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Autore: roxy_xyz    17/06/2014    6 recensioni
Quando ero piccola, mi bastava alzare gli occhi, fissare intensamente il soffitto e sperare che Lui mi sentisse, in modo da poter finalmente dormire senza pensare al mostro che, probabilmente, stava dentro l’armadio e che non aspettava altro per uscire e divorarmi.
Non c’era nessuno che potesse aiutarmi ora.
C'ero solo io e il mio Purgatorio.
Ero sola dentro l’armadio

|Harry/Hermione|(20 gr. di) Angst|(30 gr. di fluff)|(50 gr. di) Introspettivo| (una spolverata di) Dark|
Genere: Dark, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Sorpresa | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'We'll be together in the dark'
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VIII

 

VIII

 

 

 

 

#Infinito

 

 

 

 “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.”

 

(Vangelo secondo Matteo 28, 19 – 20)

 

 

 

 

Ero stata una bambina anche fin troppo remissiva, avevo sopportato insulti senza mai ribellarmi, perché credevo di essere io in difetto e che gli altri avessero ragione.

Per molti anni avevo pensato che mia madre si vergognasse di avere una figlia come me, fino a quel giorno in cui, per la prima volta, mi ero sentita speciale. Ero una strega e io, ingenua come sempre, avevo attribuito le mie sofferenze proprio a quella diversità. Erano gli altri che non capivano e per questo non riuscivano a vedermi realmente. Io non ero inferiore a nessun altro e avrei voluto gridarlo al mondo.

I miei genitori mi guardavano e sorridevano, non scappavano e non urlavano “al mostro”, perché per loro ero sempre stata perfetta e troppo intelligente per gli altri.

Quanti bambini preferivano la solitudine di una Chiesa e un vecchio libro di storie ai giochi di un parco insieme ai propri coetanei?

Avevo dovuto aspettare il mio incontro con Harry per vedere le cose in maniera nitida: non c’erano più i dispetti di una Loren Steel o i mancati inviti per dei compleanni, tutto era più grande, più complicato. Io mi sentivo una formica che cercava di non essere calpestata e che si affannava per sopravvivere, per evitare quelle grandi ombre che volevano solo dire la fine di tutto. Finché lui con un gesto della mano, le aveva scacciate, facendo fare capolino a un timido sole e mi aveva mostrato che non bisognava temere nulla, se si ha fede in qualcosa. Non solo in un’entità superiore, ma nelle persone, quelle stesse che ci avevano rifiutato durante la nostra infanzia, perché c’era del buono in ognuno di noi.

Ron mi aveva chiesto un giorno perché Harry avesse salvato Draco Malfoy nella Stanza delle Necessità e messo in pericolo le nostre vite. Lui non aveva mai capito il perché; per troppi anni aveva sentito insulti sulla sua famiglia lungo i corridoi di Hogwarts.

Come poteva perdonare Draco, quando suo padre aveva messo con noncuranza uno degli Horcrux nel cestino di Ginny, mettendola in pericolo?

Eppure Harry non aveva esitato un attimo ad allungare la mano verso quel ragazzino che non aveva fatto altro che insultarlo e gioire delle sue sofferenze.

Io e Ron non saremmo mai come lui, capaci di perdonare e di mostrare pietà verso il Male stesso e di continuare a sorridere.

L’avevo sempre reputato forte per me, per Ron, per tutti noi, ignorando quanto invece fossimo noi i suoi pilastri e che da solo non era altro che un bambino costretto a passare le notti in un sottoscala. Avevo camminato lungo i labirinti della sua mente, alla sua ricerca e trovando alla fine anche me stessa.

Io ero Hermione Granger, quella timida bambina seduta in fondo alla navata di una Chiesa, e non me ne sarei mai andata senza l’unica persona che mi aveva insegnato ad amare. Sarei uscita dall’armadio e affrontato le creature mostruose per portare in salvo il mio principe azzurro e vissuto con lui per sempre, felici e contenti.

Perché nelle storie dei miei libri avevo cancellato la parola “fine”, nessuno mi avrebbe detto come concludere la mia favola.

Perché l’avremmo fatto io e Harry, insieme.

 

 

 

 

 

 

E allora Jack si avventò sulle sue labbra, succhiandole e mordendole

“È per caso un Dissennatore?”

“Stai zitto, Harry! Come poteva resistere al candido fascino di Katherine e continuare la sua solita e ordinaria vita?

“Io non mi faccio tutte queste paturnie mentre bacio!”

“No, perché lei era e sarebbe stata la sua unica ragione di vita.”

“È un malato terminale?”

“Lei era l’aurora e il tramonto, non avrebbe più chiuso gli occhi senza prima fissarne l’immagine di cotanta perfezione.”

“Hermione Granger, chiudi quel maledetto libro!”

“No, voglio torturati un altro po’”

“Hai tutta la vita per farlo.”

 

 

 

 

 

 

NdA: E con questo mettiamo la parola fine, o meglio “the end”, anche a questa mia storia. Non sarà l’ultima perché ho sempre voglia di scrivere qualcosa sulla mia coppia preferita, è più che altro una questione di tempo e di volermi cimentare anche con altri fandom.

Spero che questo finale aperto vi piaccia lo stesso, anche se visto che Hermione sta leggendo un romanzetto rosa sappiamo che si trova al suo capezzale, come lo aveva minacciato, e che quindi Harry è uscito dal coma. Un happy ending come promesso!

Tengo molto a questa storia perché ho messo me stessa in Hermione e forse, molti di voi se ne sono accorti, quindi spero di non avervi deluso.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito e recensito come Natsumi, Lights, Kia, Bea,Tennant, Spettinato e ovviamente Jaybree e MusicDanceRomance, le persone che mi hanno incoraggiato a pubblicare.

Alla prossima storia… magari una bella commedia, eh?

   
 
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