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Autore: Gio_Snower    21/06/2014    0 recensioni
[Hamatora ]
[HAMATORA] Song-fic su Art con la canzone Pensa di Fabrizio Moro.
Art, personaggio misterioso di Hamatora, ed i suoi pensieri.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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PENSA 

 





Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine
Appunti di una vita dal valore inestimabile
Insostituibili perché hanno denunciato
il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato             
 
Moral sorrideva mentre crivellava di colpi di pistola il corpo di Art.
Quel ragazzo aveva commesso un grave errore rifiutando la sua offerta e disprezzandolo non aveva che aggravato la situazione.
Quel ragazzo pensava d'esser nel giusto, quel ragazzo pensava d'aver un'idea perfetta di giustizia e non accettava la realtà: i minimum erano i più forti e gli umani non potevano nulla in confronto ai minimum se non invidiarli. Dio aveva scelto e non loro.
Ma no, lui era testardo e fino all'ultimo si era intestardito nel dimostrare che anche l'uomo normale poteva essere uguale ai selezionati.
Sbagliato.
Ed ora era destinato a morire nella tomba del suo caro fratellino che, per crudeltà della natura o beffa di Dio, era stato un minimum.
La cosa era così perversa da sembrargli tanto perfetta.
Sorrise nuovamente, questa volta con tristezza.
La sua mentalità era stata la sua sconfitta, la sua fine, ed era un peccato visto l'intelligenza che aveva posseduto.
Da minimum sarebbe potuto essere all'altezza di Nice-kun.
 
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra
di faide e di famiglie sparse come tante biglie
su un isola di sangue che fra tante meraviglie
fra limoni e fra conchiglie... massacra figli e figlie
di una generazione costretta a non guardare
a parlare a bassa voce a spegnere la luce
a commentare in pace ogni pallottola nell'aria
ogni cadavere in un fosso
 
 
«Fratello, Nice è così fooorte!» esclamò suo fratello con un sorriso.
Il suo sorriso, così crudele per la sua innocenza, fece sentire male Art che però rispose con un cenno del capo ed un lieve sorriso.
Era sbagliato invidiare il fratello e lui lo sapeva. Per questo si sentiva male ogni volta che suo fratello gli sorrideva, innocente ed affettuoso come un cucciolo.
«Hai ragione, è fortissimo.» disse con serietà.
Nice era davvero forte e non solo per via del suo Minimum o per la sua intelligenza senza pari. Perfino Art rimaneva interdetto o stupito quando Nice parlava e spesso avevano discusso sul vero significato di “giustizia”; egli asseriva con assoluta leggerezza che non gli importava molto, così non gli importava di essere un minimum od il migliore.
Art lo ammirava quasi quanto suo fratello.
«Siamo fortunati ad essere suoi amici.»
«Sì, hai ragione.» mormorò.
 
Ci sono stati uomini che passo dopo passo
hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno
con dedizione contro un'istituzione organizzata
cosa nostra / cosa vostra / cos'è vostro?
 
 
Da quando Nice era scomparso Art si era buttato nel lavoro ed aveva fatto carriera.
Era stato il primo senza-minimum ad essersi diplomato alla Facultas Academy.
Per via del suo lavoro era stato costretto a vedere cadaveri di bambini ricordando sempre quell'unico corpo che non avrebbe mai dimenticato per il resto della sua vita.
Sempre per esso aveva visto l'umanità nella suo più insulso modo di essere.
Possibili che gli umani fossero solo esseri egoisti?
Eppure ogni volta che vedeva il sorriso di un bambino, così simile a quello di suo fratello, o sentiva le parole di chi disperato richiedeva giustizia, sapeva di star facendo la cosa giusta.
Inoltre considerava una specie di allenamento veder quel sangue e quei corpi altrimenti non sarebbe mai diventato abbastanza forte.
 
È nostra la libertà di dire
che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare le orecchie ascoltano...
Non solo musica / non solo musica
La testa si gira e aggiusta la mira ragiona
A volte condanna a volte perdona
 
 
Teneva quella pistola con una mano, la presa solida e precisa, negli occhi violacei uno sguardo deciso.
Avrebbe sparato?
Non subito.
Osservava con vivo interesse il combattimento fra Moral ed Nice.
All'inizio aveva compatito Moral; aveva subito compreso che Nice non aveva usato tutto il suo potere fin dal principio.
Aveva provato odio per Nice e compatimento per Moral.
Si era sempre comportato così, lui.
Come se fosse sempre nel giusto, come se non avesse mai sbagliato niente.
Sorrise.
In fondo non poteva dire proprio di odiarlo... per quello.
 
Semplicemente
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare
 prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
 
 
E sparò.
Sparò come se quel colpo avesse il potere di soddisfarlo.
E, quel brillio di consapevolezza un attimo prima della morte negli occhi di Moral, fu   quasi affascinante.
Giustizia era, quasi, stata fatta.
«Art...» lo chiamò Nice.
Lo guardò.
Decise.
Puntò la pistola alla sua tempia.
 
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
 
Davanti alla tomba del fratello in una giornata di pioggia c'era lui.
Art sospirò.
In un primo momento ne era rimasto sorpreso, poi più nulla.
«Solitamente veniamo tutti separati, ma...» aveva detto.
Lui sapeva quel che voleva dire, eppure non voleva ascoltarlo.
Da sempre le parole di Nice lo avevano affascinato, eppure non l'avrebbe permesso.
Questa volta non si sarebbe risolto tutto così.
Aveva preso la sua decisione.
 
 
 
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
 
Ogni volta aveva sparato convinto di quello che faceva.
Il rimbombo della pistola, il contraccolpo per lo sparo, l'odore della polvere l'avevano sempre accompagnato insieme al dolore che sempre aveva nascosto.
Era la cosa giusta da fare, lo sapeva.
 
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse tutto bruciato
Perché in fondo questa vita non ha significato
Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato
Gli uomini passano e passa una canzone
 
Aveva sempre dato quell'impressione e ne era sempre stato conscio.
Ogni momento, ogni giorno, ogni ora, ogni sorriso.
Tutto per quello.
E da quel giorno, da quando non gli era rimasto più nulla, dal giorno della promessa, aveva rincorso sempre quella cosa.
Se quella persona si fosse messa sulla sua strada...
 
Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione
Che la giustizia no... non è solo un'illusione
Pensa prima di sparare
Pensa prima dì dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Pensa.
Avrebbe puntato la sua pistola, pronto a sparargli.
   
 
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