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Autore: Umpa_lumpa    17/08/2008    3 recensioni
Una sera, un debito ed il pagamento.
[Yuki x ?]
Genere: Malinconico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Yuki Soma
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Debt

 

Il letto cigolava rumorosamente, evidentemente infastidito dalle continue spinte che, ritmiche, si susseguivano in un incalzante crescendo.

 Ammetto che, sulle prime, il fatto che fosse qualcuno più piccolo di me a condurre quel passionale gioco di respiri, effettivamente troppo emotivo per essere guidato da qualcuno  così pacato come lui, mi stranì alquanto. Eppure, una volta soggiogato da quelle lente e prepotenti carezze, discordanti fra loro, tutto divenne troppo stimolante per potersi fermare.

Lo Yuki pacato e controllato di sempre lasciò improvvisamente spazio a gemiti incontrollati, mentre le mie mani affondarono, dapprima, nei suoi capelli bianchi, per poi scendere lentamente verso quei sottili fili neri che, corti, si diramavano dalla sua nuca. Era come se in un attimo un’entità a me sconosciuta si fosse impossessata prepotentemente del mio corpo, guidandolo in uno stimolante viaggio attraverso la lussuria. Avevo perso il controllo mentre, lentamente, rifugiavo il mio capo nell’incavo fra il suo collo e le  spalle, affondando, deciso e disperato, le mie unghie nella sua delicata e pallida schiena.

-Haru!- esclamai carico di dolore all’ennesima spinta. Il viso si infiammò, colorando la pelle lattea di un bizzarro quanto atipico – per me- rossore.

-Y-Yuki-

 

 

-        Oh, konnichiwa Haru-kun. Non ti aspettavo

-        Konnichiwa Yuki-kun. Scusa se sono piombato qui all’improvviso, ma Kisa aveva dimenticato la cassetta di quel cartone e la rivoleva indietro; sono passato a prenderla. Ma….Shigure e gli altri?

-        Bah, quell’idiota di un gatto era stato invitato alla dimora dei Sohma da Kagura.  Naturalmente, ha fatto le solite storie così Shigure l’ha costretto e Tohru – un lieve rossore mi imporporò le guance nel pronunciare quel nome - è voluta andare con loro.

-        Capisco.

Fra noi calò, d’improvviso il silenzio. Nonostante Haru non fosse una persona particolarmente loquace, o perlomeno non quando si trovava nella sua fase “white”, parte di quell’atmosfera era certamente colpa mia: la presenza della mucca mi aveva sempre profondamente imbarazzato. Forse, questa mia reazione era dovuta al mio modo di rapportarmi con lui. Insomma, da quando, alcuni anni prima, avevo detto quelle parole per me normali e veritiere, in Haru si era scatenata una strana forma di riconoscenza ed affetto nei miei confronti, verso la quale io mi sentivo profondamente in debito. La sua totale abnegazione nei miei riguardi, che si manifestava ogni qual volta qualsiasi minima cosa minacciava di recarmi danno, mi spingeva a sentirmi in dovere di ricambiare tale sentimento, pur non volendolo realmente.

Lo vidi accomodarsi di fronte a me, intento a fissare le lunghe ed affusolate dita delle sue mano, spiegate sul tavolo che si interponeva fra di noi. Il suo sguardo leggermente assorto non accennava minimamente a voler cambiare obiettivo e, lo ammetto, il fatto mi infondeva uno strano senso di sicurezza.

Questo finché i miei dannati bronchi non si misero in mezzo. Avevo sempre odiato quella fastidiosa tossetta che, d’inverno, si divertiva a manifestarsi nei momenti meno opportuni come quando ero in compagnia di Tohru. E quella volta non fece eccezione. La natura apprensiva di Hatsuharu lo spinse a piombarsi di fianco a me, mentre, pacatamente, nonostante la sua evidente preoccupazione, mi chiese se stessi avendo un’altra crisi. Probabilmente si domandava se fosse il caso di chiamare Hatori per un controllo.

Non pronunciai parola, ma mi limitai a tossire mentre sentivo i suoi occhioni agitati e dolci seguire ogni sbalzo del mio petto, interessati di più a quel movimento brusco che alla tosse stessa.

Improvvisamente, il caldo si fece decisamente insopportabile: avrei giurato di avere la febbre, se solo non fossi stato consapevole di stare bene fino a due minuti prima.

Il suo naso si avvicinò lento a sfiorare dolcemente la mia guancia nivea, mentre il suo respiro, ora stranamente più agitato, mi pizzicava dolcemente gli zigomi.

Anche l’opzione che quel tepore che mi pervadeva fosse stato causato dal kotatsu andò in frantumi.

 Sentii una mano poggiarsi delicatamente sulle costole, carezzandole attraverso la stoffa, mentre l’altra andò a sfiorare lì dove la mia colonna vertebrale aveva inizio. La sua durezza premeva insistentemente sulla mia coscia, e la cosa non mi piaceva affatto, ma, per quello strano stimolo di devozione insensata nei suoi confronti, non osai ritrarmi o azzardare ad un qualsiasi movimento.

