Si accese una sigaretta e sollevò lo sguardo. «E’ così,» proseguì, «non posso fare nulla per cambiarlo. Non ho radici, non ho una famiglia. Sono un’estranea. Con il soldi del completo che indossa ora,» indicò l’abbigliamento dello psichiatra con un cenno della testa associato ad un movimento delle dita con cui teneva la sigaretta, «sarei più ricca di quanto non lo sia mai stata in vita mia. E poi probabilmente spenderei ogni centesimo in birra e libri usati.» la sua risata era rauca, amara. «Ho vissuto un migliaio di vite senza mai veramente vivere la mia. Sono stanca di tutto questo.» lasciò che il silenzio s’insinuasse nel vuoto che lasciarono le sue parole. Tirò su con il naso ed abbassò gli occhi per nascondere l’ombra che le scuriva lo sguardo. Lui non rispose, e dopo qualche secondo di pausa lei sorrise meccanicamente. «Le ho già chiesto se vuole una birra?»