Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: _AnnaWhite_    21/06/2014    1 recensioni
“Hey! Non ho ancora finito con te!”.
“Appunto”, disse Jean, “è proprio per questo che me ne stavo andando”.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Fisica dell'Attrazione

 

Jean stava uscendo da scuola, zaino in spalla, auricolari nelle orecchie, quando improvvisamente un “tornado di lentiggini” lo travolse, cercando di fermarlo.

Si era quindi ritrovato a terra, senza più le cuffie nelle orecchie, con lo zaino riverso sull'asfalto e un ragazzo dai capelli neri sopra di lui.

“Ciao Kirschtein!” esordì il nuovo arrivato, fissandolo negli occhi.

Il giovane, ignorando il saluto tentò di alzarsi, ma Marco, così si chiamava l'altro, glielo impediva tenendolo ancorato a terra.

“Fammi alzare Bodt!”.

“No, se prima non mi rispondi in maniera civile” rispose quello sorridendo.

Jean, a quel punto, voltò il viso per nascondersi dagli occhi del moro.

Marco era troppo vicino e lui stava arrossendo, e non voleva farglielo notare.

Un'espressione interrogativa prese, dunque, il posto del sorriso, sul viso del giovane, che chiese: “Che succede? Perché ti sei voltato?” e nel farlo si avvicinò ancora di più al castano.

Allora Jean, ormai completamente rosso, borbottando disse: “Ciao Marco! Ora gentilmente potresti spostarti?”.

Il sorriso a quel punto tornò a decorare il “tornano di lentiggini”, che lentamente si spostò e permise all'altro di alzarsi.

Subito, quello, riprese il suo zaino e, mentre si rimetteva le cuffie, ricominciò a dirigersi verso il cancello di uscita.

Ma evidentemente Marco non aveva ancora finito, perché Jean si sentì tirare con forza per una manica.

“Hey! Non ho ancora finito con te!”.

“Appunto”, disse Jean, “è proprio per questo che me ne stavo andando”.

Infatti, qualsiasi cosa avesse a che fare con Marco Bodt si rivelava un disastro, o qualcosa di estremamente imbarazzante per lui.

Ecco perché aveva sempre evitato di avvicinarsi troppo al ragazzo.

“Comunque ti volevo chiedere...” iniziò il moro, “ti andrebbe di studiare Fisica assieme, per il compito di domani?”.

“No” fu la risposta secca del castano.

“Perché?”.

Jean non aveva una risposta da dargli o meglio, l'aveva, ma mai l'avrebbe mai pronunciata a voce, si sarebbe scoperto troppo, e non poteva permetterselo.

Si limitò, allora, a scuotere la testa e ad allontanarsi.

Marco però non era uno che si arrendeva facilmente, l'ultima sua affermazione fu: “Bene, dato che non hai una risposta, ci vediamo da te alle quattro”.

 

Il ragazzo non pensava che Bodt parlasse seriamente, per questo fu sorpreso di vederlo alle quattro in punto di fronte alla porta di casa sua.

“Pronto per studiare, compagno?”.

Jean rispose: “E tu che ci fai qui?”.

“Ma come? Te ne sei dimenticato? Dobbiamo studiare Fisica assieme, per il compito di domani”.

Detto questo, prese il suo ospite per il braccio ed entrò in casa.

“Allora, dove andiamo a studiare?”.

Il castano, che stava ancora cercando di metabolizzare la situazione, senza aprire bocca, con un gesto della mano, si limitò a indicare il salotto come luogo di studio.

Si sistemarono ai lati opposti di un tavolino, dove il padrone di casa aveva già disposto i fogli degli appunti per studiare.

“Allora, come vogliamo fare: hai con te i tuoi appunti?” chiese Jean.

Marco, imbarazzato, voltò lo sguardo verso il pavimento e sommessamente rispose: “Veramente... Non ho nemmeno un appunto...”.

L'altro, al termine della dichiarazione, spalancò gli occhi, sorpreso, e con una nota incredula nella voce chiese: “Ma come è possibile? Come puoi non avere nemmeno un appunto!?”.

