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Autore: alaskha    22/06/2014    9 recensioni
“Noi potremmo darvi un passaggio” disse Bradley.
“Ma che..?”intervenne James, basito.
Bradley non lo guardò neanche, ed Ashton prese in mano le redini.
“Dove state andando?”
“Di preciso, da nessuna parte” lo informò il riccio, mentre occhi azzurri si massaggiava teatralmente la fronte, scocciato.
“Perfetto, allora - si strinse nelle spalle Ash – tu che ne dici, Luke?”
“Non so, chi ci assicura che siano gente per bene? Insomma, quanti anni avranno.. 15, al massimo?” buttò lì Luke.
“Sono comunque più alto di te, assassino di furgoni” ribattè offeso James.
“È un pick – up” si difese Luke.
“Ti correggo, era un pick – up” gli tenne testa James, con un sorrisino beffardo.
“Smettetela” suggerii loro, mettendomi tra i due.
“Tu che ne dici, Cecilia?” mi mise in mezzo Bradley.
“Già, che ne pensi, Cece? - Ash mi si avvicinò – che abbiamo da perdere?”
Già, che avevamo da perdere?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James McVey, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.

Tecate
 

“Ragazzi..”
Stavo sognando, era l’unica spiegazione razionale. Così continuai a dormire tranquillamente, senza minimamente preoccuparmi di aprire gli occhi, sulla spalla morbida di James.
“Ehi, ragazzi..”
Ma che diavolo di sogno insistente! Questo tizio che ci richiama assomiglia parecchio a Bradley, comunque.
“Brad, sparisci dal mio sogno, non voglio vederti” sbiascicai.
Sentii il clone di Simpson sbuffare, anche il suo corrispondente nei sogni era irritabile e molto poco paziente?
“Cece, apri quei cazzo di occhi e sveglia James, dobbiamo darci una mossa ed andarcene da qui”
Un secondo..
Non era un sogno?
Aprii gli occhi e trovai gli stivaletti neri di Brad sulla sabbia di Encantada, dove io e James eravamo rimasti per tutta la notte.
“Brad, ma che succede?” gli chiesi, sfregandomi gli occhi ed alzando lievemente la testa dalla spalla di James.
“Succede che sono le otto del mattino e se non ci diamo una mossa, succederà il finimondo – fece una pausa – un’altra volta”
“Ma che succede?”
E poi dall’oltretomba arrivò la voce di James.
“Cece..”
“C’è Brad, è incazzato, non so perché, ma lo è ed a suggerirmelo sono i suoi occhi fuori falle orbite, è meglio che ti alzi, non voglio morire giovane”
Entrambi mi guardarono perplessi.
“Da quando parli tu, di prima mattina?” m’interrogò Brad.
“Da quando te ne vai in giro per le isole tu, di prima mattina?” domandai, di rimando.
“Ringrazia il cielo che sia qui, Cece”
“Si può sapere che diavolo è successo, Brad? – domandò, ma poi ci pensò su – anzi no, se riguarda ancora Luke, non ne voglio sapere nulla”
Lo vidi mettersi in piedi, mentre io guardavo dal basso verso l’alto Brad, sperando che la sua risposta fosse negativa e non si trattasse nuovamente di Luke.
“Allora passeremo il viaggio di ritorno in silenzio” decretò.
Sbuffai, tornando a stendermi con la schiena sulla sabbia, arresa e rassegnata a quella situazione.
“Avanti Cece, non abbiamo bisogno di ammutinati” fece James.
Ma prima che potessi muovere qualsiasi commento di natura sgradevole, sentii le sue mani sulle mie cosce lasciate scoperte dai pantaloncini.
“Ma che diavolo..?”
“Ottimo James, così non avremo una lumaca gigante al seguito” commentò simpaticamente Brad, mentre James mi prendeva sulle sue spalle.
“Tieniti” mi sussurrò.
“Come?”
James si voltò di poco, con le labbra vicine alle mie.
“Stringimi”
Gli sorrisi, e lui fece lo stesso.
“Andiamo? – domandò Brad – si torna a Santa Isabel”.
 
