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Autore: HarryMacy2020    22/06/2014    9 recensioni
Un dolore lancinante lo colpì al petto. La vista si annebbiò. Si accasciò a terra, prendendosi tra le mani il volto, una maschera di sofferenza indicibile.
Il cuore perse un battito mentre la consapevolezza di ciò che era accaduto si faceva strada dentro di lui, lacerando ogni cosa al suo passaggio...lasciandolo come un guscio vuoto, incredulo...morto.
Preparate i fazzolettini sis...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un dolore lancinante lo colpì al petto. La vista si annebbiò. Si accasciò a terra, prendendosi tra le mani il volto, una maschera di sofferenza indicibile.

Il cuore perse un battito mentre la consapevolezza di ciò che era accaduto si faceva strada dentro di lui, lacerando ogni cosa al suo passaggio...lasciandolo come un guscio vuoto, incredulo...morto.

Avrebbe voluto versare calde lacrime ma il suo corpo non voleva saperne di ascoltarlo, gli impediva ogni movimento, gli negava di sfogare tutta la rabbia che gli ribolliva dentro urlando...

Intorno a lui, gli altri parlavano, piangevano, cercavano conforto...ma a lui tutto questo era negato.

Alzò il viso e incontrò lo sguardo incredulo di John, un uomo a pezzi, sconvolto dal dolore... in lacrime, eppure in cerca di una risposta da lui. Una risposta che non sapeva dargli, non poteva dargli o forse non voleva perché in quel preciso momento il tempo riprese a girare e con esso arrivò il suo urlo straziante.



Il giorno prima


Erano di fronte alla fine della storia.

Malcolm avrebbe pagato per tutto il male che aveva commesso, per aver cercato di traviare Thea e convincerla ad uccidere Oliver, per aver fatto del male alle persone che amava e aver ucciso così tante persone innocenti.

Era stato catturato ma i suoi scagnozzi circolavano ancora liberi per le strade della città.

La resa dei conti era vicina.

Ora sua sorella era di nuovo al suo fianco e, conoscendo la verità sull'identità di Arrow, il loro rapporto sarebbe cresciuto e migliorato. L'avrebbe protetta.

Roy era tornato il giovane tenace ed intraprendente di prima, ma l'amore lo aveva reso più prudente e maturo e perfetto per il ruolo di collaboratore che Oliver aveva sempre sognato per lui.

John era sempre al suo fianco, nonostante Layla avesse da poco partorito sua figlia, pronto ad aiutarlo nella lotta contro il male.

L'ultimo tassello del diabolico piano di Malcolm era stato scoperto grazie a Felicity.

La sua Felicity.

Quella donna così forte e ostinata da sapergli tener testa, quel genio indiscusso dell'informatica che nessuno poteva eguagliare. La stessa donna a cui mesi prima aveva detto Ti Amo, lasciando che credesse fosse soltanto un piano per sconfiggere Slade. La stessa donna a cui aveva ammesso di tenere come ad un'amica, una sorella, imbastendo una serie infinita di menzogne e stratagemmi soltanto per convincerla a stargli lontano. La stessa donna che l'aveva visto tornare da Laurell e cercare con lei di farsi una vita. La stessa donna di cui si era perdutamente innamorato, in silenzio, e alla quale, come un codardo, aveva rinunciato.

-Se davvero Malcolm ha piazzato delle bombe...di nuovo...in città, dobbiamo sbrigarci a trovarle. Non sappiamo se le informazioni che ci ha fornito Thea siano esatte...-intercettando lo sguardo arrabbiato di Roy-...non perché non mi fido di lei, cioè io non mi fido, ma...-prendendo un profondo respiro la ragazza riprese a parlare-...potrebbe aver deliberatamente mentito per depistarci. Ma, fortunatamente, i nostri amici dell'Argus, amici per modo di dire visto che sono più le volte che cercano di farci fuori...

-Felicity!

-Scusa.-mortificata dalla sua solita e inutile parlantina, e dal tono sbrigativo di Oliver.-Dicevo...Grazie a loro, sono riuscita a localizzare le bombe, due per la precisione, ho le coordinate.

-Sento che c'è un ma.-John se ne stava a braccia conserte di fronte al gruppo, teso e pronto a scattare per difendere la sua famiglia.-Ho chiesto a Layla di lasciare Starling City ma non riuscirà a farlo, la bambina non può essere dimessa.

-Tutto bene?

-Si, Felicity, grazie, è per precauzione. Quindi dimmi qual'è il problema.

-Il problema è che ci sono gli uomini di Merlin ancora in giro, quindi voi dovrete occuparvi di loro mentre io mi occupo delle bombe.

-Non pensarci neanche!-Oliver tuonò, facendo sobbalzare la ragazza che gli era accanto.-Non ti avvicinerai a quelle cose. Niente obbiezioni.

-Nessuna obbiezione solo fatti. Tu, John, Roy e compagnia bella dovete impedire altri danni. Ho già disinnescato bombe e poi ho un aiuto speciale.

I due uomini si guardarono perplessi.

