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Autore: marti_penn    19/06/2014    3 recensioni
Questa fic è il risultato di uno dei litigi peggiori che abbia mai fatto con mia madre ed é cio che é successo dopo. Spero sia fatta bene perche ero un po' sopra pensiero mentre scrivevo. Ditemi voi. Buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Te ne stai li. Seduta sul bordo del tavolo. Con la musica piu triste e arrabbiata del tuo telefono, i pugni serrati per la rabbia e gli occhi che bruciano per le lacrime che ti sforzi di non versare. Poco fa hai anche provato a scorticarti il braccio con le unghie e oggetti appuntiti. Non vuoi tagliarti o fare cose cosi brusche, figuriamoci, sei troppo codarda per farlo, vuoi solo spostare il dolore dall'interno all'esterno, ma sai bene che funziona solo per i primi secondi.
E dire che ti senti cosi proprio per colpa dei tuoi genitori. Anzi, per essere piu giusti la colpa é di tutti, anche tua. Tua perché non sei quella che gli altri vorrebbero che tu fossi, perche non sei quella che tu vorresti essere e altre ragioni.
Ma cio che ha fatto traboccare il vaso è stato quello che ti hanno detto i tuoi genitori, tua madre per l'esattezza.
Stavate discutendo come sempre, ma sta volta, a differenza delle altre volte, si parlava apertamemte e senza rimorsi. Di solito, infatti, tu sei zitta e "ascolti" quello che tua madre dice pensando a quanto vorresti andartene senza dire niente o urlarle contro le tue ragioni che comunque per lei sono sempre sbagliate, nonostante fin da quando eri piccola ti diceva di esporle per "ragionarci" come diceva.
Beh, sta volta le hai finalmente risposto, ma come ben sapevi lei non ne ha volute sapere e, anzi, piu andavate avanti piu lei diceva quanto la tua vita non avesse senso e quanto fossi inutile. Non ti interessava, al momento, cio che diceva. Eri incazzata e non ascoltavi, ma il tuo cervello, anche lui contro di te, immagazzinava tutto cosi che poi ti arrivasse addosso come un treno in corsa.
Tu le urlavi che non ce la facevi piu, che la tua vita ti faceva schifo gia di suo, ma lei non ascoltava, troppo presa nel dirti che si aspettava di piu da te quest'anno a scuola nonostante per te sia stato difficile rifare l'anno, di quanto tu sia stata stupida a lasciare che l'anno scorso ti bocciassero nonostante ti faccia ancora male aver fatto quell'errore, di come tu ti arrenda sempre negli sport e nelle cose che non ti vengono o come in realta dice lei "che ti hanno scocciato" mentre pero non sa, o meglio non vuole sapere, che li hai mollati perche non ti piaceva essere sempre l'emarginata quando giocavi a pallavolo perche eri scordinata e non ti volevano in squadra, o che molli uno strumento non perche ti annoia (visto il tuo amore per la musica per altro) ma perche vuoi conoscere piu cose.
Ti diceva che le cose se le volevi te le dovevi comprare da sola, ma quanto hai chiesto di comprarti un motorino da sola lei ti ha detto di no perche i soldi servivano a lei. Potrebbero sembrare capricci, e vero, ma non lo sono completamente se li fai per non dipendere da nessuno.
Ma la cosa che piu ti da fastidio e sentirti dire "fatti un esame di coscenza che ogni tanto fa bene" o "sei tu che devi capire le persone non il contrario". Vogliamo parlarne? Partiamo dalla prima.
Forse lei non sa che tu ti fai almeno un esame di coscienza al giorno pensando a quanto ti faccia schifo la tua vita? A quanto vorresti avere la vita di qualcun'altro? A quante lacrime versi ogni singola sera sul cuscino perche, ormai lo puoi dire apertamente, sei depressa?
Cio che pero ti fa venir voglia di tagliarti un braccio con un coltello e la seconda.
È proprio sicura che sia tu a dover capire gli altri? Tu ti sforzi sempre ti capire gli altri perche non vuoi che si sentano come ti senti te sempre, ma loro si sforzano di fare lo stesso? Perche la gente, si sa, é stronza e se ne fotte degli altri.
Quindi te ne stai li in cucina, ancora sul tavolo, nella stessa posizione di prima, ma ora le lacrime scorrono sulla tua faccia e hai davanti quel coltello, tirato fuori poco prima da te stessa, cosi invitante che sembra ti chiami.
Ti avvicini, ma appena lo prendi in mano ti manca il coraggio e lo rimetti a posto.
Chissa se prima o poi farai quella cavolata (o scelta disperata) e ci darai finalmente un taglio. Per ora non lo sai e l'unico rifugio che hai dalla depressione è la musica, ma presto il telefono si scarichera è ti lasciera sola, perche sai di non aver nessuno ormai. Ne amici ne famiglia. Molti ti hanno abbandonato e molti neanche sanno cosa tu stia passando perche non vuoi che si preoccupino.
Ora non preoccuparti e goderti quest'estate, poi puoi fare quante minchiate vorrai.
Un saluto, te stessa (l'unica a cui, forse, interessi ancora un briciolo la tua salute)
  
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