Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Amy_Streghetta    19/06/2014    3 recensioni
Chi è Lily Evans?
Lily Evans sono io.
Prefetta, caposcuola, alunna modello e bla bla bla, molte altre cose positive e – modestamente – una gran bella persona. Ma sono anche la tormentata Lily Evans, tormentata da un ossessione con un nome, un cognome e una svariata serie di soprannomi più o meno denigratori – affibbiatigli dalla sottoscritta, ovviamente.
[...] - Evans!
Oh, Merlino, no, no!
Fa’ che non mi abbia visto, che stia chiamando qualcun altro … fatti piccola piccola, Lily, così magari non ti noterà e se ne andrà ….
Qualcuno si avvicina in tutta fretta e mi sfila, con gran galanteria e classe, il libro dietro al quale nascondevo il volto paonazzo.
Alzo lo sguardo che sprizza scintille e lo fisso in quello del ragazzo che mi guarda sorridendo, decisa e sicura, pronta per recitare il mio copione da ragazza-mezza-isterica-in-piena-crisi-di-nervi.
Pronta a recitarlo alla perfezione.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come baciare una bistecca di carne congelata




Chi è Lily Evans?
Lily Evans sono io.
Prefetta, caposcuola, alunna modello e bla bla bla, molte altre cose positive e – modestamente – una gran bella persona. Ma sono anche la tormentata Lily Evans, tormentata da un ossessione con un nome, un cognome e una svariata serie di soprannomi più o meno denigratori – affibbiatigli dalla sottoscritta, ovviamente.
Parlo di James Potter, si. Parlo di lui ma, andiamo, è (mi duole ammetterlo) al centro della mia storia, potreste evitare sospiri sognanti tutte le volte che faccio il suo nome?
No?
Beh, grazie per la sincerità.
Comunque, dicevo, Potter è la mia ossessione, e la cosa più assurda è la sua capacità di cogliermi sempre nei momenti peggiori: è lì quando metto le magliette a rovescio, quando inciampo per i corridoi, quando rispondo male a qualche cretino infilato con la testa nel wc del bagno dei prefetti (tratto da una – triste – storia vera), quando finisco con la faccia nella torta alla melassa; è lì … per ridere a crepapelle come il gran cretino che è e questa, signore mie, è l’inconfutabile prova che non si tratta certo del mio principe azzurro – anche perché di azzurro non ha niente, nemmeno il colore dei calzini.
Come dicevo, è un’ossessione, il che significa che ho sempre il terrore sordo, cieco, muto e pure senza papille gustative che stia lì, dietro ad ogni angolo, pronto per saltare fuori all’improvviso e chiedermi di uscire, facendomi andare di traverso una caramella tutti-gusti-più-uno, il succo di zucca o un calamaio di inchiostro, pronto a registrare una mia eventuale incrinatura particolare della voce che ancora non conosce e che potrebbe interpretare come un segno del mio imminente cedimento; il terrore che stia lì, ad ogni soglia di porta, anta del guardaroba o del mobiletto degli spazzolini, pronto a cercare di aprire lo sportello/porta/portone in un gesto galante e che invece mi prenda in piena faccia, tentando di strapparmi, una volta stonata, un per una gita ad Hogsmeade; il terrore che spunti fuori dalla mia torta di compleanno urlando qualcosa di ridicolo tipo “Un buon compleanno Evans, un buon compleanno a te! Stasera vieni a festeggiare ed esci con me!” e che io finisca coll’essere sommersa da chili di panna e pan di spagna al cioccolato – che scena raccapricciante.
Perciò, come potrete capire, per questi e molti altri motivi, io non sopporto quella testa-di-rapa-che-non-è-altro e, paradossalmente, la rivedo in ogni ritratto appeso per i corridoi, in ogni ragazzo che mi passa accanto e che mi osserva con aria più o meno distratta, in ogni copertina di libro e in ogni mosca ronzante quando mi disturba da quelle che sono le attività che io amo di più: la lettura, la scrittura e la pace mentale.
Come quella che mi sto godendo adesso: silenzio, signore mie, silenzio più totale e completo.
Siamo al 4 Settembre e sono nella sala comune che è completamente deserta, libera dalle orde di primini urlanti che l’hanno invasa in questi tre giorni, libera dai ragazzi festaioli dell’ultimo anno e da … da tutti gli altri, perché fuori c’è il sole e tutti vogliono approfittarne. Avrei potuto unirmi anch'io alla massa uniforme di studenti allegri e baldanzosi ma - onestamente - ho preferito restare qui a godere della quiete che, comunque, sono certa non durerà più di qualche silenziosa, rilassante ora.