-Anatoli!-esclamò la donna.-E' ancora in città, l'ho contattato...

-Tu hai fatto cosa? Felicity, Anatoli è parte della mafia russa tu non...

-Moriranno altri innocenti Oliver. Farò tutto ciò che mi è possibile per evitarlo e tu...voi farete lo stesso. Senza discussioni, sono stata chiara?-spostando lo sguardo dall'uno all'altro con fare convinto.-Ok, ricapitolando il piano: voi ragazzi vi occuperete dei problemi in città. Io e il tuo amico della mafia disinnescheremo le bombe e, prima che possiate dire qualsiasi cosa, ho contattato Caitlin a Central City...

Perchè il suo corpo reagiva così male ogni volta che sentiva pronunciare Central City? Oliver non riusciva a capirne il motivo. Il piano era allontanarla e Barry sarebbe stato perfetto per quello scopo. Ma prima l'inferno avrebbe dovuto gelare.

Perso nei suoi pensieri, non sentì l'amico.-Cosa?

John lo squadrò divertito beccandosi una frecciatina dall'arciere.

-Dicevo che sembra un piano perfetto, non credi?-ora sorrideva apertamente.

-Ripetimelo,Felicity...per favore.-cercando di essere meno aggressivo.

-Se qualcosa dovesse andare storto, la nuova macchina ideata dagli StarLab creerà una barriera in grado di indebolire le onde d'urto delle bombe, in modo da poter restringere il campo d'azione delle esplosioni e salvare più vite possibili. Nel frattempo il Detective Lance e la sua squadra evacueranno le aree circostanti le coordinate degli ordigni. In un modo o nell'altro salveremo delle vite stasera.

Il suo sorriso era contagioso, ma non poteva permettere ai suoi sentimenti di complicare le cose ancora di più. Presto o tardi, Felicity avrebbe scoperto che aveva rotto con Laurell e, a quel punto, sarebbero tornati al punto di partenza.

Lui non poteva stare con la donna che amava, doveva proteggerla a costo di dover far soffrire entrambi. Era giusto così, continuava a ripetesi.

-Io naturalmente me la svignerò il prima possibile. Cronometro alla mano...-giurò con fare sornione, cercando di convincere gli amici.-Me la darò a gambe legate e Anatoli farà lo stesso, non appena avremmo accertato che il macchinario funziona, anche senza aver disinnescato le bombe...Giuro.

Né Oliver né tanto meno John sembravano particolarmente convinti, ma conoscevano i rischi che correvano tutti i giorni e avrebbero lottato fino alla fine.

-Ok, ma ti voglio lontana dalla zona di pericolo al più presto, intesi?

-Agli ordini, capo.

Gli mancavano le sue battute senza senso e le sue allusioni, ma le cose erano cambiate tra loro. Come aveva sperato, pian piano i rapporti tra loro si erano freddati, in un certo senso. E questo faceva un male infernale.

Anatoli fu avvertito del piano e tutti presero posto.

Laurell, consapevole del pericolo, si era dichiarata disposta ad aiutare ma Oliver non poteva permetterlo, era ancora troppo inesperta, non poteva permettersi il lusso di preoccuparsi della sua incolumità durante la guerriglia, così le aveva chiesto di collaborare con suo padre per l'evacuazione, insieme a Thea.

L'atto finale era cominciato.

Mentre, da un parte, Oliver, John e Roy neutralizzavano i pochi nemici rimasti in giro per la città, il detective Lance si occupava dei poveri cittadini di Starling City e del loro allontanamento.

Felicity arrivò alle coordinate della prima bomba. Era un edificio abbandonato nel centro della città.

-Signor Knyazev, mi sente?

-Forte e chiaro, signorina Smoak.-l'uomo rispose all'auricolare con suo strano accanto.-Lei è una donna estremamente coraggiosa. Lo sa?

-Grazie, ma non sto facendo niente di speciale.

-Disinnescare bombe non è speciale? Coraggiosa e divertente aggiungerei.

Felicity non poté evitare di sorridere, quell'uomo si era dimostrato molto disponibile durante il viaggio a spiegarle come occuparsi dell'ordigno e sentiva di potersi fidare di lui nonostante non lo conoscesse.

-Sto cercando di contattare la mia amica per essere sicura che tutto fili liscio.

-Come funzionerebbe questa barriera?

Mentre parlavano, entrambi si addentrarono nei rispettivi edifici in cerca delle bombe.

-Tramite uno dei satelliti orbitanti sulla nostra città, Caitlin creerà un campo elettromagnetico in grado di bloccare...oddio, speriamo...l'onda d'urto.

-Perché allora noi siamo qui?

-In caso il prototipo non funzionasse e dovesse essere necessario impedire l'esplosione.

-Prototipo...bene...moriremo tutti.

-No, mi fido di lei, di loro....sono in gamba quei ragazzi... Trovata!

Felicity si trovò davanti all'ordigno, posto su un specie di rialzo del pavimento, come se qualcuno avesse voluto metterla in mostra. Intorno non c'era nulla, la stanza era vuota.