 
 
 
20 Giugno.
Santa Isabel, 9 AM.
“Tris? Ma che diavolo fai?” dissi, una volta arrivati.
Tristan stava portando la borsa di Connor sul minivan, dato che ci eravamo stabiliti per un po’ a Santa Isabel: a tutti piaceva particolarmente Mexicali.
Lui si fermò, guardandomi un po’ basito, beh certo, non dovevo avere proprio le sembianze di Venere: ero totalmente senza trucco, con gli occhiali sulla fronte a tenere fermo il groviglio di capelli mossi e dovevo avere un’aria  molto stanca.
“Intendi già in piedi alle nove del mattino, o con la borsa di Con?”
“La seconda”
“Anche se la prima rimane un mistero” fece Brad, sfilandosi i Rayban neri.
Tris roteò gli occhi al cielo, continuando la sua camminata verso il minivan. Così lo seguii.
“Ce ne andiamo, Cece – disse – prendi la tua roba velocemente e salta su, andiamo a Tecate”
“Cosa? No!” sbottai.
Tris si fermò, guardandomi.
“Dobbiamo arrivare a Tijuana prima di luglio, se ci fermiamo due settimane in ogni comune della Bassa California che ci piace, non ce la faremo mai” mi spiegò.
“Ma Tris..” tentai.
“Non dirlo a me, piccola”
“E a chi? Chi ti ha detto che dobbiamo arrivare a Tijuana prima di luglio? Ash?”
Tristan scosse la testa, ed andando ad esclusione, poteva essere stato solo lui.
“Cece, tutto a posto?” mi domandò James.
Lo guardai per qualche istante, in silenzio.
“Non si legge la parola omicidio, sulla mia faccia?”
James si massaggiò la fronte, stanco.
“Che è successo ancora?”
“Luke”
“Ma non mi dire” ironizzò.
Lo guardai male, ma d'altronde che potevo dirgli? Aveva ragione.
“Devo parlargli”
Feci per seguire Tris nel minivan, ma il suo braccio mi fermò per il polso.
“Che c’è?” gli chiesi.
“Vuoi che lo faccia io? Intendo parlargli”
 Scossi la testa, era decisamente fuori luogo.
“Non è proprio il caso, tranquillo, gliene dico otto – dissi – quattro per me, e quattro per te”
Lui sorrise, divertito e compiaciuto.
“Vai stella, ti aspetto qui fuori con Brad”
Annuii ed entrai in quella che, ormai, era diventata casa mia.
Lo scenario davanti a me era il solito: Connor buttato a caso su un paio di cuscini colorati con l’iPhone a qualche centimetro dal suo naso, Ashton addormentato sulla brandina e Luke a fumare, appoggiato ad una delle pareti del minivan.
“Ciao Cece” mi salutò Con.
“Ehi Con – lo salutai velocemente – Luke, io e te dobbiamo parlare”
“Ehi piccola, dove hai dormito stanotte?” mi domandò.
Okay, non sapeva niente, dovevo dirglielo io?
Forse sì.
“Sono stata..”
“Io e Cece abbiamo dormito nel locale, ci siamo scolati qualche bicchierino di troppo e le gambe non reggevano neanche fino a questo catorcio” improvvisò Brad, con una risata.
“Bada a come parli, Simpson – lo ammonì Connor – questo catorcio mi è costato l’ira di Dio”
Brad sbuffò ed io lo guardai, interrogativa.
“Ti spiego dopo” mi sussurrò nell’orecchio, per poi raggiungere Tris.
Io invece mi avvinai a Luke, posizionandomi davanti a lui, con le mani sui fianchi.
“Cos’è che devi dirmi, Cece? Hai baciato anche Brad? Beh, te lo ricordi stavolta?”
“Piantala Luke, lo sai che bacio solo te”
Così sorrise, facendomi spazio affianco a lui.
“Scusa” mi disse.
“Non fa niente”