Adesso, finito di sparlare su Potter, attività che mi ha richiesto più tempo del previsto, posso concentrarmi a raccontarvi altro di me: la mia storia, i miei interessi, le mie opinioni sulla pace nel mondo …
«Evans!»
Oh, Merlino, no, no! Fa’ che non mi abbia visto, che stia chiamando qualcun altro … fatti piccola piccola, Lily, così magari non ti noterà e se ne andrà ….
Qualcuno si avvicina in tutta fretta e mi sfila, con gran galanteria e classe, il libro dietro al quale tentavo di nascondere invano il volto paonazzo.
Alzo lo sguardo che sprizza scintille e lo fisso in quello del ragazzo che mi guarda sorridendo, decisa e sicura, pronta per recitare il mio copione da ragazza-mezza-isterica-in-piena-crisi-di-nervi.
Pronta a recitarlo alla perfezione.
Lui sorride spavaldo, ha chiaramente capito le mie intenzioni e sembra esserne (possibile?) contento. Sembra essere convinto che si tratti di un gioco.
Che capra.
«Potter.»
«Si?»
«MA TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI INTERROMPERE LE POVERE RAGAZZE – E CON POVERE RAGAZZE INTENDO ME - CHE CERCANO INVANO DI STUDIARE QUALCOSA PERCHE’ NON HANNO LO STESSO SPIRITO CAPRINO CHE HAI TU??»
«Oh, andiamo, Lily! Vuoi farmi credere che con questo bel sole ti va di startene chiusa qui dentro, tutta sola, a prendere la muffa insieme ai libri?» indica il libro che stringe in mano in maniera davvero poco rispettosa.
Faccio per riprenderlo, sottraendolo alle grinfie di quell’analfabeta che, al massimo, con un libro ci potrebbe giocare a calcio – se sapesse cos’è – ma lui lo allontana prontamente, per poi scagliarlo in un angolo.
Mi sfugge un gemito.
«Suuu, vieeeni fuuuori a mangiiaare gliii steeeli d’eeerba coon mee, Lily» dice, imitando una capra.
«Sai che ti riesce bene? E comunque … Non provarci, Potter, NON CHIAMARMI LILY!»
Sbuffa platealmente.
Si sta divertendo un mondo, a giudicare da come sorride.
«Evans, vuoi farmi davvero credere che stessi studiando? Ti sembro così stupido?»
Mi guarda.
Alza una mano.
«Non rispondere. Dicevo, l’anno è appena iniziato! Queste sono le ultime giornate di sole, goditele! Vivi, Lily, VIVI!» dice, cominciando a scuotermi per le spalle.
Mi divincolo subito e mi sistemo le maniche della divisa per darmi un contegno.
«Io vivo alla grande, per tua informazione. Anzi, vivrei ancora meglio se tu evaporassi. FUORI DA QUELLA PORTA!» urlo, sdegnata, indicando l’uscita.
«E poi dove sarebbe il divertimento?»
Stupido Potter-testa-di-capra.
Sbuffo.
«Andiamo, falla finita. Dimmi quello che vuoi dirmi, su, così posso mandarti in fretta a quel paese e tornare al mio libro.»
Sorrido incoraggiante, guardando in direzione dell’angolo dove il mio libro giace nell’ombra, mentre cerco di trovare almeno tre buoni motivi per non scaraventare James di peso giù dalla finestra.
Lui con tutta calma si siede accanto a me e mi prende le mani.
Le ritraggo di scatto, spaventata, come se scottassero. E forse scottano davvero, non lo so, non riesco a capirlo. È bastato un semplice tocco, e il mio sistema nervoso è andato in tilt.
«Vedi, Lily, io vorrei lasciarti perdere, vorrei davvero. Quest’estate ci ho provato con ben quattordici ragazze diverse.»
Lo guardo di sbieco. Non capisco dove voglia arrivare.
«Stai perdendo colpi» butto giù, sarcastica. E poi, non contenta (forse non sono stata abbastanza pungente?) aggiungo «E magari ora vorresti pure un applauso.»
«Beh, se proprio devi …»
Gli tiro uno schiaffo sul braccio.
«AHIA!»
«Vai avanti, pappamolla.» gli dico, con aria annoiata.
«Il punto è» sembra aver perso parte della sua sicurezza iniziale. Deglutisce un paio di volte. «Il punto è che non posso farci niente, riesco ad avere tutte le ragazze che voglio, tranne quella che voglio davvero.»
