Questa è semplicemente una piccola introduzione, se così la vogliamo chiamare, della prossima storia che scriverò. Non esitate a recensire! Buona lettura (:

Tre colpi di proiettile, di cui uno quasi le sfiorò la spalla destra. Il silenzio cadde sull'intera stazione, era come se il tempo si fosse fermato, come se lei fosse l'unica rimasta cosciente. E così era, lei era l'unica persona ancora in piena facoltà di compiere un'azione sensata. Le persone intorno a lei camminavano lentamente, barcollando, come zombi senza meta. C'era gente a terra, neonati ancora apparentemente consci che piangevano nelle braccia delle madri in piena crisi esistenziale. Era come un'epidemia che si stava espandendo in modo veloce e repentino in qualsiasi essere vivente, tranne che nei neonati e in Beatris.

Una brezza d'aria fredda le sfiorava il viso scompigliandole i capelli, tutto intorno a lei divenne scuro, opaco e freddo. La natura sembrava incupirsi, morire, difronte ai suoi stessi occhi. Alzò lo sguardo trovandosi dinanzi una figura nera incappucciata che le puntava una pistola contro. Il suo sguardo incontrò quello del uomo facendogli ghiacciare il sangue nelle vene. L'uomo sembrò indeciso o forse intimorito da Beatris, dal suo sguardo, ed iniziò a tremare per poi indietreggiò inciampando sui suoi stessi passi.

“N-non farmi del male..” balbettò “ti prego..!”

Beatris avanzò verso di lui, si abbassò e gli strinse una mano intorno al collo avvicinandosi al suo viso quanto più possibile fino a guardarlo negli occhi.

Iniziò a vedere frammenti della vita del uomo, dalle sue esperienze più felici a tutti i crimini che aveva commesso. Si soffermò su una scena: l'apparente nascita di un bambino. Vide l'uomo tenere in braccio il bambino, suo figlio. Poi vide una donna stesa nel letto d'ospedale, il monitor segnava un'assenza di battito cardiaco. Le urla del bambino erano assordanti, quasi come sirene dell'ambulanza.

Vide un bambino di sei anni, biondo con due occhi azzurri accesi e lo zainetto in spalla insieme al padre. Era il suo primo giorno di scuola. Corse verso l'entrata lasciandosi l'uomo commosso alle spalle.

La scena sparì lasciando spazio ad una stanza nera, con un fumo pesante che non lasciava posto all'ossigeno. L'uomo questa volta era legato ad una sedia, col naso sanguinante, affiancato alla sua destra da un uomo tutto muscoli e difronte quello che Beatris riconobbe essere il suo nemico numero uno: colui che la voleva morta, colui che voleva il suo potere, la sua corona.

Sparì tutto e Beatris tornò alla realtà. Strinse ancor più forte la mano intorno al collo del uomo, poi si ricordò del bambino, del blu brillante dei suoi occhi e di come guardava il padre il primo giorno di scuola e lasciò la presa. L'uomo annaspava in cerca di ossigeno nei polmoni mentre fissava la ragazza cercando di allontanarsi quanto più poteva.

“Torna da tuo figlio e non farti più vedere nei paraggi” a queste parole si alzò e se la diede a gambe per timore che lei potesse cambiare idea.