“Allora, di cosa devi parlarmi?” chiese, spegnendo la sigaretta nel posacenere.
“Perché hai detto a Tristan che dobbiamo essere a Tijuana prima che arrivi la fine di giugno?”
“Non è così?”
“Lo era”
“Che significa “Lo era”?”
“Significa che adesso le cose sono cambiate”
“Ah giusto, adesso c’è McVey, hai ragione – fece schioccare la lingua – non avevamo messo in conto un biondone occhi azzurri che ti avrebbe fatto perdere la testa, prima di partire”
“Luke..”
“Luke niente, Cece” disse, gelido.
Così io abbassai lo sguardo, e lui mi accarezzò il collo, in silenzio.
“Dov’è la tua collana?”
Mi toccai il collo istintivamente, sfiorandogli la mano.
“Io..”
“Dimmi che l’hai persa, Cece, ti prego”
Lo guardai negli occhi, reggendo a fatica il suo sguardo.
“No, non l’ho persa” ammisi poi.
“Ce l’ha lui, non è vero?”
Annuii, senza guardarlo.
“Guardami – mi prese il mento tra due delle sue dita – guardarmi, Cece”
“Che c’è, Luke? Che vuoi che ti dica? Sì, okay? Sì! L’ho data a lui!”
Attirammo l’attenzione di Connor, ed Ashton si svegliò.
“Ragazzi, ma che diavolo..? Cece, perché urli come una matta?”
“Lei e Luke stanno parlando” lo avvertì Tris, intento a sistemare i bagagli.
“Non c’è James in giro, vero?”
“No, McVey è fuori”
“Perfetto, posso tornare a dormire”
Restammo qualche secondo in silenzio, dopodiché io mi feci coraggio.
“Quanto sei arrabbiato su una scala da uno a dieci?” gli domandai.
Non ero capace di dirgliene quattro, figuriamoci otto, per entrambi.
“Vieni con me”
Mi prese per mano e mi trascinò fuori dal minivan, intravidi James, ma con lo sguardo gli comunicai di restare dov’era. Chissà che cosa provava nel vederci mano nella mano..
Probabilmente nulla.
O almeno, lo speravo.
Luke si appoggiò ad una delle quattro mura del locale, ed io gli stavo davanti.
“Cecilia – nome intero, ahia – non prendermi per un egoista, sai che quando si tratta di te riesco ad esserlo ben poco, devi lasciarlo perdere, James”
“Ma perché? Che ti ha fatto?”
“Davvero non capisci perché? – mi chiese, retorico – piccola, i baci che ci diamo per me non sono più quelli di una volta”
Rimasi sconvolta, anche se me lo aspettavo, sentirglielo dire era tutta un’altra storia.
“Neanche per me, credo”
“E allora perché te ne vai in giro con quello lì? Scusami, ma fatico a capirti, questa volta”
“Non lo so Luke, sto bene con lui”
“Stai meglio con lui?”
“Meglio? Rispetto a cosa?”
“Me, Cece, rispetto a quando stai con me, lui ti fa sentire meglio? Più desiderata, forse? Più bella? Più amata? Più donna? Non credo proprio”
“No, Luke, non mi fa sentire meglio – gli dissi – niente di tutto questo”
“Non puoi più andare avanti così”
“Non posso scegliere, sono due situazioni troppo diverse”
“Invece è proprio quello che devi fare – m’impose – devi scegliere, o me, o lui”
Mi spiazzò. Volevo morire, volevo scappare, volevo andarmene. James stava diventando importante per me, iniziavo a tenerci da morire. Mi piaceva come riuscissi a sentirmi a casa tra le sue braccia.
Ma Luke?
Luke era la mia casa, lo era sempre stato.
Lo guardai negli occhi, mi avvicinai alle sue labbra e sorrisi su di esse. Lui fece lo stesso, premendole poi sulle mie.
“Non c’è nulla da scegliere, Luke”.
 