Il moro, smettendo di osservare il pavimento e tornando a guardare il compagno, si giustificò: “Beh, non la capisco! Per te potrà anche essere semplice, ma per me no, quindi non ho preso appunti. E poi c'erano troppi segni strani... Formule...”.

“Va bene. Io spiego, tu ascolta!” disse Kirschtein, interrompendo lo sproloquio di Marco.

“Perfetto!” rispose, quello, con entusiasmo.

Il castano arrossì, imbarazzato; poi, schiarendosi la voce, iniziò a spiegare.

Passarono diverse ore, Jean spiegava e Marco ascoltava con attenzione, ponendo domande quando il concetto gli era poco chiaro e trascrivendo su dei fogli, presi dalla cartella, gli esercizi che facevano.

A un certo punto, l'ospite annunciò: “E con questo abbiamo finito!”: appoggiò gli appunti sul tavolino, per poi alzarsi e stiracchiarsi.

Il tutto mentre era osservato da Marco, che sbadigliando disse: “'razie!”.

“Adesso cosa vuoi fare? Sono quasi le otto, ti fermi a cena da me?”.

E inaspettatamente Marco arrossì, per poi rispondere: “No, no tranquillo. Raccolgo le mie cose e vado”.

Allora, iniziò a radunare i vari fogli che aveva tirato fuori dalla sua cartella per fare gli esercizi, poi prese l'astuccio e, dopo aver dato un'ultima occhiata in giro per accertarsi di non aver dimenticato nulla, si diresse verso la porta insieme al suo compagno di studi.

“Grazie” disse ancora una volta Bodt.

“Di nulla, davvero...” replicò Jean.

Poi accadde qualcosa che lo sorprese, o forse sorprese entrambi: Marco lo baciò sulla guancia, per poi fuggire lungo il vialetto di casa Kirschtein urlando: “A domani!”.

Jean rimase imbambolato sulla porta, fissando la figura del ragazzo che si allontanava di corsa.

Ripresosi lievemente dallo shock, alzò una mano e la poggiò sul viso, per sentire dove le labbra dell'altro avevano sostato per pochi attimi.

Doveva essere un sogno.

Non poteva essere vero.

Era questo che continuava a pensare, chiudendo la porta e dirigendosi in salotto per sistemare.

Mentre raccoglieva gli appunti però, trovò un foglio coperto anch'esso di appunti, ma la scrittura, era diversa dalla sua.

Che fosse...

 

Il mattino dopo, a scuola, Jean prese dalla cartella, il foglio che Marco aveva dimenticato a casa sua e lo mise sul suo banco.

Accanto vi appose un post-it con scritto: “Idiota”.

Poi andò a sedersi, aspettando il suono della campanella, che avrebbe decretato l'inizio delle lezioni.

Mentre aspettava, il moro entrò in classe e, arrivato al suo banco, prese in mano post-it e pagina di appunti.

Li osservò, arrossendo un poco, e poi chiamando Jean rispose: “Lo so” con un enorme sorriso stampato in viso, e il rossore che ancora gli decorava le guance.

A quel punto, anche il castano arrossì e girandosi a osservare il muro, iniziò a pensare che decisamente avvicinarsi a Bodt era stata una pessima idea.

Ora, non poteva fare a meno di sperare in “qualcosa”.









L'angolo sinistro della pagina:

Buon pomeriggio <3
Non ho potuto resistere...
Loro due mi ispirano troppo, e questo è il risultato! XD
Fatemi sapere cosa ne pensate :D
Se vedete anche solo una minima svista segnalatemela u.u L'ho ricontrollata una decina di volte, ma è probabile che qualcosa mi sia sfuggito .-.
Buona lettura!
P.S. Fate un salto sulla mia pagina se vi va, Cheshire Cat

Ringraziamenti:

- voi lettori <3
- Isayama per aver creato loro due :D
- tutte le meravigliose persone che realizzano fanart JeanMarco <3 Perché senza di voi nulla di tutto questo sarebbe stato scritto!

A presto,
White <3

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: _AnnaWhite_