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Autore: Hermione Weasley    17/08/2008    9 recensioni
E' appeso alla scala quando si rende conto che salire su un tetto con una tazza di tè in mano, non è esattamente il massimo della genialità.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Missing Moment. Si svolge in Deathly Hallows subito dopo l'attacco a Tottenham Court Road, la notte che il Trio passa a Grimmauld Place. Scritta per la If You Love Me, Won't You Let Me Know? challenge su Cursed Notes @ LiveJournal. Spero vi piaccia :)


Won't You Let Me Know?

I took my love down to violet hill
There we sat in snow
All that time she was silent still
So if you love me
Won't you let me know?


Violet Hill { Coldplay }


*


E' appeso alla scala quando si rende conto che salire su un tetto con una tazza di tè in mano, non è esattamente il massimo della genialità.

"Maledizione," borbotta a mezza voce, restando assolutamente immobile, osservando il liquido scuro che ondeggia pericolosamente nella tazza.

Alza gli occhi alla botola che conduce al tetto di Grimmauld Place, numero 12, mentre si maledice mentalmente per la propria stupidità.

Decide di salire l'ennesimo scalino, portandosi sempre più in alto.
Se Hermione lo vedesse in questo stato, vorrebbe probabilmente ridergli in faccia per la sua mancanza di perspicacia e cautela.
Lui, come al solito, non potrebbe far altro che darle ragione.

Chiederebbe aiuto se ne avesse la possibilità, ma è notte fonda, ed Harry è profondamente addormentato. E' buffo che sia riuscito a riposare, visto che l'attacco a Tottenham Court Road li ha terribilmente scossi.

Il pensiero lo spinge a salire ancora di più. Aggancia le gambe alla scala, alzando la mano libera per poter aprire la botola.

"Hermione?" Chiama a mezza voce, tentando di non far rumore.

Fa capolino, lasciando che l'aria della sera lo investa in pieno. Respira a fondo, ricorrendo a tutto il suo equilibrio per sollevare la tazza colma di tè e appoggiarla sul pavimento.

"Ron?" La voce di Hermione gli giunge dopo una lunga pausa, calma e apparentemente tranquilla.
"Proprio io, ti ho portato un po' di tè," annuncia solennemente, sollevandosi - infine - per poterla raggiungere.

Osserva il panorama che gli si offre, stupito dalla vista che Londra può proporre, sorpreso di non essere mai salito là sopra prima d'ora.

La luce dei lampioni arriva fioca, ma Ron non stenta a riconoscere un'espressione di pura perplessità dipinta sul viso di lei.

Di certo, presentarsi con una tazza di tè, su un tetto nel bel mezzo della notte dopo aver rischiato di morire, o peggio, essere trascinati al cospetto dell'Oscuro Signore, non rientra esattamente negli schemi di normalità universalmente riconosciuti.

"Che c'è?" Borbotta contrariato.
Si era aspettato un'accoglienza trionfale: Hermione avrebbe finalmente capito i suoi sentimenti e gli sarebbe corsa in contro (in lacrime ovviamente), pregandolo di baciarla e abbracciarla per farla sentire al sicuro.

"E' un bel pensiero, grazie," mormora lei, rivolgendogli un ampio sorriso, senza alzarsi dalla sua postazione.
Batte una mano sul pavimento, facendogli cenno di avvicinarsi.

"Non riesci a dormire?" Chiede piano, sentendo l'odore forte del tè arrivarle alle narici.
"Non sono l'unico," fa notare Ron a sua volta, indicandola con un dito.

Le porge la tazza, prendendo poi posto di fianco a lei.

"Sono troppo spaventata," ammette Hermione, senza preoccuparsi di suonare infantile, "tu no?" Domanda bisbigliando.

Potrebbe risponderle che no, assolutamente no, lui è coraggioso e perfettamente padrone della situazione, ma non se la sente di farsi tronfio in una situazione del genere.

"Anch'io," ammette poi, cercando una posizione un po' più comoda.

Rimane in silenzio, mentre Hermione fa altrettanto. La spia con la coda dell'occhio mentre sorseggia il tè. Le sembra che stia facendo una smorfia strana, ma non ci fa caso.

"Pensi che accadrà di nuovo?" Si risolve a chiedere per infrangere il silenzio.
"Rischiare la vita?"
"Qualcosa del genere, sì."
"Sì."

Sentirselo dire così sfacciatamente fa tutto un altro effetto. Non che avesse sperato in una soluzione alternativa: la scelta è già stata fatta, e Ron sa bene che non può (e non vuole) tirarsi indietro proprio adesso. Ed Hermione - ne è sicuro - è del suo stesso identico parere.

La leggera pressione del capo di Hermione che si appoggia sulla sua spalla, lo fa avvampare di colpo.
Arrossisce in zona orecchie, facendosi impercettibilmente più vicino.
La osserva, accostando la guancia alla sua testa ricciuta, mentre finisce il suo tè, svuotando la tazza.

"Ron?"
"Sì?"
"Pensi che ci renderemo conto di essere arrivati al capolinea, prima o poi?"
"Capolinea?" Fa una smorfia. Il termine non lo rende affatto felice.
"Nel senso... se stessimo per morire, ce ne renderemmo conto?"
"Penso di sì. Perché no?"
"Ho paura di aver lasciato troppe cose in sospeso."
"Credevo che avessi programmato tutto... in ogni minimo dettaglio."
"Lo credevo anche io."

Inspira a fondo il profumo dei suoi capelli. Sa sempre di buono, Hermione. Potrebbero essere seduti nell'aula di Trasfigurazione, o ad Hogsmeade, a cena alla Tana, o in punto di morire, e lei profumerebbe sempre di sapone e pulito.

"Se ci fosse qualcosa...," riprende a parlare, ma si interrompe di colpo.
"Qualcosa... ?" La invita ad andare avanti, alzando gli occhi al cielo stellato.
"Qualcosa che devi dirmi, aspetteresti l'ultimo secondo?"
"Cosa devi dirmi?" Domanda molto lentamente, sforzandosi di non suonare allarmato.
"Non - non parlo di te, ma in - in generale...," mormora, in difficoltà, "insomma, me lo diresti?"

Vorrebbe dirle che è follemente innamorato di lei.
Aggiungerebbe, subito dopo, che non deve far caso a quanto stupida suona una dichiarazione del genere, perché lui - le avrebbe assicurato - ci crede davvero.

"Credo di sì," conclude infine, incredibilmente serio.
"Davvero?"
"Davvero. Ogni cosa a suo tempo, no?"
"Giusto," concorda infine.

Cade di nuovo il silenzio, leggermente più teso dei precedenti. Ron sa benissimo che dovrebbe parlare. Dovrebbe dirglielo, e al diavolo le smancerie! Se fosse veramente troppo tardi? Se la perdesse prima di poterle dire cosa pensa?

"Com'era il tè?"

Scaccia il pensiero, sforzandosi di dire qualcosa.

"Sinceramente?"
"Bè, ovvio."
"Perfetto."
"Grandioso!" Esclama soddisfatto.

Se non suonasse terribilmente maleducato e fuoriluogo, Hermione gli direbbe che mancava lo zucchero, e che ha trattenuto il respiro per finirlo tutto.

  
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