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Autore: Reagan_    17/06/2014    1 recensioni
In silenzio si separarono, in silenzio si prepararono per la giornata e in silenzio si salutarono prima di smaterializzarsi.
Un cenno con la testa, le labbra che reprimevano un sorriso, le mani infilate in tasca per combattere l'impulso di cercare il conforto dell'altro.
Scacciando via dalla mente l'illusione di un momento.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Audrey, Percy e una challenge'
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Storia che partecipa alla challenge "Otto fandom e una valanga di prompt" di Kuma_cla



L'illusione di un momento



Si svegliò di soprassalto.
Sobbalzò quasi a sedere quando si rese conto di essere sdraiato su un letto sconosciuto. Poi qualcosa lo calmò.
Nell'aria aleggiava un tenue profumo di donna, dolce e fruttato, aggrovigliate intorno alle sue gambe vi erano coperte gialle e verdi; si sdraiò e si voltò verso sinistra, Audrey riposava volgendogli le spalle. Una canottiera scura e delle mutandine blu era tutto ciò che indossava, sorrise, soffriva il caldo persino in pieno dicembre. Si avvicinò e la strinse a sé, chiuse gli occhi e cercò di riaddormentarsi, senza grossi successi.
Sfiorò con delicatezza il suo fianco asciutto, le baciò la mandibola e aspirò l'odore naturale della sua pelle.
In quel momento, tutto sembrava lontano.
Il Ministero non era che un'idea pallida, la sua famiglia un concetto astratto e il tempo una parola senza significato.
C'erano solo lui e Audrey, quella piccola stanza di un minuscolo appartamento del centro, i loro corpi e i loro respiri.
Sorrise quando la sentì svegliarsi.
Lei si girò lentamente sulla schiena, chiudendo gli occhi e serrando le labbra.
Percy appoggiò la testa sul suo cuscino e rimasero a lungo in silenzio, abbracciati.
Audrey si spostò verso di lui, posando il capo sul suo petto.
Un gesto insolito e Percy si preoccupò.
Si conoscevano da così poco tempo e ora si trovavano l'uno aggrappato all'altro.
Se si fosse tenuto a distanza e non avesse ceduto ai sobbalzi del suo cuore, le avrebbe risparmiato di conoscere i suoi veri demoni. Ma l'intimità e il sesso, unisce e l'aveva inesorabilmente trascinata con sé.
Passò una mano sotto la canottiera e notò una benda posata sul lato destro della schiena. Audrey s'irrigidì, alzò gli occhi e sciolse il loro abbraccio.
-Ieri sera ho rischiato su due fronti, i Mangiamorte del Ministero sono riusciti a seguirmi per un po' e la polizia Babbana si è insospettita vedendomi in giro per il parco senza una apparente ragione.-
Percy aggrottò la fronte. -Cosa significa? Cosa è successo?- le domandò.
Audrey scrollò le spalle e gli raccontò di come l'avessero fermata poco lontano dal parco convinti che fosse una complice di uno spacciatore arrestato qualche minuto prima. A nulla era valso discutere, così la ragazza aveva incominciato a correre, si ferì mentre saltava da una staccionata e si smaterializzava. -Nulla di che.- concluse baciandogli una guancia.
Si guardarono a lungo. Audrey adorava l'azzurro intenso dei suoi occhi, Percy era affascinato dal piccolo naso e dalle labbra sottili ma capaci di grandi sorrisi.
-Non … Non farti male. Non potrei sopportarlo ... - disse sospirando.
-E tu non rompere mai la promessa. Anche se dovessi cacciarmi nei guai più neri, tu vai avanti e non farti coinvolgere.- disse lei con voce severa.
Percy sbuffò e allargò le braccia e le gambe su entrambi i lati del letto.
Non gli piacevano quei discorsi. Non gli piaceva dover pensare alle conseguenze di ciò che stavano facendo.
-Te l'ho promesso.- le sussurrò.
Audrey si alzò a sedere e cominciò a sciogliere la treccia con cui aveva raccolto i capelli, lasciò libera la chioma e si appoggiò alla testiera del letto con gli occhi chiusi.
-Vorrei che questo momento non fosse solo una piccola illusione.- mormorò Audrey.
Percy alzò il viso per guardarla e le strinse una mano. -Ma è un'illusione.-
Lei gli sorrise amara. -E' strano come non riusciamo nemmeno a goderci appieno questa pace. Pensi che una volta finita la lista, riusciremo a respirare? A starcene tranquilli almeno per un giorno?-
Si guardarono e scoppiarono a ridere.
Audrey scivolò sorniona fra le sue braccia e lo baciò, era bello baciare Percy, sentire su di sé il suo odore, le sue mani gentili, le sue labbra calde che quel mattino erano screpolate.
Non era un dominatore ma un gentile cavaliere, appassionato sostenitore della lentezza, e Audrey non riusciva a resistergli. Insicuro, pignolo, responsabile e cocciuto, a prima vista lo aveva definito così. Conoscerlo l'aveva portata a cogliere nuove sfumature e a elencare nuovi aggettivi quali dolce, sensibile, timido, solenne, tradizionalista e orgoglioso.
Fu la sveglia verde di Audrey ad interromperli.
In silenzio si separarono, in silenzio si prepararono per la giornata e in silenzio si salutarono prima di smaterializzarsi.
Un cenno con la testa, le labbra che reprimevano un sorriso, le mani infilate in tasca per combattere l'impulso di cercare il conforto dell'altro.
Scacciando via dalla mente l'illusione di un momento.


   
 
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