La certosa non era mai stata
così luminosa come quel giorno.
I raggi del sole creavano
strani giochi di luce ed ombra tra le panche di legno di quercia che
odoravano
di lucido e di vecchio.
Tra questi, solinga, si
aggirava un frate. Il volto coperto dal cappuccio del saio marrone,
l’andatura
lenta ma solenne, meditava tra sè e sè interrompendo ogni tanto le sue
preghiere. Era molto giovane come molti suoi fratelli nel monastero… in
particolare, lui e altri quattro arrivavano appena ai 18 anni: i suoi
compagni
di cella Luca e Alessandro e i due frati appena giunti da un monastero
di
Madrid che lui non ricordava affatto di aver sentito nominare.
I due stranieri dicevano di essere
fra Adriano e Leonardo.
Eppure, le loro facce non lo
convincevano molto.
I due erano schivi e non si
separavano mai l’uno dall’altro.
Voci cominciarono a circolare
che tra i due vi fosse una qualche relazione a tal punto che nessuno,
ormai, sapeva
più quale fosse la verità.
Ogni giorno fra Samuel si
chiedeva e richiedeva, pensava e ripensava cosa nascondessero i due
frati; così
decise di parlare con i suoi migliori amici e confidenti fratello Luca
e
fratello Alessandro.
Passò qualche mese e i due
frati non accennavano a voler integrarsi all’interno del complesso
monastico e
con i suoi residenti, cosi Luca, Alessandro e Samuel decisero di fare
il primo
passo e di attaccare discorso con quei due asociali.
E quale occasione migliore
della mensa?
Presero la palla al balzo e
si sedettero tra loro.
I tre frati erano abbastanza
incuriositi dai due e così decisero che avrebbero fatto cadere il loro
manto di
mistero.
La mensa era particolarmente
silenziosa e non aiutava i tre ad attaccare bottone ma ci provarono
comunque. Il
primo a parlare fu Alessandro, l’unico che poteva vantarsi di aver
quasi
un’abilità nel rompere il ghiaccio con gli sconosciuti, e si rivolse a
fra Adriano,
quello più vicino a lui.
-Buon appetito fratello Adriano,
è di vostro gradimento il pasto?-. L’altro
non accennò parola ma si limitò ad annuire leggermente con il capo e
fissare Leonardo
che sembrava guardare attraverso il tessuto fra Luca e lui faceva
altrettanto.
Adriano gli diede una
gomitata e lui tornò al suo piatto.
-Suvvia! Avete intenzione di
stare solo voi due per tutta la vita? Andiamo
qui siamo tutti fratelli. Non vi fidate?-continuò fra Alessandro.
-L’unica persona di cui io mi
fidi è me medesimo, nessun altro- rispose
in tono aspro fra Adriano.
-Fratello Leonardo voi non dite
nulla?-intervenne fra Luca, che si
era incuriosito ancor di più alla risposta del frate straniero. Come
era
possibile che due frati non si fidassero degli altri fratelli nel
monastero? Eppure
in Spagna le cose non potevano essere cosi diverse.
-Solo che vorrei mangiare in
pace. Per il resto non ho
nulla da aggiungere a ciò che ha
detto fratello Adriano-.
Dopodichè, i due si alzarono e si
diressero alla loro
cella.
Chiusa la porta e, dopo
essersi assicurati che nessuno li udisse, tolsero il saio rivelando uno
spettacolo davvero insolito. Sotto il sacro tessuto non vi era il corpo
di due
giovani frati, bensì quello di due ragazze.
Orrore!
Se qualcuno avesse scoperto
questo loro terribile segreto!
Per questo non conferivano
parola con nessuno… temevano che il minimo errore potesse tradirle.
Nel frattempo nella loro
cella fra Luca, insieme ad Alessandro e Samuel, commentava il loro
primo
insuccesso con gli altri due frati.
-Oltre ad essere asociali sono
anche scorbutici!- si lamentava fra
Samuel, abituato alla disponibilità e alla gentilezza nei toni degli
altri
frati del monastero.
-Ma chi ce li ha mandati?-
continuava.
Gli altri due,invece,non
erano dello stesso avviso:vedevano in quei due qualcosa di più… anche
nell’aspetto fisico non erano come gli altri ma quello poco contava.
Erano
tanti i frati ad avere una certa “tendenza” che non se ne faceva più
caso.
Dall’altro lato del monastero
una giovane dal carattere impetuoso stava parlando nel tono più basso
possibile.
-Abbiamo rischiato grosso-
disse alla ragazza seduta di fronte a lei,
leggermente
più bassa ma con un bel fisico, intensi
occhi nocciola e capelli lunghi fino al ventre.
-Non nasconderlo: lo so che
guardavi Alessandro- proruppe quest’ultima,
fissando la compagna in modo sospettoso.
-No invece. Tu piuttosto ci farai
scoprire, visto che mangi con gli
occhi quel frate bell’imbusto - buttò li Bea, la prima, mentre
sistemava la
biancheria nel ripostiglio dietro l’armadio. -Dobbiamo
stare attente, Ines. Non dobbiamo farci scoprire soprattutto
non per colpa di quei due. Teniamo gli occhi aperti, specialmente tu, e
non
farti abbindolare dal suo fascino -.
Colta nel segno, Ines rimase
in silenzio. Non voleva ammetterlo, ma fratello Luca gli interessava
davvero. E
non sapeva come Bea riuscisse a resistere al fascino magnetico di quei
due
bellissimi frati.
Intanto la sua amica
dai
lunghi capelli ricci continuava a sistemare la biancheria, cercando
accuratamente in tutta la stanza qualche prova che potesse farle
rischiare di
essere scoperte. L’unico suo pensiero, in quel momento, non erano quei
due
fantastici bell’imbusti, che per di più lei considerava degli
scocciatori; no, il
suo più grande pensiero, che si presentava come un desiderio, era
quello di
restare nascosta il più lontano possibile. Mai nessuno sarebbe mai
dovuto
venire a conoscenza del motivo per cui erano in quel monastero, in
Italia. Nessuno.
NOTE DELL'AUTRICE
Salve a tutti!
E' la prima volta che scrivo in questa sezione e per di più che decida di pubblicare, finalmente, la prima storia che io abbia mai scritto.
Ci tengo a specificare che è stata scritta non solo da me, ma anche dalla mia amica __KillTheQueen__, tanto ma tanto tempo fa.
Lascio a voi i commenti e che dire: sono impegnatissima con l'università ma spero di riuscire ad aggiornare con costanza =)
Un bacione
LeLe_Sun