Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: iononbrucio    23/06/2014    2 recensioni
“Questo corpo non mi appartiene, non più, ecco perché lo distruggo in ogni maniera possibile. Cicatrici, lividi, polmoni neri, fegato a puttane. E Gaia sembra solo una presa in giro, se la associ ad una ragazza dalle occhiaie grigie, le costole che premono contro la carne, quasi vogliano fuggire da questo corpo marcio, le braccia violacee. Gaia non è una secchiata d'acqua cristallina, fresca. Gaia è acqua sporca, putrida.”
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho 16 anni, e anche se provassi a descrivere oggettivamente il corso della mia esistenza, tu proveresti compassione nei miei confronti. Sta a te intravedere le macchie di sangue in questo candido lenzuolo di parole steso sul mio cadavere. Per la prima volta in vita mia, ho voglia di urlare. Io, che ho sempre preferito l'inchiostro al sangue. Io, che i sentimenti li ho sempre vomitati sulla carta, e mai in faccia alla gente. La gente mi terrorizza. Il loro sguardo, la loro intelligenza, le loro mani che gesticolano nervosamente. So che una sola parola cattiva sussurrata potrebbero spezzare quest'ammasso di ossa fragili e carne debole che sono. Peso 43 kg, colleziono bigliettini trovati per terra, che siano liste della spesa o promemoria scritti con calligrafia disordinata e sbiadita, dalla pioggia o dal tempo, amo fotografare, mai me stessa, solo ciò che mi circonda, adoro passeggiare da sola nelle vie secondarie e desolate della mia città, il grigio del cemento colora i miei occhi, io e le mie cuffiette viviamo in simbiosi, solo il fragore della musica può coprire le voci delle persone e il rumore della mia mente incasinata. All'apparenza, sono una normale adolescente. Scavando a fondo, si nascondono mostri che strillano e cadaveri in putrefazione, lasciati a marcire da più di un decennio. Frequento il liceo artistico, ma non ho nulla da dire con i miei disegni. Mi limito a ripetere a memoria lezioni poco interessanti e a tracciare disegni che nessuno capisce. Ho la pelle trasparente, di carta velina, così sottile da strapparsi con un soffio. Non sono bella. Non sono simpatica. Non sono interessante. Mi trascino per le strade, gli occhi vuoti e le mani in tasca, qualche cantante che mi strilla nelle orecchie. Nessuno si pone domande su di me. L'ho già detto, all'apparenza sono una normale adolescente, un po' di acne punteggia le mie guance, ogni tanto una finta cotta per qualche bello e impossibile. Non ho amici, è stata una mia decisione. Tengo sempre gli altri ad una distanza di sicurezza, per impedire che vedano cosa si cela dietro i miei occhi, per non permetter loro di affogare nei mari bui dei miei pensieri. Agli altri va bene così, sono una semplice conoscente con cui scherzare nelle noiose ore scolastice. Mi chiamo Gaia, ma non sono felice. Il mio nome è un'imposizione, Gaia è un nome allegro, io che convivo con tristezza perenne, sedute dallo psicologo ed antidepressivi. Anche questo l'ha deciso mamma. Io accetto passivamente le decisioni altrui, non importa, questo corpo non mi appartiene, non più, ecco perché lo distruggo in ogni maniera possibile. Cicatrici, lividi, polmoni neri, fegato a puttane. E Gaia sembra solo una presa in giro, se la associ ad una ragazza dalle occhiaie grigie, le costole che premono contro la carne, quasi vogliano fuggire da questo corpo marcio, le braccia violacee. Gaia non è una secchiata d'acqua cristallina, fresca. Gaia è acqua sporca, putrida. 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: iononbrucio