 
 
 
 
 
Eravamo appena arrivati a Tecate, alle sei e mezza del pomeriggio, sembrava una bella cittadina, non molto differente ad Ensenada, in realtà.
“Tecate?” domandò Ash, perplesso, con una cartina trovata in centro.
“Sì Ash, Tecate – gli chiarì Connor – qual è il problema?”
Ashton si strinse nelle spalle, senza darci più peso.
“Cece? – fece Brad, avvicinandosi a me – tutto bene?”
Annuii, con le dita intrecciate a quelle di Luke.
“Stai con lui, quindi?” mi chiese il moro.
“No – scossi la testa – non sono la ragazza di Luke”
“E lui lo sa?”
“Molto bene”
Brad rimase per qualche secondo in silenzio, fino a che James non ci superò fianco a fianco a Tris. Non parlavo con lui da quella mattina, da quando eravamo tornati insieme da Encantada.
Quel posto mi mancava già.
“E James?”
“Che cosa?”
“James lo sa?”
Scossi la testa, guardando in basso, mentre i ragazzi si fermavano davanti a quello che doveva essere un ristorante.
“No, James non sa nulla”
“Lo immaginavo”
“Che dovrei fare, Brad? Non so che cosa dovrei dirgli, come devo comportarmi, non so assolutamente nulla”
“Prova a parlargliene”
“Non capirebbe”
“Prova a parlargli di te e Luke, almeno”
Ci pensai un po’ su, era da tanto che James voleva una spiegazione sul rapporto che avevo con Luke, e forse era arrivato il momento di fornirgliene una.
Annuii, sorridendo al mio nuovo amico.
“Grazie, Brad”
“Quando vuoi, piccola”
Lo abbracciai, lasciandomi stringere dalle sue braccia.
Bradley era un ragazzo meraviglioso, come tutti gli altri biondoni, ma in lui avevo trovato un confidente ed un amico sincero. Forse andavamo così d’accordo perché eravamo gli unici a non essere biondi, lì, in quella banda di disadattati.
“Ci fermiamo qui?” chiese Con.
“Prossimo locale di ubriaconi e gente poco per bene, stiamo arrivando” fece Tris.
“Ti ci stai ambientando, eh Evans?” lo canzonò Luke.
“Fai poco lo spiritoso, Hemmings” scherzò Tris, ridendo.
La realtà era che ci trovavamo bene, in Bassa California. È vero, lì bevevano molto ma erano delle persone che sapevano farti sentire a proprio agio con loro, anche se noi arrivavamo da Los Angeles, e loro dal Messico. Era piacevole, passare il proprio tempo con gente così semplice e senza secondi fini.
Vidi Ashton e Luke entrare per primi, seguiti da Connor, Tristan e Brad. Quando anche James si accodò a loro, gli afferrai la mano, lasciando che si avvicinasse a me.
“Cosa vuoi?”
“Che mi rispondessi gentilmente, magari”
“D’accordo, dolce e leggiadra Cece – mi prese in giro – cosa vuoi?” e tornò ad essere rude.
“Voglio parlarti”
“Addirittura” commentò, sarcasticamente.
Mi scostai una ciocca di capelli dal viso e sbuffai, esausta di quella situazione.
“Dannazione al momento in cui sei sceso da quel minivan e dannazione al momento in cui mi hai stretto la mano, James!” sbottai.
“No, Cecilia, dannazione a te e dannazione al tuo Hemmings, dannazione a Tijuana ed alla spiaggia di Encantada, dannazione a tutto quello che ti riguarda!”
Ci guardammo in silenzio, e giuro, che non ci fu mai più un momento così adatto per un bacio, tra me e lui. Ma lui non mi avrebbe baciata, non l’avrebbe mai fatto.
“Brad dice che non sei orgoglioso, neanche un po’ – dissi, ridendo amaramente – ma lo sei, sei la persona più orgogliosa che io abbia mai conosciuto”