-Anatoli, l'ho trovata...

-Anch'io...

Perfetto e ora non restava che pregare che il piano funzionasse.


Nel frattempo, gli altri avevano adempiuto ai loro compiti. La città era deserta. I nemici sconfitti.

Oliver tirò un sospiro di sollievo vedendo discendere sulla sua città un leggero manto di staticità.

-Ha funzionato!-Roy sembrava al settimo cielo.

John sorrise e cercò l'amico per rassicurarlo.-Piano perfetto, per una donna perfetta.

Arrow sbuffò consapevole dell'allusione ma cosciente di quanto fosse vero. Quella donna era incredibile.


Click. Un lieve rumore sotto il tacco le riportò alla mente quel giorno sull'isola e un brivido le percorse la schiena.

-Anatoli, fermo!-intimò in preda all'ansia.-Non si avvicini...la bomba è posizionata al centro della stanza per un motivo. Tutt'intorno, sotto al pavimento, ci sono delle cariche.

Il russo si fermò e contemplò il locale.-Credo le cariche siano collegate alla bomba come un'enorme mina antiuomo. Se ne calpestiamo una attiveremo la bomba. Complimenti, come l'avete capito?

Dall'altra parte silenzio.

-Felicity, tutto ok?-ora era preoccupato.

-Ne ho calpestata una.

Terrore, ecco cosa provava in quel momento, terrore puro. Stava per morire.

-Ok, non si muova, avverto Oliver e ...

-No. Esca dall'edificio e si allontani dal raggio d'azione. E' evidente che la barriera funziona.-cercava di essere calma ma...non voleva morire, non così, non senza...

Oliver. Un solo pensiero nella mente, sempre e soltanto lui. Lo amava ancora, nonostante lui l'avesse allontanata e le avesse chiaramente detto che non l'amava. Non gli credeva però. Non gli aveva creduto neanche quando lo aveva visto tornare con Laurell, ma era successo e lei aveva pensato di morire dal dolore ma gli era rimasta accanto, sempre e comunque. Lo amava e non avrebbe potuto mai dirglielo.

-Felicity non posso lasciarla là da sola. Se mi...

-No, se avverte Oliver, lui cercherà di venire qui e sarebbe inutile, lo sa anche lei. Non arriverebbe in tempo. Il timer è partito e segna 6 minuti.

Il tono della sua voce sembrava freddo e determinato ma dentro la paura la stava logorando.

-Non posso farlo...

-Si, invece. Vada. Ora!

Il suo timer non era partito, questo avrebbe diminuito i danni.

Felicity lo pregò ancora e, alla fine, l'uomo capitolò. Corse nella notte, a bordo della sua auto, cercando di allontanarsi il più possibile.

-Felicity? Tutto ok, potete rientrare, la barriera funziona.

La voce di Roy ruppe il silenzio, scuotendola dal suo torpore. Calde lacrime le rigarono le guance mentre lo sguardo cadeva nuovamente sul timer. 4 minuti.

-Felicity?

Questa volta era stato Oliver a chiamarla. Avrebbe dovuto rispondere, lo sapeva, ma non si sentiva pronta. Non ancora a dirgli addio.

-Felicity, rispondi! Anatoli?-il tono era terrorizzato ora, riusciva a percepirlo.

-Sono fuori dalla portata dell'esplosione.-fu la secca risposta del russo.

-Felicity?-ora implorava.

-Ci sono.

Soltanto due parole, ma così difficili da pronunciare.

-Dove sei?

Silenzio. 3 minuti.

-Mi dispiace.

La voce un lieve sussurro e il terrore puro s'impossessò di lui.-Dove sei, Felicity?

Ancora silenzio assordante.

John e Roy, accanto a lui, raggelarono consapevoli del dramma che si stava svolgendo.

Li avevano raggiunti anche Thea e gli altri e si erano radunati oltre il ponte che portava fuori dalla città.

Oliver fece un passo avanti come a voler colmare la distanza con Felicity ma qualcosa lo bloccò. Il suo corpo smise di collaborare e un freddo gelido lo immobilizzò.

-Felicity?-quasi una preghiera.

-Ho azionato la bomba. Non posso muovermi.

No. Non stava accadendo davvero. Lei doveva essere al sicuro, per questo non si era permesso il lusso di stare con lei, di ammettere i suoi sentimenti...per proteggerla.

-Mancano meno di 2 minuti, Oliver....mi dispiace.

Riusciva a percepire il suo respiro irregolare, cercava di stare calma...la sua guerriera. La sua donna. Ma le lacrime arrivarono presto e questo gli tolse il respiro. Sentiva la sua paura perché era anche la sua, il suo dolore perché lo stava lacerando dentro ed era impotente. Impotente mentre l'unica donna davvero importante della sua misera vita stava per morire.

-Felicity...

Perché le parole si rifiutavano di uscire? Perché continuava ad essere un codardo?

-Oliver...io ti...

L'esplosione fu assordante. La città fu pervasa da una scossa gigantesca che si infranse sulla barriera elettromagnetica.

Era tutto finito.

  
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