Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: 365feelings    19/06/2014    5 recensioni
Raccolta di missing moments, AU e future!fic sulla famiglia Stark e qualche altro intruso (sicuramente troverete Robb/Talisa, Jon/Ygritte, Arya/Gendry, Rickon/Shireen; work in progress Bran/Jojen, Oberyn/Ellaria).
15. From the South (older!Rickon/Shireen)
«Beh, non vieni così dal sud» commenta alla fine, chiudendo di scatto il tomo e andandosene imbronciato sotto lo sguardo divertito della ragazza.
Forse Osha avrebbe dovuto dirgli anche che certe cose, certe persone, arrivano proprio da dove meno te lo aspetti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Rickon Stark, Robb Stark, Shireen Baratheon
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Autrice: kuma_cla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggi: Rickon Stark, Shireen Baratheon 
Rating: verde
Genere: introspettivo, malinconico
Avvertimenti: one shot, future!fic
Prompt: non lo posso svelare, ma in qualche modo ha a che fare con il prompt precedente festeggiate anche voi il compleanno dello Pseudopolis Yard)
Note: urgono spiegazioni lo so. Questo capitolo è legato agli altri su Rickon e Arya e sul loro possibile ricongiungimento. Dopo che Davos recupera lo Stark e lo porta in uno degli accampamenti (perché Stannis è ancora al nord, intento a debellare la piaga dei Bolton insieme ai Greyjoy e a presidiare la Barriera perché è l'unico con un po' di sale in testa: sveglia, ci sono gli Estranei!), questi crea un po' di problemi perché è un selvaggio e non va d'accordo con la sorella, così viene spostato nuovamente. Davos intuisce che al ragazzo manca una figura di riferimento, qualcuno da rispettare e temere, e lo porta da Stannis, che lo riceve, gli intima di darsi una regolata e poi lo molla in un castello perché non è la balia di nessuno. Il compito di rieducare Rickon viene assunto invece con entusiasmo da Shireen e sebbene a Davos non piaccia la soluzione è costretto a lasciarli insieme perché il dovere lo chiama. È un headcanon un po' lungo e in fase di perfezionamento, ma la sostanza è questa.
Se ve lo state chiedendo, sì; Dunbroch è il castello di Merida.






Anche se ora abita in un castello ed è costretto ad adeguare il suo stile di vita a quello del nuovo ambiente, sebbene ci tenga a precisare che è una situazione provvisoria, non ha dimenticato nemmeno per un istante nessuna delle abitudini che si è portato da Skagos e a molte di queste non ha rinunciato.
Appena può il suo sguardo corre al nord, alle colline che si frappongono tra il castello e la Barriera, al cielo da cui soffiano venti sempre più freddi.
Shireen lo trova seduto sul bordo di una finestra, una gamba a penzoloni nel vuoto, intento ad osservare proprio il pendio di una di quelle colline; ne scruta il profilo con un'intensità tale che pare stia cercando qualcuno o forse qualcosa, non saprebbe dirlo con certezza.
«Guardi sempre verso nord» gli dice, grattando le orecchie a Cagnaccio che le è corso incontro. Il ragazzo indugia ancora un po' sulla linea dell'orizzonte, poi porta l'attenzione su di lei. Non sembra seccato dell'interruzione, forse, pensa Shireen, riusciranno addirittura a parlare. Le interessano molto le storie che le può raccontare; sebbene abbia vissuto per dodici anni su un isola, ha visto molto più lei, che della Barriera è riuscita a catturare solo il bagliore del ghiaccio. Se ci tornasse adesso, forse le lascerebbero raggiungere la cima e guardare i Sette Regni dall'alto di quella imponente muraglia di ghiaccio. Chissà se si vede Dragonstone; ma no, certo che no, che sciocca, lo sa bene lei che è impossibile. Ma quando era più piccola le piaceva pensare che dalla Barriera avrebbe potuto vedere Westeros e forse anche Essos, da lì avrebbe avuto il mondo intero in uno sguardo.
«Non bisogna mai perdere di vista il nord» le risponde, usando le parole che un tempo erano state di Osha. «Non bisogna mai perdere di vista il nord, tienilo bene in mente. E del sud dimenticatene pure, non c'è niente lì per te».
«Soprattutto ora che l'inverno è arrivato» aggiunge e il suo non è solamente un motto; l'inverno è davvero arrivato arrivato su tutti loro e ogni giorno che passa avanza impietoso stringendo i Sette Regni in una morsa gelida. Le nevicate non sono ancora abbondanti, ma non mancherà molto a che l'intero suolo sarà una distesa bianca senza fine, in cui i soldati non potranno più combattere e i rifornimenti si perderanno nelle bufere.
«E non guardi mai al sud?»
«Perché dovrei? Gli Estranei arrivano dal nord».
«È poco saggio ignorare il sud» riflette Shireen.
«Non c'è niente al sud» replica lui seccamente.
«Non è vero. Ci sono molte cose, molti nemici. I Martell di Dorne sono dei temibili avversarsi, non dovresti sottovalutarli. Inoltre se Daenerys Targaryen dovesse davvero giungere a Westeros lo farebbe conquistando un porto del sud».
«Sono nemici di tuo padre, non miei. Vogliono il Trono, no?»
«E tu, non lo vuoi?»
«Non mi interessa, non so che farmene di un Trono di Spade».
Shireen si lascia sfuggire una risata lieve che le fa guadagnare un'occhiataccia, ma a differenza di molti altri, non sembra per nulla impaurita da Rickon Stark.