“Brad ha ragione – mi contraddisse – io non sono orgoglioso, non lo sono con nessuno, tranne che con te”
“Questo trattamento speciale perché mi chiamo Cecilia Galaxy e tieni tanto a me, o per altro?”
“È esattamente per questo, Cece”
“Ma che diavolo dici, James?”
“Dico che con te non sono la persona che sono con chiunque altro, okay? Ho cercato di.. – s’interruppe - dannazione, ma che ti parlo a fare? Qualsiasi cosa ti dirò tu dopo correrai lo stesso da Hemmings, quindi a che scopo parlarti?”
 “Vorresti davvero che non ci parlassimo più? Mai più?”
Tremai, a quella possibilità.
Lui sembrò pensarci su, ma poi scosse la testa, ed un peso che giaceva sul mio cuore, si sollevò inaspettatamente.
“No, non voglio questo”
“E che cosa vuoi da me, James?”
“Voglio che mi dici cosa diavolo c’è tra te e Luke, io sto impazzendo, Cece”
Annuii, dovevo dirglielo.
“D’accordo”
“Sul serio?”
“Sì James, sul serio”
“Okay allora, parla”
“Io e Luke non stiamo insieme – iniziai – ci conosciamo da quando io avevo dodici anni e lui quattordici, era uno degli amici di Liam e Zayn, che a quel tempo avevano solo sedici anni – mi fermai, per guardarlo – io non ne avevo, di amici, James”
“Perché?”
“Perché nessuno voleva stare con me, io ero la ragazza “adottata”, quella senza genitori, quella che non era stata voluta, che era stata abbandonata – mi faceva male ricordare – poi è arrivato Luke, è stato il primo ad aprirsi tanto con me, non gl’importava di nessuno, soltanto di me”
“E poi?”
“Poi ho compiuto quattordici anni, e lui sedici – sorrisi – il giorno del mio compleanno mi ha regalato una grossa e bellissima margherita, le mie preferite, e da lì ho capito”
“Cos’hai capito?”
“Ho capito che era Luke, la mia casa – dissi – era Luke quello a cui ero destinata, era arrivato, finalmente, dopo anni di tragiche lotte e speranze, lui era arrivato da me”
“Ti è stato molto vicino?”
“Giorno e notte, ma non siamo mai stati insieme, e non potremmo mai farlo – spiegai – è come se lui fosse la mia persona ed io la sua, né io né lui permetteremo mai che qualcuno possa rubarci l’uno all’altro, capisci?”
“Mi stai dicendo che sono di troppo?”
“No, James – gli presi la mano – quando ho conosciuto te, quando ti sei avvicinato tanto a me, ho sentito le stesse cose che ho provato quel giorno del mio quattordicesimo compleanno, quando avevo visto Luke con la margherita tra le sue mani”
“E cosa significa?”
“Significa che quando mi abbracci mi sento nel posto giusto”
Mi guardò, stirando un sorriso.
“Ma?”
“Ma non posso lasciare Luke, per nessuno”
“E allora perché questa non ce l’ha lui?” disse, toccandosi la mia collana al collo.
“Perché non sono dentro con lui?”
Lui scosse la testa, guardando in basso.
“James..” feci io.
“Dimmi, stella”
“Perché non mi baci?”
“Non posso”
“Perché no?”
“Perché poi lo farà anche lui”.









 
#highopers
Non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo!
ciao bimbe <3
come state? come procede la vostra estate?
vi giuro che io mi sto divertendo tantissimo, merito delle mie amiche stupende.
comunque, finalmente Cece spiega a James cosa c'è tra lei e Luke, cosa ne pensate voi?
preferite la Jecilia o la Lecilia? ditemelo dai
e poi, altra domanda, quante di voi shippano tradley?
bene, vi lascio con questi due interrogativi.
vi amo un sacco, siete la mia gioia <3







 
  
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