La tosse, ormai, aveva smesso di torturarmi, sostituita da ben altro aguzzino

La mano destra era scesa con una lentezza straziante, accarezzando ogni bottone che incontrava per strada, per, infine, infiltrarsi subdolamente dentro la camicia e sfiorarmi la pelle con lente e delicate carezze. Il mio respiro si fece più pesante appena sentii il capezzolo pizzicarmi mentre lo solleticava con le dita; la sua lingua umida che giocava sulla mia guancia, tracciando misteriosi disegni su di essa con la maestria di un pittore. Le sue unghie corte e le punta delle sue dita, scesero lungo la schiena fino a raggiungere il basso ventre.

E mentre ormai, il mio respiro sembrava avere una volontà propria, ripresi il controllo di me quando lo avvertii fare pressione sull’elastico dei boxer, pronto ad “esplorare” qualcosa decisamente personale.

Vedendo che mi scansavo, Haru si fermò all’improvviso mentre il suo battito cardiaco aveva ripreso repentinamente il giusto ritmo, come se niente fosse successo. Non disse nulla, si limitò a fissarmi dolcemente, non accennando, però, a sorridere.

Ero in debito, non potevo sottrarmi pur volendo. Allentai titubante, la presa sul suo braccio, riaccostandomi impercettibilmente al suo corpo. Un leggero senso di solletico all’orecchio che imporporò le mie gote di lieve rossore:

-Andiamo di sopra- sussurrò, mostrando appena la fila dei suoi denti bianchi.

 

 

Le sue mani mi costrinsero a poggiare le mie sul materasso mentre lui, con una frenesia che non sembrava appartenergli, intrecciava le sue dita con le mie, in uno strano tentativo di unione.

 Sincroni in una spinta, in un’altra ancora, mentre i gemiti, i sospiri le urla di un cieco appagamento erano ormai udibili anche nelle profondità della terra e del cielo. Cercai disperato la sua bocca, confondendomi in un bacio passionale e coinvolgente; strane movenze di un’ipnotica danza. Un urlo strozzato, più roco dei precedenti, e lo vidi cadere stancamente accanto a me, respirando a fatica.

 Quasi istintivamente mi accucciai sul suo petto, tentando di regolarizzare il mio battito, il bruciore nella parte sinistra del petto che sembrava scoppiare ad ogni tentativo di prendere aria. Mi cinse delicatamente la vita con il braccio, mentre l’altro si piegava dietro la nuca. Lo sentii sospirare soddisfatto il mio nome, con la voce ancora arrochita dall’amplesso. Mi limitai a fissare di fronte a me con sguardo spento, mentre giocavo con il suo capezzolo.

-Ti amo

Non risposi. Lo vidi voltarsi velocemente verso di me, il solito sguardo controllato e spento.

Non ero più in debito, avevo pagato. Mi sentii quasi colpevole nei confronti di Tohru, ma fu solo lo smarrimento di un attimo. Io l’amavo, e, oltre che per liberarmi di un’oppressione egoista, non mi ero ribellato ad una simile situazione anche per lei. Sì, per lei.

-Ho capito- disse calmo ed a voce bassa. Mi sembrò di cogliere un velo di tristezza nella sua voce.

Lo vidi rivestirsi serenamente, afferrare la cassetta che aveva precedentemente poggiato sul comodino accanto al letto e lasciare la stanza salutandomi.

La porta si chiuse con un tonfo sordo. E io mi sentii improvvisamente più leggero.

 

 

 

Beh…..salve! So cosa state pensando: questa storia è alquanto OOC e fa anche piuttosto pena^^” Beh, potrei giustificarmi dicendo che è la mia prima storia su Furuba, ma non credo che sarebbe sufficiente. No, non ne sono affatto soddisfatta. Perché l’ho pubblicata? Purtroppo per voi, mi annoiavo e non avevo nulla di meglio da fare! ^^” In ogni caso, ho notato che in questa sezione non ci sono molte yaoi, né molte storie su Haru e, visto che io adoro entrambe, ho deciso di cimentarmi in quest’impresa.  Devo ammettere che è stato alquanto complicato scrivere dal punto di vista di Yuki: ho cercato di rendere al meglio la relazione fra i due, almeno per come la vedo io. Haru che prova un senso di totale abnegazione per Yuki, mentre quest’ultimo prova un senso di amicizia nei suoi confronti ma nulla più, tanto da sentirsi in imbarazzo (ed in debito) ad ogni eccessiva manifestazione di Haru. Beh, la prossima volta spero di scrivere qualche storia migliore, ma soprattutto, voglio riuscire a cimentarmi in una ff su Furuba (decente, possibilmente), visto che per me scrivere su questo manga non è affatto semplice (nonostante lo adori). Ringrazio chi si fermerà a leggere questa shot e chi (per qualche ragione oscura) deciderà di recensire. Saluti^^

 

0*Umpa_lumpa*0

 

 

 

 

   
 
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