«Non ve ne farete nulla, del vostro Trono, se gli Estranei superano la Barriera. Diglielo, questo, ai Martell di Dorne, che l'inverno è arrivato e che devono guardare al nord» continua lui, con un tono più aspro di quanto in realtà volesse, per evitare che gli venga posta la successiva domanda. "Se non vuoi il Trono di Spade, allora cosa vuoi?" A Rickon piacerebbe rispondere Winterfell, ma la verità è che se la tua casa viene bruciata quando hai solo quattro anni e i successivi dodici li trascorri su un'isola con una bruta, tutto ciò che è venuto prima si perde inesorabilmente.
Quando era a Skagos, all'inizio, c'erano notti in cui sognava i suoi genitori e si svegliava piangendo; non c'era alcuna porta da cui sarebbe passata sua madre per consolarlo, nessun letto su cui si sarebbe seduta per accarezzargli testa. C'era solo Cagnaccio da abbracciare, la pelliccia incrostata di fango in cui soffocare i lamenti. All'inizio pensava a Bran e a tutti gli altri fratelli e sorelle che aveva, si chiedeva dove fossero. All'inizio c'erano giorni in cui era solo un bambino e allora Osha lo prendeva sulle ginocchia e gli raccontava storie su ciò che c'è più a nord della Barriera.
Poi ogni ricordo di ciò che era stato è diventato sfocato, ha iniziato a perdere il conto dei suoi fratelli e a non ricordare più il volto di suo padre; infine ha dimenticato. Ogni tanto qualcosa, frammenti di sogno, gli tornano alla mente, ma sono lampi fugaci di una vita che non gli appartiene più.
E ora Rickon è un ragazzo solo ed arrabbiato che non sa chi è né cosa vuole; un bambino sperduto, ha pensato Shireen un giorno.
«Anch'io vengo dal sud» risponde, evitando di porgli quella domanda a cui non sa rispondere.
Che non fosse una fanciulla del nord, Rickon lo aveva capito subito. Ma lo stesso rispetto che suo mal grado si è trovato a nutrire verso Stannis, si è riversato sulla figlia. E collegarli entrambi al quel sud assassino che gli ha tolto tutto, che ora è così cieco da pensare alla corona piuttosto che alla sopravvivenza, lo lascia per qualche istante con un'espressione attonita.
«Sono una Baratheon. Le nostre terre e i nostri castelli sono a sud» risponde «Credevo lo sapessi».
L'espressione di Rickon ora si fa dura e arrogante, un'espressione che Shireen ha imparato a riconoscere. Non si vergogna della sua ignoranza e non si cura del proprio analfabetismo, ne è quasi orgoglioso, ma non gli piace quando vengono date per scontate alcune informazioni — gli ricordano il motivo per cui lui non le conosce e quello, sebbene non lo ammetta, gli fa ancora male.
Sta per replicare in malo modo quando lei lo precede.
«Vieni, ti faccio vedere» gli dice e senza aspettare una risposta si avvia verso la libreria che lei stessa ha allestito. Il primo a seguirla è Cagnaccio: il meta-lupo sembra gradire la sua presenza, a volte addirittura la cerca. Rickon sospetta che il suo compagno si stia rammollendo, qualche carezza e il feroce animale è ammansito, ma in fondo, molto in fondo, sa che non è così; è Shireen, che li ha conquistati entrambi e lo ha fatto con qualcosa che non si vede, che ha dentro, che rende il soggiorno in quel castello quasi sopportabile.
«Allora?» chiede spazientito. Non sopporta riflettere sulla principessa, cosa che ultimamente gli capita di fare sempre più spesso, né trovarsi circondato da libri polverosi e pergamene.
Da una mensola la ragazza prende un grande tomo rilegato in cuoio e lo apre su una mappa dei Setti Regni.
«Noi siamo qui» e indica Dunbroch «La mia famiglia, invece, proviene da Storm's End, che è da secoli la dimora dei Baratheon. Prima della guerra era tenuto da mio zio, Renly, mentre mio padre governava su Dragonstone» e sposta l'indice verso l'alto «Ma veniamo tutti da Storm's End. Questo fa di me una ragazza del sud».
Rickon osserva la cartina senza comprendere le scritte, soffermandosi sui disegni stilizzati dei castelli.
Osha gli aveva detto che al sud per lui non c'era nulla, che avrebbe dovuto guardare verso nord perché da lì sarebbe arrivato il vero nemico e sempre da lì, forse, sarebbe sarebbe tornato suo fratello.
Con l'unghia gratta distrattamente la superficie ruvida della carta, all'altezza del punto in cui gli è stato indicato Dragonstone.
Non gli aveva mai detto, però, che dal sud sarebbe potuto giungere un esercito per proteggere il nord, né che uno straniero avrebbe potuto riportarlo dalla sua famiglia o che avrebbe mai potuto conoscere una fanciulla come la principessa. E ora non sa cosa fare o cosa dire, nemmeno cosa pensare.
Ha sempre tenuto lo sguardo puntato verso la Barriera e tuttora continua a farlo, ma Shireen (che non ha paura di lui, che gli chiede di Skagos e gli legge libri impolverati, che piace a Cagnaccio, che gli fa dimenticare di essere arrabbiato) proviene da terre che non gli sono mai interessate, che ha imparato a disprezzare.
«Beh, non vieni così dal sud» commenta alla fine, chiudendo di scatto il tomo e andandosene imbronciato sotto lo sguardo divertito della ragazza.
Forse Osha avrebbe dovuto dirgli anche che certe cose, certe persone, arrivano proprio da dove meno te lo aspetti.
   
 
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