22/06/2014
2 recensioniUna storia per il mio Akaashi (<3) scusa se è orribile, ricorda che ti amo.
Il finale è generalmente aperto, quindi anche se inizialmente doveva essere shonen-ai, potete immaginarlo thriller (…) come preferite insomma. Detto questo, enjoy!
p.s. perdonate eventuale ooc.
Uncomfortable
Bokuto non era mai stato il tipo tranquillo, quello al quale dicevi di stare calmo e lo faceva. Era sempre stato il tipo energico che non si fermava davanti a niente, conscio di ciò che diceva o faceva, quando era meglio fermarsi o non – anche se non sempre –ma certamente un po’ bambino, che appena vedeva qualcosa di interessante si esaltava.
Akaashi lo sapeva, lo aveva sempre saputo e per questo non gli aveva mai detto niente, finendo semplicemente con l’imparare a capirlo ed a comprenderlo, cercando di limitare i danni più che altro alla propria persona, e nel caso alla squadra.
Eppure Bokuto, a volte, sapeva essere così infantile che persino lui trovava da ridire, un leggero tic nervoso a disturbare il suo volto imperturbabile.
- Bokuto. – Iniziò dunque, mentre l’altro sembrava più in procinto di dover andare in bagno senza più riuscire a tenersela, che eccitato per qualcosa. – Devi restare in queste condizioni ancora per molto? -
Era stata una normale giornata scolastica, tra le lezioni e le attività del club. Quando poi Koutarou aveva deciso di invitarlo a casa sua, Keiji aveva erroneamente accettato, pensando che nonostante tutto non essendo la prima volta non poteva esserci nulla di male.
Eppure erano incappati in un negozio dove apparentemente l’altro doveva fargli vedere qualcosa di magnifico e poi, con una certa desolazione, Akaashi aveva capito che no, non c’era speranza per il compagno di squadra.
- Ma non trovi sia fantastico?! – La voce altrui non interruppe propriamente il suo contemplare la stupidità umana, ma riuscì in parte a farlo sospirare.
- Cosa c’è di così bello in un… pappagallo completamente giallo? – Orribile, da un certo punto di vista, visto che il volatile continuava a fissarlo in maniera inquietante, il capo chinato di lato.
- Fukurodani! – la maniera in cui il pappagallo gracchiò il nome della sua scuola non gli fece cambiare esattamente idea, ma fece sì che Akaashi si sentisse persino più esasperato, perdendo fiducia nell’altro.
- Hai insegnato ad un pappagallo il nome della nostra scuola. Stupendo. -
- Lo ha fatto da solo! Non gli ho insegnato niente! – Ed il sorriso che si aprì sul volto dell’asso della squadra poteva battere persino quello di Hinata, volendo. – E’ un pappagallo fan! Possiamo prenderlo? -
La domanda lo colse alla sprovvista, abbastanza da fargli spalancare gli occhi, prima di restare in silenzio, girarsi ed intraprendere la via del ritorno verso casa. La propria, per intenderci.
Dietro sentì i passi frettolosi di Koutarou, mentre lo raggiungeva. – Eddai, era stupendo! -
- No. – Fu la lapidaria risposta del ragazzo, mentre veniva fermato.
- Akaashi! – Il tono lamentoso lo fece per metà roteare gli occhi, prima di riprendere la strada con l’altro, senza dire una parola. Di solito evitava le cose noiose e troppo complicate, ma doveva ammettere che di solito Bokuto si rendeva quanto meno conto del suo esagerare di fronte a certe cose.
- Aveva un colore bellissimo, vero? – Non rispose, continuando a guardare la strada. – Mi piace il giallo. Ha un che di… vivo. Ti immagini Shouyou vestito di giallo? Sarebbe come vedere un melone! -
Di nuovo silenzio, mentre l’altro continuava a straparlare.
- Ah! – E si fermò per un attimo a guardarlo con la coda dell’occhio, sempre in silenzio. – Sai cos’altro c’è di giallo? LE UOVA! -
Keiji restò nuovamente in silenzio, lasciando che l’altro sproloquiasse per i fatti suoi, incapace di dire qualcosa. A conti fatti, pensò, non era sicuro se fosse meglio fargli notare la sua momentanea stupidità o lasciare perdere, anche se rischiare di fargli mettere il broncio avrebbe reso il tutto peggiore quindi, per quella volta, decise arbitrariamente di stare zitto.
Al massimo lo avrebbe fatto tacere più tardi. E, fortunatamente, conosceva un metodo infallibile.