Alzo gli occhi al cielo.
«Sempre il solito esagerato … Tutte le ragazze? Ma come fate ad entrarci in due nelle stanze, tu e il tuo ego spropositato?»
Potter sorride, ma ignora il mio commento e continua imperterrito il suo discorso. Ora dirà qualcosa di stupido …
«Io mi arrenderei pure.»
Un momento. Ho sentito bene?
Per un secondo il mio viso si illumina.
«Ma?» dico, mentre una leggera speranza comincia a farsi strada da qualche parte dentro di me.
«Ma …» sorride con aria furba e torna a guardarmi negli occhi «tu mi dimostri continuamente che io una speranza ce l’ho!»
Eeee … ecco la cosa stupida.
Rimango di sasso.
«Come scusa?»
Forse non ho capito bene. Ho passato questi sette anni ad evitarlo e prenderlo a sberle, ho praticamente avuto un comportamento impeccabile, assolutamente a scanso di equivoci!
«Potter, tu soffri di allucinazioni» balbetto, confusa.
Questa proprio non me l’aspettavo. In favore di James (che resti tra noi, per carità) posso dire che trova sempre nuovi modi per … sorprendermi. Quando penso che abbia toccato il fondo, trova sempre il modo di scavare un po’ più in basso.
«Si, certo, come no! Ma se prima ti ho toccato le mani, e ti sei fatta paonazza!»
Bingo.
«E poi, credi che io non lo noti che diventi rossa se mi avvicino, che eviti il contatto visivo se ti parlo, che ti senti in imbarazzo se restiamo da soli per più di tre secondi in una stanza e che eviti di avere una conversazione sensata con me per paura di scoprire che ti piaccio molto più di quanto tu stessa riesci ad ammettere?»
Mentre dice questo, si avvicina sempre di più e conclude il discorso che siamo ad un palmo di naso.
Freno due impulsi contrastanti: quello di saltargli addosso e quello di allontanarmi di scatto.
Non devo dare segni di debolezza, non ora.
Resto ferma, con l’espressione più neutra che sono in grado di riprodurre sul mio volto.
«Come posso dimostrarti che sei solo una rapa andata a male e che ti sbagli?»
«Non puoi» dice con aria sicura «perché non mi sbaglio.»
La rabbia comincia a montare.
Qualunque sentimento è cancellato, c’è solo la sfida che mi sta lanciando Potter e la mia determinazione a lasciarlo di sasso, solo e triste e sconfitto miseramente.
Senza pensarci (consapevole del fatto che se ci avessi riflettuto anche solo per un nanosecondo, non avrei fatto più niente) mi avvicino di scatto, annullando la distanza che c’è tra noi, e poggio le mie labbra sulle sue, (con molta più foga del necessario, in realtà).
Non so dove voglio andare a parare con questo gesto, fatto sta che il bacio ben presto diventa molto più che un miserabile bacetto a stampo. Non c’è tempo per pensare o per elaborare piani, non c’è tempo e basta, non c’è più la sala, il divano su cui sono seduta, il fuoco scoppiettante nel camino acceso, il libro finito per terra. Ci sono solo io, che mi sento come se avessi infilato la testa in una centrifuga, e le braccia di Jam … Potter, che non è più Potter o James e non so più chi è, che mi stringono forte. Comincio a tremare, forse mi sta salendo la febbre.
Poi, improvvisamente, la centrifuga si ferma e io mi rendo conto, con orrore, di quello che sta succedendo; finalmente riesco a metter in moto quel tanto di cervello che mi serve per allontanarmi di scatto.
Lui mi guarda sbalordito, ma io devo prendere la situazione in mano prima che tutto degeneri.
«Visto?» dico ricomponendomi. «Non ho provato niente, niente. Come baciare una bistecca di carne congelata. NIENTE.»
Lui mi guarda, ma sono così stonata che non capisco cosa gli passi per la testa.
Tremante, pregando che le gambe mi reggano e che non mi tradiscano proprio ora, mi alzo dal divano, raccolgo il libro e con calma mi allontano verso il dormitorio mentre lui, senza proferir parola, mi segue con lo sguardo, sul volto un’espressione indecifrabile.
Quando sono certa che non mi possa più vedere, salgo di corsa le ultime scale e mi fiondo nel dormitorio, gettandomi sul letto come un sacco di patate.
Non so per quanto tempo resterò qui, tremante, incapace di reggermi in piedi.
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Amy_Streghetta