Lasciati andare-

Vedo i suoi occhi inumidirsi.
Le bacio le guancie, catturando le sue lacrime.
Lascio che poggi la sua testa sulla mia spalla e che dia sfogo a quel dolore che per troppo tempo ha soppresso.

-Shhh- le accarezzo la schiena -ci sono io con te, non ti lascio-



                                                                                       **********


Sorseggio la mia birra, stendendo le gambe sul tavolincino davanti.
Accarezzo distrattamente il manto nero di Terry.
Guardo per l' ennesima volta la seconda stagione di Grey's Anatomy.

-Prendi me, scegli me, ama me- mormoro in sincronia con Meredith -Dio, amo questa scena-

-Che fai, parli da sola, adesso?-

Alessia irrompe nella stanza.
Mi sforzo di sorriderle, riportando poi l' attenzione alla tv.
Prende posto di fianco a me.

-Non devi farlo, sai?- dice, confondendomi.

-Fare cosa?-

-Lasciare che io ti dica tutto quello che mi passa per la testa. Trattarti di merda solo perché io sto di merda-

-Non so di cosa tu stia parlando- mormoro, abbassando lo sguardo.

-Lo sai, invece- sospira portando due dita sotto il mio mento, facendomi alzare la testa -non vuoi litigare con me perchè a settembre io parto e quindi non vuoi sprecare l' ultimo mese che ci rimane a litigare-

Colpita in pieno.
E' così.
Ha fottutamente ragione.

Ma che dovrei fare?
Presto sarà a mille chilometri da me e io non so ancora come farò.
Come farò a non andare da lei ogni volta che voglio.
A non vederla tutti i giorni.
A baciarla, abbracciarla..

-Mi spiace di averti trattato male- mormora -non volevo chiedere il tuo aiuto, perchè quando sarò a Milano non potrò farlo-

-Che dici?- esclamo -io ci sarò sempre per te!-

-Questo lo so- sorride, sfiorandomi una guancia -ma non potrò più correre da te. Dovrò cavarmela da sola-

-Ma non sarai sola, io sarò sempre con te-

-Non come vorremmo, però- scuote la testa -e va bene, perchè crescere vuol dire anche questo, però mi mancherai da morire-

Apro le braccia, lasciando che ci si getti in mezzo.
La stringo forte a me.
Le lascio qualche bacio tra i capelli, confortandola.

-Non cambierà niente tra di noi- sussurro al suo orecchio -mi ritroverai sempre qui ad aspettarti, ci chiameremo ogni volta che potremo, smessaggeremo tutto il tempo e ci vedremo su skype almeno una volta al giorno- mi stacco, così da guardarla negli occhi -insieme ce la faremo, vedrai-

Sorride.
Si avvicina ulteriormente.
Sfiora il suo naso con il mio, per poi far incontrare le nostre labbra.

Un bacio prima lento, si trasforma presto in passionale e bisognoso.
Mi lascio cadere all' indietro sul divano, così che lei possa sovrastarmi.
Sento le sue mani toccarmi avidamente tutto il corpo.

-Ti Amo da impazzire- soffia, tra un bacio e un altro.

-Io di più- ansimo, quando sento i suoi denti sul mio collo -ma ci conviene andare in camera, prima che ci becchino le altre-

-D' accordo- balza in piedi, afferrandomi per una mano -muoviti!- 

Corre verso la camera, ridendo.
Mi unisco alle sue risate, seguendola.
E mi accorgo che, d'ora in avanti, sarà così.
Una dovrà sempre raggiungere l' altra.
Ma per quanto potrà essere difficile, lo faremo con il sorriso sulla faccia.
Perchè io amo lei e lei ama me e questo è tutto ciò che conta.




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ANGOLO AUTRICE:

Buon pomeriggio ^^

Eccomi qua con l' ultima parte di questo...coso!
Voi com' eravate in tempo di esami di maturità?
Scontrosi? Stressati? Ansiosi?
Tutto questo insieme?
A me aiutava pensare che, prima o poi, sarebbe finita.

Comunque, veniamo al capitolo.
Ho voluto evidenziare che tutti abbiamo dei problemi.
E che, purtroppo, molti di essi non si risolvono da soli.
Quindi, spesso, parlarne è la cosa migliore.
Per una volta, dovremmo imparare a fidarci.

In questa parte abbiamo visto pure il lato serio di Erica!
Chi l' avrebbe mai detto??!! xD
Abbiamo visto, di nuovo, il lato protettivo di Eleonora.
Alessia che fa la stronza e Francesca che glielo lascia fare.
Insomma, che ne pensate di tutto ciò?
Spero vi sia piaciuto!
Adesso vi lascio!

Un bacio e a presto!

Ps: pochi giorni fa ho scritto questa one shot, tutta incentrata su Feffe. Se v' interessa, questo è il link!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2658097&i=1
  
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